I'm sorry, please forgive me, believe me if you would.

Non volevo vedere tutto ciò, non in questo momento.

Davvero mi ero illusa che lui fosse diverso? Ci casco proprio ogni volta.

Torno in casa con la rabbia e la tristezza a mille e vado in camera mia, sbattendo la porta. Mi metto sul letto, stringendo forte un cuscino, ma lo lancio via dopo essermi accorta che aveva il suo profumo. Inizio a piangere, forse dalla rabbia, dalla stanchezza o dalla tristezza.

Lui è Mark Hoppus, so della sua reputazione ma speravo veramente che fosse cambiato, o perlomeno di essermi sbagliata sul suo conto.

I miei pensieri sono interrotti dal rumore della porta.

“Hey Jos, è pronta la colazione!” dice lui, con quella fottutissima – e bellissima – voce.

Mi volto verso di lui, con il trucco che mi cola sulle guance.

“Che hai?” chiede preoccupato, avvicinandosi.

“Vattene.”

“Che ho fatto?” continua confuso.

“Vattene!” urlo più forte, per poi alzarmi dal letto. Quando mi avvicino, ho un giramento di testa e cado a terra.
“Sei come tutti gli altri, vorrei non averti mai conosciuto” dico tra un singhiozzo e l'altro, rialzandomi. Prendo una felpa ed esco dalla stanza, sentendo i suoi passi venirmi dietro.

“Dove stai andando?!”

“Via da te!”
Non rispondo neanche alle domande di Amy, appena uscita di casa inizio a correre verso un parco vicino a scuola, isolato dal mondo. Dopo essermi seduta sotto un albero, nel mucchio di foglie cadute dato l'autunno in arrivo, inizio a sfogarmi.

“Non capisco perché deve accadere a me. Ne ho avute abbastanza di delusioni. Tra quella in Dio, mio padre, i miei amici, Jack, non so quale sia peggio! E a quanto pare il fato ha deciso che non sono mai troppe per me, vero? Devo continuare a soffrire come una stupida.

Perché è successo? Perché mi sono innamorata di Mark? Sarà stato il suo bel faccino, il suo dolce sguardo, quel sorriso che mi fa sciogliere o i suoi abbracci che mi fatto esplodere il cuore dal petto?”

Il mio discorso si interrompe quando sento delle foglie sgretolarsi dietro di me. Quando mi volto, noto chi l'ha provocato : Tom.

“Emh, ho sentito quello che hai detto e vorrei chiederti se vuoi parlarne, insomma mi sembra che tu abbia bisogno di sfogarti con qualcuno.” dice, dopo essersi messo in ginocchio davanti a me.
Annuisco timidamente e mi lascio abbracciare, stringendogli forte la felpa.
“Ascolta, lui non è a conoscenza di ciò che provi, quindi non puoi arrabbiarti più di tanto per il bacio di quella bionda. Se ti da conforto, anche lui non sa cosa gli stia succedendo in questo periodo”

“In che senso?” mormoro guardandolo confusa.

“Ha detto di aver passato una giornata fantastica con te, di non averne mai passata una del genere con una ragazza”

“Stronzate. Se fosse vero, prima non avrebbe baciato quella troia”

“Frequenta tante ragazze e quando loro lo vedono per la strada, si attaccano alla sua bocca come ventose, sappilo”

Mi azzittisco per un attimo.
“Tom, ricordo anche quando lui disse ad Amy che una botta e via con me sarebbe andata benissimo”

“Non ti conosceva ancora, se non sbaglio!”
Beh, può aver ragione, come no. Sospiro, non rispondo.

“Ho capito, cercherò di parlarci e poi ti riferirò. Ma mi raccomando, non ti ho mai detto nulla. Sappi che l'ho fatto solo perché mi stai simpatica”

Lo guardo, sorpresa da ciò che ha detto.

“Sei fantastico Tom, ora capisco perché Amy sta con te. Sei comprensivo, direi quasi saggio, anche se spesso fai il coglione. Pensavo che fossi un ragazzo strano, o comunque stupido”

Lo sento ridacchiare, per poi spettinarmi i capelli.

“Bell'idea che ti era fatta di me!”
Rido anche io, per poi abbracciarlo.

“Grazie Tom”

Questo lo fa sorridere, per poi alzarsi e allungarmi la mano.

“Torniamo a casa, devi darti una sciacquata al viso. Sembra che ti hanno appena pestata!”
Sorrido anche io, lasciandomi prendere la mano e alzarmi.

Appena arrivati a casa, apro la porta e mi precipito in bagno senza dare spiegazioni a nessuno.

Dopo essermi struccata e pulita la faccia, torno in camera e noto la maglia di Mark che ho lasciato sulla mia scrivania poco prima di uscire. La prendo e la stringo forte a me, beandomi del suo profumo. Ho bisogno di un suo abbraccio, penso che stiano diventando come una droga.

Scendo le scale ma non lo trovo, così esco e vado a cercarlo.

Lo trovo nello stesso parco in cui sono andata poco fa, si siede su una panchina ed inizia a parlare tra sé e sé.

“Sono Mark Hoppus, dannazione, non posso innamorarmi di lei. Lei con quei fantastici occhi verdi, quel sorriso che mi fa morire ogni volta – sebbene poche – che lo mostra. Un mese, un mese per capire quello che veramente provo per lei. Solo ieri sono riuscito a farmi avanti e stamattina quella geniaccia di Kayla mi bacia davanti a lei. Josie, cosa mi hai fatto?”

Non finisce il suo discorso, dato che la sottoscritta riesce a farsi sentire dopo essere inciampata su un ramo. Lui si volta di scatto e mi guarda imbarazzato.

“Da quanto sei qui?”
“S-sono appena arrivata e devo parlarti”
Mento perché non voglio farlo sentire troppo a disagio, dato che se fosse successo a me, mi sarei sotterrata. Mi siedo a fianco a lui, poco più distante.

“Scusa per come ho reagito, non sono nessuno per fare una scenata del genere e non mi dovevo permettere di insultarti. Perdonami, ti prego”
Finisco la frase e le lacrime iniziano a scorrere sulle mie guance, così lui si avvicina e mi stringe forte.
“Non piangere, non voglio vederti così, specialmente non per causa mia” mi sussurra, cullandomi un po', come per calmare una piccola in lacrime.

Mi accarezza la guancia con le nocche, così mi volto verso di lui, facendo incrociare i nostri sguardi e non solo. Presto le nostre labbra si poggiano l'una sull'altra, iniziando un lungo bacio casto.

“Cosa significa questo?” chiedo timidamente dopo essermi staccata un po'.

“Significa che tu mi piaci, mi piaci veramente, Jos. Non sapevo come dirtelo.”
“Direi che non potevi usare un metodo migliore per farlo” concludo sorridendo tra le sue labbra.

Mi da un altro bacio leggero e dopo qualche coccola, decidiamo di tornare a casa.

Lungo il tragitto, mi fermo.

“Hey, aspettami a casa, devo fare una commissione” dico sorridendo.

Dopo qualche tentennamento lo convinco a tornare da solo verso la mia abitazione.

Voglio fargli una sorpresa, mi sento come rinata e voglio cambiare me stessa. Pochi metri più lontano da qua c'è il Sombrero. Amy va sempre là con loro e un giorno mi ha detto che Mark ama i burritos che fanno in quel locale.

Entro timidamente e ordino uno Shirmp Burrito per lui e un Carnitas Taco per me. Non ho mai assaggiato il cibo messicano per principio, ma voglio provare, potrebbe fare parte del mio cambiamento. Mi consegnano il tutto in una busta, così mi affretto a tornare a casa per non farli raffreddare.

Appena entro vado in cucina e chiamo Mark che sicuramente si trova davanti alla tv. Con uno scatto felino mi raggiunge e vede il sacchetto con il logo del Sombrero.

“Dimmi che non sto sognando” dice guardandomi incantato.

“E' tutto vero”
“Perché l'hai fatto?” continua attirandomi a sé.

“Non c'è un perché, l'ho fatto e basta” concludo.

Lui per tutta risposta mi bacia e mi sento davvero felice.



Kaleidoscope's space :
Ringrazio _Stupid Wise_ e Mrs_Nobody per aver recensito il capitolo precedente e per aver messo la fanfic tra le preferite.
Ringrazio Hotaru182 per averla messa tra le seguite.
Spero vi piaccia questo capitolo (un po' più corto del solito) :3