Breake
up
ovvero
i
sogni nel cassetto
Un po' di tempo dopo
<<
Lorence? >>
L'uomo
si riscosse come da un sogno profondo. Al suo risveglio si ritrovò a
specchiarsi con due occhi chiari e preoccupati, gli occhi di Anna.
<<
Dove sei? >> La ragazza continuò con un strana espressione in
viso, difficile da decifrare.
Lui
non trovò subito una risposta, era un domanda piuttosto strana, non
la comprendeva.<< Qui... >>
<<
No...non sei qui. >> Suonò piuttosto duramente, era in tutto
per tutto un'affermazione quella della ragazza.
<<
Perdonami, ero sovrappensiero... >>
<<
C'è qualcosa che ti turba? >>
Qualcosa
gli pressò sullo stomaco, Lorence riusciva a sentirlo
indistintamente, e per un attimo ebbe quasi l'istinto di riversargli
addosso tutto quello che pensava, le sue preoccupazioni, i suoi
timori e i suoi sbagli. Ma poi si ricordò di avere di fronte una
persona innocente e che non poteva farle questo, che non era giusto
da parte sua.
E
così, per l'ennesima volta da quando ricordava, represse tutto sul
fondo del suo cassetto. Ma come diceva James Matthew Barrie, quel
cassetto diveniva sempre più difficile da richiudere.
<<
No, no, va tutto bene. Il lavoro ultimamente mi stanca parecchio...
>>
<<
Ma davvero? >> Non gli fu difficile registrare la nota ironica
che Anna impresse nella frase, anche per lui che era l'essere più
tonto in questo campo.
Alzò
gli occhi aspettandosi di trovarsi in chissà quale espressione,
invece era seria, calma come un deserto, solo le labbra gli tremavano
appena. << Davvero è solo lavoro Lorence? >>
L'uomo
si limitò a fissarla nel più completo silenzio, lasciandola
continuare. << Sai, quando mi hai chiesto si uscire non hai
idea di come mi sono sentita. Pensavo di aver trovato qualcuno di
serio, di gentile e che sapesse qualcosa della vita... >>
<<
Sei rimasta delusa? >>
<<
No, tu sei così. Sei un uomo, non un ragazzo ingenuo e idealista.
Hai dei principi morali, la gente ti ascolta qualsiasi cosa tu dica,
credo che tu sappia molto più di me. Ma non avevo preso in
considerazione cosa questo avrebbe significato. >>
Lorence
la guardò a lungo, non se la sentiva di interromperla, sembrava così
sincera.
<<
Non avevo preso in considerazione cosa avrebbe significato tutta
questa tua maturità, la tua conoscenza del mondo. Tu non sei
autonomo Lorence, sei molto più di questo, tu vivi in solitario
nella tua testa. La vita ti ha battuto giù abbastanza volte per
impedirti di amarmi. >>
Lui
rimase piuttosto confuso da quell'ultima affermazione.
Certo
non era mai stata una persona dalle grandi effusioni, soprattutto in
pubblico, ma si era sempre sforzato di essere affettuoso e ricordarsi
delle cose importanti.
Aggrottò
le sopracciglia prima di parlare. << Come? >>
<<
Tu non potrai mai amarmi, l'ho capito negli ultimi tempi sai?
Osservandoti, non sei un tipo di persona che ama due donne
contemporaneamente, non precludo che ne esistono ma tu non lo faresti
mai. Doneresti un sentimento del genere a una sola persona, e lo hai
già fatto e la ragazza non sono io. >>
Lorence
si sporse in avanti, le mani poste in avanti come a bloccare
qualsiasi altra parola, il petto contratto. << An- >>
<<
Avresti potuto amarmi prima, quando eri ancora un ragazzino e non
avevi bisogno di qualcuno che ti aiutasse a uscire dal tuo
isolamento, quando non avevi bisogno di qualcuno che ti costringesse
a fidarsi degli altri. Io non ne sono stata capace, esistono poche
persone così, le definiscono quelle giuste. >>
<<
Amore, quelle giuste, aiuto, ma di cosa stai parlando? >>
<<
Di cosa sto parlando Lorence? >>
<<
Non ne ho idea, sembri mia moglie in questo momento! >>
Lei
sorrise, non in quel modo stanco che aveva adottato fino a quel
momento, ma in maniera gentile, degno di una persona come lei. <<
Anche lei aveva capito Lorence... >>
<<
Cosa? Cosa aveva capito?! >>
<<
Che non avevi bisogno di lei. >>
L'uomo
strabuzzò gli occhi. << Io avevo bisogno di lei! L'ho sposata,
ero suo marito, mi sembrava abbastanza logico! >>
<<
A volte la logica non è tutto. L'ha fatto per il tuo bene, aveva
compreso che forse si, ora l'amavi e che non l'avresti mai lasciata
ma che saresti andato affondo, il vostro matrimonio sarebbe andato
affondo, perché lei non era quella giusta. Dimmi, quante volte ti
sei appoggiato a lei in tutti quegli anni? L'hai fatta partecipe? Ti
sei fidato di lei? >>
<<
Non mi sembra un buon motivo per lasciarmi... >>
<<
A me sembra più che buono. Lei non aveva nessuno con cui competere,
perciò l'ha compreso tardi. Per tua fortuna invece io sono stata
costretta a capirlo prima. >>
<<
E quindi? >>
<<
E quindi sarai tu a scegliere...io rimarrò sempre un po' innamorata
di te ma so farmi da parte, non ho l'arroganza di trattenerti. >>
Lorence
incrociò le mani sul tavolino del bar dove stavano discutendo, o
meglio dove lei gli parlava e lui cercava di comprendere.
<<
Questa sera esco con Mark. >> Lidia parlò con calma
occhieggiandolo da sotto le cigli ma l'unica risposta che ricevette
fu un grugnito, che fosse di assenso o di diniego non ne aveva idea.
<<
Ormai è quasi un anno che stiamo insieme e penso voglia dirmi un
cosa importante...sarebbe anche ora non trovi, Batman? >> Lei
continuava in maniera piuttosto timida.
<<
Trovo. >>
<<
Stiamo alludendo alla stessa cosa? >>
<<
Alle tue possibili nozze, si credo di si. >> Lorence lo disse
con noncuranza mentre aggiustava quelle sue odiatissime carte che da
vari mesi a quella parte non sembravano mai nella posizione giusta.
<<
No! Ma che sciocchezza! >>
<<
Perché? Io domandai a mia moglie di sposarmi un anno dopo che ci
fidanzammo... >>
<<
Bè, guarda un po' come è finita e per di più Mark non è te! >>
L'uomo
sospirò. << Si, lo avrai rimarcato una decina di volte. Ma se
non era questo, allora cosa deve dirti? >>
La
ragazza puntò gli occhi al cielo spalancando le braccia come per
invocare aiuto. << Forse che mi ama? >>
<<
Di solito viene con la proposta... >>
<<
Perché ci tieni tanto che mi sposi?! >>
Lorence
rise. << Sarebbe anche ora no? >>
Lidia
rimase in silenzio, per la prima volta dopo mesi, non aveva nulla da
dire.
<<
Che c'è? Ho detto qualcosa di sbagliato? >>
<<
No no. E tu e Anna? >>
<<
Che cosa ti ha detto? >>
<<
Che l'hai lasciata... >>
<<
Oltre a ciò non c'è altro da dire. >>
La
ragazza sorrise timida, con apprensione. << E tu stai bene? >>
<<
Sono stanco che me lo chiediate tutti! Lo sai, quando ho divorziato
mio fratello infilava la testa nella mia stanza ripetendo sempre la
stessa cosa. “Davvero è tutto ok?”. >>
<<
Te lo chiedevano perché sei un coglione e un bugiardo e hai la
fisima di soffrire in silenzio! Di sacrificare la tua felicità per
gli altri! >>
L'uomo
scombinò tutte le carte, sbatte le mani sulla scrivania.<< Io
sono masochista, mi piace soffrire! >>
<<
Bene, non mi preoccuperò mai più per te! >>
<<
Brava, pensa alla tua situazione sentimentale che miracolosamente è
arrivata a questo punto! >>
<<
Non sono io che sono divorziata! >>
<<
No certo, perché non hai mai avuto il coraggio di sposarti,
altrimenti sai che ro- >>
Lidia
era in piedi. << Che ti prende oggi?! Taci adesso! Ora uscirò
da quella porta, avrò la mia bella serata e chiuderò la tua
maledetta voce dietro un porticina, zitto! Non esisti, non esisti...
>>
La
ragazza se ne uscì a lunghe falcate ignorando completamente l'altro.