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Autore: Unicorno del Senpai    05/05/2013    1 recensioni
Opera di traduzione fatta col consenso dell'autrice principale.
Si parla della rottura della Auld Alliance, ovvero l'alleanza che univa la Francia e la Scozia, "la plus vieille alliance au monde", come viene definita.
Buona lettura, spero vi piaccia e vi faccia anche appassionare alla coppia come è successo a me, merita davvero!
Genere: Malinconico, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Traduzione | Avvertimenti: Gender Bender
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Breaking The Auld Alliance;
Troisième Chapitre~

“Oggi è il giorno.”

Era passata un’altra settimana e Françoise stava ancora pensando a cosa fare.
Mentre aveva partecipato al meeting ed aveva assicurato a tutti che stava bene, la sua mente era occupata altrove.
Era stato focalizzato su quel giorno, il giorno in cui doveva andare all’incontro con Roderich e scoprire quello che aveva voluto dire con quel messaggio telefonico.

Quando premette play sulla segreteria telefonica, la donna si passò una mano tra i capelli leggermente umidi e si guardò allo specchio.
Divertente, sembrava quasi com’era prima del divorzio.
Se non fosse stato per le sue guance più pallide nessuno avrebbe immaginato che durante le ultime due settimane era stata un disastro.
Che durante le ultime due settimane questa donna era stata china su carte e documenti, norme e libri, cercando solo di mantenere se stessa il più sana possibile.

Che era stata all’inseguimento della felicità.

La voce dell’austriaco risuonò nelle sue orecchie, e lei si sistemò i capelli in uno chignon, la sua firma.
Solo poche ore e poi qualunque conoscenza avesse avuto in serbo per lei l’austriaco sarebbe stata a portata di mano.
Con il cuore che le batteva all’impazzata nel petto, si truccò, ma non troppo.
Giusto un poco per rendersi presentabile.
L’ultima cosa che doveva fare era mettersi addosso qualche vestito, ed una volta che il messaggio finì andò dritta verso il suo armadio.

L’asciugamano cadde a terra e lei indossò un maglione nero ed una gonna rossa.
La francese l’aveva ritenuto abbastanza informale per questo incontro, dopotutto Roderich era una delle poche persone che non faceva caso a quello che indossava.
“Cosa mi manca?”, mormorò fra sé e sé prima di infilarsi un paio di stivali neri ed afferrare le chiavi nella ciotolina, camminando verso la porta.
C’erano tante angolazioni da cui si potevano guardare quei dannati fogli del divorzio, e lei era felice di averle esaurite tutte.

Dopo poco infilò tutte le carte in una valigetta.
“Potrebbe essere importante”, si disse prima di essere finalmente sulla sua strada.
Vista l’importanza delle informazioni che le sarebbero state date, per una volta uscì in anticipo.
Se non aveva a che fare con l’uomo che amava non si sarebbe presa la briga di essere puntuale.
Comunque, era importante che non venisse spostata nella lista nera dell’austriaco e questo significava sacrificare parte del tempo che normalmente passava a deprimersi.

Così, mentre si dirigeva verso il caffè dove avevano deciso di incontrarsi, si sentiva nervosa.
Le sue dita battevano costantemente il tempo sul volante e alla fine accostò accanto al fin troppo familiare caffè.
Sorrise ricordando tutte le volte che era finita proprio in questo bar e per un attimo, solo per un attimo, si lasciò distrarre.

Distratta dai tempi più felici e dai numerosi amanti, insieme a tutte le volte che era andata lì semplicemente per rilassarsi.
Sembrava giusto che uno dei più grandi momenti della sua vita sarebbe accaduto qui, così sorrise mentre entrò nel locale.
“Divertente come Roderich abbia deciso di incontrarci qui”, pensò mentre prendeva posto al tavolo che un tempo condividevano due volte a settimana.

Tuttavia quella tradizione era caduta a pezzi ed ora era raro che si incontrassero lì per trascorrere del tempo insieme come amici.
In quel momento il campanello sulla porta trillò, annunciando l’entrata di qualcuno.
L’uomo familiare entrò e la francese si sentì le farfalle nello stomaco quando si sedette di fronte a lei.
“Guten tag, Françoise.”

“Bonjour, Roddy”, rispose lei, mentre la cameriera lasciò loro due menù.
Lui inarcò un sopracciglio, increspando le labbra sentendo quel soprannome.
Non è mai stato uno dei suoi preferiti, se doveva essere onesto con lei, ma data la situazione unica… per questa volta avrebbe lasciato correre. Solo per lei, però.
“Hai passato troppo tempo con lui.” Disse, cambiando argomento ed iniziando a leggere il menù.

Naturalmente sapeva a quale “lui” si riferiva l’uomo davanti a lei e questo la fece ridere.
Rise per la prima volta in una settimana, una risata che in realtà significava: “Non vedo Gilbert da un po’, cher”, dichiarò mentre un sorriso si faceva strada sui suoi lineamenti delicati come aveva l’abitudine di fare quando venivano nominati i suoi compagni.

“Mh-mh, certo che non l’hai fatto”, annuì appena Roderich, roteando gli occhi verso la donna.
Anche se, doveva ammetterlo, era bello sapere che non aveva perso completamente il suo senso dell’umorismo anche col divorzio in corso.
Era stato lì con lei quando molti dei matrimoni della francese erano finiti, ma raramente l’avevano fatta arrivare a certi estremi.
Non voleva ammetterlo, ma ogni tanto gli era passata per la mente.
Non nel modo in cui era solita farlo, era solo apparsa.

È per questo motivo che ora la stava per aiutare.
Poteva vederlo dalla sua espressione che stava solo scambiando dei convenevoli a questo punto, e per quanto lui volesse passare del tempo con la sua vecchia amica c’era una ragione per cui era lì.
Quando lei rise alla sua risposta la cameriera tornò e prese nota di quello che volevano bere.
Lo avevano preferito invece che mangiare, dato che sarebbe stato un breve incontro.

E con questo, Françoise lo guardò.
I suoi grandi occhi color indaco lo supplicavano di dirle quello che sapeva, tutto questo senza dire una parola.
Un sospiro lasciò le labbra dell’austriaco e bevve il proprio drink.
“Dritti agli affari, allora?”, era stata formulata come una domanda che però non aveva bisogno di nessuna risposta.
Era sufficiente solo quello sguardo sul suo volto.

“Avete firmato con i nomi dei paesi o con i vostri nomi umani?”
La domanda la colse di sorpresa così dovette posare la sua valigetta in grembo e controllare.
Dopo un po’ che rovistava tirò fuori le carte del divorzio, non era sicura di come si sentiva su questo.
“Abbiamo firmato con i nostri nomi di paesi”, rispose lei, guardandolo con la confusione scritta sul suo volto.
“Questo con cosa ha a che fare?”

  
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