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Autore: Risa Lily Angelie    05/05/2013    5 recensioni
°Verrà revisionata a breve, i promise.°
***
Risa e Otani si sono lasciati.
Ma, dopo un particolare incontro, dopo cinque anni, può accadere di tutto.
Scoppierà di nuovo la scintilla?
***
~Tratto da Prologo - Risa Koizumi.
Piacere, sono Risa Koizumi, ho 25 anni. Lavoro in un'agenzia di moda. Beh, "Lavoro" è un eufemismo; sgobbo tutto il giorno, sono una sorta di tuttofare. E' tutto un: "Porta questo di lì e "sposta questo di là".
Il mio grande sogno era fare la stilista; invece mi ritrovo a fare la sotto-segretaria. Nel senso che mi da gli ordini praticamente chiunque. Forse un giorno riuscirò a realizzare il mio sogno, chissà.
[...]
Dimenticavo; sono single.
***
~Tratto da Prologo - Atsushi Otani.
Sono Atsushi Otani, e ho 25 anni. Sto studiando per diventare un insegnante, ma per guadagnarmi qualche soldo lavoro in una biblioteca, vicino all'università.
[...]
Sono l'amante della mia ragazza alle medie, Mayu Kanzaki.

***
~Koizumi and Otani Centric.~
[Risa/Otani, with... storie contorte.]
{Avvertenze: OOC in vari punti.}
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Atsushi Otani, Risa Koizumi
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lovely Complex: It isn't over. '
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**Risa's pov**

Alle otto, puntuale come un orologio svizzero, ero sotto casa di Nobu, aspettando, inutilmente, che la suddetta ragazza si degnasse di aprirmi la porta. Cosa che non accadde. Quindi, dopo la quinta o sesta volta che suonavo al campanello, nel tentativo di riuscire ad entrare, senza però riuscirci, presi tutto il fiato possibile, ed urlai.
«NOBUKO ISHIHARA, APRI SUBITO QUELLA FOTTUTA PORTA, O GIURO CHE-...»
«Risa!»
Mi voltai, e mi trovai davanti proprio Nobu, seguita da Chiharu e Seiko.
«Maledizione Nobu, avevi detto tu che dovevamo vederci!»
Lei mi ignorò completamente.
«Guarda» disse, invece «Ho incontrato Seiko per strada!»
A quel punto l'interpellata mi fissò un istante coi suoi luccicanti occhi scuri.
«Sempai Koizumi!» pigolò, abbracciandomi e poi donandomi un luminoso sorriso.
Non riuscii a non ricambiare l'abbraccio, nè il sorriso.
«Ad ogni modo» la voce di Nobu mi costrinse a fissarla «Dobbiamo parlare.»
«O-okay.» risposi, perplessa.
La biondina prese le chiavi dalla borsa rosa e aprì il portone e Seiko si lasciò sfuggire un sospiro.
«Sempai... Quanti piani sono?» chiese infatti, titubante.
«Otto.» rispose pratica Nobu, avviandosi per le scale.
«E non c'è un ascensore?» chiese nuovamente Seiko, guardando affranta i gradini.
«No.»
Sorrisi a guardare Seiko, titubante, salire le scale, mugugnando le sue perplessità, del tipo "Ma possibile che in un palazzo così recente non ci siano ascensori?" e via discorrendo.
Tre piani più in su, mi ritrovai ad essere d'accordo con Seiko; i gradini erano tanti, alti, stretti e maledettamente scivolosi. Io non sarei mai potuta vivere in un luogo del genere.
«Eccoci arrivati.» sospirò Nobuko, all'ottavo piano.
«RINGRAZIAMO IL CIELO!» urlai, meritandomi un'occhiata divertita da Seiko e una truce e pericolosa da Nobu.
La ragazza aprì la porta della sua casa, poi ci fece entrare; era una casa piccola. Ma davvero molto piccola. Lì poteva viverci giusto un single, o una coppia molto innamorata.
Nobu e Nakao erano decisamente la seconda.
All'entrata c'era un minuscolo salone, ammesso possa definirsi tale, e all'angolo un angolo cottura. A destra c'era una porta che portava alla camera da letto, e la porta successiva al bagno.
Stop.
La casa di Nobu finiva lì. Mentalmente, considerai che fossero, più o meno, 50 mq.
«Allora.» Nobu si sedette sulla poltroncina in pelle, a mio parere di proprietà di Nakao «Sedetevi.» disse, in barba alle regole di buona educazione.
Obbedienti io, Chiharu e Seiko ci sedemmo su un piccolo divano bianco.
«Siamo qui per parlare di te, Risa.» annunciò, con tono che non ammetteva repliche.
La cosa mi preoccupò: perché mai volevano parlare di me? Cosa dovevano dire su di me che già non si sapesse?
Seiko si agitò nel divanetto.
«Di... Me?» chiesi.
«Si.» Nobuko sospirò impercettibilmente. «Sai, sono passati cinque anni da quando...» si fermò, guardandomi con gli occhi preoccupati.
«Nobu...» lei mi fece segno di restare in silenzio.
«Insomma» continuò «Sono anni che tu...»
«Non voglio parlarne.» la freddai, scuotendomi i capelli sciolti.
«Risa, non puoi continuare a non volerne parlare. Devi affrontare la situazione ed andare avanti.» Quando finì la frase, Nobu stava guardando in basso.
«E perché dovrei?» Domandai acida. «Perché mai dovrei parlarne?»
«Perché» Cercò di spiegarmi Chiharu, poco più che un sussurro «Devi affrontare la situazione»
«L'ho già affrontata andandomene da quella casa cinque anni fa. Mi basta.»
Nessuno riuscì a farmi dire più di questo.


**Otani's pov**

Quando, quella sera, tornai a casa, trovai un biglietto sulla scrivania.
Era un foglio giallo, e riconobbi subito la scrittura veloce e spigolosa della proprietaria.
"Arrivo alle nove, K.", diceva il biglietto.
Feci un sorrisino amaro, e lo accartocciai, per poi lanciarlo a terra.
Guardai l'orologio; erano le otto e mezza.
Tra mezz'ora Lei sarebbe tornata. E io? Davvero volevo io aspettarla? Volevo, di nuovo, finire al letto con lei? E poi rimanerci di merda la mattina dopo, quando mi sveglierò solo?
Era questo quello che volevo dalla mia vita?
"No. Non è quello che voglio."
E furono queste le parole che mi bombardavano la testa, mentre uscivo di corsa da casa, facendo una telefonata. Una telefonata che avrebbe cambiato la mia vita.


**Risa's pov**

L'idea della discoteca fu di Nobu.
"Devi distrarti!", fu il suo commento, prima di trascinarmi a casa mia, seguita da Chiharu e Seiko, per un cambio d'abito.
Quando varcai la soglia della discoteca "Life", indossavo un tubino blu notte - non ho idea di come Nobi abbia fatto a pescarlo nel mio guardaroba -, e le scarpe, ovviamente ballerine ("Già sono alta, non posso mettermi i tacchi!", avevo infatti protestato quando Nobu mi aveva portato delle scarpe tacco 12.) in tinta.
I capelli li avevo lasciati sciolti, in realtà perché ero stata letteralmente trascinata via da casa mia, in quanto dovevamo "Arrivare in disco il prima possibile!" (cit. Seiko).
Appena entrammo, un'ondata di musica, schiamazzi e alcol mi investì.
Chiharu intanto, con espressione terrorizzata, mi si era letteralmente aggrappata al braccio.
Optammo per andare al bar.
«Whisky.» dissi solo, sedendomi su uno sgabello.
Nobu, sedendosi, accennò al fatto di chiamare Nakao - e Suzuki, vista l'ansia di Chiharu - e farli venire. Io mi limitai a stringermi nelle spalle, afferrando il bicchiare di alcolico.
«Fai come vuoi.» dissi solo.
Sarebbe stata una lunga serata.


**Otani's pov**

Chiamai Timoty, un ragazzo americano che avevo conosciuto all'università -solo che lui stava studiando per laurearsi in lingue.
«Me ne sono andato.» dissi solo, appena lui accettò la chiamata. Si prese qualche istante per capire chi fossi, cosa stessi dicendo, di cosa stessi parlando e perché. Poi realizzò.
«Hai fatto bene! Quella ragazza ti teneva come uno schiavo, amico!» esultò poi.
Tim era l'unico che sapesse esattamente quale fosse la mia situazione sentimentale.
«Dobbiamo festeggiare!» mi disse poi. «Due minuti, e sono lì.» e mi attaccò.
Rimasi perplesso a guardare il cellulare, che dopo qualche istante riprese a squillare.
«Scusami, dov'è che sei, tu?» scoppiai a ridere e gli dissi che mi trovavo nei pressi dell'Università.
«Bene, due minuti e sono lì!» Ripetè nuovamente il biondo, attaccandomi, come sua abitudine, il cellulare in faccia.
Ebbene, due minuti dopo, puntualissimo, si materializzò Tim. Alto, biondo e con gli occhi blu. Il contrario di me, in sintesi.
«Hei amico!» mi salutò, dandomi una pacca sulla spalla.
Mi ero sempre chiesto perché mi chiamasse "amico", fin da quando eravamo poco più che conoscenti; ero giunto alla conclusione fosse solo perché americano.
«Amico, oggi si festeggia!»
«Bene.» bofonchiai, nient'affatto convinto.
«Si va in discoteca!» disse, facendomi l'occhiolino.
«Va ben... Eh?!»
«Hai capito amico! Si va in discoteca!»
«Ma perché?» Chiesi, vagamente stupito.
«Conosci modo migliore per rimorchiare?» mi chiese, con un'occhiata maliziosa. Dovevo immaginarmelo, visto il soggetto.
A quanto pare, valutò il mio silenzio come un "va bene".
E una decina di minuti dopo, stavo varcando la soglia del "Life".


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**Angolo di Cali-quella-che-dovrebbe-smetterla**

Hola gente!
Hm. Non ho niente da dire, gnuh çwç
Quindi, risolvo facendo i ringraziamenti :3
Un ringraziamento grande grande e di cuore a DrogataDiApiFrizzole. Cara ragazza mia, quanta pazienza a leggerti le mie schifezzuole in fase di realizzazione. Grazie cara, ti voglio bene :3
 (cuore di Peeta :3)
Un altro sentito ringraziamento va ad _Hikari. Tesshoro caro, io ti adoro! Dal fatto che ti chiami come me al fatto che siamo telepatiche. Uhuh, quanto ti adoro :3 
Ultimo ringraziamento a Viscula; grazie! :3
E, ovviamente, a tutti voi, lettori silenziosi. :)
Un abbraccio. 

Cali :3 
   
 
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