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Autore: _Debbie    03/05/2013    1 recensioni
Lo so, è triste, ma ditemi che non ci avete pensato almeno una volta anche voi?
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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“Zayn..”
Era la settima persona che chiamava il suo nome quel giorno. La sesta, in effetti. Liam aveva cercato di parlargli già due volte, ma nessuno aveva ancora ottenuto niente.
“Paul.”
Era sfuggito alle battute di Louis, agli abbracci di Niall, ai tentativi di Harry di fargli svuotare la mente. Persino Josh, spinto da un irlandese visibilmente preoccupato, ci aveva provato.
“Parlamene.” Ma il manager gli stava offrendo una sigaretta e lui ne aveva un bisogno quasi disperato.
La strinse tra le dita, l’accese, ispirò.
Non che non volesse sfogarsi con qualcuno, solo.. “Non ti interessa davvero.” Era tutto un copione ripetuto ormai, il moro lo aveva imparato.
“Certo che mi interessa!”
Gli era concesso un giorno buio, uno solo quando capitava. Una breve pausa di riflessione che i ragazzi evitavano di interrompere; sapevano quanto ne avesse bisogno, di restare da solo con se stesso ogni tanto. Se la cosa perdurava più di ventiquattro ore cominciavano i -Tutto bene?- e le occhiate preoccupate.
“Non prendermi in giro.” Rise sbuffando quel fumo pungente che però lo faceva stare così bene..
Poi arrivava, il terzo giorno di silenzio, e allora non poteva più permetterselo e doveva dimenticare, passarci su, qualunque fosse il problema.
“Zain, smettila.” Oppure parlare.
Lo capiva, insomma, avevano concerti, incontri con le fan, interviste. Malik cupo era una bella gatta da pelare per il management, ma quella volta non c’era alternativa che reggesse.
“Ho bisogno di più tempo..” Sussurrò spegnendo quell’affare infernale, sentendo già le dita tremare al solo pensiero di quello che avrebbe dovuto spiegare, senza via di scampo.
“Zayn, non abbiamo altro tempo..” Paul sapeva di poterglielo dire, sapeva quanto Zayn fosse attento a questi meccanismi, ma si odiava comunque. Poteva cercare di suonare incoraggiante, posargli una mano sulla spalla con fare paterno, poteva amare quei cinque pazzi più di se stesso.
Si sarebbe sempre odiato durante quel tipo di discorso.
E in quel momento un po’ lo odiava anche il pakistano. Odiava tutti, in realtà, odiava tutti ed il loro non capire. Come si poteva smettere di rimuginare su una cosa del genere? Come si poteva esprimerla a qualcuno? Come poteva lui riuscirci?
Un vento leggero prese ad accarezzargli le orecchie, il suo sguardo attraversò il vetro opaco della porta-finestra. Dentro, al sicuro, al caldo, Harry rideva, scompigliando i capelli di Niall.
E Zayn avvertì una fitta, precisa al centro del petto.
Una smorfia di dolore si impossessò del suo bellissimo viso, le tristi immagini che lo perseguitavano da giorni si ripresentarono limpide e taglienti nella parte più buia della sua fantasia, serrò i pugni intorno la ringhiera come a volercisi aggrappare, trattenne il respiro.
Paul seguì il suo sguardo e non trovava un senso a quel malessere! Vedeva quattro fratelli scherzare, sorridere, non c’era nulla di sbagliato, cosa doveva capire? Sospirò, fece per parlare, ma il ragazzo lo precedette, con la voce già resa roca dalla voglia di piangere.
“Un giorno uno di noi morirà, per primo.”
Tutto si tramutò in silenzio, sembrava che anche la natura si fosse fermata ad ascoltare.
E il manager a sentire quelle parole capì quanto a volte avere dei dubbi sia meglio che chiarirli.
“Pensavo che fumando mi sarei guadagnato io quel posto.” Zayn rise nervoso mentre le lacrime gli rigavano già le guance. “E se non ci riuscissi?” Guardò Paul dritto negli occhi, lasciandogli leggere tutta la disperazione che quella riflessione gli causava, chiedendogli conforto attraverso le dita che si torturavano l’un l’altra, implorandolo di non giudicarlo. “Io..” Ci stava provando, davvero, spendendo tutta la sua forza, ma le parole non volevano venire fuori.
Intanto i ragazzi avevano smesso di scherzare. Quelle lacrime su quel viso avevano spento l’aria.
Zayn non sapeva come aveva cominciato a pensarci, né quando, o perché, ma quelle immagini erano lì ancorate nel suo cervello, e lo terrorizzavano.
“Non potrei sopravvivere al nostro ultimo concerto, non potrei sopravvivere al funerale di Liam, all’assenza di Niall, o allo stato in cui la vita di Harry o Louis si trasformerà senza l’altro. I non.. non..” Testa bassa, occhi chiusi, spalle scosse dai singhiozzi, Zayn aveva sputato tutto fuori, e faceva ancora più male.
Un abraccio, subito dopo, e lacrime più forti.
Un altro abbraccio, e lacrime ancora più forti.
Un altro abbraccio, e lacrime sempre più forti.
Un altro abbraccio, e tutti i ragazzi erano lì, nell’abbraccio più stretto che abbiano mai avuto, e lacrime più forti.
Non c’è un modo per scampare la morte. Non c’è neanche un modo per sapere chi sarà il primo, come, quando. Ma c’è un modo per essere sicuri che in quel momento non ci sarà nessun rimpianto, e quello erano loro.
Nessun rimpianto.

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Lo so, lo so, non è lo spirito di una Directioner, quello che volete, ma è una cosa a cui ho pensato, e mi spaventa, e avevo il bisogno di buttarla giù.
Anyway, I love you all.

Debbie.

  
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