Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
Segui la storia  |       
Autore: Billie_LoveLove    05/05/2013    0 recensioni
"L’esperienza più importante e significativa per la mia carriera? Quando venni ingaggiata da una famosa band per scrivere un libro sul tour e sulla vita dei componenti. Si trattava di un tour mondiale e sarei stata via per circa sei mesi. Di che band si trattava? Dei 30 Seconds to Mars. Jared Leto. Shannon Leto. Tomo Milicevic. [...] Avrei condiviso con loro sei mesi e avrei potuto scoprire se l’immagine che avevo di loro era veritiera. Ci si fanno sempre molte idee sul carattere e sulla vita dei personaggi famosi, ma in genere rimangono solo idee non verificate."
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jared Leto, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Arrivò il momento in cui dovetti ricordarmi il motivo per cui ero lì: lavoro. La breve vacanza che mi ero concessa mi aveva permesso di familiarizzare un po’ almeno con il mio quartiere e di riprendermi dal cambiamento del fuso orario. Ero rilassata e pronta ad affrontare l’argomento affari. Inoltre avrei rivisto Jared, che non avevo più sentito dal giorno della nostra “gita” in bicicletta. E il pensiero di incontrarlo non mi dispiaceva affatto. Raggiunsi l’ufficio di Irving, il manager della band, in perfetto orario, una novità per me. Non potevo però permettermi di arrivare tardi il primo giorno di lavoro. Che figura ci avrei fatto! Irving mi accolse molto gentilmente, ma mi lasciò seduta su una poltrona a fissare la parete di fronte a me per parecchi minuti mentre sbrigava altre faccende. I miei sforzi per essere puntuale non erano stati apprezzati evidentemente. Ispezionai ogni angolo della piccola sala d’aspetto in cui mi trovavo. C’erano diverse foto che ritraevano i membri della band. E non potei fare a meno di notare che nonostante Jared fosse perfetto in ognuna di quelle foto, nessuna gli rendeva davvero giustizia. Dal vivo era totalmente diverso, molto meglio. Le fotografie erano silenziose, immobili, mentre Jared era ilare, luminoso e spassoso. Oltre che provocante e sexy. Ma questi ultimi due erano dettagli a cui avrei fatto meglio a non pensare. Non avrei mai dovuto pensare a Jared in quel senso, mai e poi mai. Sarebbe stato poco professionale e non volevo bruciare quella magnifica opportunità che avevo avuto. No, per nulla al mondo avrei mai più pensato a quel Jared, quello dagli occhi stupendi, dal sorriso angelico, dalla voce sensuale e dal fisico da urlo. Da quel momento in poi avrei avuto a che fare solo con il Jared collega, amico al massimo. Non avrei mai potuto negare la sua inopinabile bellezza, ma non mi sarei fatta sopraffare da questo…dettaglio! A riscuotermi dai miei pensieri arrivò Tomo. Era l’unico membro della band con cui non avevo ancora fatto conoscenza e non sapevo cosa aspettarmi da lui. L’avevo sempre trovato misterioso, un tipo che non parla molto ma ha tanto da dire. Non appena mi vide mi sorrise in modo molto dolce e mi abbracciò. Non lo facevo così espansivo, ero sicura si sarebbe limitato a una stretta di mano. Cominciò invece a chiacchierare, a chiedermi dell’Italia, a parlarmi di Los Angeles e del tour. Si vedeva che non era un Leto. In lui non vedevo quella malizia che caratterizzava lo sguardo dei due fratelli, né la sua voce o i suoi movimenti erano intenzionalmente sensuali. Come avevo ben capito, ai fratelli Leto piaceva atteggiarsi in quel modo, essere desiderati, ma lo facevano in modo così dolce e perfetto che non gliene si poteva fare una colpa. Specialmente a Jared. Così passai una buona mezz’ora con Tomo a parlare del più e del meno, sentendomi a mio agio, quasi in famiglia. Capii subito che sarebbe stato un buon amico per tutta la durata del tour. Arrivarono poi Jared e Shannon e Tomo fece loro notare il loro “leggero” ritardo. “Una star non ha neanche più il diritto di farsi aspettare” scherzò Shannon. “Buongiorno, bellezza” si rivolse a me. “Elena!” esordì Jared. “E’ un piacere rivederti. Ti ho pensato in questi due giorni” Parlò in modo così naturale e disinvolto che non trapelò nulla di inadatto dalle sue parole. O forse un po’ sì. Si trattava di Jared, tutto ciò che diceva poteva essere interpretato in modo ambiguo. “Ci dispiace del ritardo, ma abbiamo avuto un… contrattempo!” Chissà che cosa li ha trattenuti, mi domandai. “Spero tu non ti sia annoiata troppo in compagnia di Tomo” disse Jared, prendendo in giro l’amico. “No, assolutamente. Abbiamo avuto modo di conoscerci” ribattei io, in difesa di Tomo. “Spero non troppo a fondo” concluse Jared, sedendosi su una poltrona e chiamando Irving a squarciagola. Mi depistava. Passava da frasi tenere e cortesi ad altre molto provocanti, quasi irresistibili. Il suo comportamento mi confondeva. Non sapevo come interpretare le sue parole e i suoi gesti. Forse avrei dovuto semplicemente smettere di farmi tante domande e accontentarmi di una semplice risposta: lui era Jared ed era fatto così. Eccentrico, sensibile, anticonformista, cortese, divertente, provocante, allegro, misterioso, contraddittorio. Chissà quante altre sfaccettature nascondeva il suo carattere. Mi sarei divertita a scoprirle tutte. Quella mattina finimmo col parlare per ore del tour e di quello che ci aspettava. Jared, Tomo e Shannon erano incredibili. Esattamente come mi aspettavo che fossero. Quando parlavano della loro musica, dei concerti, della loro passione diventavano infervorati, si illuminavano loro gli occhi e non potevi far altro che essere travolto da quell’atmosfera magica che si creava attorno a loro. Mettevano anima e corpo in quello che facevano, il loro amore per la musica era palpabile. Dopo aver speso ogni energia a definire i dettagli di quelli che sarebbero stati i nostri sei mesi seguenti, ognuno tornò a casa, stanco, ma felice. Sentivo crescere l’attesa ogni minuto di più per quella nuova esperienza, che non sarebbe solo stata un punto positivo sul mio curriculum, ma sarebbe stata anche una crescita a livello personale. Sapevo che avrei imparato molto, dai 30 Seconds to Mars, dalle persone che avrei incontrato e da ciò che avrei visto. Quella sera guardai dei video di alcuni concerti della band, quado squillò il telefono. Era Jared. “Cosa fai di bello, El?” Un nuovo soprannome per me! “Stavo per andare a dormire, J” risposi, affibbiandogli un soprannome a mia volta. “Mi piace J. Chiamami sempre così” Ancora una volta la sua voce si fece profonda e scandì le parole lentamente in modo accattivante. Ma tutto questo non mi avrebbe nemmeno sfiorato. Avevo deciso così. “Vedremo se mi va, Jared” Lo stuzzicai. Mi divertiva, dopotutto. In questo non c’era nulla di male. “Domani sera usciamo. Non puoi rimanere a casa la sera a Los Angeles. La vita qui si accende di notte” “Perché tu sei fuori?” “Ehm, no… sono a casa. Ma vedi, riservo le energie per domani sera, ho un programma speciale. In cui sei compresa” Semplicemente dolcezza o un senso sottinteso? Basta, Elena! “Bene, non vedo l’ora! Allora a domani, JJ” “Hai deciso di darmi un nuovo nome ogni volta che mi rivolgi la parola?” “Mmm, può darsi! Buona notte, signor Leto” “Buona notte, Miss McFly” Risi, spegnendo il telefono e buttandomi sul letto.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars / Vai alla pagina dell'autore: Billie_LoveLove