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Autore: _Graysoul    05/05/2013    2 recensioni
Una OS molto OT5 e Larry.
“Cosa credete succederà?”
“Cosa intendi, Harry?”
“Dico, dopo, cosa succederà? Domani, tra una settimana, tra un anno, tre anni, dieci.. che fine faranno gli One Direction?”
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AVVERTIMENTI: la storia si svolge in tre periodi diversi, in tre anni diversi, tramite flashback. Spero non vi incasiniate e si capisca tutto lo svolgimento degli eventi. Detto ciò, buona lettura! 



Harry si strinse nella coperta, sistemandosi il berretto sui ricci disastrati, e si mise a fissare il fuoco scoppiettante davanti a lui. Era ormai maggio, ma il freddo non aveva voglia di andarsene; era troppo pigro, troppo affezionato al mondo per potersene andare definitivamente, per quell’anno, lasciando posto al tiepido venticello e al caldo sole primaverile. Così Harry si strinse maggiormente alla soffice coperta bianca e azzurra di diversi anni prima, fissando il fuoco che scoppiettava vivo davanti a lui. La conversazione con sua madre e sua sorella di giusto due giorni prima gli ritornò alla mente.
 

***

Pomeriggio inoltrato ed Harry era beatamente disteso nel suo letto, il suo vero letto, a casa, nella sua vera casa, in Cheshire. Si era preso dei giorni di vacanza. Nessuno glieli aveva accordati, non ne aveva il diritto. Doveva lavorare, era nel bel mezzo del tour europeo, la prossima tappa sarebbe stata in Italia. Ma Harry non ce la faceva. L’intera band non ce la stava facendo. Così, come in un tacito accordo, sospesero il tour, fecero tutti armi e bagagli e se ne tornarono nelle loro rispettive case con le loro amate famiglie. Così ora Harry stava disteso nel suo letto, ormai decisamente troppo piccolo, che contemplava le fotografie appese alla parete, un po’ ingiallite, i fogli scarabocchiati della canzoni appartenenti alla sua vecchia band ancora sulla scrivania, quando sentì bussare alla porta. Avanti, disse, e il volto sorridente della sua dolce mamma e di sua sorella Gemma (che, dato l’imprevisto ritorno del suo fratellino, si era precipitata a casa) fecero ingresso nella sua stanzetta. Si sedettero entrambe sul suo lettino, che ora decisamente appariva minuscolo, Anne seduta a bordo letto e Gemma con le gambe distese su Harry. “Levati, grassona, mi pesi!”
“Grassona? Come osi, microbo!”
“Il microbo ha uno stipendio che tu ti sogni la notte, vecchia!”
“Solo per delle stupide canzoncine cantate a quell’orda di ormoni in delirio che..”
“I miei bambini..” esordì la donna, sinceramente commossa nel vedere i suoi figli, ormai così grandi, scherzare insieme. Gemma rise un “mamma!” e Harry grugnì un “non siamo più bambini, mamma” celato dietro un sorriso. Tranquillità. Pace. Amore. La famiglia Styles in quel momento era avvolta da tutte quelle meravigliose sensazioni. Harry però non era del tutto tranquillo. Ultimamente le cose non ingranavano. Cioè, sì, erano all’apice del loro successo, con i ragazzi era sempre la solita meravigliosa amicizia di sempre e stavano viaggiando per tutta Europa, scoprendo città stupende, incontrando fans meravigliose. Ma erano stanchi. Avevano bisogno di una pausa, delle loro famiglie. Louis ed Harry, specialmente, stavano patendo. Gli ordini erano stati chiari. State divisi. Semplice, no? No. Non lo era affatto. Cercavano di non guardarsi in pubblico, di toccarsi il meno possibile, limitarsi quando erano insieme. Passavano più tempo con gli altri ragazzi che tra di loro. Solo quando erano soli, o nel tour bus, o sigillati in albergo potevano coccolarsi, amarsi, baciarsi, ma erano più grigi del solito e sembravano divorati da ombre e avviliti dalla stanchezza.
Dopo un quarto d’ora di chiacchere, storielle, aneddoti –per lo più di Harry- l’espressione di Anne si rabbuiò e il riccio intuì che qualche pensiero la stava turbando.
“Mamma…?”
“Harry, tesoro,” lo interruppe, preparandolo a una spiacevole notizia “il tuo patrigno Robin e io l’altro giorno stavamo parlando e mi diceva che.. beh, insomma, che ha messo in vendita l’altra casa, sai il bungalow..” Harry schizzò in piedi, facendo cadere la sorella dal letto con un grugnito di protesta.
“Cosa? La casa? Questa qui nel Cheshire? Stai scherzando, mamma? Quel bungalow non potete venderlo! E’ lì che i ragazzi ed io siamo diventati amici, abbiamo giocato a calcio, quel posto è troppo importante per me, per noi! Non puoi, non potete venderlo, mamma io..”
“Harry! Harry, tesoro, calmati!” e prese ad accarezzare il suo bambino –perché sì, infondo lui era solo un bambino- che cerava di riprendere fiato sotto lo sguardo ora preoccupato della sorella. “Calmati” e Harry si sedette accanto alla mamma che riprese ad accarezzargli i ricci “ne abbiamo solo parlato. Ma sai, ormai non lo usiamo più, tu non hai più tempo tesoro, io lavoro, e abbiamo ricevuto qualche offerta molto interessante, sai. Ma se davvero ci tieni non lo venderemo... se magari lo usassimo un po’ di più però…”
Harry assentì, un po’ più tranquillo e di colpo gli si accese una lampadina. Ding. Ma certo! “Mamma, so cosa fare. I ragazzi ed io torniamo al bungalow per una settimana” Si catapultò di sotto, prese il telefono e digitò quei quattro numeri che sapeva a memoria da ormai tanto tempo.
“Ragazzi, si torna a casa.”
E Harry non poté vedere una Gemma ed un’Anne che si scambiavano un sorriso complice e un cinque, soddisfatte nell’essere riuscite nel loro geniale piano. Loro avevano già capito cosa fare da molto tempo.

 ***

 
Alzò lo sguardo dalle fiamme, posandolo sui suoi compagni. Avevano un’aria tranquilla, serena. Finalmente. Guardò il cielo stellato, così pulito quella sera, e gli parve di tornare ad avere di nuovo sedici anni. Quanto tempo era passato dalla prima volta che ci erano stati insieme?
“Già” disse Liam ad alta voce, avvolto anche lui nella sua coperta proprio come gli altri, nella sedia sdraio accanto a lui. Ovviamente tutti stavano pensando la stessa cosa. “E’ passato così tanto tempo… però mi sembra solo ieri… a voi no?” tutti annuirono, assolutamente d’accordo, gli occhi che riflettevano il luccichio delle fiamme che danzavano in mezzo a loro.
“Ricordo quando Harry ci aveva annunciato che saremmo andati una settimana a casa del suo padrino. Avevo un’ansia terribile…” disse Zayn, soffiando via il fumo della sua sigaretta, accesa nel fuoco.
“Tu avevi sempre un’ansia terribile, Zay” lo prese in giro Niall, una sedia più in là.
“Avevo paura di non essere accettato…”
“…cosa di cui dovresti avere paura ancora adesso.” sentenziò la voce di Louis, così scherzosamente seria.
“Disse la checca.” Risate generali. Sembravano quelle di un anno fa. Esattamente le stesse…
 

***

 
L’aria era più fredda del solito, ma a loro non importava davvero. Le risate li stavano riscaldando. Parlavano di come in un anno, dopo quello show televisivo, le cose fossero cambiate. Avevano inciso un album, avevano visitato tante città che fino ad ora pensavano che avrebbero visto solo in cartolina, avevano conosciuto così tante persone nuove. Tutti insieme, come una band. Uniti. Inseparabili.
“Già.. quando ancora uno solo di noi poteva bere legalmente…” decretò il riccio, smorzando quel momento di commozione che si era appena creato.
“Sì, cioè io” trillò Louis, sorridendogli.
“E ora possiamo tutti…” si rincuorò.
“Sì, tranne te” gli ricordò Liam-dai-capelli-ricci.
“Sì, tu sei ancora un bambino” sottolineò Zayn sotto il suo cappellino con la visiera, rubato a Niall. Risate di scherno gli riempirono le orecchie, alle quali lui si unì ben presto. Zayn e Louis si scambiarono un pugno di vittoria, mentre Harry indispettito gli mise il broncio. Lou incrociò il suo sguardo sorridente e  “sì, il mio bambino” annunciò. Altre risate, accompagnate da un altro giro di patatine al formaggio.

*** 

 
Harry alzò lo sguardo dal fuoco, sorridente, e incontrò quello di Louis. Anche lui era tanto stanco, lo si capiva da quelle occhiaie cerchiavano quei due bellissimi zaffiri dove gli era stato proibito di immergersi. Si guardarono, amandosi, come al solito. Erano passati tre anni, da quando i loro sguardi si incrociarono da sopra il fuoco, e tante cose erano cambiate. L’amore era sempre lo stesso, certo. Immenso, incondizionato. Ma un velo di consapevolezza rendeva quegli occhi più spessi, più scuri. Louis si ricordava così bene come fossero chiari gli occhi del suo bambino anni fa.

*** 

 
La mamma del riccio aveva suggerito a suo figlio di portare con sé i suoi amici nella casa del patrigno Robin e Harry colse al volo quell’occasione per conoscersi meglio, ora che li avevano messi insieme come band. Così ora eccoli lì attorno a quel fuoco un po’ campato in aria (“Che ne dite di accendere un fuoco? Fa molto film americano..” era stata la proposta del biondo, marcata dal suo inconfondibile accento irlandese che i ragazzi spesso dovevano decifrare). Avevano parlottato un po’ di calcio, dei loro cantanti preferiti, di cosa li aveva portati ad X Factor, mettendo da parte segreti e vergogne.
Harry mangiucchiava un marshmallow, mentre Liam parlava di come si fosse deciso a riprovare una seconda volta con le audizioni, deciso a vincere questa volta. E avrebbero vinto insieme, in un modo o nell’altro, ne erano sicuri. Alzò lo sguardo, sotto le risate di Niall per una battuta che non aveva sentito e incontrò due occhioni celesti. Gli saltò il cuore in gola. Louis lo stava guardando. Gli sorrise timidamente, ricordandosi delle loro mani intrecciate sotto le coperte della loro cuccetta nella casa di X Factor, degli abbracci un po’ troppo prolungati a metà giornata, dei sorrisi del buongiorno, delle carezze tra una prova e l’altra. Anche Louis pensava le stesse cose in quell’esatto istante, mentre quei due bellissimi occhi verdi che lo mandavano in totale confusione lo fissavano con così tanta immensità. Perché Harry, sedicenne, dalle dolci fossette, segretamente innamorato per la prima volta, gli toglieva il fiato quanto la mattina lo svegliava con un “ciao Boo” mentre batteva quelle lunghe ciglia. Si chiese come,  proprio quelle ciglia, non si fossero ancora aggrovigliate di quanto lunghe. Amava i suoi occhi, anche se ancora non se n’era reso completamente conto, di quel verde cristallino, così puliti, leggeri. Gli ricordavano il vento fresco di metà aprile, l’erba fresca appena tagliata, il cinguettio dei passerotti di prima mattina. Erano bellissimi.
“Cosa credete succederà?” la domanda inaspettata di Zayn li colse impreparati. “Sì insomma, nel caso vincessimo… o nel caso non ce la facessimo… cosa dite succederà?”
Ad Harry aveva sempre affascinato questo lato di Zayn. Non era una persona ottimista, ma non era nemmeno pessimista. Lui faceva semplici domande, semplici affermazioni, che potevano rispecchiare o no la realtà, senza farla apparire una lotta invincibile ma nemmeno una scivolata sull’arcobaleno.
“Io… io voglio che restiamo uniti come band..” il desiderio di tutti, lo espresse apertamente Niall “insomma, se ci hanno messi insieme ci sarà anche un motivo, no? Se vinceremo andremo avanti, proveremo ad incidere canzoni, dischi, a diventare famosi… vi immaginate avere milioni di fan ai nostri piedi? Che ci amano, ci ammirano, appendono le nostre foto in camera loro, cantano le nostre canzoni prima di andare a scuola..”
“Sì, sarebbe splendido. E se non ce la facciamo? Se ci eliminano?” la schiettezza di Louis interruppe quel sogno meraviglioso.
“Se ci eliminano, noi ci proveremo lo stesso” la determinazione di Liam, che sarebbe diventata uno dei loro più importanti pilastri, li fece sorridere speranzosi. Harry rincontrò gli occhi di Boo, ricordandogli le sue parole poche sere prima, sussurrate da sotto le coperte, abbracciati.
“Non ti preoccupare piccolo, anche se non vinceremo ti porterò con me. Andremo a vivere insieme, noi due. Non ti lascerò, per nulla al mondo.”

*** 

 
Quelle parole gli rieccheggiarono nella mente. Non avevano vinto ed erano andati a vivere insieme lo stesso. Alla fine Louis la promessa l’aveva mantenuta. Louis le sue promesse le ha sempre mantenute, o per lo meno ha tentato di mantenerle con tutte le sue forze. A volte ripensava alla promessa di amarlo per sempre, incondizionatamente, e aveva un cieco terrore che quella forse non sarebbe riuscita a mantenerla. Ma ora, per la terza volta attorno a quel fuoco, stavolta ben sperimentato, Harry sapeva che Louis quella promessa l’avrebbe mantenuta per sempre.
“Certe cose non cambieranno mai, eh?” disse Zayn, suscitando risatine da parte di Niall e Liam. Harry tornò alla realtà, capendo che con quell’affermazione l’amico si riferiva a lui e Louis che si guardavano da sopra il fuoco, di tre anni più stanchi, ma sempre innamorati. La risata cristallina dell’altro assordò l’intero Cheshire e “mai” sussurrò, deciso. Ma quando Zayn diceva qualcosa, vi era sempre un altro significato. Un “ciao, come stai” di chiunque vuole dire “ciao come stai” ma un “ciao, come stai?” di Zayn era un “ciao, sono qui, dimmi cosa succede” e i ragazzi lo amavano per questo. Infatti tutti capirono che quell’affermazione non si limitava alle colombe ancora innamorate, ma all’intera band.
“Ricorda molto ciò che aveva detto Harry due anni fa..” ricordò Liam.
 

 ***

 
“E’ già passato un anno dall’ultima volta che siamo venuti qui.. e sono cambiate così tante cose..”
I ragazzi assentirono “Davvero.. e tutte le mie predizioni si sono avverate… interviste, fan ovunque che ci amano, imitano, adorano, che ascoltano le nostre canzoni.. siamo ricchi!” Niall era entusiasta.
“Vero.. è già passato un anno..”
“E molti altri ne passeranno..”
“Sono cambiate davvero molte cose in un solo anno..” Harry non era più un sedicenne. Il Larry Stylinson era diventato una sorta di religione mondiale. Niall si faceva una tinta ogni due settimane. Liam era diventato più ansioso e si era assunto il titolo di daddy directioner, Zayn aveva sempre meno tempo ma egual devozione nei confronti del suo ciuffo “…ma questo sembra esattamente un anno fa.”
Un “sì” di gruppo riempì l’aria. Un silenzio pieno di sogni realizzati, altre speranze, eventi incredibili, ricordi remoti li avvolse in un placido stato di calma. Si guardarono l’un l’altro, mentre Niall aveva iniziato a strimpellare Gotta be you, come quel pomeriggio che si erano messi a cantarla, Harry nudo sotto la copertona, Zayn che scompigliava i capelli al biondo, Louis sdraiato su Zayn, Liam che li guardava e cantava con loro con quell’aria da padre orgoglioso.
“Vi amo, ragazzi” si dichiarò Niall.
“Ah bene. Non c’erano abbastanza gay in questa band..” fu il commento di Zayn, compiaciuto di se stesso e della sua abilità di trovare una risposta geniale a tutto. Harry proruppe nella sua solita risata spaccatimpani, senza contenersi.
“No, sul serio!” rincarò Niall da sopra le risate “io vi amo tanto.”
Seguì un momento di silenzio quando quattro “anch’io” risposero in coro. Scoppiarono ancora a ridere, mentre Niall ricominciava a strimpellare qualcos’altro, tutti così felici.
 
Liam si strinse maggiormente nella sua coperta, pensando come le due volte precedenti avevano riso attorno a quel fuoco, sempre più speranzosi. Ora non erano più così speranzosi. I loro sogni più grandi erano diventati realtà, potevano avere ciò che volevano quando lo volevano, erano gli idoli di migliaia di ragazze. Avevano lottato insieme, avevano anche litigato, a volte, ma era tutto scivolato. Le cose si facevano sempre più difficili ma, hey, sorrise, loro sono gli One Direction! Più fratelli che compagni di band, pronti a tutto, insieme, uniti.
“Vi ricordate il concerto al Madison Squere Garden?” chiese il biondo, riemerso dal suo pacchetto di patatine.
“E chi se lo dimentica!” Louis no di certo… dopo quel concerto aveva fatto l’amore con Harry per ore.. “è stato uno dei pochi concerti che mi ha fatto ritornare l’ansia da palcoscenico!” gli altri annuirono, assolutamente d’accordo, al ricordo di tutti quei fans che gridavano per loro, cantavano con loro, piangevano per loro. Indimenticabile.
“Vi ricordate quando Zay aveva più tatuaggi di Harry?” rise Liam, accompagnato dai diretti interessati. “No sul serio Harry, smettila.. a quanto sei arrivato.. cinquanta?”
“43” rispose, aggiungendo “ve lo ricordate quando in quell’intervista Liam aveva letto una domanda di una fan che diceva Harry, can you kiss Louis? E Lou è caduto dalla sedia?”
Louis arrossì a quel pensiero e “sì, e te lo ricordi quando mi sei saltato addosso in quell’intervista in America leccandomi il collo?” ricevendo come risosta una linguaccia.
“Io mi ricordo quando voi due vi siete quasi baciati a Wellington in quel pub”
“togli il quasi..” tossì il riccio.
“Piuttosto non dimenticherò mai le urla dei manager” sottolineò Louis, con una smorfia di fastidio.
“Una cosa che non dimenticherò mai sarà quando ci hanno messi insieme come una band” asserì Zayn. Assolutamente. Quello sarebbe stato un momento indimenticabile, impresso nelle loro memorie per il resto della loro vita.
“Sì.. e il viaggio in Ghana?”
“Indimenticabile. Quel viaggio mi ha cambiato la vita” disse Harry e “ma io direi di ricordare anche quando Niall girava con una ricrescita peggiore di quella di mia sorella” lo prese in giro.
“Io piuttosto non dimenticherò quando abbiamo incontrato tua madre per la prima volta, Harry” ribatté piccato, guadagnandosi un’occhiataccia.
“Io non dimenticherò il giorno in cui ho beccato Niall e Josh pomiciare” trillò Louis, emozionato al ricordo, facendo arrossire il diretto interessato.
“E la canzone del buongiorno di tre anni fa, proprio qui? A me ed Harry?”
“O il nostro primo concerto..”
“Il primo bacio che ti ho dato, Lou..”
“Il viaggio in Giappone!”
"Gli Alan Carr shows!"
“E quando Emma Watson ci ha dato un bacio sulla guancia sul red carpet…”
“Il capodanno a casa nostra, Harry..”
“Il festival Leeds… sesso in tenda…”
“Le risate che ci siamo fatto quando Liam è tornato a casa pelato”
“Quando Niall ha fatto quella corsa sui tacchi in Australia”
“Le fan che ci rincorrevano in continuazione..”
“Tutti quei pianti, quelle litigate, gli insulti contro i manager..”
“Quando Harry ha scelto il nome per la band, One Direction.”
“Le riprese per il film in 3D”
“Il matrimonio di Paul”
“I video diary sulle scale di X Factor”
“Quel fottuto piccione, Kevin… dio, se l’ho odiato..”
“I BRIT awards”
“L’infarto che mi sono preso quando Perrie si è tinta i capelli di viola”
“Tutte quelle Fan Fiction assurde lette in aereo su di noi”
“I baci”
“Le coccole”
“Il cibo”
“Le serate passate a vomitare sul tour bus”
“La mamma di Harry”
“HAI FINITO SI O NO?”
Altre risate accompagnarono quella valanga di ricordi, che li aveva sopraffatti, facendo crescere l’emozione nel rivivere tutti quei momenti incredibili che avevano vissuto in solo tre anni. Quella non era una semplice band. Era una famiglia, una delle più unite del mondo.
“Com’è che dicono quelle pagine Facebook assurde?”
“One dream”
“One band”
“One Direction!” imitò Louis, scimmiottando le loro fan più incallite, facendo riscoppiare a ridere tutti.
Un momento di silenzio, pieno di sospiri, qualche sbadiglio per il sonno, dolci sorrisi.
“Cosa credete succederà?”
“Cosa intendi, Harry?”
“Dico, dopo, cosa succederà? Domani, tra una settimana, tra un anno, tre anni, dieci.. che fine faranno gli One Direction?”
E’ una domanda che ha sempre tormentato tutti ma nessuno si era mai preso la briga di rispondere, tra un concerto e l’altro, un’intervista e l’altra. Ma ora, in quell’istante, di concerti e tour non ce n’erano e potevano anche fermarsi e pensare a cosa rispondere a quella domanda. Già, cosa ne sarebbe stato dei One Direction, dopo? Chi lo sa. Tra chissà quanti anni si divideranno e ognuno prenderà la sua strada. Ciascuno di loro si farà una vita, una famiglia. Vivranno magari in città diverse, paesi diversi, forse anche continente ma una cosa è certa: si sarebbero comunque amati proprio come si amano ora, portandosi dietro per sempre tutti quei momenti e quelle esperienze stupende.
“Una cosa è certa” chiarì Niall, dopo aver assentito al discorso di Liam, che aveva fatto segretamente commuovere tutti “Lou e Harry scoperanno fino a quando i loro reumatismi glielo concederanno” e ancora una volta, scoppiarono tutti a ridere, felici, spensierati, leggeri, insieme come sono sempre stati e infondo sempre saranno.  



Ciau ragazzi, buonasera.
Io spero sinceramente che questa OS molto fluff e OT5 vi sia piaciuta.
Che ve ne pare? Lasciatemi un commentino, anche dieci paroline perché voglio davvero sapere cosa ve ne pare!
L'idea mi è venuta guardando A year in the making *lacrime infinite* e non ho resistito. 
I nostri bambini che in tre anni hanno vissuto così tante esperienze... spero che tornino presto per la terza volta in quella casetta.
Anyway, adesso vado che ho sonno >w< 
A presto miei cari, grazie per recensire, ricordare e preferire le mie storie! Significa molto per me :3
-Claire

  
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