falling to pieces.
prologo. 










"Eccoci, siamo arrivati." l'assistente sociale mi aprì la porta di quella che sarebbe dovuta essere la mia nuova stanza.
Non risposi ed entrai. Le pareti erano bianche e spoglie, come il resto dei mobili. C'era un letto con le coperte grigie, un tavolino, un armadio e una vecchia scrivania. Era tutto così triste. Così scolorito. O forse lo era la mia vita.
Sarah chiuse la porta alle mie spalle e se ne andò, lasciandomi sola. Come tutti del resto.
Buttai il borsone sul letto e tirai fuori quei pochi oggetti che mi appartenevano. Sistemai i vestiti nell'armadio e, una volta finito, mi sedetti sul letto cadendo a peso morto. Infilai una mano nel borsone e tastai. Il fruscìo della carta da lettere mi riportò alla realtà dopo essermi incantata a guardare nel vuoto. La tirai fuori. La annusai.
Sapeva di buono.
Sapeva di mamma.
In realtà non sapevo di cosa profumasse mamma.
Presi anche la bellissima cornice con la nostra foto. L'unica nostra foto. Ci ritraeva al parco Yellowstone vicino a un albero. Ricordavo poco di quel giorno.
Io avevo quattro anni. Avevo le trecce e un sorriso a cui mancavano due denti davanti. Lei era bellissima. I suoi lunghi capelli neri erano fasciati da una bandana rossa, il suo corpo avvolto da una salopette di jeans e una maglietta verde. Indossava grossi occhiali da sole.
Conoscevo a memoria quell'immagine. Ci passai un dito sopra. Indicai prima il viso della mamma. Poi il mio sorriso sdentato. Avrei voluto tornare in quella giornata e riviverla per sempre. Volevo essere felice e sorridere come a quattro anni. Toccai anche la cornice. Era un castello di ceramica con tante torri tutte bianche e con i tetti a punta rosa. C'era una bandierina sulla torre più alta, con scritto forever sopra. 
La lettera e la cornice erano le uniche due cose che mi rimanevano di mamma. Non sapevo nient'altro di lei. Non conoscevo il colore dei suoi occhi. Nella foto aveva gli occhiali scuri. Sarah mi aveva detto che io le assomigliavo molto. Forse i miei occhioni marroni li avevo ereditati da mio papà, o forse dalla mamma. Magari mio papà era completamente diverso. Magari era biondo, magro e con gli occhi azzurri piccoli e rotondi, e io da lui avevo preso solamente il carattere. Forse aveva sposato la mamma o forse se n'era andato. Forse era stato lui a scattare quella foto a Yellowstone. Me lo chiedevo sempre.
Non ebbi mai delle risposte.












Ciao a tutti c:
Sono tornata con una nuova ff, stavolta le cose prenderanno una svolta decisiva, più drammatica.
Come avrete capito la protagonista (di cui non ho ancora svelato il nome muahahah), non ha i genitori, vive sotto la protezione di un'assistente sociale e ha vari problemi di autostima.
So che il capitolo é cortissimo, in realtà non é il capitolo vero e proprio ma solo il prologo. Il prossimo sarà il Capitolo 1. c:
Ultima cosa: scusate la schifezza di banner AHAHAHAHA l'ho fatto io, non sono proprio capace ewe, anzi se qualcuno mi può fare un banner mi
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Bene, vi lascio. Aggiornerò presto (spero.)
Giada