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Autore: Friedrike    03/05/2013    2 recensioni
Ludwig Beilschmidt e Felicia Vargas (rispettivamente Germania e Fem!Italia del Nord), in un contesto AU, quello della Seconda Guerra Mondiale. Non più Nazioni, bensì un uomo ed una donna che s'innamorano l'uno dell'altra. Si conoscono ad un ballo in Italia ed è subito amore. Ma la guerra li separa e quando il soldato della Wehramcht ritornerà dal fronte niente sarà più come prima.
Genere: Angst, Fluff, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Nuovo personaggio, Sud Italia/Lovino Vargas, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dovunque sarai, ti amerò per sempre.'
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Si comportano come se la guerra fosse effettivamente scoppiata, eppure lottano per non farla scoppiare. Dopotutto, in Italia, il conflitto non è ancora giunto ufficialmente, sebbene le prime avvisagli si siano fatte sentire già due anni prima.
Se  il 30 Ottobre del 1922, il Re d'Italia Vittorio Emanuele III diede a Mussolini il compito di fondare un nuovo governo (egli infatti si presentò a Milano già nel 1919 con una nuova formazione politica denominata "Fasci Italiani di Combattimento"), già nei primi giorni del settembre 1938, le leggi razziali erano state emanate, e con esse una serie di sconvolgimenti allo Stato Albertino, che il fascio modificò poi a proprio piacimento, tutti approvate in un breve arco di tempo.
L'Italia non avrebbe dichiarato la guerra alla Francia all'Inghilterra prima di Giugno del corrente anno, tuttavia quel gruppo di partigiani tenta proprio di evitare che la guerra scoppi. Al momento, non hanno trovato troppo sostegno dagli altri italiani e quel loro "amico" scappato da quel "campo di concentramento" non era altro che un uomo ebreo che era stato allontanato per le sue origini cosiddette impure.
Dubitano, comunque, di riuscire ad impedire che il conflitto travolga il loro bel Paese e se qualche tedesco già si trova nella loro terra, chissà quanti ve ne saranno a conflitto scoppiato.
Quel giorno, seduto in un angolo di naturale paradiso a fumar le loro sigarette, parlando dicendosi grandi e bravi di aver già portato un tedesco dalla loro parte, uomo che però, per via del suo così stretto rapporto con l'italiana, era facilmente plasmabile.
Ne troveranno altri e la guerra finirà prima che Mussolini possa una sola volta lo splendore di un'Italia fascista sotto il fuoco nemico. 
Per vie delle Fascistissime, una serie di leggi emanate dal nuovo capo del Governo, sono state soppresse ogni tipo di libertà democratiche (ovverosia manifestazioni di pensiero, censura alla stampa, riunioni di uomini liberi),  ogni pluralismo politico, chiunque non fosse fascista è detto fuori legge e le camere dei deputati in favore di membri con le camice nere che approvavano leggi persino più sporche della loro coscienza. 
Aldo, comunista convinto, non può non adirarsi ogniqualvolta pensi al suo essere "al di fuori della legge", soltanto perché ha un credo politico diverso rispetto chi governa e capita spesso che si mette a strillare e gli altri, per non farsi scoprire, subito lo zittiscono. 
-Questo governo- esclama d'un tratto Silvano, quel tipo taciturno con la perenne sigaretta tra le dita. -Sono quasi vent'anni che ci uccide silenziosamente.-
E mica tanto, tra l'altro.
Dopotutto, le leggi razziali, giusto per fare un esempio, non sono poi così nascoste. 
Finita la scuola dell'obbligo, ogni ragazzino e ragazzina di fede ebraica è costretto ad allontanarsi dai licei, così come i ragazzi più grandi ed i professori dalle suddette scuole e dalle università. 
Vietati i matrimoni misti, anche. Divieti di qua e divieti di là. Continuamente divieti! 
E loro già non ce la fanno, più, quei pochi ragazzi. Romano, Aldo, Ettore, Francesco, Silvano, Giuseppe. 
Continuano a parlare e  parlano sostanzialmente del nulla, perché per un pomeriggio vogliono pensare a rilassarsi un pochetto. Gli tocca di tanto in tanto, oppure no? 
Felicia è arrivata in città il pomeriggio di due giorni fa, col piccolo Mathias tra la braccia. 
Il nonno lo ha rubato alla sua mamma e stretto a sé un pochino, ricordandosi in quel gesto tutto quei momenti dolci passati con il piccolo Roma e la piccola Felì. 
Il bebè è un tantino restio a lasciare la sua mamma, ma lei vuole che s'abitui alle braccia estranee, in questo modo farà il bravo anche quando tornerà da loro il suo papà. 
-E' davvero bellissimo- dice Nonno Roma che anche adesso sta giocando col pronipote. La ragazza intanto si sta dedicando un attimo a sé stessa, sono giorni che si trascura, ancora non ha imparato bene a conciliare la vita di madre e quella di donna. Messo uno dei suoi più bei vestiti addosso, esce di casa tenendo il figlioletto tra le braccia. 
Vuole portarlo a conoscere la zia Elisa, che tra un po' dovrà sposarsi.  
Per quanto lo voglia, non è sicura di andare a quel matrimonio.
Di certo sarà in città per allora, perché li si fermerà per ben sei mesi, purtroppo però non sa se sia il caso, dato che lei è una donna momentaneamente sola. 
Ci penserà e chiederà consiglio ai due maschietti della famiglia che invece le sono accanto.
Bussa alla porta di casa e risponde in tono allegro alla madre dell'amica, la signora Marta, che domanda chi sia dietro la suddetta porta d'ingresso. 
Quando la apre, spalanca gli occhi e chiama a gran voce la figlia, invitandola poi dentro.
-Ma quant'è bello! Ma quant'è piccolo!- continua a dire nascondendo la bocca tra le mani in una smorfia di meraviglia e stupore.
La giovane ragazza con i capelli rossi si avvicina a loro e lo accarezza sulla guanciotta, presentandosi come la zia Betta. -Mamma mia! Ma è stupendo!- esclama anche lei, con gli occhi che le brillano quasi. 
Passano una piacevole serata e come quella molte altre. 
Finché...
 
 
10 Giugno 1940.
Quel giorno sarebbe rimasto impresso nella storia dell'Italia, perché quella mattina, il conflitto mondiale ottiene finalmente risposta: dopo aver bussato insistentemente alle porte della penisola da mesi, finalmente lei ha aperto, offrendo persino caffè e pasticcini, tanto contenta di poter finalmente unirsi a lui.
Nuove rivalità nascono dunque tra l'Italia, la Francia e l'Inghilterra. Non si deve comunque troppo aspettare perché anche il Canada dichiari guerra alla culla della cultura rinascimentale. 
Sarebbero passati ancora pochi giorni e se le lettere che il bel soldato biondo ha mandato fossero arrivate, lei saprebbe che lo stanno trasferendo, da Bruxelles a Parigi, perché quella città hanno ora da occupare, come prossimo obbiettivo. 
La ragazza ha continuato ad aspettare con ansia quelle parole scritte di fretta in un pezzo di carta sporco di fango, sudore e sangue raccattato chissà da dove, ma non è mai arrivato nulla, nessuna risposta alle sue di parole che, a loro volta, sembrano essere rimaste in qualche cassetta postale italiana. Chissà se mai le riceveranno!  Chissà se si potranno mai dire completamente tranquilli! Lei non lo sa ancora, ma lui se la cava piuttosto bene, per il momento.
E' in casa Vargas che sta il problema. 
Romano si rifiuta di prestare servizio militare alla sua patria e non perché sia un codardo, perché abbia paura della morte (il che sarebbe almeno in parte vero), ma soltanto perché non vuole perdere la vita per incentivare gli attacchi di amici e nemici. E se tutti fossero così coraggiosi da dire di non voler combattere agli ordini di Mussolini, il problema nemmeno sarebbe posto. 
Perché dopotutto, qualsiasi cosa accada, il popolo è il sovrano, malgrado la monarchia, la dittatura, malgrado il sole non splenda tutti i giorni, malgrado le notti siano lunghe e non diano alcuna motivazione, malgrado non nasca fiore che artificiale in un palazzo troppo bello per essere legale, malgrado non ci sia acqua per tutti e ciascuno abbia la sua parte di torto. 
 
 



 
Diario di un pilota. 
 
 
Caro diario,
non ti scrivo ormai da tempo, tuttavia non ho avuto l'occasione di farlo.
Non ho che buone notizie da raccontarti... no, non è così.
Il Magnifico me ha magnificamente fallito.
Il Magnifico ha accanto a sé una piccola scatola quadrata, decorata egregiamente, nella quale v'è però uno dei grandi mali del nostro tempo. 
Non riesco a farne a meno, è come una droga, anzi, sì, lo ammetto, sono diventato un drogato. Mi piacerebbe poter dire che non è così, ma non riesco a smettere di farlo: ne prendo un po' e subito ne voglio ancora.
E' troppo facile abbandonarsi ai piaceri della vita e non lottare ed io, da drogato quale sono, non dovrei farlo. Perché la mia droga fa relativamente male. 
Fa male perché mi dicono che deve fare male; fa male perché mi ordinano di far sì che faccia male. Ed io non vorrei far male a nessuno. 
Ludwig, ad esempio, non si lamenterebbe troppo se lo sapesse, ne sono certo, perché dopotutto, un drogato lo è pure lui, per certi versi. 
La sua droga è la patria.
La mia droga è il volo.
Volare mi da quel senso di libertà che per anni ho cercato e mai raggiunto, volai una volta di nascosto nell'aereo di un mio buon amico e da allora mi fu impossibile disintossicarmi.
Eh, diario, credevi parlassi delle anfetamine, nevvero? Eppure non è così.
Sì, continuo a prenderle e a volte penso di esagerare, ma se voglio, io so smettere. 
...Davvero! Posso farlo! 
Invece non potrò mai smettere di volare. E' così bello, vibrare vicino gli uccelli, immaginar di essere uno di loro, sorridere a Dio che appare d'un tratto così vicino, per poi andar poco a poco più giù, virare ad occidente perché dalla parte opposta nasce il sole e vederlo da lassù, accidenti, se è un bello spettacolo. 
Mi sono di nuovo ridotto a parlare dei miei voli.
Oramai questo diario ne è pieno zeppo ed  è strano, perché avrei mille e più problemi dei quali proprio non posso far parola con altri da raccontarti, diario, ma scelgo sempre di parlarti della mia vita da pilota.
Mi chiedo in ogni momento quando finirà la bellezza di queste giornate. 
Ebbene: mi rispondo che non m'importa.
Finché mi lasceranno pilotare il mio aereo con la croce di ferro, io continuerò a farlo e se me ne dessero un altro, io piloterò quello, e se non me ne dovessero più dare, io smetterò di esistere. 
Perché solo questo sono capace di fare. 
 
Gilbert, il Magnifico. 



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Salve!
Ci tengo ad evidenziare che ho aggiunto una parte del diario segreto dell'albino. 
Penso ne metterò delle altre, mi piace un sacco! 
Questo capitolo è alquanto transitorio, sostanzialmente volevo evidenziare che l'Italia entra solo ora in guerra e che a Venezia le cose vanno più o meno bene (a parte per la leva obbligatoria...). Il prossimo capitolo, sarà incentrato completamente su Ludwig. Alla prossima! Recensite! :) 
  
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