Ad esserne sincero, Ezio non se lo sarebbe mai aspettato.
Mai in gioventù avrebbe potuto immaginare quanto, solo pochi anni più tardi, la sua vita sarebbe potuta essere assorbita dal suo lavoro.
Lavoro. Al solo pensiero di chiamare così la sua 'occupazione', una risata preme contro le sue labbra per nascere bassa e cupa, ma no Ezio, no, non è certo il momento per ridere questo.
Nessuna distrazione, perché il mondo che ti circonda non ti concede il lusso di averne.
Gli occhi guizzano da una parte all'altra della cappa che ti protegge, confinando la tua vista. Guizzano proprio come frecce, perché in ciò che vedi si cela un pericolo ad ogni angolo.
E se tutto ciò il resto del mondo lo etichetterebbe come una classica, serena giornata di mercato, per te no, è tutt'altro.
È un pericolo la mano lesta del mercante -cosa cela sotto la sua merce? È un inganno la risata di un bambino -quale messaggio potrebbe portare, insieme alla sua corsa? Senti il freddo della lama di quella guardia lontana, fin troppo perchè possa solo notarti fra tutta questa folla.
È tutto un pericolo.
Ogni. Singolo. Sguardo.
Tutto.
Tranne lui, forse. Lui, con la mano che ti si posa gentile sulla spalla, ad indicare quel particolare dai colori così vivaci che, nel tuo frenetico guizzare non hai nemmeno notato.
Con la voce bassa ma frenetica, a dipingerti nella mente un mondo senza sguardi e inganni e sospetti, solo colori impregnati nell'aria e nelle risate.
C'era lui, a strapparlo dal suo mondo.
A renderlo meno Assassino e più Ezio.