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Autore: Maja70    04/05/2013    0 recensioni
Questi brevi racconti, sono il misero frutto di una pessima scrittrice, ma sono stati scritti con il cuore.
Un ringraziamento doveroso a tutta la mia famiglia e a tre persone molto speciali, che in un particolare momento della mia vita, in un modo o in un altro mi sono state vicine:
A mia madre
Alla mia amica del cuore
Al mio miglior amico, Fratello, Confidente e Ispiratore
VI VOGLIO BENE
Tutti i racconti di seguito riportati sono dedicati alla mia più accanita sostenitrice e figlia
Maja
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Simon torna a casa dopo una giornata di lavoro, carica di spesa, stanca e affamata.

Nella cassetta della posta, una lettera…

E’ un invito del club “Separati uniamoci” ad una festa sabato sera.

Un panino a pranzo e si torna a lavoro.

Tutti i giorni lo stesso andazzo, questa festa spezzerà la routine.

Sabato mattina.

La parrucchiera mi ha fatto un’acconciatura alta in modo da mostrare il viso e gli occhi. Un trucco leggero, un lucidalabbra rosa e il gioco è fatto.

Arrivata alla festa, una signorina mi porta in un camerino per scegliere un vestito! Una festa in maschera…!

Hanno organizzato in modo che ogni partecipante scegliendo un costume, automaticamente scegliesse il proprio partner.

Che cosa indossare, sono tutti bei vestiti ma io devo scegliere d’istinto come mi hanno detto!

Eccolo! Tra tanti i miei occhi vedono solo lui. Un abito di seta azzurro e bianco… ma è quello di Cenerentola! Niente di più adatto. Una ragazza semplice e sfortunata, come me, che vive una notte da sogno e poi ritorna alla realtà. E’ vero che poi il principe, la cercherà e la troverà ma succede solo nelle favole.

Entro nella sala. Una vecchia palestra addobbata con festoni e palloncini, ma molto carina.

Mi guardo in giro per cercare il mio principe azzurro… ancora non sì vede… ma qualcuno avrà scelto il vestito da principe? Al tavolo dove sono servite le bibite, chiedo un succo e mi sistemo la maschera che obbligatoriamente deve essere portata fino a mezzanotte, per poi essere tolta. Riguardo nella sala, per vedere se il principe è arrivato, girandomi urto un ragazzo e gli verso il succo sul vestito.

Oops! Scusami,

Non preoccuparti. – mi risponde lui facendomi un gran sorriso e mi rendo conto che è proprio il mio principe

Finalmente ti ho trovato! Gli dico, cercando d’immaginare il suo viso coperto dalla maschera.

Mi stavi cercando? Ci conosciamo forse?

Ti cercavo perché il tuo costume è quello del principe azzurro!

Ecco da cosa sono mascherato!

Hai scelto il vestito e non sai di chi è?

Non mi hanno raccontato molte favole da piccolo.

Io so tutto, posso raccontarti, quello che vuoi sapere.

Bene, inizia a dirmi chi sarebbe questa deliziosa ragazza che dovrebbe essere la mia dama.

Mi presento: vostra Maestà, il mio nome è Cenerentola.

Onorato di fare la vostra conoscenza madame, mi concede questo ballo?

Con molto piacere.

Abbiamo ballato tutta la sera e ha voluto sapere ogni cosa sulle favole e sulla storia di cenerentola. Non so se il mio principe mi stava prendendo in giro o non conosceva davvero le favole, ma mi ha ascoltato con attenzione e mi ha fatto promettere di non scappare come nella fiaba.

Mi sembrava di conoscerlo da sempre, e anche lui ha avuto la stessa sensazione. Tutto era perfetto! Il Ballo, la festa, il mio cavaliere. Avrei voluto che non finisse mai, non mi sentivo così bene da tanto tempo.

Mezzanotte meno cinque…

Il fatidico momento sta per arrivare… Togliersi la maschera… ma se poi io non gli piaccio? Non potrei sopportare una cosa del genere…

Ecco il momento è giunto. Meno cinque.. quattro.. tre.. due.. uno.. Lui si toglie la maschera e…

Non è possibile! Non può essere! Il mio più caro amico! Mille domande mi frullano in testa! Lui non può essere qui. Io non posso farmi vedere. Che cosa penserebbe di me! La situazione è troppo imbarazzante!

Nell’arco di pochi secondi, mi sono girata e ho incominciato a correre.

Quelle maledette scarpe col tacco m’impedivano di correre più veloce e come da tradizione, rivista e aggiornata, ho tolto le scarpe e sono scappata.

Lui è rimasto lì, attonito e con tutte e due le scarpette.

Nel camerino non riuscivo a trovare i miei vestiti e avevo paura che lui stesse ad aspettarmi fuori per avere delle spiegazioni!

Trovati! Mi vesto in fretta, corro Fuori, monto in macchina e parto a razzo.

A casa finalmente! Una situazione davvero imbarazzante! Io non l' ho riconosciuto, con la maschera e forse, non mi ha riconosciuto nemmeno lui.

La notte sembra essere senza fine, ma finalmente il sonno giunge, portando la ragazza nel mondo dei sogni. E’ domenica mattina. Per non pensare inizio a sistemare il mio armadio. Un lavoro inutile perché tra due giorni sarà di nuovo in disordine, ma questo mi terrà occupata per l’intera giornata.

Arriva di nuovo il lunedì.

Tutto riprende come il solito, casa e lavoro. Sembra essere stato tutto un sogno, forse l’ ho sognato davvero.

Una settimana è passata velocemente, riecco il sabato tanto atteso per un po’ di riposo e tanto odiato perché non so mai cosa fare.

Torno dal super mercato carica come al solito… e mi chiedo sempre perché mi riduco di sabato per fare la spesa, e poi mi tocca portare una miriade di borse.

Apro il portoncino di casa, con non poche difficoltà e l’occhio mi cade subito sulla cassetta della posta. Un’altra lettera, lo stesso colore, un nuovo invito.

No! Non ne voglio più sapere! Poggio tutto per terra, apro la cassetta mi accerto che sia proprio l’invito e lo strappo in mille pezzetti. Intenta a strappare non mi accorgo che dietro di me è entrato qualcuno e un paio di scarpine, all’improvviso, mi spuntano dai due lati del viso.

Le scarpine di cenerentola! Il cuore mi si ferma! Mi ha trovato! Resto impietrita e lui mi dice:

Avevi promesso di non scappare!

Lo so ma non mi aspettavo una sorpresa del genere!

Sarei voluto essere sorpreso anch’io, ma non me lo hai permesso.

Ho avuto paura, ma non so di cosa. Dimmi come hai capito che ero io?

L’ ho capito quando per scappare ti sei tolta le scarpe… dopo tanto tempo ancora non hai imparato a camminare sui tacchi?

Purtroppo non ci sono mai riuscita, i tacchi, non sono una cosa per me! In che modo mi hai trovato? Da anni non ci vediamo ed io qui ci abito da poco.

Ho fatto un appostamento all’ufficio della segretaria del club per una settimana, perché, la signora era malata ma era l’unica che poteva darmi il tuo indirizzo. Una fatica immane. Logicamente non voleva darmelo ma si è ricordata di me abbandonato con le scarpette in mano, le ho raccontato per sommi capi la nostra amicizia e si è convinta. Mi ha persino regalato le scarpette, perché le sembrava una storia molto romantica. Ti farai perdonare invitandomi a pranzo!

Molto volentieri! Accetti a tuo rischio e pericolo.

Saliamo al primo piano dove c’è il mio appartamento, piccolo ma accogliente.

Metto la spesa a posto e preparo subito da mangiare. Preferisci qualcosa in particolare?

Si! Parlare con te! Il pranzo era solo una scusa, per fare quattro chiacchiere e saper tutto di questi ultimi anni…

Abbiamo parlato della nostra giovinezza, della lunga amicizia che ci lega, e ci siamo fatti un breve resoconto degli ultimi anni trascorsi.

Cari amici è così che la nostra grand’amicizia si è trasformata, in seguito, in un grande amore, proprio come in una favola, e questa favola dura ancora oggi.

 

 

 

Fine

  
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