Che dolce prospettiva.

Sarebbe stato il suo Labrador per la vita, per guidarla nella nebbia del dubbio, fra le insidie del dolore.
Chiudi gli occhi Hinata…
Chiudili e lasciati condurre. E non avere paura.

La macchina da guerra, il soldato suicida. Incarnando le due tetre figure, il Dobermann uccide e si lascia morire. Per amore, per l’incolumità di colui che ama e per il quale la fatica non ha peso. Con il quale ogni ora è poesia e la realtà assume tinte di bellezza innaturale.
Perché una vita senza il suo amore è solo l’orrenda immagine del senso di colpa, del fallimento.

Che meravigliosi brividi..

Sarebbe stato il suo Dobermann fino alla morte, perché lei ruotasse al centro di un sentimento senza confini.
Apri gli occhi Hinata…
Guardami morire per te.

Silenzio e sguardo, carico di significato. Questa è l’essenza dell’Akita Inu, figlio dei ghiacci che sfida il taglio del vento, sfrontato. Intessuta di cristalli, narcisismo ed egoismo, dura resistenza offre la pelliccia di neve; cela il calore degli occhi, vergogna e debolezza, simbolo delle emozioni che l’Akita sopprime con la sua altezzosa distanza.
Osserva, divinità fra i mortali, i deboli soccombere nel freddo, con astuti passi di calcolatore e il gelido cuore stretto fra gli artigli. Ma il suo silenzio vale più di mille parole quando sosta accanto al fuoco col padrone, il muso di lupo rivolto verso di esso accalorato, quasi imbarazzato dallo stordimento di quella sensibilità sconosciuta.

Che romantica contraddizione.

Sarebbe stato il suo Akita fra i ghiacci, guerriero silenzioso che mai lamenta le debolezze, che parla con gli occhi e canta all’aurora un amore soppresso sotto l’immagine di cinismo.
Dammi la mano Hinata…
Lascia che la conduca con la mia, gelida, al calore del mio cuore.
Puoi sentirlo impazzire?

Non credevo di poter mai perdere la testa per una creatura così fragile. Diversa da me come la notte dal giorno…

Avventato come il pitbull, impenetrabile come il malamute, esaltato come il border collie, orgoglioso come il levriero. E, indovina. Spesso bastardo come l’umano.
Avido, ma del tuo amore, cui corro dietro speranzoso nella sola gioia del farlo, come il cucciolo ingenuo cerca di afferrare il merlo. Obiettivo che mai raggiungerà, perché questo vola alto verso un’altra meta… verso un altro qualcuno.
Ma accettami per l’umile cane a cui mi paragono e non condannarmi per ciò che non posso essere…

Dammi la tua stima, Hinata.
Guardami rallegrare almeno di questo…

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Spero vi sia piaciuta ^^ L'ho scritta di getto, sto provando nuovi stili e idee... vi invito a recensire per dirmi che ne pensate! Grazie in anticipo =)
Un bacio!