04/05/2013
3 recensioniIl calcio si chiama così per un altro motivo!
Il sole splendeva nel cielo nitido di quella giornata primaverile.
Era ormai sera; malgrado ciò il tramonto tardava ad arrivare, consentendo ai bambini presenti al parco di giocare ancora tra loro.
Un bimbetto dai folti capelli argentati e gli occhi color alba correva dietro ad una piccola sfera bianca con degli esagoni neri, che definire “pallone da calcio” era persino esagerato, considerandone le dimensioni alquanto
ridotte che consentivano al piccolo di giocarci.
Accidentalmente il bimbo fece rotolare la palla oltre l’erba del prato, facendola finire sul sentiero e subito si precipitò a recuperarla.
Tornando con la palla al piede, durante la corsa non s’accorse del fratello che, venendogli incontro, si scontrò con lui, dandogli per errore un calcio alla gamba.
Il piccolo Shawn cadde rovinosamente sul manto d’erba stringendo il punto dolorante con le sue piccole manine, mentre delle goccioline salate cominciavano a disegnare piccoli cerchi perfetti sulla sua magliettina.
Hayden, accortosi dell’assenza del fratello, tornò indietro con la palla tra le mani e vedendo il gemello piangere, subito si allarmò. – Shawn che succede? Ti fa male la gamba? – Il piccolo albino alzo gli occhi umidi verso il fratello e lo guardò con un po’ di rimprovero, storcendo la bocca in una smorfia di disappunto. – Mi hai dato un calcio alla gamba e ora mi fa tanto male! – Hayden gli mise il broncio e incrociò le braccia al petto guardandolo con una puntina di sfida negli occhi ambrati. – E allora? Nel calcio tutti si possono fare male, ma non si comportano come fai tu. –
L’altro sgranò gli occhi sentendo quell’affermazione. – E ora alzati e vieni a giocare, dai. – Disse correndo via tra un tiro e l’altro. Shawn si alzò un po’ barcollante, massaggiando il piccolo livido formatosi sotto il ginocchio, e senza muovere un passo richiamò l’attenzione del fratello. – Potevi almeno chiedere scusa, sai? – Gli urlò contro con tutto il fiato che aveva nei suoi piccoli polmoni. Poté giurare di aver sentito un vago “sì, scusa, scusa” giungere dal fratello. Un po’ offeso gonfiò le guance e si mise a correre verso il fratello, sicuramente pronto a farsi dare delle scuse decenti. Ma mentre lo inseguiva, non poté fare a meno di dar voce ad un pensiero che si era fatto largo nella sua mente dopo quanto detto da Hayden.
Si fermò all’improvviso e tirando un gran respiro urlò al gemello – Guarda che il calcio si chiama così per un altro motivo! – per rimettersi poi seduto con le braccia conserte e un piccolo broncio che non tardò ad arrivare.
Angolino colorato dal profumo di primavera:
Ero terribilmente insicura di provare un nuovo fandom su cui scrivere, ma ho trovato un'amica in cui ho avuto modo di vedere che sotto sotto quel che conta è solo la passione. Per cui dedico a lei questa mia prima storia: Karter!
Con le nostre lunghe chiacchierate mi è venuta voglia di tornare un po' a scrivere.
Inoltre una piccola dedica va pure a Riku_Akiri e Fubu-chan, che sono già mie amiche, ma gli impegni mi hanno allontanato da loro. Mi spiace ragazze, mi mancate, voi e le vostre fic ç^ç
Con questo penso di aver detto più o meno tutto. Insomma, non chiedetemi come mi è venuto in mente. Ero andata al parco poco fa e mi è successo questo… L’ho solo adattato ai piccoli gemellini da noi tutti adorati! >W<
Ok, ora vi saluto e spero di ricevere almeno una recensione piccina picciò, pure se critica, così vedo dove sbaglio ^W^
Kisses! Gioia-chan <3