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Autore: xniallismydream    04/05/2013    0 recensioni
Stò studiando questo argomento a scuola,ho per questo deciso di scrivere questo racconto storico-drammatico un pò più originale del solito.
E' la mia prima storia su EFP,per questo mi scuso per eventuali errori,fatemi sapere cosa ne pensate :)
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Il Novecento
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La fine del 1800 si rivelò tragica per l’Italia,soprattutto per gli abitanti dei piccoli paesi,tra questi  c’era Alfredo,un ragazzo di 20 anni,proveniente da un piccolo paese del sud,che nonostante la sua giovane età era già sposato e con un figlio di appena tre mesi. Per loro era difficile andare avanti,il suo lavoro da contadino non bastava per mantenere la famiglia,per questo dovette prendere una decisione molto difficile insieme a sua moglie Maria;entrambi avrebbero preferito che Alfredo restasse,ma sapevano che per il bene della famiglia e soprattutto per il figlio Filippo,la cosa migliore era che Alfredo partisse per  l’America,che gli avrebbe offerto un lavoro sicuro e magari un salario più alto.
Infatti,con il poco denaro messo da parte,si recò al porto,comprò il biglietto e con tanta malinconia salutò la moglie e il figlio,e carico di valigie salì sull’enorme nave che in circa un mese l’avrebbe portato in America. Durante il viaggio,che sembrava non finire mai,l’aria che si respirava era di tristezza e malinconia,ma al tempo stesso anche di speranza. il cibo scarseggiava,proprio per questo molte volte si verificavano risse,le condizioni igeniche erano pietose,se una persona si ammalava non aveva diritto a nessun tipo di assistenza,infatti la maggior parte delle persone morivano e per evitare che anche le altre venissero contagiate dalle malattie virali,i corpi venivano gettati in mare.
Dopo poco meno di un mese,Alfredo e le altre migliaia di persone sbarcarono a New York,che per gli ottimisti come lui,significava ricominciare da zero;prese i bagagli e si recò alla locanda più vicina. Trovò presto lavoro come operaio..certo non era un gran che,ma i soldi che mensilmente riceveva, bastavano per lui e la sua famiglia,a cui spediva puntualmente buona parte del guadagno.
La vita era meno faticosa,ma a lui non interessava,perché la fatica più grande era stare lontano dalla propria famiglia,che in parte, gli sembrava aver  “abbandonato”. Un giorno,seduto in un’osteria con degli amici,lesse sul giornale locale,la notizia che l’Italia era da poco entrata in guerra,e preso dalla voglia di ritornare nella sua terra,che gli mancava ormai da anni,prese la pazza decisione di tornare nel suo paese per combattere la guerra.  Con tanta gioia e un po’ di agitazione tornò in Italia,e subito si diresse verso casa,desideroso di rivedere la sua famiglia. Vide subito la moglie chinata nell’orto,si fece cadere le valigie e con gli occhi pieni di lacrime le corse incontro e l’abbracciò fortissimo.
Maria sorpresa e felice gli disse:<>,Alfredo rispose:<>. Maria abbassando lo sguardo gli rispose:<>,Alfredo stupito rispose:<>,Maria commossa le disse:<< non preoccuparti,lui ti ama e ti vede come un’eroe..mi fai una promessa?>>,Alfredo curioso rispose:<>,Maria rispose:<>,Alfredo pensieroso gli disse:<>. Maria sorridendo e con le lacrime agli occhi lo baciò e lo lasciò partire.
Alfredo in seguito,fu preso nell’esercito,e poco dopo riuscì a combattere la sua prima battaglia;fu molto sanguinosa proprio per questo costò la vita a molti uomini,ma nonostante questo riuscì a sopravvivere e successivamente fu anche chiamato per combattere la dura guerra in Tricea.
Nelle Trincee la vita era dura e uscire era un suicidio vero e proprio,lo spazio era pochissimo e gli uomini erano tanti,ma nonostante questo,Alfredo trovava sempre il tempo di scrivere nel suo diario. L’unica cosa “positiva” delle Trincee era che si conoscevano tanti uomini,ma la cosa più bella era che ognuno aveva una storia diversa da raccontare. Alfredo legò particolarmente con un ragazzo giovanissimo:alto,magro,occhi verdi,capelli castani,simpatico e socievole.
Alfredo si rispecchiava molto nel suo giovane amico,con la quale condivideva tutto e con cui riuscì a legare molto velocemente nonostante la loro notevole differenza d’età. Col passare del tempo,data la complicità e la confidenza che si era creata,il ragazzo decise di chiedere ad Alfredo di raccontargli la sua vita:<>,si bloccò per qualche istante,in attesa che il ragazzo gli ponesse qualche domanda,infatti dopo poco l’amico disse:<>.
Raccontandosi le loro vite,cominciarono entrambi a notare alcune somiglianze e molte coincidenze..ma non ci fecero particolarmente caso;più passavano i giorni,più si stringeva il loro legame e la loro voglia di sopravvivere alla guerra e tornare a casa dalle loro famiglie.
Qualche anno dopo accadde quello che i due avevano sperato dall’inizio:la guerra finì. I due,insieme agli altri uomini,si recarono allegramente alla stazione  per tornare finalmente a casa. Dopo giorni di viaggio,finalmente tornarono nella loro città,e per i due era il momento di salutarsi;la commozione era tanta,ed il ragazzo,con gli occhi pieni di lacrime e la voce tremolante riuscì a dire solo un sincero “Grazie!”,Alfredo commosso rispose:<>. Quel commuovente momento fu interrotto da uno sparo,il tempo sembrava fermo,accanto al ragazzo c’era un soldato ferito,e accanto ad esso c’era Alfredo,che in un attimo,che sembrava al rallentatore cadde a terra.
Il ragazzo era a dir poco scioccato alla vista dell’amico sanguinante e dallo sguardo quasi assente;si inginocchiò verso l’amico morto,e in un batter d’occhio scoppiò in lacrime,bagnandogli la giacca. La polizia gli ordinò di stare lontano dal cadavere,che sarebbe presto stato riportato alla sua famiglia;al ragazzo dunque non gli rimaneva che tornare a casa.
Finalmente arrivò,ma nell’orto,dove la madre era solita stare,non c’era nessuno..entrò in casa e vide la madre seduta accanto alla finestra,a guardare fuori,probabilmente ad attendere il suo ritorno;il figlio non ci pensò due volte e improvvisamente gridò:<>,la madre si girò di scatto,e correndo incontro al figlio urlò:<>,Filippo rispose:<>.
Mentre rimetteva a posto le sue cose,trovò in una delle sue borse un diario..il diario di Alfredo,che doveva esserci finito per sbaglio;non ci pensò due volte e si mise a leggere.
La madre non sentendo più il figlio entrò in camera,e lo vide concentrato a leggere qualcosa,e la domanda gli venne spontanea:<>,Filippo sobbalzò dallo spavento,e nervosamente rispose:<>,la madre incuriosita gli chiese:<>.
La madre lentamente sfogliava il diario.. con una delicatezza..come se le pagine fossero fatte di carta velina;Filippo osservando la scena,vide che gli occhi della madre si riempirono di stupore,e poco dopo anche di lacrime,per questo le chiese:<>,la madre singhiozzante gli rispose:<>,Maria scoppiò in un pianto nervoso,pieno di tristezza. Filippo era scioccato;talmente scioccato che non riusciva neanche a piangere,era pietrificato;in un attimo gli passarono nella mente tutti i racconti che l’amico,o meglio il padre  gli aveva detto quando erano compagni di trincea,si sentì sciocco..come non ho fatto a capirlo prima? Pensò tra sé e sé,era così evidente!.
A quel punto piangere non serviva più a niente,bisognava ricominciare;infatti Filippo riuscì a trovare un lavoro da contabile,con la quale lui e la madre vivevano serenamente,proprio perché i soldi non erano più pochissimi come prima,decisero di spenderne una parte per pubblicare il Diario di Alfredo,che morì da eroe,ma soprattutto da grande uomo e padre.
  
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