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Autore: SophieChristine    04/05/2013    1 recensioni
I suoi occhi impressi su di me stavano incidendo ricordi e futuri incerti.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quello sguardo era in cerca del mio, in mezzo a tutta quella gente era riuscito a riconoscere i miei occhi tristi e lucidi, senza più vita dopo quella lite, dopo quella sera…

Me ne stavo accovacciata in un vicoletto stretto di Venezia  quando lui riuscì a riconoscere quegli occhi stanchi, non si avvicinò a me; rimase immobile all’ inizio del vicoletto.
Come sottofondo,  il mare riempiva i rumori, gli acciacchi della vecchia città; ogni tanto si sentivano le gondole sbattere per i muri delle case e dei palazzi, la gente e tutti i turisti non facevano caso a quella scenetta triste dove io ero la protagonista.
Rivolsi il mio sguardo verso la figura di quel ragazzo alto…un colpo al cuore.
Erano passati solo quattro giorni, rivederlo cosi all’ improvviso mi fece rivivere tutte le passeggiate per il Ponte Vecchio, le nostre avventure sulla sua piccola imbarcazione, tutte quelle corse d’ amore per le varie calle di quella citta romantica...


Poi quella sera,  rientrando a casa, trovai la sua lettera profumata di carta invecchiata. All’ interno parole scritte con tutta la crudeltà, ma allo stesso tempo della sua dolcezza. Quelle parole forse non le dovevo nemmeno leggere, mi ero illusa che erano parole d’ amore e non parole scritte per un ‘addio’. Dopo la lettera, il campanello suonò insistentemente: era lì, piazzato davanti ai miei occhi lacrimanti, era lì come se non fosse successo nulla di grave. Lo respinsi via, a lui faceva resistenza, lui mi voleva ancora…
Ma dopo che le mie urla di dolore cessarono, riuscii a sconfiggere il mio , ormai, nemico. Era andato via, quando mi raggomitolai su me stessa piangendo, raccogliendomi in piccoli silenzi, tra le mie ginocchia e la testa sopra di esse.
 




I suoi occhi impressi su di me stavano incidendo ricordi e futuri incerti. I miei tre anni più belli della mia vita erano scomparsi con parole d’ addio. Una storia d’ amore si comincia velocemente senza pensare alla lunga agonia dopo una presunta rottura.  Ma io non vedevo la nostra rottura, era lontanissima, non  riuscivo a vederla neanche all’ orizzonte del Canal Grande quando mi appoggiavo sul muro del ponte per ammirare il traffico navale e il sole andare via.
Era ancora li , ed io ancora a piangere. Il quadro di Venezia sembrava rovinarsi sempre di più, stava per apparire un piccola chiazza nera tra tutta quella gente, tra tutte quelle calle.
Il suo corpo tremante si era avvicinato a me, occhi spenti, viso pallido, labbra che sembravano dire qualcosa. Ecco quelle labbra dolci, morbide, calde erano sempre impresse sul mio collo. Le sue mani, nelle mie, le sue braccia intorno al mio corpo, la sua fronte sul mio petto.
Era accanto a me. Mi stava guardando soffrire, i miei occhi non avevano intenzione di vedere i suoi. Un brivido di ribrezzo si fece sentire lungo il mio braccio e prima che potesse accarezzarlo mi alzai e cominciai a correre a strattonare la gente con la borsa portata tanto per…
Lo lasci li senza guardarlo, senza dirgli nulla. Mi voltai esausta a stanca per quella corsa, rivolsi lo sguardo dove i miei lamenti avevano riempito l’ aria, lì dove c’era lui a vedermi scappare, sparire tra la gente. Asciugai le lacrime con la felpa nera, girai su me stessa mettendo una mano dietro la cascata bionda di boccoli, non capendo quello che stavo facendo, non capendo cosa dovevo fare.

Abbassai lo sguardo a quel mare che sembrava nero per colpa di tutta questa storia. Le onde danzavano calme tra i bordi delle case. 
Mi gettai stremata su un piccolo ponte, guardai intensamente le barchette che passavano ripensando a quelle labbra. Asciugai un' altra lacrima di dolore, cominciai a giocare con le calze rotte e con le maniche della felpa. 
Andai al portone antico della mia abitazione, passai la mano sopra tutte le piccole fessure apertesi nel tempo. Salii lentamente le scale.
Scostai la tenda per vedere il tramonto, appoggiai la testa sopra il vetro, soffiai per formare un alone. Scrissi con la mano tremante il suo nome  “ Louis”. Pochi istanti dopo, la scritta era sparita…

  
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