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Autore: R Artemis    06/05/2013    2 recensioni
Angeli e demoni. L'eterno conflitto tra bene e male. Ma chi ha deciso cos'è il bene e cos'è il male?
L'amore, puro sentimento umano, è bene o male?
Gwen, protagonista di un mondo più grande di lei, non sa trovare risposta a ciò.
Entrambe le fazioni sembrano opporsi a lei e ad un batterista che entra nel suo mondo per caso.
Che lo scontro abbia inizio.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Pancake per me, grazie" 
Lo sguardo di Shannon non si spostò un attimo da Gwen, neppure quando ordinò alla cameriera, la ragazza con il suo libretto tra le mani, ancora assonnata data l'ora. "Lo stesso, ma anche del caffè, forte, grazie." 
"Arriva subito." rispose pronta la ragazza, che girò i tacchi e si diresse al bancone riferendo all'uomo in cucina l'ordinazione.
"Ti ricordo che ho viaggiato molto, ho mangiato ovunque, non sarà facile stupirmi." 
"Vedremo.." rispose il batterista. Gwen alzò gli occhi dal menù, che posò sul tavolo, e solo allora si accorse che l'uomo la stava fissando. 
"Cosa c'è?" chiese, aggottando le sopracciglia, in un'espressione che fece sorridere Shannon. 
"Niente, sei buffa."
"Ah, ridi di me? Mi stavi fissando così per questo allora?" finse un'espressione scioccata, ma non le riuscì molto bene, tanto che questo fece solo divertire di più l'uomo davanti a lei. 
"Ti fissavo perché è davvero così bello vederti qui, in un posto normale, con me, e non nel tuo solito mondo, tra demoni e combattimenti. Sei così..naturale, non sembri per niente una cacciatrice." Era la verità. Dopo che lei gli aveva raccontato tutta la sua storia, dentro di lui si sentiva ancora confuso ed incredulo davanti a tutto ciò. Ma bastava guardarla negli occhi per riconoscere quella ragazza come la Gwen che gli era piaciuta dalla prima volta che l'aveva vista, solo questo.
"Oh bhè potrei abituarmi a questa vita da essere umano." scherzò Gwen.
"Perché no? Potresti sempre lasciare tutto e vivere così, una semplice vita, con me." 
Nello sguardo della ragazza, poteva scorgere tanta tenerezza quanta decisione e tristezza allo stesso tempo. "Non posso abbandonare Matt e tutto il resto. Sono nata per questo, non posso semplicemente nascondere ciò che sono realmente. Io.." L'arrivo della cameriera fermò le parole di Gwen anche se decisamente Shannon non ne fu contento. 
"Pancake per entrambi e caffè per te" disse la ragazza con la sua voce così dolce e calma che anche Shannon si voltò per osservarla per la prima volta. "Altro?"
"No grazie" risposero in coro i due seduti al tavolino vicino alla vetrata del piccolo bar. Come poco prima, la cameriera ritornò verso il bancone. Erano gli unici in quel locale, era decisamente troppo presto per Los Angeles. 
Gwen osservò i suoi pancake, dal profumo e dall'aspetto decisamente invitanti. "Che aspetti? Forza provali!" la incoraggiò Shannon. Lei sorrise notando che l'uomo ne aveva già mangiati metà, poi assaggiò un boccone anche lei e..accidenti erano davvero buoni! 
"Cosa ti avevo detto?" 
"Ok, forse hai ragione.."
"Forse? Ho vinto la scommessa, ammettilo!" 
"Va bene va bene hai vinto!" Gwen alzò le mani in segno di resa, mentre Shannon sfoggiava uno dei suoi meravigliosi sorrisi e lei notò una strana scintilla nei suoi occhi, scomparsa però troppo velocemente, così com'era apparsa.
"Non c'è discussione, questi pancake sono i migliori. Appena posso vengo qui..ma di solito sono in tour da qualche parte nel mondo, o se sono qui preferisco dormire o.." 
"Sei troppo impegnato con le ragazze per fare una colazione decente." continuò Gwen ridendo.
Shannon la guardò sbalordito, gli occhi che mostravano tutto il suo imbarazzo e lo stupore. Balbettò qualcosa ma la ragazza continuò. "Umani! Sempre così stupiti. Non penserai che mi sorprenda sapere che sei stato a letto con altre, probabilmente anche più di quante possa immaginare..." un'espressione divertita iniziava a cancellare l'imbarazzo sul volto di Shannon. "Ma ti capisco, insomma non sei l'unico ad esserti divertito così..Magari erano tutte belle modelle, alte, bionde, tutte curve.. È questo lo stereotipo di bella ragazza di questi tempi no? Ormai non sono molto aggiornata su queste cose. Magari anche più di una volta con la stessa, insomma, non sei niente male.." ormai il batterista non tratteneva più le risate, dall'espressione seria e divertita al tempo stesso della ragazza. 
" 'Niente male', nessuno mi aveva mai definito così. Direi che dobbiamo rimediare!" replicò lui tornando serio per reggere il gioco, mentre i suoi occhi ardenti lasciavano fin troppo immaginare cosa avesse in mente.
"Entrando a far parte dell'elenco della ragazze da 'seconda volta per dimostrare la mia virilità'?"
"Anche più di una seconda volta eh..sei così diversa.." c'era anche una nota di verità nella sua voce, ora, nascosta sotto la piccola parte che entrambi stavano recitando, e Gwen non riuscì a non percepirlo.
"Ma non mi dire.."
"Bhè..non ho mai portato nessuna a mangiare qui. Solo te.." ora sembrava come se la sua maschera fosse svanita, come se fosse sincero..davvero.
Lei sorrise dolcemente, incantata nello sguardo dell'uomo.
L'ennesimo suono delle piccole campanelle attaccate alla porta d'ingresso del locale li riscosse entrambi, e notarono che ormai non erano più soli. 
"Forza finisci questi pancake e andiamo." 
Shannon era già alla cassa per pagare quando lei ingoiò l'ultimo boccone e lo raggiunse poi mentre usciva dalla porta con le campanelline, avvisando tutti della loro uscita.
Dopo qualche passo, Gwen, che stava osservando il cielo pieno di nuvole sopra di loro, andò a sbattere distrattamente contro le spalle dell'uomo. Abbassò lo sguardo e notò che anche lui, come lei poco prima, era perso nei suoi pensieri, gli occhi che vagavano tra la folla che ormai viaggiava sulle strade di Los Angeles. 
Improvvisamente si voltò e incrociò gli occhi limpidi della ragazza. Le si avvicinò e le spostò una ciocca di capelli che le ricadevano davanti agli occhi.
"Allora anche tu ti sei..divertita con altri?"
Gwen sorrise, non distogliendo lo sguardo dal suo. "Non puoi pretendere che in tutti questi anni non l'abbia fatto anche io..."
"Ed è sempre stato così..così complicato?"
Lei sospirò e abbassò lo sguardo. Ora non alludeva ad una semplice notte di sesso, parlava di loro, parlava di una vera storia. "No..ora è diverso."
Shannon era così vicino che poteva sentire il suo petto alzarsi ed abbassarsi, una sua mano era poggiata sul suo viso, l'altra le cingeva un fianco. Dapprima chiuse gli occhi, la fronte appoggiata alla sua, sembrava come assaporare ogni suo profumo, ogni sua essenza. Gwen osservava i suoi lineamenti, tratteneva i brividi che provava con la sua vicinanza, e cercava di entrare nella mente di quell'uomo, di capire cosa lo intimoriva e lo tratteneva. Poi lui riaprì gli occhi e quelli nocciola, ora circondati da una sottile linea verde, incontrarono quelli azzurri come zaffiri che lo scrutavano.
"Non importa quanto sarà difficile." sussurrò con una voce così flebile che Gwen riuscì a stento a percepire, poi la baciò, premendo dolcemente le labbra sulle sue. La strinse ancora di più a sé, una mano immersa nei lunghi capelli, e Gwen si lasciò trasportare dalle sue labbra. 
Erano quei momenti che le facevano dimenticare il suo vero mondo, cos'era in realtà, quanto fosse diversa da tutto. Bastava un suo contatto, un suo sguardo, la sua presenza. Era così persa in quel bacio che quando lui si scostò, lei impiegò un po' per capire cosa l'aveva fermato, ritornando alla realtà. 
Qualcuno stava urlando il nome del batterista, da lontano. Quando si avvicinarono di più, Gwen notò che erano delle ragazze.
"Saranno Echelon, non preoccuparti.." la tranquillizzò Shannon allontanandosi di un passo da lei.
Ora le ragazze li circondavano e Gwen riuscì ad osservarle meglio: erano quattro, sicuramente sopra i vent'anni, tutte molto belle, carnagione leggermente abbronzata come tutti ormai in città, lunghi capelli castani, tranne una bionda. La collana con quella strana triad che le aveva mostrato Shannon tempo prima, le accomunava tutte. Si, erano Echelon.
Una per volta, tutte strinsero il batterista per una foto, mentre parlavano tranquillamente riguardo il nuovo album, forse, Gwen non ne era sicura. Non ascoltava molto, piuttosto osservava il leggero tremito di una di loro, la sicurezza di un'altra, la disinvoltura di Shannon e il sorriso che rivolgeva a tutte loro. Sembrava così spontaneo e felice tra di loro, tra le persone che capivano il suo lavoro, la sua vita. E sembrava rendere quei pochi momenti indimenticabili per le ragazze. 
Persa nei suoi pensieri, si accorse a malapena di una ragazza che le stava scattando una foto, e dello sguardo che le stava lanciando. Solo quando Shannon la prese per mano capì che ormai si stavano salutando.
Un ultimo "grazie, Shannon" poi lui la trascinò via, dove, non sapeva dirlo.
"Erano tutte tue fan?" chiese, e lui annuì sorridendole. 
"Una di loro mi guardava davvero male, credo.."
"Per questo ti ho portata via. Non voglio che la mia vita privata..che tu finisca su internet per colpa mia. Ma mi sorprende che tu l'abbia notato, sembravi così persa nei tuoi pensieri.."
"Osservavo. Sembravi davvero felice tra di loro, così a tuo agio tra quelle ragazze che sembravano conoscerti così bene...avevi un sorriso splendido." confessò lei, abbassando lo sguardo, sicura che le sue guance fossero diventate più colorite, mentre camminavano fianco a fianco per una stradina quasi deserta.
"E tu sei splendida quando arrossisci." ribatté lui, tirandole piano la mano in modo da avvicinarla a lui. Con un passo veloce la intrappolò tra il muro e il suo corpo, con una mano le teneva stretti i polsi portati sopra la sua testa, bloccati al muro, poi poggiò le labbra sulle sue in un bacio pieno di passione che lasciò sfuggire un gemito dalla gola della ragazza. Shannon sorrise, mentre con l'altra mano viaggiava sotto la sua maglietta. Avere le mani bloccate era una tortura, desiderava con tutta se stessa di poterlo toccare, di sfiorare la sua pelle con le dita. Scendendo, Shannon lasciò piccoli baci sul collo di Gwen, poi risalì furtivo e le morse il labbro inferiore.
In quell'istante, la suoneria dell'iPhone di Shannon riportò entrambi sulla terra. 
"Questo era solo un assaggio." le sussurrò all'orecchio, lasciando la ragazza stordita, con il respiro affannato e il battito accelerato. Lui prese il cellulare dalla tasca posteriore dei pantaloni, controllò sullo schermo, si allontanò da lei di qualche passo e rispose.
Gwen lo seguì con lo sguardo, lo osservò muoversi distrattamente, poggiandosi prima su un piede poi su un altro. Ogni tanto anche lo sguardo di Shannon si fermava su di lei, facendole provare gli stessi brividi di poco prima.
"Ora? Sono fuori, con Gwen. Si lei. È così necessario? Ok va bene, arrivo."
Sospirò, poi tornò vicino alla ragazza, che non si era mossa di lì. Poggiò le mani sui suoi fianchi e la avvicinò a sé. "Mio fratello vuole una riunione della band al completo, ha delle novità. Ti dispiace se andiamo da lui? Non sarà per molto, e poi torneremo a noi.." le posò un casto bacio sulle labbra, poi si fermò ad osservare i profondi occhi azzurri.
"Ma certo, tranquillo, non c'è nessun problema per me! Sarà bello incontrare di nuovo Jared."
Shannon trattenne una risata poi continuò "Jared è una delle persone migliori che abbia mai conosciuto, non lo dico solo perchè è mio fratello. E' davvero incredibile, lo scoprirai presto anche tu, fidati di me."
Gwen annuì, chiedendosi se Jared si sarebbe mostrato mai a lei come quella persona che aveva descritto Shannon. Lui lei sorrise, sfiorando con le labbra la fronte della ragazza.
"Grazie." sussurò.
 
 
"Caffè?" le chiese la ragazza dai lunghi capelli biondi, invitandola in cucina.
"Certo"
Emma, così si chiamava la ragazza, la condusse in cucina, una piccola stanzetta dietro la sala registrazioni. Prese il thermos posto vicino ai fornelli e versò il caffè dentro due tazze. Ne porse una a Gwen mentre l'altra l'avvolse con le mani, appoggiandosi poi sul tavolino.
"L'ha preparato Jared, credo, non ti posso assicurare quanto sia buono."
Quella ragazza le stava già simpatica. Gwen le sorrise, si fece coraggio e assaggiò quel liquido marroncino e.. acqua, era praticamente acqua in cui si sentiva vagamente l'aroma di caffè e di altro, che sinceramente non intendeva sapere cosa fosse questo altro. Emma rise quando lei, con una smorfia, posò la tazza sul tavolo. "Ecco, non credo sia molto buono!"
"Tu cosa fai per la band?"
"Sono la segretaria di Jared, ma ormai faccio di tutto, lo aiuto con la band e in altri lavori a cui partecipa."
"Dev'essere dura.." commentò Gwen, pensando a quanto potesse essere snervante sottostare a Jared.
Emma la osservò con sguardo quasi sognante. "La maggior parte delle volte lo è, capita anche di non dormire per giorni, di viaggiare così tanto da non ricordare quasi più da dove eri partito. Ma alla fine, una volta portato a termine il lavoro, tutta la fatica passata non è nulla a confronto della soddisfazione, grazie anche a molti echelon. Lui, loro, fanno tutto questo per gli echelon e la soddisfazione maggiore è vedere loro felici di ciò per cui hai lavorato tanto." Assaggiò distrattamente un sorso di caffè e, come aveva fatto Gwen, posò la tazza sul tavolo. "Hai ragione, fa schifo." concluse.
Gwen sorrise di fronte a quella ragazza dagli occhi velati di un qualche mistero, azzurri e così limpidi. "Sai, ammetto che, prima di conoscere Shannon, non avevo idea di chi fossero i Thirty seconds to mars. Ora riconosco che questa band non è solo musica..è molto altro."
"Proprio così. Vieni, sentiamo se stanno provando qualcosa." 
Gwen seguì Emma fuori dalla cucina, nella saletta di registrazione, ed effettivamente stavano suonando. Non si accorsero neanche del loro arrivo e continuarono.
Riconobbe Tomo sfiorare agilmente le corde della chitarra, muovendo la testa a ritmo. Jared, microfono davanti, occhi chiusi, assorto nella musica, cantava. Lì, in quella saletta, la ragazza si meravigliò della sua voce, così pura, così potente e rilassante al tempo stesso. Sembrava la voce di..un angelo.
"I will attack.."
E infine Shannon, bacchette alla mano, sembrava completamente assente da quel mondo, come se lui e la batteria fossero diventati una cosa sola. Brividi le percorrevano la schiena, solo osservandolo.
"Lo chiamano Shanimal" le disse Emma avvicinandosi a lei, notando lo sguardo incantato della ragazza sul batterista. Era davvero un animale quando suonava, il nome affibiatogli era perfetto, pensò Gwen.
"I promise you.."
Tutti e tre si fermarono e, come risvegliati da un sogno, tornarono sulla terra e solo allora si accorsero della presenza delle due ragazze. 
Shannon sorrise incontrando lo sguardo di Gwen. Lei distolse lo sguardo solo quando Jared le chiese "Allora cosa ne pensi?".
"Wow" fu l'unica cosa che venne in mente alla ragazza per descriverli. Il cantante sorrise orgoglioso e divertivo. "Bene, abbiamo la sua approvazione, direi che ci siamo." confermò. Poi prese il blackberry che teneva in tasca, appena questo produsse un piccolo suono. Lesse il messaggio e sorrise. Senza aggiungere altro, uscì dalla sala tenendo in mano quell'oggetto come fosse sacro.
"La mia Sam!" cantarono in coro Shannon, Tomo ed Emma, evidentemente imitando il cantante appena uscito, scoppiando a ridere subito dopo. "La ragazza che ha incontrato Jared a quella festa." spiegò Shannon a Gwen, che li guardava confusa.
"Ragazzi sarà meglio che vada, fra poco devo uscire con Vicki" annunciò Tomo con un gran sorriso. "Volete un passaggio?"
"No grazie" rispose Shannon, sorridendo a sua volta. "Penso che mostrerò a Gwen l'altro amore della mia vita, dopo Christine. L'ho lasciata qui l'altro giorno.."
Tomo ed Emma annuirono ed uscirono dalla saletta, seguiti da Shannon. Gwen, confusa per le parole di Shannon, raggiunse lentamente gli altri.
Il chitarrista era ormai andato via ed Emma stava riferendo qualcosa a Shannon, mostrandogli il cellulare. Notò Jared seduto una gamba sopra l'altra, sul divano di finta pelle bianca, mentre osservava distrattamente il blackberry.
Si accorse solo dopo di essersi avvicinata a lui e di essersi seduta al suo fianco, come se l'avesse fatto senza pensarci minimamente, il suo corpo aveva agito da solo.
"Si chiama Sam?" chiese Gwen, intuendo che i pensieri del cantante erano rivolti alla ragazza. Si stupì ancora una volta di quegli occhi, così profondi e così simili ai suoi, che ora la stavano osservando. Ricordò la poca differenza di età con Shannon, ma sembrava molto più giovane. Lo stesso valeva per Shannon, ma Jared aveva quel viso quasi da eterno bambino.
"E' fantastica. Non voleva uscire con me all'inizio, sai? Forse è proprio questo che mi ha spinto a volerla conoscere di più. Mi sembra tutto così diverso con lei, riesce a rendere qualunque cosa interessante. Mi capisce e io..vorrei solo renderla felice, capisci? E' l'unica cosa che mi importa." sospirò, riportando lo sguardo sul cellulare. "Bhè penso che tu mi possa capire." continuò dopo aver notato un veloce incontro di sguardi tra la ragazza ed il fratello. Gwen sorrise, quasi senza rendersene conto, e riportò lo sguardo su Jared, stupita dal fatto che si fosse aperto così tanto a lei.
"Ma..? C'è un problema con Sam, vero?" riprese la ragazza, avendo capito dal suo sguardo e dal tono di voce che qualcosa non andava.
"E' come se avesse paura di affrontare qualcosa di serio. So che sente ciò che provo io, ma sembra bloccata e io non so cosa fare. Vorrei donarle tutto me stesso, ma ho paura di spaventarla in qualche modo. Non voglio che vada via." La sua voce lasciava percepire il velo di tristezza che lo affliggeva.
"Hai detto tutto questo a lei?" Lui fece segno di no con la testa. "Falle capire cosa provi, ma non buttarti a capofitto. Stalle accanto, ma lasciale spazio. Lei capirà presto cosa prova e quando sarà pronta, lo sentirà e lo capirai anche tu." Gwen aveva passato così tanti anni tra gli umani da capire ormai da uno sguardo le loro paure, le loro gioie, le loro insicurezze, sapeva capirli ed aiutarli. L'amore era uno dei problemi che l'uomo affronta da sempre e Jared sembrava finalmente essersi imbattuto in questo problema. "Và da lei e non lasciarla andare via."
"Vive a Parigi.." quasi sussurrò lui.
"Non credo che questo sia un ostacolo per Jared Leto!"
Jared le rivolse un sorriso sincero, anche i suoi occhi sembravano brillare di più. Forse iniziava a capire le parole che le aveva rivolto Shannon su di lui, qualche ora prima.
"Pronta Gwen?" La voce di Shannon li fece voltare entrambi verso il batterista. Gwen annuì e si alzò dal divano, seguita da Jared.
"Grazie" le disse. "E..scusami se non sono stato particolarmente gentile nei nostri primi incontri."
"Scusa Jared, vi racconterete un'altra volta i vostri segreti, ora dobbiamo proprio andare." intervenne Shannon, incrociando le sue dita con quelle della ragazza. Salutarono Jared ed Emma e poi la guidò per una porta secondaria.
"Cos'è questa fretta? E di cosa stavi parlando prima, nella saletta?" Gwen era confusa ricordando le parole dell'uomo di poco prima, ma Shannon sembrava non accorgersene, intento com'era ad aprire una porta, che li portò in una specie di garage. Era pieno di cianfrusaglie e scatoloni.
"Volevo mostrarti questa." disse infine, lasciando la mano della ragazza per spostare un enorme telaio da un oggetto posto proprio al centro della stanza, scoprendo così una grossa moto, interamente bianca.
La ragazza la osservò sorpresa e meravigliata. Era di questa che stava parlando prima? 'l'altro amore della mia vita' era una moto? Lei non era mai salita su una di quelle..non ne aveva mai avuto bisogno ovviamente, e l'ultima volta che aveva provato ad avere una vita normale, con gli umani, quelle non esistevano ancora. "Tu hai il tuo modo di volare..io ho questo. Ti piace?"
Lei annuì senza togliere lo sguardo da quella moto. "Indossa questa, farà più freddo." le disse porgendole la sua giacca. "E metti questo, dovrebbe starti bene." questa volta le porse un casco blu. Lui premette un pulsante sulla parete e la porta del garage iniziò ad aprirsi, prese il suo casco, bianco, e se lo infilò. Imitandolo, Gwen indossò il suo. Non vedeva l'ora di provare quella moto. Shannon vi salì su, accese il motore, strinse i due manici dando gas, poi alzò la visiera, si girò verso Gwen, che lo osservava ancora immobile. "Cosa aspetti? Sali." Lei obbedì e si sistermò dietro di lui. "Stringiti forte a me, ti farò vedere cosa sa fare questa meraviglia." Non se lo fece ripetere due volte, si strinse a lui, sentiva il petto premere contro la sua schiena. "Oh, non vedo l'ora di arrivare a casa.. si parte!" abbassò la visiera, diede gas e partì a tutta velocità, senza neanche aspettare che la porta si alzasse del tutto.
Sfrecciarono come saette tra le strade della città quasi deserta, sentendo tutta la resistenza dell'aria contro di loro. Gwen, stretta al suo corpo, sentì il cuore perdere qualche battito durante certe manovre forse troppo azzardate di Shannon.
Ci impiegarono molto più tempo per arrivare a casa perché il batterista ne aveva approfittato per fare un lungo giro della città con la sua amata moto.
"E' stato fantastico! Non pensavo che un uomo potesse avvicinarsi così tanto all'idea di volare..Un altro giro?" chiese la ragazza, facendo gli occhi dolci, una volta arrivati a casa del batterista, tolti i caschi e posata la moto.
Lui la attirò a sè e le sfiorò il viso sussurrandole "No, ora ci divertiremo in un altro modo..". Gwen, che già fremeva all'idea di riavere le mani di Shannon su di lei, come qualche ora prima, gli sorrise, si avvicinò ancora a lui, sfiorò le labbra con le sue facendosi desiderare, sussurrò "Prima dovrai prendermi." e corse via. Shannon restò lì, immobile, sorpreso da questa fuga. Era così vicina..
Sorrise, deciso a stare al suo gioco, e le corse dietro. Lei lo aspettava in cucina, dietro il tavolo, ma appena lui si avvicinò, con un salto decisamente troppo alto per un essere umano, lo schivò e uscì dalla cucina. Prima in sala, poi salì le scale e lì, fuori dalla camera da letto, Shannon la raggiunse e la bloccò, consapevole però del fatto che se lei non avesse voluto, non l'avrebbe mai raggiunta.
"Ora sei mia." le sussurrò all'orecchio, facendola trasalire. Non le lasciò via di scampo: la portò in camera da letto, la bloccò al muro e la baciò con tale passione da stupirla. Uno dopo l'altro, i vestiti di entrambi finirono sul pavimento, mentre Shannon la portava sul letto. La fece sdraiare e lì, dolcemente, posò piccoli baci su tutta la pelle chiara e morbida della ragazza. Profumava di..buono..non sapeva descriverlo, ma gli piaceva da matti. 
Gwen sentiva la sua pelle fremere ogni volta che Shannon la sfiorava, come piccoli brividi attraversarle il corpo. Lo desiderava, ogni parte di sè lo desiderava, come se avesse un bisogno vitale di lui.
Shannon ritornò alle labbra, assaporandole dolcemente mentre entrava piano in lei e piccoli gemiti partirono dalle gole di entrambi.
Era vero ciò che aveva detto la mattina, lei era diversa, lei non era come le altre. Quel desiderio che lo invadeva era qualcosa di più di semplice desiderio fisico. E questo lo spaventava, tanto quanto lo stupiva. Così come lo spaventava e lo stupiva la sua natura, angelo e demone. Fino a qualche settimana prima neanche credeva nella loro esistenza e ora eccolo, baciare una di loro, sussurrare il suo nome mentre un'ondata di piacere lo invadeva. Cosa stava succedendo? Cosa aveva scosso l'uomo che andava a letto con una donna diversa ogni notte, cosa lo tratteneva a lei?
Quando raggiunse l'apice, resistette quel poco per far arrivare anche lei a quel piacere, poi crollò al suo fianco, continuando a baciarla nonostante non avesse più fiato, e allora capì.
L'amava.



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Mi scuso profondamente per il ritardo, tra scuola ed altro risco a scrivere davvero poco.. Spero di riuscire ad aggiornare prima possibile!
Voglio ringraziare tutte le persone che mi hanno seguito fino ad adesso e che lasciano una recensione ogni volta, non sapete quanto questo significhi per me, davvero!
Grazie ancora a tutti!
  
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