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Autore: _RockEver_    05/05/2013    2 recensioni
-Sai, ieri ti ho vista con un bambino al parco. Ti ha chiamata mamma. Tu sei..cioè lui è davvero tuo figlio?-
disse Bill cercando di guardare negli occhi Lucy,che repentinamente abbassò lo sguardo.
-Si, Thomas è mio figlio-.
C'era qualcosa di strano nei suoi occhi. Erano limpidi,quasi quelli di una bambina,ma erano impenetrabili,non lasciavano trasparire alcuna emozione se non assoluta diffidenza.
Lucy si avvicinò al tavolino di un bar e lasciò cadere lo zaino per terra.
-Però se non ti dispiace preferirei non parlartene-.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lucy si rotolò tra le lenzuola accoccolandosi al petto del ragazzo che accanto a lei cercava di riprendere fiato. Bill intrecciò le gambe alle sue e la strinse in un abbraccio, le spostò alcune ciocche di capelli che le si erano appiccicati al viso e le sorrise. 
Rimaserò abbracciati così per qualche minuto, nel totale silenzio della camera dove poco prima si erano amati. 
La ragazza era intenta a tracciare dei ghirigori sul petto del moro che intanto la fissava, perdendosi negli sconfinati meandri della sua mente, pensando troppo e, per qualche secondo, non pensando affatto.
  -Sono contenta che ora sia tutto come prima- sussurrò lei, prendendo ora a baciare la pelle di Bill. 
Lui sbattè le palpebre un paio di volte per connettere ciò che gli era appena stato detto. Prese il viso si Lucy, intenta a baciarlo in lungo e in largo, e lo portò all'altezza del suo. Di tutta risposta si scambiarono un lungo e tenero bacio.
Erano passate un paio di settimane da quando Bill aveva avuto quello spiacevole incontro con Ivan, o meglio, Nathan. Da allora aveva definitivamente deciso di ascoltare il suo  cuore, il che gli sembrava la strada più ragionevole e sensata, e di recludere in un remoto anfratto della sua mente tutto l'episodio. Aveva smesso si comportarsi in modo distaccato con Lucy, anzi, sembrava darle ancora più attenzioni. E questo sembrava farle molto piacere. Lucy aveva semplicemente ignorato l'accaduto, dopotutto non capiva come potesse essere lei la causa del comportamento del ragazzo. Così la vita tra i due era ricominciata tranquilla come prima, senza pensieri e preoccupazioni, più o meno.
  -Anche io ne sono felice...- disse Bill accarezzandole la schiena facendola rabbrividire -Stavo pensando...-
  -Tu pensi troppo- lo zittì lei con una vena di malizia nella voce, ricominciando a baciargli sensualmente il collo.
Bill sollevò gli occhi al cielo boccheggiando e la lasciò fare, dimenticando completamente ciò che stava per dire. Chiuse gli occhi, mentre il suo corpo emetteva centinaia di brividi dovunque la ragazza mettesse le mani. Lucy gli portò la mano sul collo, scendendo poi sul petto, sulla pancia, sempre più in basso. 
Il ragazzo già pregustava il momento in cui sarebbe arrivata nel punto da lui desiderato. Ma il suo momento di ecstasy fu interrotto dallo squillo del suo cellulare. 
Lucy si fermò e fissò prima Bill, poi il cellulare sul comodino. Lui invece riaprì gli occhi, limitandosi a fissare il soffitto con occhi rabbiosi. 
  -Non rispondi?- 
  -No, non c'è bisogno- rispose sbrigativo.
  -Dai, rispondi, potrebbe essere importante- concluse sollevandosi da lui e sedendosi paziente dall'altra parte del letto.
Bill sbuffò rassegnato, tanto ormai il momento era irrimediabilmente rovinato. Si sporse per prendere il cellulare e lesse il nome.
"Giuro che ti odio"
  -Che diavolo vuoi Tom?!- 
  - Wo ho! Qualcuno è irritato. Lo sono anch'io. Ho interrotto qualcosa, fratellino?-
Bill stava per esplodere: -Sì, Tom- avrebbe desiderato poterlo picchiare -Cosa c'è?- aggiunse.
  -Sei in ritardo. Io e i ragazzi ti stiamo aspettando. Sei ancora a casa?-
Tom arrabbiato. Prove con la band. Bill ancora a casa.
Riuscì a elaborare il tutto.
  -Me n'ero dimenticato! Tra mezz'ora sono dei vostri-
  -Mmh... Vedi di sbrigarti! Salutami Lucy, so che è lì con te-
Bill imbarazzato chiuse immediatamente la chiamata.
  -Tutto OK?-
  -No, ho le prove con la band e me n'ero dimenticato-
  -Come sempre- disse la ragazza ottenendo uno sguardo truce dal ragazzo.
  -Ehi!- rispose il moro facendo per alzarsi, quando la ragazza lo abbracciò da dietro. Lui le concesse un ultimo bacio, dopodiché si diresse in bagno.
Lucy si ridistese per un po', prima di prepararsi anche lei a lasciare la camera di Bill.
 
 
 
                                                                                         ***
 
 
 
Lucy aprì la porta di casa senza far rumore ed entrò buttando la tracolla sul pavimento.
Sentì la voce di suo padre provenire dalla cucina. Sembrava alquanto arrabbiato...
  -Voi mi avevate detto che sarebbe stato a luglio! Non domani sera! Devo preparare le valigie e... No! OK ma avreste potuto avvisarmi prima!... D'accordo... Va bene, partirò domani.... Buona serata a voi- disse Warren poggiando innervosito il cordless sul tavolo, su una miriade di scartoffie.
La ragazza gli si avvicinò, quasi inciampando su Thomas che giocava ai piedi del tavolo. 
  -Papà che succede?- chiese prendendo il piccolo in braccio.
  -Amsterdam- disse seccato l'uomo.
  -Amsterdam è in Olanda, e allora?- 
  -Domani devo partire per una settimana. E mi hanno avvisato all'ultimo minuto! E non posso rifiutare-
  -Non vedo dove sia il problema, sei veloce a fare i bagagli. E mi sembra ovvio che non puoi rifiutare, sei uno dei pezzi grossi della compagnia- osservò la ragazza.
  -Lo so, lo so. Ma non mi va di lasciarvi qui da soli- sbuffò Warren.
  -Se è per quello non preoccuparti! Io e Capitan Smith sappiamo cavarcela da soli, vero tesoro?- chiese al bambino che si mise a ridere divertito.
L'uomo sorrise rassicurato e li abbracciò: -Vi voglio bene... Io vado a preparare le mie cose-
  -Ok, io e Tommy prepareremo la cena!- esclamò la ragazza mettendo giù il bambino e avvicinandosi ai fornelli.
  -Cosa vuoi mangiare?- chiese aprendo il frigo.
Il bambino la fissò portando un dito sulle labbra: -Mmh... La patta al pomodoro!-
 
 
 
                                                                                        ***
 
 
 
Contemporaneamente, nella parte opposta della città accanto a una fabbrica di scarpe abbandonata, mentre Lucy stava cucinando allegramente con suo figlio e Bill era preso dalle prove con la sua band, due ragazzi erano arrivati all'appuntamento fissato settimane prima. Arrivarono da parti opposte proprio lì, su quel cumulo di macerie, e si scambiarono uno sguardo d'intesa.
  -Dov'è?- chiese il primo, un ragazzo abbastanza a robusto, con un cappellino nero in testa e una grossa catena d'oro al collo.
  -Dovrebbe essere qui a momenti- rispose l'altro, molto più magro, alto e attraente del primo, che indossava dei jeans a vita bassissima e una giacca di pelle nera.
Pochi minuti dopo una BMW nera parcheggiò accanto a loro e ne uscì la persona che stavano aspettando. Si avvicinò  e porse loro una busta con qualcosa di evidente spessore al suo interno.
  -Sono cinquecento... A testa- disse.
  -Qual'è il piano?-
Il biondo uscito dalla preziosa auto disse nei minimi dettagli ciò che avrebbero dovuto fare i due ragazzi per quella cifra. 
  -Ecco il numero- concluse porgendo a uno di loro un foglietto spiegazzato.
  -Amico, solo una domanda. Perchè tutto ciò? Cos'hai contro quella ragazza?- domandò il ragazzo alto.
  -Quella cifra include sia il vostro silenzio che l'assenza di domande. Chiaro? Deve essere fatto tutto entro domani, e vedete di non sbagliare- disse guardandoli minacciosamente. 
I due deglutirono e annuirono spaventati. 
Il biondo salì sulla sua auto e mise in moto, allontanandosi da quel posto.
  
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