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Autore: Hermione92    24/11/2007    13 recensioni
Piove, e' sera. Tonks torna a casa a piedi, senza ombrello... inciampa tra le braccia di Remus. Dovranno far chiarezza tra i loro sentimenti. Seguiranno il cuore? Fatemi sapere cosa ne pensate, buona lettura a tutti, baci, Hermione92.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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RAIN

-SEI IL MIO SOLE-


La pioggia scendeva lentamente, goccia dopo goccia. Il rumore prodotto dall'acqua era qualcosa di poetico, che sembrava totalmente in linea con il suo stato d'animo. Lei camminava, un piede dopo l'altro. I tacchi a spillo, seppur bassi, ticchettavano sull'asfalto bagnato e schizzavano piccole goccioline. Il rumore dei suoi passi era l'unica cosa che le teneva compagnia, insieme a quella pioggia scrosciante.

Niente ombrello, ovviamente.

Visto che le previsioni di quella mattina davano soleggiato con temperature africane. E lei, in quella via che di li' a poco sarebbe potuta diventare un fiume, di africano non vedeva proprio niente. I capelli bagnati ricadevano pesanti, siccome aveva rinunciato al solo ed unico tentativo di non bagnarli dopo che una macchina, con annesso autista iper-gentile, le aveva schizzato addosso l'acqua di una pozzanghera.

Quella non era decisamente la sua giornata.

Aveva capito subito che sarebbe stato meglio restare a letto a dormire, piuttosto che andare al ministero a lavorare. Ma, purtroppo, il suo senso di responsabilita' le aveva impedito di scaraventare la sveglia contro il muro e di ricominciare a dormire. Si era unicamente limitata a spegnerla e ad alzarsi.

Per cominciare una nuova giornata.

Era riuscita ad inciampare cinque volte solo per arrivare al bagno. Una cosa anormale persino per lei, Ninfadora Tonks. Oltretutto, una volta arrivata al lavoro, si era trovata di fronte ad una spiacevolissima sorpresa: Dolores Umbridge, pronta a criticare ogni suo minimo movimento.

Ed ecco il motivo per cui in quel momento stava camminando sotto la pioggia, la colpa era di quell'odiosa donna, che aveva richiesto una sua momentanea sospensione. E Tonks doveva riflettere, voleva riflettere. Anche se si rendeva perfettamente conto che uscire a fare una passeggiatina piacevole sotto un diluvio... non era stata esattamente una delle sue idee piu' brillanti.

Il freddo pungente oltrepassava la giacca e le penetrava nelle ossa. In quella situazione non sarebbe affatto rimasta sorpresa alla vista di un pinguino in gita tra le strade londinesi.

La donna inciampo' sui suoi piedi e riusci' a malapena a non cadere. Sospiro', era maldestra, lo era sempre stata. Fin da quando era piccola e piena di lividi, che aveva ancora. E quella caratteristica l'aveva fatta sospendere.

Aveva provato piu' volte a combattere contro quella che sembrava la sua battaglia persa a priori, soprattutto da quando conosceva Remus Lupin, il licantropo migliore amico di suo cugino Sirius.

L'uomo di cui si era, inevitabilmente, innamorata.

Non avrebbe dovuto innamorarsi, lo sapeva bene, ma i sentimenti non si comandano. Cosi', per conquistare Remus, aveva cercato di diventare quella che credeva la sua donna ideale. Aveva cominciato a leggere piu' spesso, o, perlomeno, a fingere di leggere tenendo un libro aperto in mano e girando le pagine di tanto in tanto... almeno fiche' lui non le aveva domandato perche' teneva il libro aperto al contrario. Aveva iniziato a controllare di piu' i movimenti, ma non inciampare le era risultato impossibile. Per lui era persino arrivata a far sfoggio delle sue conoscenze in conversazioni culturali.

Ma niente.

Lui la vedeva sempre come la cugina del suo migliore amico.

Ma lei non voleva arrendersi. Quell'amore che le bruciava nell'anima, il calore di cui sentiva di aver bisogno, la sensazione di serenita' che provava solo quando lui era nella stessa stanza, la musica della sua voce. Il suo amore per lui.

Non voleva rinunciare alla possibilita' di essere veramente felice, con lui.

Il suo sorriso, i suoi magnifici occhi espressivi, il suo modo irritante ed ostinato di...

Ninfadora inciampo' nuovamente. Stava per cadere per terra, quando due braccia forti e salde le impedirono di finire sul marciapiede bagnato.

-Cosa...?- comincio' la donna, sorpresa.

-Ninfadora...- la sua voce sembrava sorpresa.

-Non_chiamarmi_Ninfadora!- sibilo' scandendo le parole.

Come sempre.

-E' il tuo nome.- disse aiutandola a ritrovare l'equilibrio -Che ci fai qua?-.

-Potrei farti la stessa domanda...- rispose, sbuffando.

-Avrebbe dovuto esserci un attacco di Mangiarmorte... ma a quanto pare...- sospiro', scuotendo la testa.

-Niente.- alzo' le spalle, calma -Nessun Mangiamorte, te l'assicuro.-.

-Avrei dovuto immaginarlo.- la guardo' negli occhi, e noto', solo in quell'istante, che era bagnata fradicia -Tonks!- l'ammoni', severamente -Non dovresti andare in giro con un ombrello?-.

-No.- scosse la testa, divertita.

Ecco un'altra cosa che adorava di Remus: era sempre preoccupato, per ogni minima cosa.

-Ti prenderai un'influenza.- aggiunse, pacato.

-Probabile...-.

-Vieni, ripariamoci sotto quel balcone.- prese la mano della ragazza, per condurla a riparo. Sentirono un brivido, che partiva direttamente dalle loro mani e si estendeva in tutto il corpo. Arrossirono ed entrambi si trovarono a ringraziare mentalmente il buio. -Almeno qui non piove...- commento' il licantropo, con voce fievole.

-Hai intenzione di rimanere qua fino a quando smette di piovere?- domando' lei, con una punta di speranza nella voce.

-Possiamo sempre materializzarci... anche se...- la sua mente si sforzo' di trovare una ragione per rimanere li' con lei, qualcosa di logico... qualcosa che non sembrasse totalmente stupido, come la semplice voglia di rimanere solo con lei.

-Anche se...?- lo esorto' a proseguire, sperando con tutto il cuore che lui le chiedesse di rimanere li', con lui, soli.

-Anche se puo' passare qualche Babbano e...- ok, doveva ammetterlo: avrebbe potuto benissimo cercare una scusa migliore di quella... ma... per la prima volta in vita sua aveva trovato qualcosa in grado di sconvolgerlo totalmente.

Tonks era imprevedibile.

Era indecifrabile, agiva d'impulso, sempre e comunque e spesso combinava guai a non finire, diciamo pure che lo faceva sempre. Era maldestra, maldestra in un modo che lo faceva sorridere e gli provocava una strana sensazione a livello dello stomaco.

E Remus amava passare le giornate ad immaginarla. Ad immaginare come si sarebbe comportata in una determinata situazione, cos'avrebbe fatto... o cosa stava facendo quando non era li' con lui.

Era innamorato.

Remus Lupin, l'unico Malandrino con la testa sulle spalle, era stato colpito dalla cosa meno logica esistente in questo mondo.

Era stato colpito dall'amore.

Ed era sbagliato.

Anche restare con lei era schifosamente sbagliato: era un licantropo e l'avrebbe fatta soffrire. Quindi era giunto alla conclusione di non poter permettere che lei si legasse a lui, non poteva permettere che lei lo amasse... che lei soffrisse per colpa sua.

Ma le aveva chiesto di restare.

Per passare un po' di tempo con lei, per sapere come sarebbe potuto essere... per ricordarla per sempre. Per ricordarla cosi', esattamente com'era: la sua Ninfadora.

Gli sembrava una cosa schifosamente romantica, che Sirius avrebbe catalogato come stucchevole... ma lui, in Ninfadora, non vedeva difetti. Quelle erano solo le cose che la rendevano speciale, che la rendevano il suo sole... che ammirava da lontano.

-Gia'.- concordo' Tonks, senza riuscire a nascondere il suo entusiasmo -Non possiamo.- e gli sorrise.

-Non possiamo.- sorrise a sua volta, come faceva sempre. Ma questa volta era diverso: questa volta il suo sorriso arrivava dal cuore, gli sorridevano anche gli occhi... e gli si era illuminato il viso.

-Sono stata sospesa...- mormoro' la donna, dopo qualche istante di silenzio -La Umbridge ritiene che sono troppo “maldestra e imbranata, un Ippogrifo che fa shopping in un negozio di sfere di cristallo” - disse, sbuffando amaramente.

-Quella donna...- sibilo' Lupin, a denti stretti. Tonks gli sorrise, grata.

Rimasero in silenzio, le gocce di pioggia che cadevano piano sembrava attutire il rumore dei loro cuori che battevano all'impazzata.

Pioggia incessante, pensieri sconnessi.

Sentivano i battiti del cuore rimbombare nelle orecchie, come non era successo. Non riuscivano a pensare lucidamente, ma solo a quanto erano fortunati ad avere l'altro accanto. Quelle parole che avrebbero tanto voluto pronunciare, ma che avrebbero complicato le cose.

E quella situazione, cosi' sbagliata.

Ma ormai erano dentro a quella giostra dell'amore. Non sarebbero piu' potuti scendere, e se ne rendevano conto.

-Dora...- inzio' Lupin.

-Remus...- fece lei, nello stesso istante.

Dora... quelle quattro lettere risuonarono dolcemente nella sua mente.

-Scusa...- dissero entrabi, in coro -Prima tu...-.

Si sorrisero timidamente, arrossendo. E un groppo si formo' nelle loro gole. La loro sicurezza era vacillata e scomparsa.

Erano adulti e vaccinati, dannazione!

Ma gli sembrava di essere tornati alla loro prima ed innocente cotta.

Solo che era amore.

Vero amore.

Rimasero in silenzio, avendo perso quel coraggio che li aveva spinti a cominciare a parlare. Si rendevano perfettamente conto di essere ridicoli, di essere infantili... molti avrebbero riso di loro, primo tra tutti Sirius. Ma sapevano anche che l'altro non l'avrebbe mai fatto.

Era cosi'. Tra loro esisteva una complicita' impercettibile.

Impercettibile, certo. Ma c'era.

Sembravano indifferenti, ma le occhiate che credevano di immaginare... erano vere.

Si amavano, ma non avevano ancora capito di essere ricambiati.

Remus aveva paura di rovinare l'equilibrio che aveva faticosamente creato, aveva paura che la facciata di “amico del cugino” sparisse per lasciare quella del “pazzamente innamorato”.

Tonks aveva paura di essere rifiutata. Di essere giudicata unicamente per la sua sbadataggine, per il suo essere imbranata. E temeva che lui non l'avrebbe mai vista per quello che era veramente.

Pioveva ancora.

Loro erano l'uno accanto all'altra, con la schiena appoggiata ad un muro ed un balcone a qualche metro dalla testa.

Erano al riparo, ma si sentivano vulnerabili.

-Tutto questo e' cosi' maledettamente sbagliato...- mormoro' Lupin, tenendosi la testa tra le mani e sospirando amaramente.

-Cosa...?- bisbiglio' ed il suo cuore manco' di un battito.

-Tutto questo... Ninfadora io...-.

-Non...- comincio', ma non riusci' a finire la frase.

-Non puo' succedere una cosa del genere.- disse lui, guardandola negli occhi.

Vide la sua espressione triste, i suoi occhi che minacciavano di iniziare a piangere.

E si senti' uno schifo.

Non voleva innamorarsi, ma l'aveva fatto.

Non voleva farla soffrire, ma l'aveva fatto.

Non voleva che lei provasse pena per lui, ma probabilmente era successo.

-Sono un licantropo, sono vecchio... sono povero. Tu...-.

-Non m'importa.- mormoro', sorridendo debolmente.

-Si' invece. Tu meriti di meglio.-.

Quella frase le riempi' il cuore di una strana gioia: era preoccupato per lei, teneva a lei... voleva vederla felice.

Avevano capito che il loro amore era ricambiato in meno di un secondo.

-Non voglio di meglio.- ribette' lei -Non lo capisci?-.

-No, non lo capisco.- scosse la testa -In questi ultimi giorni ti ho vista cambiare. Eri sempre con la testa tra le nuvole: cercavi di leggere un libro al contrario!- si passo' una mano tra i capelli -Non eri piu' tu. E quando Sirius mi ha detto...-.

-Sirius?- sgrano' gli occhi -Cos'ha detto Sirius?-.

-Che il tuo cambiamento era per colpa mia.- rispose -Io mi sono sentito terribilmente in colpa. Tu non eri piu' tu. Non eri piu' la mia Ninfadora...- Tonks non protesto' al suono del suo nome -Non eri piu' la mia Dora. La donna di cui...-.

-La donna di cui...?- trattenne il fiato.

-La donna di cui mi sono innamorato.- rispose -Tutto questo e' sbagliato e...-.

Tonks fece un passo avanti e, nel tentativo di raggiungerlo, gli cadde tra le braccia.

-Stai attenta...- le sussurro' dolcemente in un orecchio.

-Ecco io...- si rialzo' in piedi e lo guardo' negli occhi.

-E' sbagliato.- ripete' lui, con convinzione.

-Cosa? Che anch'io mi sia innamorata di te?-.

I loro respiri erano irregolari, i cuori battevano all'unisono.

Avevano avuto la conferma di quello che avevano capito: si amavano.

-Tu non puoi amare uno come me...- disse Remus, scuotendo la testa.

-Tu non puoi amare una come me...- disse Tonks, alzando le spalle.

-Sono... sono qualcuno che non e' degno di ricevere amore...-.

-Remus...- gli accarezzo' dolcemente una guancia, prima di ritrarre la mano con uno scatto ed aggiungere: -Tutti sono degni di ricevere amore. Tu piu' di tutti.-.

-Ti faccio pena, vero?- chiese.

Aveva paura.

-No.- rispose -Perche'?- domando' ingenuamente.

-Per quello che sono.-.

-Io in te vedo un uomo dolce e gentile. Intelligente e molto paziente... vedo un uomo che non ha paura di andare avanti, che sa trovare il coraggio per affrontare le situazioni piu' difficili.- sospiro' ed abbasso' lo sguardo -Vedo qualcuno che ha lavorato sodo per far cambiare le opinioni degli altri, qualcuno che non ha paura di mostrarsi per quello che e'...- torno' a guardarlo negli occhi ed arrossi' -Sei educato, sei quel genere di persona che tutti dovrebbero incontrare almeno una volta nella vita, che lascia il segno. Sei l'uomo di cui io sono perdutamente innamorata.- una lacrima scese lungo la sua guancia -Niente e' sbagliato in tutto questo.-.

-Ti faro' soffrire...- riusci' a mormorare, mentre la sua mente cercava di elaborare le parole che gli avevano riscaldato il cuore.

-Non capisci che in questo modo mi stai facendo soffrire ancora di piu'?- domando', sconvolta, cominciando a respirare affannosamente.

Aveva smesso di piovere.

Ma loro non si erano mossi.

-Ha smesso...- sussurro' Tonks, con voce triste.

-Gia'.- concordo', sospirando.

-Torno a Grimmauld...- pronuncio' queste parole con rabbia e rassegnazione.

Fece un paio di passi ed una goccia le cadde sul naso.

Proveniva dal balcone. Da quel balcone.

Un'altra goccia le scese lungo una guancia.

Questa volta era una lacrima.

A remus venne in mente la Sua Ninfadora. Con i capelli che cambiavano colore, con gli oggetti che non riuscivano a stare tra le sue mani per troppo tempo. Il suo sorriso, la sua risata, la sua gioia.

Tutto di lei era perfetto.

Tutto.

Anche le cose che normalmente vengono classificate come “difetti”.

L'amava.

E non voleva perderla.

-Non andartene.- era solo un sussurro, ma basto' per farla fermare -Non voglio che tu te ne vada.- ora la sua voce era piu' alta, era quella di sempre.

Remus le si avvicino' e le prese la mano.

La ricondusse sotto il balcone.

-Stai ancora qui... ancora qui con me...- sussurro'.

-Ha smesso di piovere.- gli fece notare.

Ma sapeva di star mentendo.

Dentro di lei pioveva.

Gocce invisibili, e tanto tanto dolore.

-Ma ricomincera' non appena te ne andrai...- mormoro' affranto.

-Non... non capisco...- disse confusa.

-Ninfadora...- pronuncio' con voce roca, avvicinandosi al suo orecchio.

Lei non oso' ribattere.

-Dora...- si corresse, mentre le sue labbra le sfioravano il lobo -Sei il mio sole.-.

La guardo' negli occhi, prima di avvicinare le loro labbra.

E baciarla.

Come aveva fatto tante volte nei suoi sogni, come desiderava da tempo.

La stava baciando.

Ed era molto meglio di come aveva immaginato.

Lei rimase immobile, era sorpresa. Non se l'aspettava: non da Remus.

Poi ricambio' il bacio.

-Non.. non te ne andare...- ripete', stringendola maggiormente.

-Non me ne vado.- mormoro', senza fiato.

Si sorrisero, senza imbarazzo.

Si baciarono ancora.

Baci dal sapore dolce, baci che non avrebbero mai dimenticato. Che sarebbero presto diventati necessari quanto l'ossigeno.

Si baciavano.

E quella giornata, inziata cosi' male... non sarebbe potuta finire meglio.






Note dell'autrice: questa e' la mia prima shot sulla coppia Remus/Ninfadora. Ho fatto del mio meglio e spero che vi sia piaciuta. Fatemi sapere se vi piace, se avete dei suggerimenti o delle critiche costruttive. Commentate, bacioni, Hermione92.

  
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