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Autore: Eternity_in_love    05/05/2013    3 recensioni
Niall ed Enni, Enni e Niall. Un amore devastato dalla distanza tra loro. Lui che è in tour e lei che è a casa, a piangere sulle sue canzoni. Niall allora, per alleviare la distanza, le scriverà una lettera..
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-You make me happy-

Enni è sul letto della sua camera, con le cuffie nelle orecchie, e fissa il soffitto. Ascolta una canzone che gli fa ricordare di lui, lui che le manca davvero.   Alcune lacrime le bagnano le guance. Non fa altro che pensare a lui. Lui che secondo lei è ancora un sogno.  Si alza dal letto ed esce dalla sua stanza, ritrovandosi nella cucina. Sul bancone di marmo vi sono una decina di lettere, le controlla. Non lo fa mai, le bollette sono l’ultima cosa di cui vuole preoccuparsi. Si morde una pellicina vicina all’unghia del pollice e le smista piano. Si sente come un postino adesso e sorride. Con fare distratto di passa e ripassa quelle dieci buste tra le mani fin quando non ne vede una diversa. E’ azzurrina, e sopra c’è scritto a caratteri cubitali “Per Enni”. Sale di nuovo in camera sua e legge. si siede sul letto. Apre la busta e ne estrae due o tre fogli. La scrittura è disordinata, ma comprensibile. La adora. Solo ora si accorge che sono più di tre fogli. –Niall ha sempre tanto da dire- pensa Enni.
Cara Enni,
Sei sorpresa? Mi sono sorpreso di me stesso, in realtà. In diciannove anni non ho mai scritto una lettera d’amore. Ma per te, oh... meglio non dire cosa sarei disposto a fare.
Mi manchi, e ti penso sempre, e forse è questo ciò che mi ha spinto a scriverti. Sai, ieri sera siamo partiti in aereo e avendo più di tre ore di viaggio da fare, ho deciso di scriverti, di mettere su carta ciò che provo per te. E mentre cercavo di scrivere, mi sono tornate alla mente tutte le cose che abbiamo fatto insieme, partendo dal primo incontro. Ti ricordi? Io ricordo benissimo la prima volta che ci vedemmo.
Era il tre di ottobre. Noi eravamo appena arrivati a Milano, la tua città. Entrammo in una gelateria che profumava di cornetto, lo dicesti tu stessa alla tua amica inglese. Dicesti anche che quello era il gelato più buono di tutti. Prendesti un cono gelato enorme! Panna cotta, nutella, panna e caramello. Ti guardai. Così magra, le gambe lunghe  e sottili.
Gli shorts in jeans a vita alta che fanno molto anni ‘80 ma che indosso a te stavano uno schianto, le calze trasparenti e una t-shirt larga e grigia con un cardigan nero, ai piedi le vans, uguali alle mie. All’inizio pensai “ma non ha freddo?”. Ma il fatto di avere freddo solo se fuori nevica è una delle tue tante stranezze. Mi facesti subito effetto. Poi ridesti, e fidati, il mio cuore fece una capriola. “Cosa ne può sapere un ragazzo di diociotto anni dell’amore? “ Mi chiesi lì per lì. Ma l’amore non ha età, giusto? Soprattutto se tu avevi sedici ed io diciotto anni...  Ti vidi uscire dalla gelateria e i ragazzi dovettero richiamarmi sul pianeta terra perché io ormai ero andato. Due ore dopo non potresti mai capire la gioa che ho provato quando ti ho rivista lì, davanti a me. Il nostro cd in mano mentre con alcune ragazze davanti a te canticchiavi What Makes You Beautiful. Ecco, quella è la tua canzone. Te la dedico tutta. Dalla prima nota di chitarra all’ultimo suono registrato.  Eri rossa in viso, timida a parer mio a pronunciare le prime parole in inglese perfetto, un inglese di cui sei ancora insicura. Poi arrivasti a me, con il cd in mano che mi porgesti. Quando rialzai il capo notai che alcune lacrime ti rigavano il viso. Ti chiesi perché piangevi. Tu rispondesti tra le lacrime: solo adesso ho capito, che io non vivo se tu te ne vai.” Ti abbracciai forte, non mi importava se dietro c’erano altre duemila ragazze, tu eri lì, e non ti avrei lasciata.
Due settimane dopo ti mandai un biglietto aereo per venire a Londra. Ricordo ancora le lunghissime chiacchierate a telefono, di te che raccontavi, con il tono di un eroe che racconta delle sue avventure, come avevi convinto tua madre. Ridemmo talmente tanto che alla fine avevo lo stomaco a pezzi come quando faccio cento addominali. Ricordi quando arrivasti a Londra? Uscisti dal gate con Paul. Mentre venivate verso la macchina tu guardavi Paul, più alto di te di dieci centimetri e sorridevi. Entrasti in macchina e appena mi vedesti seduto sul sedile vicino al tuo, sorridesti e mi abbracciasti forte.
Tornasti a casa tua una settimana dopo. Ti ricordi quante figuracce abbiamo fatto? Con “i tizi dal cappello da  puzzola” come li chiamavi tu, ossia le guardie del palazzo reale. Dicesti ad uno di loro: “Ma dici che se una puzzola ti vede ha l’istinto di accoppiarsi?” . Scoppiai a ridere. E da Starbuks? Ne vogliamo parlare? Il tuo frullato gigante, il muffin al cioccolato più calorico della terra…  Mi hai sempre fatto ridere, e forse è questa la cosa che mi ha fatto innamorare di te. Mi hai fatto ridere con le cose più futili, mi hai fatto piangere guardando “ Titanic” solo perché tu piangevi. E mi hai fatto diventare geloso, ma solo perché ho troppa paura di perderti.
Ti amo perché nonostante tu sia una directioner mi hai sempre trattato come un ragazzo normale, non come il tuo idolo, anche se, detto tra noi, ai nostri primi baci tremavi. Amo i tuoi baci. Hai le labbra così morbide. Ti amo, perché sei.. tu. Nonostante la tua stranezza. Si, sei strana amore. Sei strana quando in pieno inverno giri per casa in mutande. Perché non metti i calzini. Perché se mangi gli orsetti gommosi impazzisci. Perché non hai mai freddo, a me no che non ci sia la neve. Perché ti piace il gelato alla fragola. Perché hai i capelli marroni ma con le punte blu. Perché non so come, ma odori sempre di cocco. Dai capelli alle dita dei piedi profumi di cocco. Anche se la mattina dopo aver fatto l’amore non ti sei ancora lavata, profumi di cocco. Eh, si. Sono ossessionato del tuo profumo. Ti amo. Ecco il succo di tutto ciò, e forse non è mai stato più sincero.
E’ sincero, perché ti amo più di quanto ami il cibo di Nando’s. Hai riso? Si che hai riso. Tu ridi sempre. Come quella volta in spiaggia… cioè, in realtà stavamo andando in spiaggia con i ragazzi. Ti ricordi perché? Eravamo sul divano ed era domenica mattina, tu volevi fare qualcosa, ma chi sa per quale strano motivo, rimanere a casa non ti attraeva… poi abbiamo scoperto che eri in “quei giorni” e quindi abbiamo deciso di sopravvivere portandoti in spiaggia. E quando arrivammo tutti ti chiedemmo perché la spiaggia. E tu rispondesti con un sorriso innocente: “ volevo provare l’ebbrezza di cantare What Makes You Beautiful in spiaggia”. E noi cinque ci guardammo in faccia ancora incapaci di aver davvero fatto un viaggio di tre ore solo per farti cantare una canzone. Beh, se volessi scrivere tutto ciò che abbiamo fatto dall’inizio alla fine i fogli non finirebbero mai, perché spero che NOI non finisca mai, quindi, visto che tutti mi stanno iniziando a chiedere cosa sto facendo concluderò con una semplice parola. Grazie. Sul serio amore mio, grazie di tutto. Del sostegno, delle lacrime, dei sorrisi e delle risate. Grazie per essere rimasta anche se il cielo era grigio e pioveva. Grazie per le tue battute pungenti, per il sarcasmo durante le litigate. Grazie anche per le litigate. A volte ci volevano (anche se ancora non capisco come fanno a non piacerti i Beatles). Grazie per essermi vicina, nonostante il tour e gli impegni legati a questo lavoro. Grazie per la comprensione, che non è cosa da sottovalutare. Grazie per aver retto alla distanza, alle critiche, alle minacce di morte (voi fan siete esagerate), agli scherzi che ci siamo fatti tra di noi nella band e di cui sei stata partecipe, e alle puzze, sia quella dei piedi di Louis che a quelle delle mie puzzette. Grazie per essere come sei. Per aver preferito i pantaloncini alla gonna, per preferire le vans alle ballerine, per aver scelto di venire all’incontro quel tre ottobre 2011 e ringrazia tua madre per averti fatto uscire nonostante tu stessi in punizione. Grazie per avermi reso migliore, e Grazie anche se non so più per cosa. Mi fai felice.  E questo è tutto ciò di cui ho bisogno. .a parte te.. Ancora grazie, Enni, per essere rimasta.
 Perché solo adesso ho capito, che io non vivo se tu te ne vai.
ti amo.
Niall”

Enni ha solo diciassette anni, in fondo, e adesso sta piangendo a dismisura. Come una bambina. Da uno sguardo al cellulare che squilla per la terza volta.
-Pronto?-dice tra le lacrime
-Amore mio, perché piangi?- chiede Niall
-Ho appena letto la tua lettera-dice
-owh…-dice lui.. Enni sapeva che adesso il biondino era imbarazzato
-Ti amo anche io lo sai?-dice lei
-io ti amo, di più-dice
-vorrei baciarti adesso-dice Enni piangendo.
La distanza tra loro era allucinante. Da due mesi ormai lui vagava per il mondo, con i suoi migliori amici per lavoro, e lei rimaneva lì, a casa. Si rigirava i suoi cd tra le mani come se fossero tesori custoditi più che gelosamente. Ogni tanto, poi, stringeva tra le mani l’unica cosa che gli era rimasta di lui. Una maglietta che le aveva prestato una sera che dormì da lui e che lei non ha mai più restituito. Una maglietta bianca e larga che custodisce il profumo di Niall. Quello che Enni ama tanto. Tanto da star male. Ricorda una sera, a casa di lui, entrò in bagno per una doccia, e curiosando trovò il suo profumo, lo odorò e capì che tutto ciò che stava vivendo era incredibilmente reale, e che niente avrebbe potuto portarglielo via. Perché quello… quello era qualcosa di solo loro. Come le parole dolci dette di notte sotto le coperte, come gli abbracci per tenersi caldi, come le risate che ti fanno venire mal di pancia, quelle che per trattenere ti fanno fare facce buffe, facce che mostreresti solo al tuo migliore amico. Perché in fondo, lo sapeva. Lo aveva sempre saputo che prima o poi lui sarebbe  ripartito per un altro mondo, in quello reale. Ma la sua sofferenza non era una favola, era reale. Come i baci, le carezze e le lacrime. Come tutto ciò che sapeva di loro.
-Piccola, non piangere ti prego-dice Niall
-Mi manchi-dice Enni tremando con la voce- e forse sembrerò una bambina di diciassette anni, ma.. non è un manchi superficiale. Mi mancano i tuoi abbracci e i tuoi baci, le tue carezze e le tue risate sceme. Mi manca te che mi stringi forte la mano quando ho paura, come quella volta al parco giochi. Mi manca sentirti strimpellare la chitarra alle due di notte perché non riesci a dormire e mi manca il sapore delle tue labbra sulle mie a prima mattina. Mi manca il fatto di non sentire l’imbarazzo a camminare per strada, di sorridere, e di sentirmi felice. Mi manchi tu, Niall.- dice tutto d’un fiato mentre i singhiozzi le si spezzano in gola.
Niall è rimasto in silenzio, forse perché incapace di parlare. Forse perché adesso sente gli occhi azzurri pizzicargli, mentre un liquido senza odore né colore gli scivola sulle guance. Non si mostrerà debole. Lei ha bisogno di un uomo. Uno vero. Uno che non piange.Lei aveva paura e voleva solo un abbraccio senza sentirsi dire che era stupida, lui la guardava come se lei fosse da proteggere, come se fosse fragile, troppo, così tanto che avrebbe potuto distruggersi in un secondo e andava stretta forte.
Voleva essere questo per lei, nient’altro che questo.
-Mi manchi anche tu. Vorrei stare a parlare con te tutta la notte, ma devo andare. Ci vedremo presto, amore mio.- dice Niall cercando di non piangere
-notte, Niall.-
-Notte amore mio.-
-Ti amo- dice Enni
-Ti amo anche io.- dice lui.
Un suono vuoto  riempie il telefono, un vuoto si fa spazio nel cuore. Non batte più come prima, non accelera, è come fermo. Come se si sentissero vuoti.
Enni poggia la testa sul cuscino e piange.
Si risveglia una mattina e crede di aver capito com’è che va la vita. Ma niente, non si fa capace. -La vita fa schifo- pensa Enni. – come può farti così male una persona che ami così tanto? - si chiede.
Ma la sua testa non risponde, è come vuota.  Si sente così vuota da non riuscire a respirare. Si affaccia al balcone della sua camera e ispira l’aria fresca del mattino. 
-Io sono la sua principessa.. Manca ancora un po’, ma tornerà.  Nelle storie più belle finisce così.. Mi manca il mio principe.- sussurra Enni al vento, sperando, in cuor suo,  che porti il messaggio a Niall.
 
 
 
 

 
OOOk, partendo dal presupposto che fa schifo… FA SCHIFO! E pensare che ci ho messo un ora per capire come ca*** dovevo scriverla. Beh, fa niente. Tanto non è che scriva chissà quali capolavori. Ad ogni modo, magari una recensione fa bene.. Anche una sola, per compassione. (ok, ammetto che è la prima volta che faccio la carità per una recensione *-* sta funzionando??) A presto, by Luigia.

  
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