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Autore: micchan91    04/05/2013    4 recensioni
TakuRan
< Ragazzi, difesa! > urlo allo stremo delle forze, ci stanno battendo...anzi...ci stanno letteralmente schiacciando! Mi alzo in piedi dopo essere caduto in ginocchio e inizio a correre verso la nostra area, sento il mio respiro rimbombarmi nelle orecchie.
< Non passerai! > la voce del mio migliore amico mi arriva come ovattata, ma l'urlo che lancia poco dopo mi arriva forte e chiaro alle orecchie. Alzo lo sguardo sul punto dove dovrebbe trovarsi Kirino e lo vedo sdraiato per terra, immobile.
< Kirino! > ed ecco che l'ultima stilla di fiato se ne va, corro verso di lui e non mi curo più della partita.
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kirino Ranmaru, Shindou Takuto, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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< Ragazzi, difesa! > urlo allo stremo delle forze, ci stanno battendo...anzi...ci stanno letteralmente schiacciando! Mi alzo in piedi dopo essere caduto in ginocchio e inizio a correre verso la nostra area, sento il mio respiro rimbombarmi nelle orecchie.

< Non passerai! > la voce del mio migliore amico mi arriva come ovattata, ma l'urlo che lancia poco dopo mi arriva forte e chiaro alle orecchie. Alzo lo sguardo sul punto dove dovrebbe trovarsi Kirino e lo vedo sdraiato per terra, immobile.

< Kirino! > ed ecco che l'ultima stilla di fiato se ne va, corro verso di lui e non mi curo più della partita.

< Kirino > sussurro quando gli sono vicino, lo alzo da terra e lo osservo, sembra sia svenuto. Non mi accorgo di tutto quello che sta succedendo, non mi accorgo che la squadra di El Dorado si è ritirata ed è scomparsa, non mi accorgo che tutto il resto della squadra ci ha accerchiato, non mi accorgo che Kidou mi sta parlando, i miei occhi sono fissi sul piccolo rivolo di sangue che sta colando dalla tempia del mio migliore amico. Anche quando me lo tolgono dalle braccia rimango immobile e la mia mente continua a proiettarmi Kirino inerme tra le braccia.

< Shindou, dobbiamo andare in ospedale! > mi urla Sangoku e poco dopo vengo alzato di peso e trascinato via.

< Shindou! Shindou maledizione riprenditi! > mi urla Tsurugi, mi guardo intorno e mi accorgo di essere all'ospedale, seduto su una delle panche in corridoio, quando ci sono arrivato? Osservo il mio compagno con aria persa, siamo davanti ad una sala operatoria

< Cos'è successo? > chiedo come se uscissi da una sorta di trance, tutti mi osservano preoccupati

< Kirino...> sussurra Tenma ed io sposto lo sguardo su di lui

< Stavamo giocando una partita con El Dorado...Shindou...guardami > mi dice Tsurugi ed io torno ad osservare i suoi occhi

< Kirino si è fatto molto male, la ferita alla testa è grave > mi dice, ma io continuo ad osservarlo senza riuscire a provare nulla.

< E dov'è adesso? > chiedo

< In sala operatoria, ha subito un brutto trauma cranico e deve essere operato > mi spiega Kidou

< C'è la possibilità che non si riprenda > aggiunge ed io mi alzo, poi inizio a camminare per il corridoio fino a trovarmi davanti alla porta della sala operatoria, ci poggio sopra la mano e sento le prime lacrime scivolarmi sulle guance, subito dopo arriva il dolore, quel dolore sordo che ti prende al petto e che sembra volerti uccidere. Mi premo una mano sul petto ed inizio a singhiozzare, poggio anche la fronte sulla porta

< E' colpa mia....è tutta colpa mia...> sussurro, avrei dovuto gestire meglio la partita, avrei dovuto impedirgli di giocare, avrei dovuto correre più velocemente ed aiutarlo in difesa. Qualcuno mi mette una mano sulla spalla, ma io non mi volto

< Non è colpa tua > mi dice Kidou, ma io scuoto la testa

< E' colpa mia > dico, poi inizio a dare delle lievi testate alla porta

< Stupido, stupido, stupido > mi ripeto, ma vengo allontanato dalla porta

< Shindou smettila > è Tsurugi nuovamente, io mi volto verso di lui e per poco non gli do uno schiaffo, il mio compagno mi guarda sconvolto

< Shindou? > Tenma mi si avvicina, ma io lo fulmino con lo sguardo

< Lasciatemi in pace! > gli urlo, poi mi volto e torno davanti alla porta della sala operatoria, non sono più in me. Continuo a fissare un punto imprecisato della porta come un pazzo, sono immobile da non so quanto tempo e le lacrime continuano a scivolarmi lungo le guance, i miei compagni non si riavvicinano più e mi osservano preoccupati. Quando la luce della sala operatoria si spegne e la porta si apre io devo essere spostato di peso da Kidou per far passare le infermiere

< Come sta? > gli chiede Sangoku quando esce il dottore, ma io non ascolto la risposta e sposto lo sguardo dentro la sala, dove il mio migliore amico è adagiato su un lettino e un'infermiera lo sta coprendo con un lenzuolo.

< Non c'è possibilità che si risvegli > è l'unica frase che mi arriva all'orecchio. Poi viene portato fuori ed io seguo in silenzio il letto, la mia mano è poggiata sopra la sua e gli sorrido dolcemente anche se lui non può vedermi. In camera rimango fermo accanto a lui, gli accarezzo una guancia scostandogli una ciocca di capelli, poi con il dito inizio a disegnare i suoi lineamenti, il mento, gli zigomi, il naso, gli occhi...quei suoi bellissimi occhi azzurri che nessuno potrà mai più vedere...

< Potrai mai perdonarmi? > gli sussurro, le voci dei miei compagni non le sento nemmeno e mi sento come svuotato di ogni emozione, evidentemente il mio cuore è con lui e visto che lui non è più qui io non riesco più a provare nulla. Stringo la sua mano e gliela accarezzo con il pollice, lui non merita questo, non merita di rimanere in questo letto per il resto della sua vita, in coma. Passano minuti, ore, giorni ed io passo le mie giornate al suo fianco, al fianco della persona che più di tutte ho amato in questo mondo, l'unica persona senza la quale non mi sarei mai saputo immaginare, avevo dato per scontato che lui mi sarebbe rimasto sempre vicino e invece adesso lui non c'è più, anche se il suo corpo è qui io non posso più sentire la sua voce, non posso più vedere i suoi occhi, non posso più stringermi a lui quando non mi sento sicuro o quando piango. Passo le notti a pensare e le giornate immobile vicino a lui, ho smesso di andare a scuola e agli allenamenti e se qualcuno prova a farmi allontanare da questo letto mi rivolto anche violentemente.

< Non posso abbandonarlo > sussurro un giorno a Tsurugi dopo un suo ennesimo tentativo di farmi tornare a giocare con loro.

< Lui non lo avrebbe mai fatto > aggiungo, non guardo più nessun altro in faccia, solo Kirino. Poi una notte sto osservando la foto che tengo sul comodino, la prima foto che ci hanno scattato insieme all'età di quattro anni, ed è in quel momento che l'idea più folle della mia vita mi viene in mente. Ci penso e ci ripenso, mi rigiro nel letto per ore ed ore e piango altre lacrime, fino quasi a non averne più, attuare il mio piano vorrebbe dire dirgli addio per sempre, ma non starebbe in quel letto...Alla fine mi decido e il giorno seguente mi avvio verso la scuola. Quando arrivo vado dritto verso la sala del club dove trovo i miei compagni pronti per l'allenamento

< Shindou senpai! > Tenma mi corre vicino, ma io lo scanso e vado da Wonderbot

< Devo parlarti > gli dico serio e lui annuisce, poi andiamo a metterci in una stanzetta ed io gli parlo del mio piano.

< Non si torna indietro dopo averlo fatto, lo sai questo? > mi chiede dopo aver ascoltato ciò che voglio fare

< Non si torna indietro nemmeno dal coma > gli rispondo e lui sospira

< Ho capito, ti aiuterò. Vediamoci domani mattina qui a scuola > mi dice ed io dopo averlo ringraziato me ne vado senza nemmeno salutare i miei amici. Corro poi in ospedale da Kirino

< Ho un piano sai? Da domani potrai tornare a sorridere, a camminare, a ridere e a giocare a calcio..io non ci sarò, ma sono sicuro che tu saprai essere forte anche senza di me. Ti amo Ranmaru....ti ho sempre amato > gli dico, almeno una volta lo volevo chiamare con il suo nome, ho lasciato passare così tanto tempo che non ne ho mai avuto modo. Mi chino su di lui e gli do un leggerissimo bacio sulle labbra

< Ti amo, ti amo, ti amo > gli ripeto come un mantra sperando che le mie parole gli rimangano nel cuore. Poi mi alzo e prendo un lungo respiro sentendo le lacrime tornare a rigarmi le guance

< Tu cerca solo di essere felice ok? > gli dico poco prima di uscire dalla stanza, da domani non verrò più qui, da domani la mia vita cambierà nuovamente, ma per lui farei questo ed altro anche se dovrò soffrire per il resto della mia vita.

Il giorno seguente mi alzo prestissimo in preda all'agitazione, ho dormito poco e niente e non appena apro gli occhi la pesantezza al petto torna a farsi sentire prepotentemente. Osservo la foto sul comodino e la stringo forte cercando negli occhi azzurri della foto quella forza che da solo non riesco a trovare. Mi alzo e mi vesto per poi avviarmi velocemente all'appuntamento con Wonderbot. Quando arrivo lo trovo già lì

< Sei sicuro di quello che stai facendo? > mi chiede ed io annuisco

< Si > gli dico e inizio a salire sul caravan, ma quando sono dentro mi blocco

< Che ci fate voi qui? > chiedo osservando tutti i miei compagni seduti ai loro posti

< Abbiamo capito cosa vuoi fare.... > mi dice Tsurugi ed io stringo i pugni

< Non provate a fermarmi > gli dico, ma loro scuotono la testa

< Non vogliamo farlo, ma nessuno di noi ha intenzione di dimenticarlo, Kirino è stato un caro amico per tutti > mi dice Hamano ed io rimango in silenzio per qualche secondo.

< Ma sei sicuro di volerlo Shindou? Non te ne pentirai? > mi chiede Aoi ed io abbasso la testa

< Kirino ha il diritto di vivere, è solo colpa mia se adesso è in coma in quel letto di ospedale e se per farlo tornare sano io dovrò soffrire a vita allora che sia! > ribatto, poi prendo posto

< Andiamo! > dico a Wonderbot che sale sul caravan, prende la foto dalle mie mani e la mette come artefatto, pochi minuti dopo stiamo viaggiando nel tempo.

< Eccoci qui > sussurra e quando scendo mi ritrovo in un piccolo parco soleggiato, mi guardo intorno e adocchio subito Kirino, sta giocando da solo a calcio mandando la palla contro il muro. Sorrido dolcemente e rimango ad osservarlo per un po', poi distolgo lo sguardo per puntarlo su me stesso da piccolo, in sella ad una piccola bicicletta che zigzaga incerta sul vialetto sterrato.

< Bene...vado > dico e mi avvicino al me stesso da piccolo, pochi attimi prima che cada afferro al volo il manubrio della bicicletta e sorrido al piccolo che mi ringrazia e tira dritto, un semplice gesto mi ha cambiato la vita. Se lo avessi lasciato cadere Kirino sarebbe corso ad aiutarmi e avremmo stretto la promessa che lui mi avrebbe insegnato ad andare bene in bicicletta se io avessi giocato a calcio con lui, da lì sarebbe nata la nostra amicizia profonda....e invece ecco che il me più piccolo si allontana e non farà più ritorno in questo parco, perchè c'ero venuto solo per quella giornata, solo perchè mi ci aveva portato mia zia. Se avessi conosciuto Kirino avrei chiesto di tornarci, ma non avendolo conosciuto non ci tornerò più..

< E' fatta > mi dico guardando il mio migliore amico da piccolo che continua a giocare da solo, chissà come passerà la sua vita senza di me...e chissà io cosa sarò senza di lui...

Torniamo nel nostro tempo ed io mi sento quasi morire, ho fatto si che la nostra amicizia non iniziasse così da non farlo giocare in squadra con noi, perchè so che anche se avessi cercato di convincerlo a non giocare lui lo avrebbe fatto lo stesso, così ho deciso di andare proprio alla radice di tutto evitando di farlo diventare il mio migliore amico. In fondo è solo perchè voleva stare con me che è venuto alla Raimon, magari adesso è ad un altra scuola a farsi la sua vita. Per esserne sicuro comunque passo in ospedale e quando vedo il suo letto vuoto sorrido, Kirino è lì fuori, sta bene ed è in forma, non posso desiderare altro, a me rimangono i ricordi delle giornate passate con lui anche se le foto sono svanite, anche se nessuno a parte i miei compagni di squadra si ricorda di lui....

Le giornate riprendono a scorrere normalmente, come avevo immaginato Kirino non è iscritto a questa scuola e non vive nemmeno dove abitava prima, ore che mi ricordo volevano traferirsi anni fa, ma Kirino si era opposto perchè non voleva stare lontano da me, ma adesso che io non sono mai esistito per lui molto probabilmente lo avranno fatto. Ogni giorno che passa cerco di trovare la forza nei ricordi, ma anche quelli stanno iniziando lentamente ad abbandonarmi, non riesco a ricordare l'odore del suo shampoo alla fragola, l'odore della sua pelle, la sensazione del suo corpo vicino al mio, non ricordo più la sua voce, la sua risata, non ricordo nemmeno più la sensazione delle sue labbra sulle mie. Dicono che è normale dimenticare queste cose quando perdi una persona, ma io non voglio..non ho nemmeno più una sua foto...Sto soffrendo, sto soffrendo da morire. Ho ripreso anche gli allenamenti per cercare di distrarmi, ma ho scoperto di non saper più fare le mie tecniche, le avevo imparate con Kirino ed evidentemente senza di lui non sono stato in grado di crearle. I miei compagni comunque mi stanno vicino, mi stanno aiutando a ricreare "fortissimo" e "kami no takuto" ed io mi ci sto impegnando molto per farcela.

Sono passati mesi oramai, a volte mi sembra come se non avessi più la forza di fare un altro respiro, e quando quello arriva è così doloroso che mi sembra di morire. Continuo a trascinarmi giorno dopo giorno cercando di tenere a mente Kirino, mi ripeto che è meglio così, che lui adesso nonostante non sia con me è sano e sta bene, mi chiedo spesso dove sia e a volte provo l'istinto di correre per le strade e cercarlo.

< Shindou senpai, che ne dici di giocare anche tu nell'amichevole della settimana prossima? > Tenma e il suo entusiasmo, se prima lo ammiravo adesso mi da solo fastidio, sono diventato così apatico che mi faccio paura da solo a volte.

< Non so giocare bene come prima, non so più usare le mie tecniche, cosa giocherei a fare? > chiedo e lui mi prende le mani

< Shindou senpai non importa che non sai usare le tue tecniche, è un partita così, giusto per divertirsi! > mi dice ed io sbuffo, poi lo osservo e lui mi sorride radioso

< No, non mi va > gli dico e lui cerca di non farsi incrinare il sorriso, poi però sospira

< Verrai almeno a vederci? > mi chiede ed io annuisco, giusto per farlo contento.

Il giorno della partita mi ritrovo seduto sulla panchina ed osservo gli altri con totale distacco mentre con la mente cerco di proiettare Kirino nel campo che mi sorride radioso e che alza il pollice per augurarmi buona fortuna. I miei occhi praticamente vivono nel passato cercando di aggrapparsi ad ogni minima cosa che me lo faccia ricordare.

< Shindou senpai, se hai voglia di giocare basta che ce lo dici! > mi dice Tenma ed io annuisco, ma i miei occhi sono fissi nel punto dov'era solito mettersi Kirino. Poco dopo vediamo arrivare il pullman della scuola che dovremo sfidare, io non presto attenzione, ma ad un certo punto sento una voce che mi fa rizzare i peli, la conosco fin troppo bene ed è entrata nei miei sogni fin troppe notti per non riconoscerla. Mi volto lentamente, quasi come per paura di aver sentito male, ma quando i miei occhi incontrano quelli azzurro cielo di Kirino scatto in piedi. Lui è lì, vicino a dei ragazzi che non ho mai visto e sta ridendo, sta parlando, sta camminando...ha i capelli corti e una divisa diversa, ma è lui. Prendo un lungo respiro e reprimo l'istinto di correre da lui, anche i miei compagni di squadra si sono ammutoliti e lo stanno fissando, la sua risata mi arriva distinta alle orecchie, allora ha continuato a giocare a calcio e sembra che non abbia perso il suo carattere solare nonostante non mi abbia conosciuto...già...lui non mi ha mai conosciuto ed è comunque cresciuto alla grande...sospiro e mi lascio ricadere sulla panchina, ma i miei occhi non si staccano da lui.

< Salve, sono il capitano della squadra, vi ringrazio di aver accettato di giocare con noi, è un vero onore > ci dice un ragazzetto con i capelli verdi, poi si schierano tutti in campo, ma Kirino rimane in panchina. Io punto lo sguardo su di lui e quando lui si accorge di essere osservato si volta verso di me, mi sorride dolcemente e mi saluta con un cenno del capo. Io sento di stare per scoppiare in lacrime, devo ancora decidere se per la gioia o per la frustrazione di averlo a pochi passi da me e non poterci parlare. Alla fine senza pensarci mi alzo e mi avvicino a lui

< Ciao > gli dico e i suoi intensi occhi azzurri mi scrutano

< Ciao > mi risponde, finalmente la sua voce, il suo bellissimo "ciao" rivolto a me...

< Come mai non giochi? > chiedo e lui alza le spalle

< Oh io non gioco a calcio, sono venuto qui solo per accompagnare un mio amico > mi dice ed io mi siedo accanto a lui

< Posso? > chiedo e lui annuisce contento

< Come mai non giochi a calcio? > chiedo perplesso

< Da piccolo mi piaceva, ma non ho mai trovato qualcuno con cui giocare così con il tempo ho lasciato perdere, adesso Tetsuo sta cercando di farmi entrare in squadra, ma non mi va. Oggi mi ha fatto venire qui pensando che vedendo la famosissima Raimon in azione mi sarei convinto a giocare > ridacchia, poi mi osserva

< E tu perchè non giochi? > mi chiede e io sospiro

< Non ho più nessuno di speciale per cui giocare > gli rispondo senza pensarci, sento la sua mano posarsi sulla mia e poi stringerla piano

< Mi dispiace > mi dice e i miei occhi si puntano nei suoi

< Sai? Scommetto che io riuscirei a fartelo amare il calcio > gli dico alla fine e lui mi sorride

< Ah si? Sarei proprio curioso di vedere come faresti > mi dice ed io riesco a sorridere dopo tantissimo tempo

< Oh, so essere molto convincente > ribatto alzandomi in piedi

< Vieni, tanto sei qui solo per guardare no? > e lui annuisce, poi afferra la mano che gli ho teso e mi segue. Camminiamo velocemente fino a ritrovarci al campo sul fiume, lui osserva il panorama

< Che meraviglia > sussurra ed io gli riprendo la mano correndo giù fino al campetto, solitamente non mi comporterei mai a questo modo con un estraneo, ma per me lui non lo è e ho intezione di stare con lui almeno in queste ore, non so poi quando potrò rivederlo e ho bisogno di giocare nuovamente a calcio con il mio migliore amico. Arrivati a bordo campo mi blocco e lui per poco non mi viene addosso ridendo, poggio il pallone che mi sono portato dietro per terra e gli do un leggero calcio.

< Sappi che non sono bravissimo a giocare > lo avverto

< Io faccio pena se la cosa ti consola > mi dice divertito, Kirino che fa pena a calcio...questa la devo proprio vedere. Calcio la palla verso di lui e corro, poi mi volto e mi sbraccio

< Passa > gli urlo e lui la calcia nella mia direzione, ma sbaglia e la manda troppo lontano

< Te l'ho detto che non so giocare! > mi dice ridacchiando, ma io corro a prendere la palla e gliela rilancio.

< E io te l'ho detto che ti farò amare il calcio! > ribatto. Continuiamo a passarci la palla e a poco a poco Kirino migliora sempre di più, alla fine corro verso di lui mentre ha la palla e provo a rubargliela, lui cerca di non farmela prendere e ridiamo come dei matti, non mi sembra vero di poter giocare ancora con lui. Ad un certo punto il mio petto va a toccare la sua schiena ed io arrossisco, lui si volta verso di me e mi osserva, siamo entrambi immobili

< Sai, mi sembra di conoscerti da sempre > mi sussurra dopo un po' ed io spalanco gli occhi

< Ah si? > borbotto e lui si poggia una mano sul cuore

< Da quando ti ho visto sento una strana sensazione, come una specie di...nostalgia > mi dice ed io sorrido dolcemente

< Forse ci siamo incontrati in qualche vita precedente > ridacchio e lui mi sorride divertito

< Ah si? E secondo te giocavamo a calcio anche lì? > ribatte ed io faccio finta di pensare

< Mmmh, non so, magari eravamo i migliori del mondo > gli dico

< Non ci crederei nemmeno se lo vedessi > mi risponde, poi sospira

< Comunque lo ammetto, ho perso > mi dice ed io alzo un sopracciglio

< Mi hai fatto amare il calcio > mi dice, poi distoglie lo sguardo imbarazzato ed io gli prendo le mani

< Posso prendermi il mio premio allora? > chiedo e lui annuisce

< Cosa vuoi? > sussurra, il mio primo istinto è quello di baciarlo, ma lui mi ha appena conosciuto, non posso baciarlo così.

< Gioca a calcio con me > gli dico

< Io ti farò amare il calcio ancora di più e tu mi darai un motivo per giocare > aggiungo, Kirino ci pensa su, poi mi sorride radioso.

< E va bene...emh...non so il tuo nome.. > mi dice ridacchiando

< Shindou, Shindou Takuto > e gli porgo la mano

< Kirino Ranmaru > e me la stringe.

< Diventeremo ottimi amici > gli dico mentre ci avviamo nuovamente verso il campetto dagli altri. Quando torniamo lì la partita è finita e gli amici di Kirino ci corrono incontro

< Kirino, ci hai fatto preoccupare! > gli dicono e lui si scusa

< Ero a giocare a calcio > gli dice e tutti lo guardano storto, poi Kirino si gira verso di me e alza il mignolo.

< E' una promessa? > mi chiede e mi torna in mente il nostro primo incontro, anche quella volta ha detto la stessa cosa alzando il mignolo.

< E' una promessa > gli dico e intreccio il mio mignolo con il suo. Ci scambiamo poi i numeri di telefono per poterci mettere daccordo per rivederci e quando Kirino sale sul pullman della sua scuola io non riesco a non sorridere radioso, l'ho ritrovato! Anche se lui non ricorda nulla di noi due e di quello che abbiamo passato insieme, anche perchè per lui non è mai successo, comunque vuole essere mio amico! Poi mi ha stupito la sua uscita sulla strana sensazione di nostalgia che prova guardandomi.

< Shindou, tutto bene? > mi chiede Hamano ed io annuisco felice.

Nelle settimane seguenti mi vedo spesso con Kirino al campetto, spesso giochiamo a calcio, ma passiamo anche molto del nostro tempo a chiaccherare tra di noi, io gli racconto della mia vita e lui mi racconta della sua senza mai stancarci. Poi un giorno accade una cosa meravigliosa, Kirino si trasferisce nella nostra scuola, precisamente nella mia classe!

< Non mi avevi detto che volevi trasferirti qui! > gli dico nella pausa pranzo, ci siamo andati a sedere sul tetto per stare da soli, lui mi sorride imbarazzato

< Volevo farti una sorpresa > mi dice addentando il suo panino e io gli sorrido.

< Bè, è proprio una bella sorpresa > affermo e i suoi occhi azzurri si puntano nei miei, poi si china leggermente in avanti e i nostri visi si trovano vicinissimi

< Sai Shindou, io so che è una cosa impossibile, ci conosciamo da poco e non siamo mai stati per più di due ore insieme però....non lo so...sento di amarti, di amarti veramente tanto > mi dice ed io spalanco gli occhi, immediatamente lui si copre la bocca e si allontana

< Oddio scusa io....mi-mi sono scappate le parole di bocca! > mi dice agitato, io sbatto le palpebre un paio di volte, Kirino mi ama? Lui ama me?

< Takuto...> sussurro e lui mi guarda curioso

< Chiamami Takuto > è l'unica frase che riesco a formulare, non so perchè dopo la sua confessione l'unica cosa che mi è passata in mente è che io avrei sempre voluto chiamare Kirino per nome, ma non l'ho mai fatto per paura che lui potesse capire i miei sentimenti. Poi le sue parole arrivano finalmente al mio cervello, mi alzo in ginocchio e gli afferro le spalle

< Ti amo anche io! > gli dico, finalmente l'ho detto! Ho confessato al mio migliore amico di amarlo! Lui arrossisce ed io mi sporgo in avanti per baciarlo, questo è tutta un'altra cosa rispetto a quel lieve bacio che gli ho dato mesi fa mentre era in coma! Intreccio la mia lingua con la sua mentre approfondisco sempre di più il bacio, sento le sue mani stringermi i capelli e premo il mio corpo sul suo.

< Ti amo, ti amo, ti amo > gli ripeto poggiando la mia fronte sulla sua e chiudendo gli occhi, ma quando mi allontano e lo guardo lui sta piangendo

< Eih, tutto bene? > gli chiedo allarmato e lui annuisce

< Io...si...non lo so, mi sono sentito come sollevato, come se stessi aspettando questa cosa da anni e quando mi ha detto ti amo tutte quelle volte...è come se lo avessi già sentito > sussurra ed io lo stringo forte a me, sento le lacrime premere per uscire ed alla fine ci ritroviamo entrambi a piangere stretti l'uno all'altro.

< Ti amo e ti giuro che non ti lascerò mai andare via da me...e ti proteggerò sempre > gli dico e lui mi sorride asciugandosi le lacrime, poi asciuga anche le mie con i pollici

< Ed io ci sarò sempre per te > mi dice e mi prende la mano alzandosi da terra

< Andiamo? > mi chiede ed io annuisco. In fondo, nonostante tutto, ricominciare la mia vita con lui non sarà affatto male, il passato è passato, anche se è cambiato i nostri sentimenti verso l'altro non lo sono e stavolta non permetterò a nessuno di portarlo via da me.

< Ranmaru >

< Mh? >

< Tu puoi chiamarmi Ranmaru...>

 

 

Angolino dell'autrice (che si stupisce di se stessa visto che questa doveva essere un'angst...)

Era una stranissima serata primaverile e, dopo che la televisione della Micchan è stata posseduta (brutte scene, la tv che inizia a fare rumori strani troppo inquietanti...) dopo che un fulmine le è caduto vicino casa facendo tremare i muri e facendo saltare le luci della strada....Micchan si è detta, perchè non continuare la angst che ha iniziato nel pomeriggio? Visto che tanto in questa serata ci manca solo un bel pianto, direi di si <3 e ci si mette....e la angst si trasorma in fluff romantico....c'è qualcosa che non va...bè, meglio così! Almeno non mi uccidete xD

Spero che questa one shot vi sia piaciuta, fatemi sapere cosa ne pensate <3

bacio <3

Questa fan art mi ha fatto pensare troppo alla storia
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