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Autore: Espen    05/05/2013    2 recensioni
Questa fanfiction è dedicata a Black Fire per il suo compleanno.
È composta da piccoli momenti della vita di Suzuno.
Fluff e romanticismo a tonnelate.
Tratto dalla Shot:
[Il campo verde brillava sotto il sole della Corea.
Suzuno quasi stentava a credere di trovarsi lì, con quella divisa addosso. Entrare nella nazionale coreana era il primo passo verso il mondo del calcio professionistico, verso il suo sogno.]
Ice Angel
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Bryce Whitingale/Suzuno Fuusuke, Claude Beacons/Nagumo Haruya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a Black Fire, perchè è il suo compleanno e perchè senza di lei sarei persa.
 


Suzuno non si fidava di nessuno, nemmeno dei bambini del Sun Garden. Era nell’orfanotrofio già da qualche giorno, ma non aveva fatto nuove amicizie.
Passava la maggior parte del tempo seduto sull’erba, all’ombra di un albero, leggendo un libro o semplicemente pensando a come era cambiata la sua vita in pochi giorni.
Era scappato di casa a soli otto anni, lontano da un patrigno che lo picchiava e da una madre che non si preoccupava di lui. Purtroppo la sua permanenza a Tokio sembrava tutt’altro che facile, infondo nessuno voleva prendersi cura di un bambino di strada. Così, per sopravvivere, si vide costretto a rubare.
Fu proprio così che incontrò Schiller, aveva cercato di derubarlo, senza però riuscirci. Quell’uomo, con un sorriso gentile sul volto, gli aveva offerto una vita migliore.
Tuttavia Suzuno non riusciva a socializzare con gli altri orfani, se qualcuno si avvicinava lui, rispondeva in modo freddo. I bambini così non aveva più provato a parlargli, etichettandolo come strano.
Per lui era meglio così, non voleva fidarsi di qualcuno per poi rimanere deluso quando sarebbe rimasto tradito.
Come aveva fatto lui, il suo vero padre.
Gli aveva promesso che non l’avrebbe lasciato solo, che non lo avrebbe mai abbandonato, eppure non lo rivide più dopo quella notte, dove, dopo aver urlato con sua madre per ore, era uscito sbattendo la porta.
Quindi, se non si poteva fidare nemmeno delle persone che lo avevano creato, con chi poteva farlo?
-Ehi ghiacciolino! Vieni a giocare con noi!-
Davanti a lui si presentò un bambino, non ricordava il nome, così lo aveva soprannominato tulipano, lo stesso nome che gli davano gli altri per via del ciuffo che aveva sulla testa.
-Ghiacciolino?- ripeté l’albino infastidito.
-Beh… sei sempre freddo con tutti, così ti ho dato questo soprannome. Allora vieni a giocare a calcio con noi?-
Il calcio era lo sport preferito di Fuusuke, ci giocava sempre, nel giardino di casa, quando i suoi genitori non c’erano.
-E perché dovrei giocare con voi, tulipano?-
-Ci manca un giocatore e tu sei sempre da solo, dai vieni! E comunque il mio ciuffo è una fiamma.-
E Suzuno non seppe mai se accettò per il suo sorriso solare e un po’ sfacciato o a causa di un attacco di pazzia.
                                                                                                                                                  ~~~~
L’edificio dell’Aliea era enorme, assomigliava vagamente a un’astronave.
Infondo era una cosa logica dato che dovevano fingersi alieni.
Suzuno, però, non era molto entusiasta del nuovo gioco inventato dal padre adottivo, ma di lui si fidava e avrebbe fatto qualsiasi cosa per renderlo felice.
 Guardò il suo migliore amico, poco distante da lui, con una strana tristezza nel cuore. Il suo sguardo era, come sempre, sfrontato, ma vi si poteva leggere anche del sadismo e della rivalità; non come quella che era nata tra di loro, che li aveva uniti tantissimo, quella era una rivalità carica di odio.
Era diventato Burn, l’aggressivo capitano della Prominence.
E Suzuno aveva paura, più di quando vedeva, da piccolo, il volto del patrigno arrabbiato. Era una sensazione che si attanagliava nello stomaco, che gli aumentava il battito. Per la prima volta nella sua vita provava terrore, non voleva perdere l’unica persona a cui voleva davvero bene.
Ovviamente il suo volto impassibile non esternava niente di quel tormento interiore, perché era diventato Gazel e lui non provava sentimenti.
Da quel momento contava solo vincere.
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Il campo verde brillava sotto il sole della Corea.
Suzuno quasi stentava a credere di trovarsi lì, con quella divisa addosso. Entrare nella nazionale coreana era il primo passo verso il mondo del calcio professionistico, verso il suo sogno.
-Hey Ghiacciolino, non sono figo con questa divisa?-
Fuusuke osservò Haruya con addosso l’uniforme rossa.
Effettivamente gli donava molto, ma Suzuno non lo avrebbe mai ammesso.
-Rassegnati Tulipano, non starai mai bene con niente.-
Il sorriso, perennemente sfrontato e canzonatorio, si allargò sul volto del rosso finchè si avvicina all’altro ragazzo. I loro visi erano a pochi centimetri di distanza e questo imbarazzava non poco l’albino.
Nagumo gli avvolse la vita con un braccio, l’altra mano sulla schiena.
-Tu invece sei incredibilmente sexy vestito così.-
Glielo sussurrò sulle labbra, l’albino poteva sentire il fiato caldo infrangersi sulla sua pelle. Pochi istanti dopo erano già coinvolti in un bacio passionale, le lingue che lottavano tra loro. Le labbra di Nagumo si spostarono sul suo collo, baciandolo e mordicchiandolo leggermente. Dalle labbra di Fuusuke uscì un sospiro lieve che fece sorridere il rosso.
Quel loro momento fu interrotto da una voce familiare.
-Haruya smettila di molestare Fuu-chan e venite entrambi ad allenarvi!-
In certi momenti Nagumo avrebbe volentieri ucciso Afuro.
                                                                                                                             ~~~~
Il primo pensiero che ebbe Suzuno appena sveglio, ancora sul comodo materasso del suo letto, era che quel giorno era speciale, quella testa calda del suo fidanzato compiva gli anni.
Si girò verso l’altra parte del letto e notò un Nagumo dormiente, avvolto dalle lenzuola.
Fuusuke invece non si copriva mai quando andava a dormire, gli piaceva sentire l’aria fresca che gli pungeva la pelle.
Lanciò un’occhiata veloce all’orologio scoprendo che erano le dieci, in fondo la domenica dormivano fino a tarda mattina, soprattutto se facevano qualcosa la notte precedente.
L’albino decise che era il momento di svegliare l’altro, così avvicinò la mano al suo volto e gli tirò una ciocca di capelli, prima piano poi sempre più forte.
Come previsto Haruya si svegliò di colpo, spalancando gli occhi gialli.
-Ahi Fuu-chan mi fai male!-
Suzuno nascose un sorrisetto sadico, prima di rispondergli neutrale:
- Era quello l’intento, Tulipano. E non chiamarmi Fuu-chan, mi irrita.-
Il rosso alzò gli occhi al cielo e si avvicinò al fidanzato dandogli un casto bacio sulle labbra.
-Allora, dove l’hai messo?- gli chiese in seguito curioso.
-Cosa?
-Il mio regalo, Ghiacciolino.
-Non c’è nessun regalo.
Il tono che aveva utilizzato Suzuno era talmente freddo e convincente che Haruya quasi cascò nel suo tranello. L’altro infatti gli aveva preso un regalo: una macchina fotografica professionale.
Era già da qualche anno che in Nagumo era scattata la passione per la fotografia, ed era da altrettanto tempo che desiderava una macchina fotografica nuova.
L’ex-capitano della Prominence si alzò di scatto dal letto e cominciò a cercarlo, sapeva che c’era un regalo. Frugò nell’armadio, sotto il letto e nei cassetti della scrivania, ma non lo trovò. Suzuno si sentì soddisfatto nel vederlo avvilito.
Sì, era un gran stronzo.
Haruya, arresosi, si sedette sul letto e gattonò fino a sovrastare il fidanzato ancora sdraiato.
-Dai, mi dici dove l’hai nascosto?
-No.
Il rosso sbuffò e baciò passionalmente il fidanzato che subito gli gettò le braccia al collo, tirandogli leggermente i capelli. Solo dopo altri baci e carezze Suzuno decise di mettere fine a tutto quello, sapeva dove voleva andare a parare il suo ragazzo.
Si diresse verso il suo borsone, quello che utilizzava per gli allenamenti, e prese, da sotto un asciugamano, un pacchetto che lanciò verso Haruya.
-Buon compleanno, Tulipano.-


Angolino dell'autrice sclerata
Buongiorno gente!
Eccomi tornata con una OS, dedicata a Black Fire che mi sopporta sempre.
Buon compleanno! ^.^
Spero che questa cosa non ti abbia fatto vomitare!
E... basta, non ho altro da dire.
Un abbraccio abbraccioso

Angy-chan

  
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