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Autore: Fiamma Erin Gaunt    05/05/2013    4 recensioni
Roxanne vuole dimostrare a suo padre di non essere più una bambina. Keira vuole superare suo padre, il leggendario Occhi di falco, e dimostrargli che anche se l’ha abbandonata lei è degna del cognome che porta. Due ragazze dal carattere diverso, una solare e allegra e l’altra fredda e dai modi bruschi, destinate a diventare grandi amiche e a combattere al fianco della ciurma di Cappello di Paglia.
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- Rubber, possibile che tu non te ne sia reso conto? –
- Di cosa? –
- Come di cosa. Del fatto che Roxanne ha una gigantesca cotta per te! –
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- Non farti illusioni, Zoro, tu non mi piaci. –
- Bene, vedi che la cosa è reciproca? -
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nuovo personaggio, Roronoa Zoro, Trafalgar Law, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap 1
















 
Roxanne aveva sempre sognato di arruolarsi su una nave pirata; quella di suo padre non contava, lì veniva trattata come una piccola principessa, non certo come un pirata, e lei non voleva favoritismi. Perciò quella mattina lo aveva affrontato e gli aveva detto chiaramente ciò che desiderava; sorprendentemente, Shanks si era limitato a sorriderle con orgoglio e a rispondere che sperava lo rendesse fiero di lei. Aveva abbandonato la nave, salutando Benn e il resto dell’equipaggio che la guardavano allontanarsi con aria triste sui volti segnati dal tempo, e si era diretta verso la locanda principale di quella piccola cittadina portuale. Lì sicuramente avrebbe trovato una camera da affittare per qualche giorno e magari avrebbe incontrato qualcuno disposto a prenderla nella sua ciurma. Sedette al bancone, ordinando un boccale di idromele e osservando gli avventori del locale. Seduta in disparte stava una ragazza dai capelli neri, gli occhi grigi e l’espressione decisa sul bel volto dai tratti lievemente affilati. La osservò, domandandosi se anche lei fosse alla ricerca di una ciurma su cui arruolarsi.
- Bè, che hai da guardare? – l’aggredì con tono tagliente.
- Nulla, ero solo sovrappensiero. – replicò immediatamente, affrettandosi a distogliere lo sguardo.
Però, che caratterino che aveva.
Un gruppo di marinai, evidentemente ubriachi fradici, la raggiunse al bancone, sedendole accanto e fissandola con uno sguardo che non prometteva niente di buono.
- Ehy, tesoro, cosa ci fa una ragazza carina come te tutta sola? –
Li ignorò, pensando che così facendo se ne sarebbero andati a cercare un’altra ragazza da importunare, ma evidentemente non ne avevano alcuna intenzione.
- Sei sorda, ragazzina? Il mio amico ti ha fatto una domanda. – aggiunse un altro, afferrandole un braccio con forza e costringendola a voltarsi verso di lui. Un luccichio divampò tra lei e il marinaio, che si ritrovò con una spada puntata alla gola.
- Un movimento e sei morto. – sussurrò una voce al contempo roca e sensuale. Con la coda dell’occhio, vide che il suo salvatore non era altro che una ragazza, la stessa che l’aveva aggredita verbalmente.
Gli altri marinai misero mano alle else delle rispettive spade, ma la ragazza scosse la testa.
- Fossi in voi non ci proverei, o il vostro amico perderà la testa. –
Accompagnò le sue parole da una lieve passata di lama, che aprì un piccolo taglio sul collo dell’uomo. Resisi conto di essere in una situazione di stallo, i marinai si ritirarono in buon ordine, attendendo che il loro amico venisse rilasciato, e uscirono dalla locanda tra le risate degli avventori che avevano seguito la scena.
- Ti ringrazio. – mormorò Roxanne, mentre la ragazza rinfoderava la spada.
- Credevo che la figlia di Shanks il Rosso sapesse difendersi da sola. –
- Come fai a sapere chi sono? –
- Ti ho visto sulla Red Force, e poi quei capelli rossi sono molto meglio di qualunque presentazione. - replicò, lasciandola di stucco e voltandole le spalle.
- Aspetta, non so neanche come ti chiami. – la richiamò, desiderosa di ringraziarla come si doveva.
- Keira. –
Un lampo di comprensione passò negli occhi castani della ragazza. Lei aveva già sentito quel nome, ma dove?
Sicuro. Una volta, anni prima, aveva sentito parlare suo padre di una certa Keira, la figlia del suo amico Drakul Mihawk.
- Quella è la figlia di Occhi di falco. – realizzò, rivolta a se stessa.
Terminato il suo Idromele, chiese della proprietaria della locanda, che gli venne indicata come la donna lievemente sovrappeso che stava scendendo le scale in quel momento.
- Signora, vorrei prendere in affitto una camera. –
La donna la scrutò con aria dubbiosa, evidentemente si stava chiedendo se quella ragazzina dall’aria spaesata aveva i soldi per pagare il conto.
- L’affitto costa caro. –
Roxanne le mostrò un sacchetto contenente un centinaio di Berry.
- I soldi non sono un problema. –
La locandiera sembrò rivalutarla all’istante e cominciò a trattarla con la cortesia che riservava ai clienti paganti. Le consegnò una chiave e l’accompagnò nella sua stanza, invitandola a sistemare le sue cose e a chiedere di lei in caso di necessità.
- In effetti avrei una domanda. Quella ragazza dai capelli neri, la spadaccina, alloggia qui? –
- Oh, il cielo ce ne scampi. Quella ragazza è un’attaccabrighe, viene qui solo per mangiare e ogni giorno attacca lite con un cliente diverso. – replicò.
Soddisfatta dalla risposta, le rivolse un cortese cenno di ringraziamento e la congedò.
Si lasciò cadere sul letto e chiuse gli occhi, decisa a godersi un po’ di sano relax. Stare sulla terraferma, per una volta, l’aveva privata di tutte le sue forze.
 Si svegliò il mattino seguente, decisa a fare un giro in porto e a domandare e qualcuno cercasse un nuovo membro per la sua ciurma. Giunta a destinazione, interpellò un paio di marinai che, forse venuti a conoscenza degli avvenimenti del giorno precedente, le risposero in tono scostante e troncarono in fretta la conversazione.
Nel frattempo, dal mercato situato a poche centinaia di metri da dove si trovava, provennero delle urla. Si avvicinò, incuriosita, e vide che si trattava di un mercante che aveva beccato un bambino a rubare dal suo bancone. Il ragazzino doveva avere all’incirca dieci anni, ma era di costituzione così esile che ne dimostrava molti di meno. S’intuiva che doveva patire la fame da diverso tempo.
- Sporco ladruncolo, ora ti insegno io a venire a rubare al mio bancone. – esclamò l’uomo, un tipo dal fisico massiccio e il volto solcato da una cicatrice che andava dalla tempia fino al mento, tirando fuori un gatto a nove code da dietro il bancone e fendendo l’aria con un sibilo minaccioso.
Fece schioccare l’arnese in direzione del bambino, ma le sottili strisce di cuoio non colpirono mai il bersaglio, vennero fermate da un colpo di spada che le tranciò di netto.
Dalla folla si levò un’esclamazione di sorpresa, mentre il mercante fissava infuriato colei che aveva interferito con la sua punizione.
- Questo bambino è un ladro, ragazza, e secondo le nostre leggi posso punirlo a mio piacimento. –
Keira lo scrutò dall’alto in basso, il disprezzo che provava nei suoi confronti si leggeva chiaramente negli occhi grigi.
- Non venirmi a parlare di legge, mercante, quando i prezzi della tua frutta sono poco più che un furto legalizzato. –
Gli gettò dieci Berry, che rimbalzarono sul bancone in legno e rotolarono fino a lui.
- Considera la faccenda sistemata. –
Poi si rivolse al bambino, - Tornatene a casa, marmocchio. –
Detto ciò si fece largo tra la folla, che aveva assistito in silenzio allo scambio di battute, e oltrepassò Roxanne, che le si affiancò e la seguì per un breve tratto di strada.
- Non mi piace essere seguita, figlia di Shanks. –
- Ho un nome, sai. Mi chiamo Roxanne. – replicò piccata.
- La Red Force è partita, perché sei ancora qui? – le chiese allora, indicando il punto in cui fino alla sera precedente era stata attraccata la nave.
- Sono qui perché cerco una ciurma in cui arruolarmi, sono stufa di essere trattata come una bambina. E tu, invece, che ci fai qui? –
- Ho la tua medesima motivazione. – replicò seccamente, ricominciando a camminare e infilandosi in una delle viette laterali.
Capendo che desiderava rimanere sola, Roxanne riprese la sua escursione in giro per la città.
Tornò nuovamente al molo, dove delle voci le annunciarono che era giunta in città nientemeno che la ciurma di Cappello di paglia. Incuriosita, si avvicinò alla loro nave, alzandosi in punta di piedi per vedere meglio.
- Cappello di paglia. Rubber Cappello di paglia, sei tu? – chiese, rivolgendosi ad un ragazzo che doveva avere all’incirca la sua età e che teneva ben calcato sui capelli neri il cappello che un tempo suo padre era solito indossare.
Il ragazzo le rivolse un’occhiata incuriosita.
- Sì, sono io, ci conosciamo? –
- Sono Roxanne, e tu indossi il cappello di mio padre. –
Gli occhi del pirata si riempirono di meraviglia e, con un balzo, atterrò accanto a lei.
- Sei la figlia di Shanks? E dov’è tuo padre? – le chiese, scrutando il porto alla ricerca del volto dell’amico.
- È partito ieri sera. Io sono rimasta qui perché sono alla ricerca di una ciurma in cui arruolarmi. – gli spiegò.
A quelle parole il sorriso di Rubber si allargò ancora di più.
- Se cerchi una ciurma, l’hai trovata. Roxanne, sarò lieto di averti con noi. –
La ragazza rimase stupita dalle sue parole. Ma come, la prendeva con sé così, senza neanche conoscerla?
- In realtà saremo in due a cercare un posto. – aggiunse, dicendosi che in fin dei conti avrebbe fatto bene a mettere una buona parola per Keira.
- E dov’è l’altro? – domandò perplesso, allungando il collo e sfruttando la sua elasticità per vedere meglio.
- L’altra, la incontrerai a pranzo alla locanda. –
- Hai ragione, tutto questo parlare mi ha fatto dimenticare che stavo morendo di fame. Allora, dov’è questa locanda? – esclamò, richiamando il resto della ciurma ed esortandoli a muoversi.
Roxanne venne presentata al resto dell’equipaggio e li condusse nella locanda in cui soggiornava. Erano arrivati a metà pasto e Keira non si era ancora fatta vedere.
- Sei sicura che la tua amica verrà? – le domandò Zoro, evidentemente stufo di aspettare.
- Certo, forse sta discutendo con qualcuno. – assicurò.
- Magnifico, ci mancava solo una piantagrane. – borbottò lo spadaccino.
- Ma Zoro, dovresti essere contento di avere un altro con il tuo stesso carattere nella ciurma. – lo contraddì Rubber, mentre ripuliva il ventesimo piatto d’arrosto.
- Io non sono affatto un piantagrane. – esclamò il ragazzo, guardandolo con aria indignata.
- No, tu sei un marimo buzzurro. – convenne Nami, attirandosi un’occhiataccia.
- Attenta a quello che dici, strega. –
Il campanello della porta annunciò l’ingresso di Keira, che osservò con lieve curiosità i pirati seduti al tavolo della ragazza.
- Eccola, Keira vieni qui. – la invitò Roxanne, sventolando una mano in aria.
La spadaccina si avvicinò, prendendo posto su una delle sedie rimaste libere e piantando gli occhi grigi in quelli neri di Rubber.
- Sei Cappello di paglia. –
- Già, e tu sei? – confermò sorridendo Rubber, porgendole una mano.
- Keira. Keira Mihawk. –
- La figlia di Occhi di falco?! – esclamarono all’unisono i membri della ciurma, mentre il sorriso di Rubber si allargava ancora di più.
- Hai visto, Zoro, anche lei è una spadaccina. –
Il ragazzo la osservò di sottecchi, studiandola con attenzione. Sì, in effetti c’era una certa somiglianza tra i due. Keira ricambiò lo sguardo, senza tradire la minima emozione.
- Allora, perché mi hai fatta venire qui? – chiese, rivolgendosi a Roxanne con tono piatto, come se la curiosità non la stesse mangiando viva.
- Perché ci ho appena trovato una ciurma! –
- D’accordo, quando si salpa? –
Il tono privo di qualsiasi inflessione lasciò stupita la rossa. Ma come, non ce la faceva proprio a mostrare un briciolo di entusiasmo?
- Domani mattina, all’alba, non abbiamo tempo da perdere. – replicò Rubber, che se era perplesso dalla scarsa partecipazione della ragazza non lo dava a vedere.
- Bene, a domani. – decretò, lasciando il tavolo e uscendo dal locale.
- La tua amica è il massimo della simpatia. – commentò sarcasticamente Zoro.
Sanji, al contrario, ne aveva seguito ogni movimento con gli occhi a cuoricino.
- È così bella. – mormorò con fare sognante.
Zoro si battè una mano sulla fronte. Era inutile, quel cuoco da strapazzo smetteva di ragionare ogni volta che vedeva un bel viso e un paio di gambe chilometriche.
 
 
 










Spazio autrice:

È la mia prima fan fiction su One Piece, perciò sono aperta ad ogni sorta di commento, sia positivo che non. Naturalmente spero che il capitolo vi sia piaciuto. Al prossimo.
Baci baci,
               Fiamma Erin Gaunt

  
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