Ciao,
sono una persona e posso sbagliare. Sono
una persona e ti allontanerò perché è
così che reagisco, è così che mi
difendo
da eventuali strappi al cuore. Ho subito un sacco di interventi a
quest'organo
fatto di atri e ventricoli e arterie e sangue, tanto sangue. Il sangue
che ho
perso, quello che ho versato sotto forma di urla, di lacrime, di ansie,
di mal
di testa e mal di pancia, ma soprattutto mal di me stessa.
Esiste il male
dell'essere?
Ho sempre sentito
parlare di male di vivere, mai dell'essere.
Non esiste? Allora lo invento io, perché sì, io,
Santana Lopez, sono malata di
essere.
So
che non capirai il senso di queste parole,
so che ti sembrerà l’ennesimo estratto di qualche
libro che dovrai studiare,
magari una di quelle belle quote che scrivono tutti su Facebook o
Twitter o
Tumblr, ma la verità è che questa è la
mai verità, quella che non sono mai
riuscita a raccontare a nessuno, quella che non ho mai tirato fuori
perché
avevo sempre una facciata da mantenere, perché la mia
reputazione e popolarità
erano più forti di qualsiasi cosa. Eppure la sto
raccontando, la sto scrivendo
a te.
Sono arrivata al limite, sono arrivata a quel
punto di non ritorno dove la nausea per me stessa ha superato quella
che ho
sempre provato per gli altri. Rifiuto, fastidio, persino odio per la
gente, per
l’umanità intera si sta riversando adesso dentro
di me. Dentro le mie vene
scorre ogni sorta di negatività e le mie viscere stanno
cercando di risalire
per essere sputate via pur di non ritrovarsi nel mio corpo.
Mi hanno chiamata in tanti modi, mi son ostati
affibbiati i nomignoli più brutti e cattivi che gli altri
potevano trovare
prima che io ribattessi con ancora più brutalità
e cattiverie, sparandoli a
zero, sentenziando chi era degno di nota e chi no. Mi sentivo Dio,
sentivo che
il mondo poteva essere ai miei piedi al mio solo passaggio e la
verità invece
era che seminavo paura nei più deboli.
Debolezza, credevo di non conoscerla prima di
riuscire finalmente a guardarmi dentro,
prima di fermarmi a pensare, a capire chi fossi. Debolezza
che piano
piano è diventata da una a due, tre, quattro.. debolezze che
mi hanno mangiata
viva dall’interno, giorno per giorno succhiandomi via tutta
la vita che potevo
mettere in quei sorrisi finti che regalavo di tanto in tanto. Mi hanno
sempre
definito la più forte, quella che non
si
lasciava abbattere da nulla, ma poi sei arrivata tu e ogni certezza ha
vacillato. Ogni passo che avevo fatto in avanti ne aveva fatti
corrispondere
dieci indietro.
Tu, mi hai aperto un mondo, tu con la tua
innocenza e voglia di vivere genuina e spontanea, tu con queli occhi
grandi e
il fare da bambina, tu che mi hai fatto provare Amore per la prima
volta. Sì,
Brittany, con la ‘a’ maiuscola. Sai, tutte quelle
storie che hai sempre letto
nei libri di scuola o le favore delle principesse che venivano salvate
dal
principe? Ecco, parlo dell’amore che narrano quelle storie.
Io non sono una principessa amore mio, io non sono neanche il principe.
Ma tu
sei la mia principessa che mi ha salvata da me stessa. Sei la
principessa che
ha viaggiato di regno in regno incantato per trovarmi in una landa
arida,
desolata, com’ero io dentro e hai provato a seminare attorno
dapprima e poi nel
folto dove prima c’era un bosco. Hai riempito il lago ormai
prosciugato e hai
fatto sparire tutte le erbacce.
Il mio male d’essere, il mio prosciugare tutto
ciò che ho di buono però è sempre
lì, pronto a riaffiorare perché sono
pessimista, realista, e so che la realtà fa schifo, che il
mondo è brutale, che
non è il liceo, che c’è la vita vera a
cui non siamo abituate. Ci saranno tanti
no, porte e portoni sbattuti in facce, ci saranno parole
d’odio e tanta
ignoranza e io non so se ce la farò ad affrontare tutto
questo. Io non sono
pronta, io sono ancora quella ragazzina appena entrata al liceo che ha
dovuto
lottare con le unghia e con i denti per non essere ‘quella
latina’ del
gruppo, sono pronta a comandare su un
branco di ragazzini, ma non sono pronta a marciare contro il mondo.
E’ per
questo che ti chiedo di non arrenderti con me, di non lasciarmi, di
avere
sempre semi tra le tue mani anche quando io ne strapperò le
radici, di avere
sempre acqua a mia disposizione anche quando vorrò berla
tutta, alla goccia
perché mi da fastidio persino il luccichio del sole contro
di essa. Ti avere
sempre aria da soffiare tra le fronde anche quando il suono melodioso
che gli
uccellini faranno tra di esse mi sembrerà rumore, frastuono.
Ti chiedo di credere in me, che anche io abbia
qualcosa di buono ogni giorno. Ti chiedo di guarire il mio male
d’essere con la
tua vita, Brittany Susan Pierce. Ti chiedo di amarmi anche quando io
non sarà
in grado di farlo per entrambe e in cambi odi darà la me
più vera, quella a cui
solo tu avrai accesso.
Ti aspetto sul divano di casa nostra, le chiavi
che hai trovato nella busta sono dell’appartamento che ho
comprato per noi,
entrarci solo se sei disposta a tenermi così con le mie
tempeste e le mie
giornate di sole. Solo se sei disposta a vivere la tua esistenza con la
mia.
Tua,
per
sempre, S.