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Autore: TheGhostOfYou    06/05/2013    5 recensioni
1998.
Voldemort è stato sconfitto, ma il prezzo che il Mondo Magico ha pagato è terribile. Oltre ad aver perso tante vite umane, Harry e gli altri hanno perso la possibilità di essere realmente ciò che sono: la comunità Babbana ha deciso di cancellare a tutti i maghi la memoria e farli vivere nel loro mondo, come persone senza poteri magici, per evitare altre stragi come quelle della Guerra Magica. Oltre a perdere la magia, hanno perso anche i ricordi di ciò che erano. In un clima di falsa tranquillità, Hermione Granger studia in un prestigioso college inglese insieme ad un compagno odioso, Draco Malfoy. Nessuno dei due si ricorda dell'altro, ma tra loro è rimasto un reciproco odio, destinato a trasformarsi in qualcos'altro quando, proprio nella loro università, cominciano ad accadere fatti strani. Spinti dal desiderio di capire che cosa si cela dietro a tutto ciò, Draco ed Hermione si avvicinano e si ricongiungono ai loro vecchi compagni di Hogwarts; perchè dentro di loro la magia è rimasta e lotta per tornare ad essere parte di loro.
Genere: Azione, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Luna Lovegood, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo I – Una nuova vita.

 
Primo Settembre 1998.
 
C’era un castello che bruciava lentamente, e per qualche motivo questo le provocava angoscia. Era come se quel castello fosse casa sua, sentiva di esserci legata in qualche modo, anche se inconsciamente sapeva di non averlo mai visto prima.
L’aria era densa del fumo nero e fuligginoso che il fuoco ed il vento aveva spinto fino a dove era lei, che osservava la scena da una collina.
 
Il suono della sveglia interruppe bruscamente il sogno della ragazza, che aprì gli occhi con un attimo di disorientamento, poi sorrise.
Hermione Granger aveva sempre amato la scuola, fin dall’età di cinque anni, fino dal primo giorno alle elementari. Aveva aperto il primo libro, sentito l’odore di carta stampata e da quel momento non aveva mai più lasciato la scuola e lo studio. Aveva pochi ricordi degli anni precedenti a quell’estate, eppure ricordava la sensazione bellissima delle sue mani sulle pagine dei libri e della sua mente che memorizzava informazioni con interesse ed amore.
E quel giorno, finalmente, avrebbe cominciato l’università, il posto a cui ambiva da quando aveva scoperto il suo amore per lo studio. Si era diplomata con il massimo dei voti, e con il massimo era stata accettata alla UCL, una delle università più prestigiose di tutto il mondo; l’aveva scelta perché aveva un interessantissimo programma di Arte e Letteratura, oltre che a corsi specialistici in Scienze Fisiche, Storia, Legge ed Ingegneria. Hermione amava tutte quelle materie e per sicurezza si era iscritta ad ogni corso possibile, per capire davvero quale strada volesse prendere.
Eppure, il sogno che aveva appena fatto minacciava la sua felicità: le aveva lasciato dentro qualcosa che non riusciva a spiegare, una familiare sensazione di paura ed abbandono che, per quanto poteva ricordarsi, non aveva mai provato in vita sua. Eppure quel castello era così familiare…
Scuotendo la testa, la ragazza si alzò e per prima cosa si guardò al grande specchio che aveva in una delle due pareti ai lati del letto: non era una ragazza vanitosa, al contrario si era sempre curata pochissimo dell’aspetto fisico, ma quella mattina voleva apparire al meglio e fare una bella figura durante l’inserimento al college.
Prese un grande elastico nero che trovò sul comò davanti allo specchio e cominciò a legarsi i capelli in una stretta crocchia sopra la testa, azione che trovò particolarmente difficile per via dei capelli stopposi e nodosi che non si era mai preoccupata di domare.
Con attenzione scelse un maglioncino grigio ed un paio di jeans normalissimi e si vestì, afferrando poi la borsa con i libri e scendendo le scale con calma ed un sorriso radioso sul viso. Non le piaceva essere appariscente, non era nel suo stile. In molti l’avrebbero definita una So Tutto Io, lei preferiva pensare a se stessa come una persona con dei valori.
I suoi genitori l’aspettavano con un’abbondante colazione già pronta nel piatto, ed entrambi le sorrisero in risposta, orgogliosi della loro unica bambina che aveva dato loro solo grandi soddisfazioni.
- Avrei preso un cappuccino in facoltà mamma, non c’era bisogno che ti impegnassi tanto – esclamò lei, sedendosi e cominciando a sorseggiare la tazza di caffè nero fumante.
- Tra un’ora partirai per il college e non ti vedrò per tre mesi, Hermione – cercò di nascondere l’emozione voltandosi verso la finestra – Mi sembra il minimo –
- Tieni a bada la mamma, papà –
Il padre sorrise con affetto e annuì.
- Le tue cose sono già nella tua stanza da ieri, non devi fare altro che prendere il treno e scendere alla fermata giusta! –
- Ce la fai vero, a prendere il treno da sola? – chiese sua madre con preoccupazione.
Hermione addentò un pezzo di toast al formaggio, pensando che era la prima volta che prendeva il treno per andare a scuola; immediatamente, la tremenda sensazione del sogno si ripresentò e lei ebbe il sospetto che non fosse del tutto vero. Poi scosse la testa con decisione: un dettaglio così importante se lo sarebbe di certo ricordato, e la sua memoria funzionava benissimo.
- Si mamma! –
- Sono felice che tu abbia deciso di prendere la laurea in Arte e Lettere, è una cosa che nessuno nella nostra famiglia ha –
Hermione sorrise radiosa; amava non deludere mai le persone che aveva intorno.
- Naturalmente, papà, mi sono iscritta anche ai corsi facoltativi di tutte le altre facoltà! – aggiunse con una punta di orgoglio nella voce. - Cavoli, quanto è tardi! – improvvisamente scattò in piedi e diede un bacio veloce a sua madre e a suo padre. – Il treno parte tra un quarto d’ora, devo scappare! –
Corse verso la porta e se la chiuse alle spalle, cominciando a correre fin verso la fine della via; non era mai stata brava nella resistenza fisica, e poco dopo inciampò su se stessa rovinando a terra.
- Ti sei fatta male? – sentì qualcuno dire da una direzione indistinta; poco dopo, una mano gentile afferrò la sua ed aiutò a riportarla in piedi. Hermione vide un viso dolce, due grandi occhi verdi lucenti incorniciati da un paio di occhiali rotondi ed una buffa cicatrice a forma di saetta.
 
Aveva come la sensazione di aver conosciuto quel ragazzo.
 
Lui allungò la mano che l’aveva aiutata, ed Hermione la strinse con la sua.
- Piacere io sono Harry, Harry Potter –
 

*****

 
Un castello bruciava lentamente, Draco poteva sentire l’odore acre di fumo dal posto in cui stava osservando la battaglia spegnersi. Bruciavano tutti, e lei bruciava insieme a loro. Quel volto tanto familiare, tanto odiato, finalmente stava morendo. Eppure, se avesse potuto, lui avrebbe urlato e l’avrebbe salvata. C’era qualcosa di familiare in tutto quello, qualcosa che lo opprimeva a tal punto che faceva fatica a respirare.
 
- Draco, tesoro. –
Il ragazzo biondo aprì gli occhi, scoprendo di essersi addormentato nella lussuosa macchina di proprietà della sua famiglia; il tragitto dalla sua villa alla stazione del treno non era lungo, ma quella notte non aveva dormito molto, a causa del sogno che lo aveva disturbato a lungo, e che lo aveva colto anche in quel momento di riposo.
- Siamo arrivati? – chiese lui, alzando il mento ed evitando di guardare fuori dal finestrino.
- Manca poco – rispose la donna seduta davanti a lui, con una tazza di te caldo tra le mani. Era una donna elegante, di classe, con un dolce sorriso che rivolgeva solo al suo unico figlio. – Ho pensato che volessi darti una sistemata –
Draco scrollò le spalle, e si sfilò la giacca; faceva parecchio caldo per essere il primo di Settembre, ed era inutile tenere quella cosa elegante con quell’afa. Distrattamente, lo sguardo del ragazzo cadde sulla cicatrice che aveva sull’avambraccio sinistro; sembrava un teschio, ma i contorni non si distinguevano bene e, a quanto ne sapeva, ce l’aveva sempre avuto.
- Com’è che me la sono fatta, madre? – chiese, con un tono antipatico.
La donna per un attimo guardò fisso nel vuoto, poi scrollò la testa.
- Non me lo ricordo. Eri molto piccolo, probabilmente –
Il pollice di Draco passò sopra alla pelle tesa e in rilievo, ed ebbe come una strana sensazione, come se ci fosse qualcosa di insolito in quella cicatrice, come se fosse una specie di maledizione o altro.
- Spiegami per quale motivo mi stai accompagnando, madre. Ho diciotto anni, credo di potermi arrangiare da solo –
Lo sguardo di Narcissa si illuminò; non sapeva per quale motivo lo aveva voluto accompagnare, sapeva solo che era davvero troppo protettiva nei suoi confronti.
- Draco, quando hai scelto di andare all’università…-
- Non l’ho scelto – borbottò lui, aggiustandosi il ciuffo biondo che gli era finito davanti agli occhi – Mio padre non mi ha lasciato scelta –
- Ma hai scelto tu in che facoltà andare. Perché hai scelto Arte e Letteratura? –
Draco non l’avrebbe mai ammesso, ma l’unica persona che nella vita contava davvero qualcosa per lui era sua madre, e proprio osservando sua madre dipingere o leggere, o parlare di una particolare opera d’arte, aveva deciso di laurearsi in quella facoltà.
- Perché è la meno impegnativa, madre – rispose con la sua solita aria di supponenza ed arroganza – Ed io di certo non ho voglia di impegnarmi –
Proseguirono il viaggio in silenzio, fin quando l’elegante macchina non accostò proprio davanti alla piccola stazione del quartiere; nonostante fosse una cittadina grande, c’era solo una stazione dove prendere il treno per Londra, e Draco era quindi costretto a mischiarsi con gente comune e straccioni di ogni tipo, cosa che odiava davvero.
- Ci vediamo tra qualche mese, tesoro –
La donna si allungò per baciarlo ma lui fu più veloce e si tirò indietro, uscendo velocemente dalla macchina ed afferrando la borsa a tracolla nera. Poi si voltò, lasciando Narcissa sola nella macchina mentre lo guardava allontanarsi.
Dopo pochi metri, Draco appoggiò la tracolla a terra e si accese una sigaretta, restando per un secondo ad occhi chiusi. Non aveva avuto scelta, suo padre aveva voluto a tutti i costi che si laureasse, ed in quel momento era imprigionato in una realtà che non sentiva sua. A dire il vero, era da qualche mese che sentiva di non appartenere a quel mondo, come se in una vita parallela fosse stato qualcun altro, qualcuno di molto più figo di quello che era lui ora.
Per tutto, Draco era il ragazzino viziato con i soldi, ed in parte era vero; ma nessuno si era mai fermato a conoscerlo realmente e lui era rimasto sempre solo, per conto suo, a covare rabbia contro chiunque si avvicinasse e chiunque non fosse lontanamente alla sua altezza.
Così, mentre ognuno su quel binario aveva qualcuno con cui ridere e scherzare, lui rimaneva solo con la sua sigaretta, ad osservare i passanti. Aveva la strana sensazione di aver già conosciuto una buona parte di loro: una ragazza bionda con l’aria sognante che chiedeva informazioni ad un’altra con una faccia da carlino, un ragazzo dai capelli rossi che spiegava qualcosa alla probabile sorella, un ragazzo alto e magro con gli occhiali ed una buffa cicatrice e… lei. Draco si avvicinò per un attimo alla ragazza con i vestiti da santerellina e la grossa borsa a tracolla, e per un attimo non ebbe un infarto.
 
Possibile che fosse lei la ragazza del suo sogno?
 
No, non era possibile, perché a quel mondo non esistevano cose come le predizioni, la magia, le coincidenze, non esisteva niente di tutto quello.
Eppure, per qualche strano motivo, Draco sapeva di essere in torto.
 

*****

 
Hermione non credeva ai suoi occhi, quel posto era perfetto.
Appena arrivata, aveva subito conosciuto la sua compagna di classe, Ginny, più piccola di lei di un anno ma già iscritta perché aveva iniziato un anno prima le scuole, aveva lunghi capelli rossi ed un caratterino allegro e vivace, e ad Hermione stava molto simpatica.
Erano andate insieme al discorso del rettore, un uomo basso e cicciottello con un sorriso dolcissimo, ed entrambe erano state catturate dalla magia di quel posto. Era affollatissimo, ed in quel momento le ragazze stavano facendo fatica a passare; avevano entrambe appuntato al petto il tesserino di riconoscimento che avevano loro consegnato all’entrata, e stavano cercando di muoversi per incontrarsi con Ron, il fratello di Ginny, ed Harry, il simpatico ragazzo che aveva aiutato Hermione dopo la caduta. Anche loro, infatti, erano compagni di stanza, ed Hermione aveva familiarizzato subito, come se li avesse conosciuti da sempre.
- In che cosa ti specializzerai, Ginny? –
- Pensavo di prendere una borsa di studio giocando a calcio per la squadra del college e specializzarmi in scienze motorie. Tu? –
Hermione aprì orgogliosa la sua agenda e mostrò i corsi ai quali si era iscritta.
- Arte, storia, letterature, matematica, fisica… Hey, avrai il tempo per divertirti, almeno? –
Hermione scosse il capo, poi con una mano si aggiustò i capelli, che stavano scivolando fuori dalla crocchia donandole l’effetto leone che lei odiava tanto.
- Sono qui per studiare, se avessi voluto fare festa sarei andata a fare la barista… oh, ecco Harry! –
In mezzo alla folla, Hermione alzò la mano e si fece notare, e subito dopo i due ragazzi le raggiunsero, sorridendo allegramente.
- Non mi aspettavo tutta questa confusione – disse Harry, imbarazzato dalla presenza della ragazza rossa, che gli sorrideva in modo piuttosto provocatorio.
- Come ti sei fatto quella cicatrice? – chiese Ginny, improvvisamente.
Harry diventò tutto rosso, poi scosse il capo.
- Non… non mi ricordo, in orfanotrofio mi hanno detto che è stato quando ero molto piccolo –
Ginny aprì la bocca per dire qualcosa, ma Hermione le diede una gomitata; il ragazzo sembrava davvero in difficoltà.
- Sono un orfano – aggiunse poi improvvisamente – i miei sono morti, e sono stato in orfanotrofio fino a qualche mese fa, poi ho compiuto diciotto anni e con i soldi che avevo in eredità mi sono preso una casa da solo –
- Mi dispiace io… -
Ma lui scrollò le spalle, cambiando discorso.
- Io ho fame! – aggiunse Ron, capendo l’imbarazzo del suo nuovo amico – Che ne dite di andare a prendere qualcosa alla caffetteria? –
La caffetteria era piuttosto affollata, come i corridoi del campus e delle aule, ma Ron e Ginny riuscirono in poco tempo a portare i loro caffè agli altri due, che li aspettavano pazientemente in un angolo.
- Naturalmente, io sono interessata a qualsiasi corso – stava dicendo Hermione ad Harry – anche se amo l’arte e la letteratura, mi sono iscritta ad almeno un corso di ogni facoltà! So già i libri a memoria, naturalmente spero che basti per le prime lezioni! –
Il povero Harry sembrava davvero a disagio, perché Hermione parlava in modo veloce e continuava a snocciolare nozioni che non aveva mai sentito in vita sua. Sospirò di sollievo quando vide Ron e Ginny tornare verso di loro, grato di non dover sentire ancora per molto la parlantina di quella ragazza.
- Allora, voi da dove venite? – chiese immediatamente, con la chiara intenzione di sviare il discorso di Hermione.
A Ron si arrossarono le orecchie molto velocemente, e si concentrò sul suo doppio cappuccino senza rispondere alla domanda, cosa che Ginny fece tranquillamente.
- Siamo gli ultimi di sette fratelli… sei, ora. Fred è morto qualche mese fa –
Sapeva che sicuramente le avrebbero chiesto in che circostanze era morto, ma per qualche strano motivo ne Ginny ne Ron ricordavano molto dell’accaduto. Era come se quel dolore si fosse in qualche modo attenuato, come se avessero anestetizzato i loro cuori. Prima della morte di Fred, i loro ricordi erano sempre molto confusi.
- Non vogliamo parlare di lui – aggiunse la ragazza in fretta – Non siamo ancora pronti. E prima che qualcun altro ve lo dica, la nostra famiglia non è ricca. Noi siamo qui per una tremenda botta di fortuna, nient’altro –
Tutto quel discorso era effettivamente riuscito a far tacere Hermione, che osservava il liquido scuro nel suo bicchiere, tremendamente in imbarazzo. Non si era resa conto della sfortuna che dovevano aver avuto i suoi nuovi amici. Eppure, continuava ad avere la sensazione di averli già conosciuti.
- Guardate là – Ron indicò con la mano libera un ragazzo biondo, dall’altro lato della caffetteria; aveva i capelli tagliati di fresco, gli occhi chiari e  rilassati ed un completo firmato, probabilmente costosissimo. La sua espressione era chiaramente di una persona che credeva di essere superiore a tutti quelli che c’erano in quel posto. – Avremo a che fare con gente del genere, durante questi anni –
- Dai, Harry. Non giudicare senza conoscere – disse Hermione, in qualche modo affascinata da quel giovane; di nuovo, ebbe la sensazione di averlo già visto da qualche parte – Magari è solo un’impressione –
- La prima impressione, a volte, è quella che conta –
 

*****

 
Draco era palesemente annoiato.
Era entrato da qualche ora in quella università ed aveva visto solo persone noiose, di brutto aspetto e probabilmente tutte dedite allo studio. Come quel gruppetto di sfigati che lo stavano osservando e che aveva visto prima: un ragazzo occhialuto, uno straccione rosso, quella che sicuramente era sua sorella (carina, ma stracciona come lui) e di spalle una  ragazza con un maglioncino chiaro e l’aria di essere una secchiona bacchettona. Quando si girò, ebbe un nodo allo stomaco: era la ragazza che aveva visto prima, quella che sapeva di aver già visto da qualche parte, anzi era sicuro che fosse la ragazza del sogno, quella che bruciava lentamente.
- Che sfigati –
Il ragazzo si voltò ed accanto a se notò una ragazza che prima non c’era, con una buffa faccia che la faceva assomigliare ad un carlino arrabbiato.
- Come, scusa? –
- Quelli là, quelli che ti fissano. Sono sfigati –
La ragazza sorrise, sicura di aver fatto centro, ed allungò la mano paffuta verso Draco, che la guardò senza stringerla.
- Sono Pansy Parkinson, comunque –
Il ragazzo scrollò le spalle, poi continuò a bere il suo caffè nero bollente, cercando di ignorare la ragazza fastidiosa che stava sbavando praticamente su di lui.
- Non sono interessato, Parkinson –
Con un unico movimento si liberò di lei, ed avanzò con lentezza verso il gruppetto di ragazzi che lo stava guardando prima. Non sapeva bene che cosa fare, ma voleva in qualche modo attaccare briga con loro, anche solo per divertirsi ed evitare la noia di quella prima giornata.
Improvvisamente, la ragazza che gli sembrava di conoscere si voltò, inciampando sulle sue ballerine basse ed il caffè che aveva in mano le cadde, finendo direttamente sulla camicia bianca di Draco.
- Merda! – esclamò il ragazzo, cercando in qualche modo di fermare la macchia marrone che si stava allargando a vista d’occhio – Merda, era pulita! –
- M-mi dispiace – balbettò Hermione, prendendo un fazzoletto dalla sua borsa e cominciando a tamponare la macchia. Era molto rossa in viso e sembrava voler scomparire da un momento all’altro.
- Te lo credo che ti dispiace, questa camicia costa 200 sterline! – il ragazzo era arrabbiatissimo; aveva avuto la sensazione che quel gruppetto fosse pieno di idioti, ed i sorrisetti che vedeva con la coda dell’occhio ne erano la conferma – Sei un’imbranata! – sbraitò contro la ragazza. Hermione lo guardò con uno sguardo pieno di orgoglio: come si permetteva di urlarle dietro in quel modo?
- Ti ho detto che mi dispiace, che altro devo fare? Ti ripagherò la camicia –
- Oh no, no, no. Questo non sarà sufficiente –
- Credi di spaventarmi? – rispose allora, mettendo le mani sui fianchi – Perché non ti conviene metterti contro di me, ti avverto –
Draco fece un mezzo sorriso, poi si chinò verso di lei.
- Ti conviene non dimenticarmi il mio viso miss… - guardò il cartellino di identificazione che aveva appuntato al seno – Miss Granger. Mi vedrai ancora in giro, sarò pronto ad ossessionarti –
Si voltò, lasciando Hermione a bocca aperta, apparentemente sconvolta.
Entrambi avevano i brividi, come se quella sensazione, quella litigata, fosse un dejà – vu.
 
Nessuno dei due sapeva che, in un altro mondo, erano stati nemici per sette, lunghissimi anni.
 

*****

 
Un primo capitolo che apre la storia, che spiega qualcosina.
Nessuno ricorda la loro vita precedente, e anche se tutto questo sembra incasinato, più avanti verranno chiarite molte cose: come vedete, le amicizie restano più o meno le stesse, anche se vedremo Pansy in una veste diversa da quella che leggiamo di solito.
Tra Draco ed Hermione comincia ad esserci una sorta di sfida, dettata più dal divertimento e dall’irritazione che dalla diversità del loro sangue. Vedremo a cosa porterà tutto questo.
Cosa posso dire ancora? Ditemi che ne pensate!
 
   
 
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