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Autore: TwistedRocketPower    06/05/2013    2 recensioni
Traduzione ad opera di Leana
Quando Kurt aveva nove anni, sua madre, una donatrice di organi, morì. Ora, a diciassette anni, Kurt è alla ricerca di chi ha ricevuto il suo cuore... ma, finirà per trovare molto di più.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- IN A HEARTBEAT -


CAPITOLO 25 - LUNCH

(link originale)




“Felice. E’ tutto ciò che voglio essere. Solo felice”
 
Il resto del viaggio fu occupato da una conversazione più leggera. La madre di Blaine raccontò alcune storie simpatiche, o a detta di Blaine, imbarazzanti di quando era piccolo... e alcune anche di quando non lo era così tanto.
 
Dopo che Blaine ebbe sentito parlare sufficientemente di sé stesso, e Kurt ebbe riso così forte da arrivare quasi a farsi la pipì addosso, Blaine lo costrinse a raccontare un po’ di storie imbarazzanti su sé stesso.
 
Anche Nathan rise un paio di volte. La sua risata non era così forte come quella di Kurt, o di Blaine, o Diane, ma Blaine non riusciva nemmeno a credere che stesse ridendo veramente. Si chiese se Kurt non avesse ragione. Forse suo padre non era così spaventoso come aveva sempre pensato. Forse era qualcun’altro che teneva le distanze tra di loro.
 
Cercò di non pensarci troppo, comunque, perché erano arrivati al parcheggio dell’ospedale.
“Non posso dire di adorare questo posto” disse Diane, guardando l’edificio con una smorfia di disgusto.
 
“Suppongo che condividiamo tutti questo pensiero” rispose Kurt, socchiudendo gli occhi mentre dava un’occhiata all’edificio.
 
“Oh, Kurt mi sento un idiota” disse Blaine, sentendosi onestamente uno grande stronzo. “Non avevo nemmeno pensato dove tua madre...”
 
“Blaine” Kurt alzò una mano, fermandolo. “va bene. Non sono mai stato un grande ammiratore degli ospedali, in ogni caso. Non mi dispiace essere qui, però. Va tutto bene”
 
“Sei sicuro?”
 
“Assolutamente si” lo rassicurò Kurt.
 
“Okay ragazzi” disse Nathan sospirando mentre apriva la portiera. “E’ ora di andare”

 


 
Quando entrarono dentro all’edificio, Diane e Nathan fecero strada come se conoscesse benissimo quel posto...cosa che, intuì Kurt, doveva essere così.
 
Non stava mentendo quando aveva detto che gli ospedali non gli erano mai piaciuti. A lui non erano mai piaciuto nessun luogo con dei medici. Aveva sempre la sensazione che stessero per colpirlo e trascinarlo via anche se non erano lì per lui. Era abbastanza sicuro di avere una sindrome del Camice Bianco, ma era perfettamente in grado di nascondere le sue paure e ne era felice.
 
Si fermarono improvvisamente, o almeno, improvvisamente per Kurt che non aveva prestato attenzione, e Diane aprì una porta sulla loro destra.
 
“Ragazzi, voi sedetevi” disse Diane “io vado a prendere i moduli”
 
Mentre si sedevano, Kurt guardò Blaine che non sembrava affatto nervoso. “Non ti dispiace venire qui?” chiese Kurt, spingendo il gomito di Blaine per ottenere la sua attenzione.
 
Blaine scosse la testa. “Non esattamente. E’ fastidioso e tutto, ma gli esami non sono dolorosi”. Gli sorrise. “Inoltre, dopo andiamo sempre a mangiare nel mio ristorante preferito, così ho anche qualcosa da guadagnare”
 
“E puoi passare più tempo con me, ovviamente” aggiunse Kurt scherzosamente.
 
“Ovviamente”
 
“Okay” iniziò Diane mentre si sedeva sulla sedia libera accanto a Nathan. “Compiliamo questo modulo”
 
“Mamma, posso farlo da solo” protestò Blaine.
 
“No, no, mi piace farlo. Mi da la possibilità di ficcanasare senza che tu mi stacchi la testa”
 
Blaine sospirò e alzò gli occhi al cielo, ma un piccolo sorriso sul suo volto fece capire a Kurt che non era veramente sconvolto.
 
“Va bene, spara”
 
Diane si schiarì la gola. “Nome?”
 
“Mamma”
 
Diane annuì, mentre con la bocca mimava la parola ‘mamma’ mentre scriveva.
 
“Non hai veramente scritto ‘mamma’, vero?” chiese, cercando di leggere il modulo.
 
“Oh, mi stai dicendo che non hai cambiato il tuo nome in ‘mamma’... o meglio, illegalmente, visto che hai meno di 18 anni”
 
Blaine le lanciò un’occhiataccia. “Mamma”
 
“Rilassati, tesoro. Adesso veniamo alle vere domande. Fumi?”
 
“No”
 
“Bevi?”
 
“No”
 
“Mai? Anche se bevi un sorso dovrebbero saperlo”
 
“Lì non lo dice, mamma”
 
“Forse, o forse no” rispose lei spostando il foglio in modo che fosse lontano dalla vista di Blaine.
 
Blaine sospirò. “Mamma, lo sai quanto sia pericoloso per me bere. Non lo faccio. D’accordo?”
 
Lei segnò un riquadro sul foglio. “Prossima domanda. Sei sessualmente attivo? Se si, da quanto tempo?”
 
Kurt si morse il labbro provando a non ridere dell’espressione di Blaine.
 
“Mamma!” esclamò.
 
“Cosa? Te lo giuro, è una delle domande”
 
Lui gemette. “No”
 
“No che cosa? Non sei sessualmente attivo o non mi credi?”
 
“Non sono sessualmente attivo” rispose a denti stretti.
 
Diane si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo. “Grazie a Dio. Quindi, credo che non dovrei segnare che hai malattie a trasmissione sessuale”
 
“NO, almeno che non abbia qualcosa dalla nascita”
 
“Non ti preoccupare, sia io che tuo padre siamo puliti”
 
Blaine si mise la testa tra le mani. “Oh, Dio”
 
Kurt rise, appoggiando una mano sulla schiena di Blaine e accarezzandola. “Va tutto bene. Una volta mio padre mi chiese se ero sessualmente attivo prendendo un preservativo da una sala d’attesa e chiedendomi se ne volevo uno. C’erano parecchie persone in quella stanza... è stato un momento imbarazzante”
 
Blaine fece un respiro profondo mentre guardava Kurt, poi si rivolse a sua madre. “Visto le domande, direi che sarebbe più semplice se finissi di compilare il modulo da solo”
 
“Mi sembra giusto. Ho saputo tutto quello che avevi bisogno di sapere”
 
“Ovviamente”

 


 
Diane terminò la compilazione del modulo mentre Kurt e Blaine stavano leggendo una rivista insieme. Una volta che Diane ebbe consegnato il foglio, ci vollero circa dieci minuti prima che un’infermiera venisse fuori e chiamasse il suo nome.
 
“Ci vorrà un po’” disse Blaine. “Se vuoi andare al bar o da qualche altra parte fai pure. Voglio dire...”
 
“Blaine” lo interruppe Nathan. “Starà bene. Non far aspettare il dottore”
 
Blaine annuì e fece un respiro profondo, poi si alzò.
 
“Buon divertimento?” chiese Kurt, non del tutto sicuro di cosa dire.
 
Blaine gli lanciò un’occhiataccia, ma il sorriso sulle sue labbra esprimeva ben altro sentimento.
 
Una volta che Blaine e Diane ebbero lasciato la stanza, Kurt tornò a leggere la rivista. Non era sicuro di cosa fare. Nathan era seduto lì, guardando davanti a sé come se stesse avendo una conversazione nella sua testa.
 
Kurt gli lanciava un’occhiata di tanto in tanto, cerando di notare se cambiasse espressione, ma non lo fece mai.
 



 
Rimasero così per almeno un’ora prima che Nathan gli rivolse la parola. “Vorresti andare al bar? Probabilmente torneranno verso le sei e non abbiamo ancora pranzato”
 
Kurt annuì. “Certo” disse, prendendo un momento per ritrovare la voce. Non si aspettava che Nathan parlasse, e stava pensando a un modo per iniziare lui la conversazione.
 
Il tragitto fino al bar fu tranquillo, ma veloce, quindi nemmeno troppo imbarazzante.
 
“Prendi quello che vuoi” disse Nathan mentre prendeva un vassoio per sé stesso. “Pago io”
 
“Oh, non c’è n’è bisogno, signore . Ho portato dei soldi”
 
“Nathan, Kurt. Solo Nathan. E non mi importa se hai i soldi, pagherò comunque”
 
“G-grazie, Nathan”
 
“Mhm”
 
Ognuno prese del cibo; Nathan prese del polpettone e del purè di patate, mentre Kurt un sandwich di tacchino e delle patatine fritte, poi presero le bevande.
 
Kurt prese un tavolo mentre Nathan pagava, poi si unì a Kurt.
 
Dire che Kurt fosse nervoso era l’eufemismo dell’anno. Non sapeva perché, ma si sentiva quasi in dovere di impressionare Nathan ora che erano da soli. Anche come padre del suo fidanzato… no, non lo era! Lui e Blaine erano niente di più che amici. Non si aspettava nulla di più ora, non dopo tutto quello che era successo, ma non significava che non potesse sognare… o desiderare… o sperare.
 
“Si dovrebbe pensare che negli ospedali ti diano cibo salutare” disse Nathan, distogliendo Kurt dai suoi pensieri. “Non sono un grande salutista, ma sembra quasi che stiano cercando di guadagnare nuovi pazienti”
 
Kurt rise, facendo scemare la tensione. “So cosa intende. Avrò protestato un migliaio di volte quando mio padre era all’ospedale di Lima”
 
Nathan lo guardò confuso, e Kurt sapeva che era curioso, ma non voleva chiedere per non sembrare maleducato.
 
“Ha avuto un infarto” spiegò Kurt.
 
“Oh” rispose Nathan, cambiando espressione. “Deve essere stato difficile per te”
 
“Si” concordò Kurt. “ma ora sta bene”
 
Rimasero entrambi in silenzio per un momento, poi Nathan parlò. “Siete molto legati?” chiese, e Kurt non potè fare a meno di chiedersi perché si stesse interessando tanto alla relazione che aveva con suo padre.
 
“Molto” rispose Kurt. “Non lo siamo sempre stati. C’è stata una fase durante la scuola media e parte delle superiori in cui eravamo un po’ distanti… ma, una volta che gli ebbi confessato chi ero, ci siamo avvicinati molto. Non so cosa fare senza di lui”
 
“Ma se…”. Si interruppe subito, realizzando di stare per chiedere qualcosa di molto inopportuno.
 
“Se fosse morto?” chiese per lui Kurt. Ora non c’era nessun dubbio che nella sua mente, Nathan stesse parlando di sé stesso e Blaine.
 
“No, va bene” lo rassicurò Kurt. Prese un momento per pensare prima di rispondere. “Se mio padre fosse morto, ne sarei stato devastato. So che posso vivere senza di lui, ma non vorrei mai. Però, se fosse successo, almeno avrei saputo, senza ombra di dubbio, che mi amava. E lui sapeva che era lo stesso per me”
 
“Sai” iniziò Nathan come se fosse immerso in pensieri profondi. “Sei un ragazzo molto intelligente”
 
Kurt fece un piccolo sorriso. “Posso darti un consiglio, allora?”
 
Nathan annuì.
 
“A mio parere, la genere deve smettere di preoccuparsi tutto il tempo per quello che non possono avere, e iniziare a fare qualcosa per ottenerlo”
 
Nathan annuì di nuovo, guardando oltre Kurt. Se Kurt lo avesse conosciuto abbastanza bene, avrebbe detto che stesse piangendo.
 
“Parla con Blaine” aggiunse Kurt, sapendo quanto avesse bisogno di sentirselo dire. “Siete più simili di quanto pensi”
  
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