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Autore: martic    04/05/2013    0 recensioni
E' la storia del "maledime", che la protagonista prova ogni mattina, pensandosi.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Magnificat anima mea.

No.

Dannata anima, anima persa. Scivolo via, nello scarico, insieme ai resti di quella che ero l’altra notte, con lui. Ero rossa, ero nera, ero bella. Ridevo, ricordo di aver riso. E adesso è lì, tutto lì, nel lavandino. Mi sgretolo, lo sento dentro questo maledime. Mi uccide, dolorosamente. Vorrei strapparlo dagli occhi, farlo uscire con le lacrime. Male di me.

Io che mi guardo, e vedo il fumo; denso, a volte scuro, a volte immobile. Fumo, che mi raschia, mi soffoca, per poi uscire con un colpo di tosse. 

Mi tocco. I capelli; appesi come fragili pensieri, su di loro non ho influenza alcuna. Il mio mento, che troppe volte ha subito percosse. I miei zigomi, troppo grandi, troppo miei. La fronte, devastata da troppe mattine respirate.

Avevo un amico, una volta. Aveva un buon profumo, sapeva di pane. Mi ha offerto il suo amore: ho morso il suo cuore in segno di rifiuto, mi hanno chiamato pazza. Ma io non sono pazza.

Che cosa sono dunque? Odio il mio essere, con ogni fibra di me stessa. Sono a disagio in me, in questo guscio freddo e deforme. La mia casa è là, posso quasi vederla. In una pozza d’acqua che si tinge di rosso, in un polso che perde il suo battito. Cosa sono?

Io sono maledime.
  
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