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Autore: _Peppermint_    05/05/2013    1 recensioni
"..non era niente di stabile, forse solo una cotta presa un giorno d’inverno e durata fino a primavera. Non voleva allarmare nessuno per delle leggere scosse nel suo petto, ogni giorno, alla stessa ora, nello stesso luogo, per gli stessi occhi."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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10 Giugno

Andrea.
- Andrea, è finita la scuola finalmente. Non fare quella faccia! – le disse Margherita mentre correva verso Mafalda e Cristina. Andrea le sorrise. Un sorriso falso che però le riusciva piuttosto bene. Si mise a sedere per terra con le gambe incrociate. La maglia bagnata. Margherita continuava a schizzare tutte con una bottiglia d’acqua.
- è finita! – urlò Cristina ridendo. Andrea batté le mani distrattamente per compiacere le amiche.
Era una bella giornata, l’estate stava arrivando e lei aveva un vuoto. Andrea sentiva che mancava e sarebbe sempre mancato qualcosa nel suo cuore.
Le mancava l’altro cuore. Quello con gli occhi verdi. Abbassò lo sguardo. Si era ripromessa di non pensarci più, di andare avanti perché ormai non lo avrebbe visto più. Era un estraneo e così sarebbe rimasto.
Doveva solo smetterla di innamorarsi di persone incontrate per caso. Doveva smetterla di essere diversa dagli altri. Andrea donava amore, dava attenzioni, ma gli altri non ricambiavano mai. Era troppo buona per un mondo così menefreghista.
Il pullman arrivò e entrarono.
- Andrea ma ti senti bene?- chiese Cristina sedendosi vicino a lei.
- Certo, perché? – sorrise Andrea. Il pullman ripartì.
- Oggi è l’ultimo giorno di scuola, di solito sei  la prima a fare casino, oggi invece.. – Cristina la guardava.
-  Sono felice  - disse Andrea. Cristina non le credeva, ma si limitò ad annuire.
Andrea guardò  fuori dal finestrino. L’ultimo giorno. Il pullman non si fermò alla solita fermata. Continuò la sua strada come Andrea avrebbe dovuto continuare la sua vita. Non c’era nessuno alla fermata. Quello era l’ultimo giorno, e anche l’ultima speranza era stata cancellata.
- Ehi..- la chiamò Cristina. Una lacrima era scappata dagli occhi dell’amica. Andrea si era ripromessa di non cedere, di non farlo, ma lei ci aveva creduto troppo. Si era aggrappata all’unica speranza che aveva ed era caduta, facendosi un male atroce.
- Sono felice – ripeté Andrea, cercando più di convincere se stessa che l’amica.

Arrivarono alla loro fermata. Andrea prese la borsa e scese sentendo le porte del pullman chiudersi.
“Non ti scordar di me”.


James.
Era seduto con gli altri. Stavano parlando di come andava il recupero, dei vari cedimenti. Dell’alcool che tentava, ma c’era chi resisteva. L’unico che non parlava era James. Il problema era che lui non riusciva proprio ad ascoltare. Guardava fuori dalla finestra il bel tempo che Giugno portava con se per far spazio all’Estate. Ripensò alle parole di una ragazza nel pullman quella stessa mattina “Oggi è bel tempo, perfetto per l’ultimo giorno di scuola ”. Qualcosa si mosse dentro di se. Poteva dedurre che Andrea andasse ancora a scuola e se quello era l’ultimo giorno per tutti.. Saltò in piedi e gli altri lo guardarono.
- James.. ti senti bene? – chiese Sofia, una delle due donne con cui il gruppo parlava e si confidava.
- Io devo andare via – disse lui correndo verso la porta.
- James! Non puoi aspettare che finiamo? – continuò Sofia stupita. James scosse la testa.
- No Sofia, devo andare, è una cosa importante – concluse lui ed uscì.
Il sole era caldo sulla sua pelle, e lui correva ignorando gli sguardi dei passanti. Arrivò alla sua solita fermata con il fiatone e si mise seduto. Guardò l’orologio e sorrise. Era presto, tanto presto. Forse troppo. Si rilassò e guardò l’erba. Un fiore lo attirò più degli altri. Lo colse.
Dopo qualche minuto arrivò un pullman e lo prese. Seduto su un sedile rotto pensò a quanto fosse stata squallida la sua vita. Sempre a cercare aiuto in una bottiglia. Ora il suo primo pensiero la mattina non era più di dover sopravvivere, di dover andare avanti, ma ora quando si svegliava vedeva il suo ritratto, vedeva un volto. Non voleva perdere quella speranza, non voleva tornare alla sua vita senza senso. Guardò nella tasca del giubbotto. Aveva abbastanza soldi.
Quando scese dal pullman si sedette su una panchina e si mise ad aspettare.

Dopo quasi un’ora vide arrivare un pullman. James si torturava le mani stando però attento al piccolo fiore che  stringeva tra le dita. Le porte si aprirono e lui si alzò. Andrea scese e solo dopo qualche secondo si accorse di lui. I loro occhi si intrecciarono. Verde contro verde. Lui le diede il fiore. Un bellissimo “Non ti scordar di me” color cielo. Quei due erano un insieme di colori.
Andrea prese il fiore con le mani che tremavano. Non se lo sarebbe mai aspettata di trovarlo lì, alla sua fermata, con un fiore che parlava per tutti e due.
- Sono James – disse lui sorridendole.
- Andrea – le disse lei avvicinandosi un po’.
- Ti va di venire a pranzo con me? – Le chiese James abbassando lo sguardo. Andrea lo guardava. Capelli, occhi, pelle, naso, bocca, mani. Pensava di averlo perso per sempre. Non voleva mandarlo via, voleva restare con lui. Annuì e rise in un modo che a James piacque tanto.
- Andrea? Non vieni? – la chiamò Cristina dall’altra parte. Andrea scosse la testa e le sorrise. Cristina capì. Capì che adesso non c’era più niente per cui essere triste e se ne andò trascinandosi via Margherita e Mafalda.
- Allora? Dove vuoi andare? – chiese Andrea guardando di nuovo James.
- Ovunque – disse lui accarezzandole una mano e poi guardandola. I suoi occhi verde smeraldo nessuno mai avrebbe potuto scordarli. Lei gli sorrise e gli prese la mano portandolo in qualsiasi posto.
Si erano salvati a vicenda da una vita in bianco e nero.
Si erano salvati a vicenda dalla solitudine di loro stessi con degli sguardi color verde smeraldo.














Peppermint:
Ecco l’ultimo capitolo mente piperite. Spero davvero che vi piaccia. Non è la solita storia normale. È particolare lo so. Ma io la amo così. Sono soddisfatta sia per la storia sia per quello che ho fatto.
Le mie mente piperite devono sapere che ho dato il disegno a “James”. Gliel’ho dato davvero e sono felice.
Volevo ringraziare tutti quelli che hanno letto, chi ha recensito e chi ha messo la storia tra le preferite, seguite, ricordate. Grazie ancora, vi voglio bene. :’)
Adesso vado, altrimenti mi commuovo! È finitaa.
Ciao Belle mente piperite, ci sentiamo con l’altra storia :* bacione.
  
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