Tommy correva
velocissimo nel
tentativo di raggiungere la scuola in tempo: aveva il compito di
matematica
alla prima ora e non poteva assolutamente fare tardi. Alto circa 1,50
metri,
con un borsone di quindici chili sulle spalle, Tommy dondolava a destra
e a
sinistra con maestria, facendo concorrenza ai più accaniti
ubriaconi della
zona.
Arrivato nei
pressi di una
macelleria, fu bloccato dalla inquietante presenza del macellaio,
vedovo, alto
e magrissimo. Aveva il classico camice da macellaio tutto sporco di
sangue, una
faccia rugosa con capelli ricci e grigi, occhiali da sole per
chissà quale
motivo ed una gallina viva in mano.
Tommy
restò interdetto.
<<
Salve piccolo Thomas
>>.
<<
Salve signor macellaio…
scusi, ma vado un po’ di fretta >>.
<<
Thomas, dimmi, tu la VUOI
una gallina? >>.
<<
Beh… a dire il vero…
>>.
<<
Io dico che tu la VUOI una
gallina >>.
<<
Signore, la prego, devo
andare a scuola >>.
<<
Ti dirò, le galline sono
così gustose… mi piace soprattutto quanto le
spezzi per bene il collo, poi bevi
il loro sangue tramite la giugulare, per poi scotennarle come si deve.
Eh, i
bei vecchi tempi… ne ho ammazzate di galline…
>>.
La gallina,
estremamente spaventata
per l’inquietante frase qui sopra ( tra l’altro
come cazzo ha fatto a capire il
linguaggio umano?? ), decise di abbattere le leggi della fisica, e fu
così che
volò via, tanto velocemente che si perse fra le nuvole in
meno di un secondo.
Il macellaio
restò sbigottito a
fissare in quella direzione. Tommy ne approfittò per passare
avanti e
raggiungere la scuola, a pochi metri dalla macelleria.
Il macellaio, a
bocca aperta, non
poté fare altro che esclamare: << Io VOGLIO
una gallina! >>.
Tommy raggiunse
la scuola ed entrò,
suscitando la curiosità del bidello, che, lasciato il
giornale che stava leggendo,
gli sbarrò la strada, puntandogli la scopa contro.
<<
Tommy, ma che cazzo stai
facendo?? >>.
<<
Niente signor bidello!
>>. Disse lui, alquanto allarmato << Sto
solo entrando a scuola!
>>.
<<
Impossibile! Ma hai visto
che ore sono?? Sono le 8:21!! Il che significa che sei in ritardo di un
minuto!
Il regolamento parla chiaro: TU NON PASSI! >>.
<<
Ma la prego, ho il compito!
>>.
<<
Giammai! >>.
Tommy fu
costretto a lottare; schivò
le scopate del bidello ( e non fare il malizioso, ti prego ),
rotolò alle sue
spalle e gli attorcigliò i manici della borsa attorno al
collo, sbattendogli la
testa con foga contro la scrivania e lasciandolo moribondo sul
pavimento.
Tommy,
tremendamente nervoso nel
vedere che per stordire il vecchiaccio ci aveva messo la bellezza di
tre
minuti, iniziò a correre a perdifiato, percorrendo tutte le
scale e
raggiungendo il primo piano. Lo raggiunse e svoltò per il
secondo. Era passato
velocemente nel campo visivo di un altro bidello che, con un attimo di
ritardo,
si accorse di lui, gettò la sigaretta giù dalla
finestra
( colpendo un
professore con i
capelli ad afro e facendogli prendere fuoco, ma sono
dettagli…), fece un
fischio e raggiunse le scale, cercando di acchiappare il piccolo
fuggitivo. Il fischio
fece uscire dal bagno il terzo bidello che, con le braghe ancora
calate, correva
a fatica, ma non demordeva, neanche quando si trattò di
saltellare di scalino
in scalino per arrivare al piano superiore.
Tommy aveva
raggiunto il secondo
piano, lo percorse velocissimo, ma la sua professoressa di italiano (
sarebbe più
corretto dire balena ) gli spianò la strada, aprendo braccia
e gambe.
<<
Sei già bocciato, piccolo
stronzetto! >>. Disse con estrema decisione.
Tommy
scivolò sotto le sue gambe,
mollandole un pugno nella zona dove molto probabilmente ( e molto
normalmente )
si inserisce il pene, anche se, per il marito della prof,
l’impresa era di
quelle che sicuramente ti segnano l’esistenza. Ma lasciamo
stare la mole di
grasso che la prof utilizzava per sottomettere ( in tutti i sensi ) il
proprio
marito e torniamo alla vicenda.
La prof si
abbassò dolorante, mentre
Tommy entrò in classe tutto sudato.
<<
Prof chiedo scusa per il
ritardo! >>.
<<
Oh, piccolo Tommy, non
preoccuparti. Stavo appena finendo di consegnare i compiti
>>. Ribadì la
prof di matematica.
Ma i tre
inseguitori non demorsero ed
iniziarono a dare con decisione forti pugni contro la porta
dell’aula. I gemiti
che emettevano ricordavano tantissimo quello degli zombie: orrendi,
freddi,
assetati di sangue.
<<
Ecco, come al solito c’è
qualcuno che disturba… >>. Disse la prof di
matematica, molto serena e
tranquilla.
Aprì
la porta ed estrasse con
rapidità un fucile SPA 12, con il quale freddò
tutti e tre con un sol colpo.
<<
Ecco, così imparate!
>>. Disse lei, sempre con estrema calma.
Si
girò e, disgraziatamente, le partì
un secondo colpo che spedì un alunno contro la finestra,
facendogliela sfondare
e facendolo cadere giù, contro la finestra della macelleria,
che a sua volta si
sfondò. Il bambino era sul punto di svenire per via del
trauma fisico e
mentale, mentre il macellaio, ancora scioccato per la insensata fuga
della
gallina ( sicuramente insensata ), lo guardò con sguardo
perso, per poi
esclamare: << Non dirmelo: sei qui perché VUOI
una gallina! >>.