Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |      
Autore: Zomi    04/05/2013    4 recensioni
Si dice che il cigno, alla morte del compagno, vegli la sua carcassa fino alla sua stessa morte, accompagnando l’anima dell’amante nel trapasso con il un canto straziante e doloroso.
Per non abbandonarlo nemmeno nel momento peggiore.
Si dice che il cigno sia monogamo: il suo primo amore sarà anche l’ultimo.
Ad ogni stagione dell’amore, amerà il compagno come la prima volta, costruendo con lui un nuovo nido, una nuova famiglia, una nuova stagione di calore affettivo.
Per un amore eterno e vero.
Si dice anche, che quando un cigno nel periodo dell’accoppiamento non trova un compagno, si unisce a un cigno anche del suo stesso sesso, amando anch’esso per tutta la vita, seppur non riuscendo mai a concepire dei figli.
Per non affrontare la vita da solo...
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altro Personaggio, Marco
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CIGNO NERO 

 
 
Si dice che il cigno, alla morte del compagno, vegli la sua carcassa fino alla sua stessa morte, accompagnando l’anima dell’amante nel trapasso con il un canto straziante e doloroso.
Per non abbandonarlo nemmeno nel momento peggiore.
Si dice che il cigno sia monogamo: il suo primo amore sarà anche l’ultimo.
Ad ogni stagione dell’amore, amerà il compagno come la prima volta, costruendo con lui un nuovo nido, una nuova famiglia, una nuova stagione di calore affettivo.
Per un amore eterno e vero.
Si dice anche, che quando un cigno nel periodo dell’accoppiamento non trova un compagno, si unisce a un cigno anche del suo stesso sesso, amando anch’esso per tutta la vita, seppur non riuscendo mai a concepire dei figli.
Per non affrontare la vita da solo.
Si dice che in una covata di 7 uova di cigni, uno di certo sarà nero.
Per il suo piumaggio contrastante con il resto dei fratelli, bianchi, candidi come neve, nivei come l’inverno, sarà denigrato e allontanato da tutto lo stormo, ucciso dalla stessa madre alla nascita, abbandonato nel mezzo del lago in cui è stato cresciuto affinché anneghi.
Quando arriverà il tempo dell’amore, nessuno lo accetterà, del suo o dell’opposto sesso, nessuno ricambierà il suo canto d’amore.
Resterà solo, come unico punto nero tra le coppie candide.
Ogni anno verrà sempre più allontanato dallo stormo, picchiato, mutilato, ridotto allo stremo e alla fame, ignorato tra i canti di accoppiamento, zittito dai bianchi cori dei compagni.
Tenebroso cantante tra la neve di piume coriste.
Morirà solo, senza nessuno accanto, senza compagno, senza amici, senza famiglia, senza nessuno che canti per la sua anima, accompagnandola nel al di là della vita. Un viaggio che compirà da solo, senza melodie, senza compagnia, senza amore.
Oscuro trapasso di una vita vissuta nell’ombra.
Si, il cigno nero vive solo e muore solo.
Come me.
Si, proprio come me.
Izou, il cigno nero dei pirati di Barba Bianca.
Ho vissuto una vita intera da cigno nero.
Allontanato dalla mia stessa famiglia, dal mio villaggio, dalle mie terre, per quel mio essere un cigno del colore sbagliato. Nessuno ha provato a capire, a capirmi.
Bastava uno sguardo, un’occhiata fugace, e più nessuno si curava del ragazzo perverso e sciagurato che si vestiva da donna, infangando il buon nome della sua famiglia.
Già, il buon nome della famiglia.
La mia famiglia è stata la prima ad allontanarmi per la mia natura, gettandomi nel bel mezzo di una strada senza un tozzo di pane o un berry per vivere. Mio padre, mia madre, i miei fratelli mi cancellarono dalle loro vite, abbandonandomi al buio della mia esistenza, alla fredda solitudine della vita.
E fui solo, solo come un cigno nero nel mezzo di un lago.
Ero costretto a rubare, imbrogliare, truffare, fare i lavori più ghetti e pesanti, prostituirmi, pur di guadagnarmi una manciata di riso per saziare questo dannato corpo di donna mancata, non riuscendo mai a colmare il vuoto inesorabile e profondo che mi divorava. Di notte sentivo la mia anima rodermi da dentro, incenerendomi le interiora per essere nato donna nello spirito ma uomo nel corpo. Ero un essere a metà, incapace di completarmi, come lo ero nel vivere, a metà tra la vita e la morte ma inadatto ad entrambe le nature dell’essere, e costretto ad arrancare, giorno dopo giorno, nel sopravvivere lento e inesorabile che mi avrebbe portato, mai troppo presto, alla mia fine.
Né vivo né morto, come il cigno nero che vive i suoi giorni aspettando la morte per poter mettere fine alla sua solitudine.
Ero un cigno nero che aspettava la sua fine, navigando per mare e sospirando ad ogni alba, rimpiangendo di non essere morto nella notte.
Perché? Perché la vita si ostinava a vivermi se non potevo dare alcun frutto?
“Sono un cigno nero, non lo capisci?!? Sono condannato ad agognare la morte per tutto il resto dei miei giorni di solitudine: lasciami morire!!!!!” urlavo contro al mondo, supplicandolo di mettere fine alla mia sofferenza.
Ma quello, malefico e sadico, mi lasciava in vita, giocando con me e il mio tormento.
Credevo davvero di essere uno scherzo della natura, un capriccio mal riuscito del destino, un disegno incompiuto del divino…
O almeno, così credevo finché non arrivò lui.
Lui.
Lui che portava il nome di una delle quattro creature celesti, lui che rinasceva dalle sue stesse ceneri, che ardeva come mille soli, che incendiava il deserto, che infuocava l’oceano. Lui che, come me, era una creatura alata, nata con i toni sbagliati.
La fenice nera.
Ci amammo subito, senza bisogno di conoscerci.
Erano le nostre anime a spingerci l’uno verso l’altro, desiderose di completarsi, di unire due esistenze incomplete, creandone una unica e felice.
Il suo sorriso criptico e sottile fece rinascere sulle mie labbra il mio, il suo sguardo fintamente annoiato e assopito risvegliò i miei sguardi di malizia e bramosia, la sua pelle rovente scaldò la mia di cristallo, il suo fuoco fatuo m’infiammò l’anima.
E fui felice di essere un cigno nero.
Perché, sebbene solo e senza compagno di vita, ne trovai uno di anima.
Unafenice nera.
Seppur in punto di morte, mi ritrovai vivo e solare, rinato dalle ceneri di una fenice, la mia fenice nera.
Ero un cingo nero, ma non sarei stato solo nei momenti più bui della mia vita, ero un cigno nero, ma anch’io avevo il mio amore puro e eterno, ero un cigno nero ma non affrontavo più la vita da solo.
Ero un cigno nero innamorato di una fenice nera.
 




 
ANGOLO DELL’AUTORE:
Nella sua mediocrità, questa FF è dedicata a Shane92, per avere una pazienza da elefanti nell’attendermi: prometto, la prossima settimana è quella buona…

Zomi

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Zomi