Titolo: Love Yu
Serie: D.Gray-Man
Rating: PG
Pairing: RabixKanda
Note: Già dal titolo mi pare scontato che sia una ficcetta melensa>_>,
vabbeh, non è eccessivamente da carie perchè se no vorrebbe dire che sono pronta
a spararmi un colpo in testa XD, ma è qualcosa di più coccoloso del solito XD! Il
pairing è da tanto che non lo tratto e, di fatti, non so perchè mi sia venuta
voglia di scrivere proprio su loro due, boh, l'ispirazione immagino... anche se
avevo la pagina aperta sulla fic di Tiki e Cross, e anche se fino alla fine mi
sono detta "Adesso faccio arrivare Tiki e metto già un casino dei miei!".
Macchè, alla fine il buon senso ha vinto. Peccato XD!
Comunque c'è una cosa che non riesco a capire, io preferisco le KandaRabi alle RabiKanda, dunque... perchè tutte le volte che provo a scrivere in quel senso la coppia mi si inverte>___< ?!? Echeghez >.>!
Il titolo è uscito praticamente per caso, è stupido, e non è proprio nulla di speciale, è in linea con la fic, tutto qui.
+†+Love Yu+†+
Le braccia erano
incrociate al petto ed il volto incupito da una strana espressione.
La conosceva, era quella che significava: "Oggi ho deciso di odiare il mondo
intero, perciò statemi alla larga", vagamente simile a quella che solitamente
indossava e diceva "Statemi alla larga o vi ammazzo". In effetti tutte le
espressioni di Yu Kanda si somigliavano: la fronte terribilmente corrucciata,
gli occhi affilati e nerissimi che vomitavano irritazione invece di lacrime e le
labbra morbide piegate leggermente all'ingiù.
Sospirò tristemente girando le strisce di pancetta a formare una falce all'ingiù
sotto i due occhi di bue che lo fissavano dal piatto.
Kanda era questo: un piatto di uova e pancetta che non sapeva sorridere.
"Uffa..."
"Finsicila di borbottare."
E poi c'era la sua voce, naturalmente. Tagliente. Alle volte perfino spietata.
Si voltò verso di lui poggiando il mento al tavolo e alzando l'occhio smeraldino
al suo volto. Bianco da far paura, il colore di un cadavere... alle volte temeva
di star parlando con un fantasma e non con una persona viva.
"Che vuoi?" gli ringhiò rabbioso il giapponese.
Un fantasma, comunque, sarebbe stato sicuramente più gentile di lui.
"Allora, che hai tanto da fissare?!"
Un fantasma, per esser tale, avrebbe dovuto implicare anche la morte...
Che brutto.
Tornò seduto compostamente, in un unico veloce movimento che fece sussultare per
un attimo l'esorcista giapponese, quindi mosse la mano ai suoi capelli neri e
sottili e li tirò, così, senza apparente ragione. Aveva avuto voglia di farlo e
lo aveva fatto, dispettoso e stupido, ma era colpa dei capelli di Yu, che
sembravano essere così lunghi e lucidi soltanto per invogliare gli altri a
toccarli e -perchè no?- a tirarli.
"Ma che diavolo fai?!?" gli aveva sbraitato addosso il ragazzo, strattonando
quella mano sfacciata e risistemandosi la coda alta sulla nuca.
Dannato Bookman, possibile che non lo lasciasse mai in pace?!
Un momento dopo ed era tornato tutto come se nulla fosse successo, lui e la sua
scostante freddezza.
Sentì un altro sbuffo, più pesante di quelli precedenti che lo avevano
disturbato per tutta la mattinata. Non fece in tempo a minacciare l'altro di
morte per farlo smettere, Lavi fu più veloce. In quelle cose lo era sempre.
In quelle cose era il più rompiscatole effettivamente.
Più di moyashi che lo guardava con grandi occhi disgustosamente carichi di
dolcezza e dispiacere.
Più di Linalee che aveva almeno la decenza di non avvicinarsi più del dovuto, a
parte quando le loro divise strusciavano casualmente nei corridoi più angusti
dell'Ordine Oscuro, quelli che portavano alla biblioteca per esempio.
Più di Marie e Daisya che conoscevano fin troppo bene il suo carattere ed
evitavano di fargli domande che avrebbero ricevuto un ringhio rantolato come
risposta.
Più di Miranda e Krori, non che avesse avuto molto a che fare con quei due
effettivamente, ed era grato di questo, basta conoscere persone, basta cercare
di contagiarlo con sentimenti di solidarietà e sciocchezze varie!
Ma Lavi the bookman non l'aveva mai capita, eh?
No.
Macchè.
Per questo la sua mano si era posata alla nuca dell'esorcista, in una carezza
lenta e gentile, e la sua fronte poggiava alla spalla del giapponese.
Perchè Lavi era seccante. Dannatamente seccante. E testardo. E sfacciato. E
stupido. E, sicuramente, più di tutto, masochista! Doveva esserlo per forza di
cose visto come tentava disperatamente di farsi ammazzare dall'ira di Yu
Kanda!!!
"Se mi fai stare così per un po', prometto che non ti disturberò per tutto il
resto della giornata, non mi sentirai neppure respirare."
No, Lavi, soprattutto era assolutamente e schifosamente, furbo.
"Tsk."
Fu tutto quello che lui ebbe da dire.
Non significava niente, non era un sì e non era neppure un no, non gli aveva
dato il permesso di fare come gli pareva ma, neppure, glielo aveva negato.
Un Tsk era un semplice ed inutile Tsk e per i sette secondi a
venire Lavi si chiese se avrebbe continuato a vivere o se presto la mano di Yu
si sarebbe spostata all'elsa di Mugen, estraendola e conficcandogliela dritta
nel cuore. Poteva essere. Sarebbe stato da Kanda, molto.
Invece non avvenne nulla.
Silenzio. Rimase soltanto quello.
E, naturalmente, il lento frusciare della divisa dell'Ordine di Kanda sotto la
fronte dell'erede di Bookman, mentre piano la spostava più vicino al collo,
strofinando la guancia contro quella fredda del giapponese. Fredda, ma non più
bianca. Non era neppure rossa, così come sarebbe dovuto essere il colore
dell'imbarazzo, era invece di un bel rosa appena accennato lungo le gote mentre,
insistentemente, Yu finse che quel rompiscatole non ci fosse stato, che le sue
braccia non gli avessero circondato le spalle e che le sue labbra non si fossero
posate alla sua guancia... Maledizione!!!
In quel momento, sì, arrossì.
In quel momento fu lampante.
In quel momento avrebbe afferrare la sua katana e gliel'avrebbe fatta pagare,
era questo che faceva Yu Kanda quando qualcosa o qualcuno lo faceva infuriare:
lo faceva a fettine!
Le dita lunghe e sottili si spostarono all'elsa, la carezzarono, cercando di
ricordare perfettamente ogni sua forma per farla diventare il prolungamento del
suo braccio una volta impugnata.
Uccidere era diventata la parola d'ordine.
"Yu... Daisuki desu."
Merda.
Lo sapeva. Lo aveva sempre pensato.
Lavi era schifosamente furbo...
"Stupido." borbottò in risposta il giapponese, abbandonando la presa a Mugen per
riabbassare le spalle e rilassare ogni parte del suo corpo. Soggiogato dalle
parole di quello stupido.
Lavi sorrise.
Doveva ammettere che sorridere era la cosa che riusciva meglio a quel ragazzo,
tutto il contrario di lui.
Lui, infatti, non sorrise. Chiuse gli occhi facendo filtrare l'aria dalle
labbra, in un respiro lungo e lento.
"Yu." lo chiamò piano Lavi, posando la fronte alla sua e guardandolo con l'unico
occhio che la benda nera non celava.
"Che vuoi?" domandò seccato l'altro, senza aprire gli occhi.
"Daisuki desu."
Ci volle un po' per recuperare ogni pensiero che questa frase spazzava via dalla
testa di Kanda.
Ogni volta che Lavi parlava la testa di Yu si svuotava, ogni volta doveva
ricominciare da capo, ripetersi mentalmente perchè faceva parte dell'Ordine
oscuro, perchè non aveva tempo da perdere con chicchessia e perchè era
imperativo che lui continuasse su questa linea. Ed ogni volta il tempo impiegato
per farlo diventava sempre più lungo... finchè non avrebbe iniziato a chiedersi
se non fosse stato meglio abbandonarsi completamente alla voce di Lavi e mandare
tutto il resto a farsi fottere. Per qualche ora magari, una notte soltanto... o
anche un intero fotturo giorno. Poi sarebbe anche potuto tornare lo stesso Yu
Kanda di sempre, quello assurdamente irritato dal mondo intero, quello che non
piaceva a nessuno per il suo carattere di merda...
"Wo ai ni."
...quello che Lavi punzecchiava in continuazione...
"I love you."
...se avesse smesso di essere così stronzo, Lavi avrebbe smesso di cercare di
cambiarlo e lui non avrebbe più avuto nessuna ragione per mandarlo malamente a
fare in culo...
"Je t'aime."
...strattonargli i capelli di quel rosso accecante...
"Ti amo."
E tappargli la bocca con un bacio.
Un solo, unico, profondo, bacio. Carico di tutto quello che Yu Kanda avrebbe
voluto dirgli, insulti e non, frasi gentile e grida rabbiose, sussurri d'amore e
gemiti di passione. Tutto quello che, tuttavia, Yu Kanda, non avrebbe mai detto.
"Stupido."
E rise Lavi, perdendo la sua risata direttamente nella bocca del giapponese
mentre ancora una volta Yu dava mostra di essere sempre lo stesso.
Quello era Yu Kanda e, volente o nolente, non c'era nulla che Lavi avesse potuto
fare per poterlo cambiare.
Meglio così.
Avrebbe avuto una scusa in più per avere i suoi baci da lì all'eternità.
Dolce. Romantico. Stupido. E sì, questo, invece, era Lavi.
+†+THE END+†+