SENSUALITA’ LINGUISTICA
- I have to go.
See you later. –.
Ichigo entrò in
cucina in quel momento, proprio mentre Ryō stava salutando Keiichiro ed
imboccava la porta posteriore per uscire.
La ormai famigliare fitta
al bassoventre la colse in quel momento e fu seguita dal consueto rossore.
Rimase imbambolata a fissare con occhi vacui il suo ragazzo che usciva, fino a
quando Keiichiro non la richiamò all’ordine e lei fu costretta a riprendere il
lavoro.
- Ichigo porta
questo al tavolo 5, per piacere! – la rossa afferrò il vassoio e si diresse in
sala.
La mattina passò
tranquillamente. Ryō non si vide per tutto il tempo, sennonché per poi
rispuntare all’ora di pranzo, durante la pausa.
- Dove sei stato? –
gli chiese, un istante prima di addentare un pezzo del suo onigiri.
- Rifornimenti per
il caffè. Dovevo andare a fare vari ordini per il magazzino. – rispose – Sai,
gli ingredienti per i dolci non spuntano magicamente in dispensa. Qualcuno se
ne deve pur occupare… - concluse ironico, incrociando
le braccia al petto. Ichigo, seduta accanto a lui, ad uno dei tavolini del
caffè, cacciò uno sbuffo infastidito, ma prima che potesse esternare tutta la
sua irritazione, il cellulare del ragazzo squillò. Il biondo afferrò il
telefono, lanciò un’occhiata al display e alzò lievemente gli occhi al cielo.
- Hello, This is
Ryō Shirogane. – una voce maschile rispose qualcosa dall’altra parte del
ricevitore ma lei aveva già smesso di prestare attenzione. Di nuovo quella
sensazione piacevolmente stuzzicante la colse all’improvviso. Sentiva la faccia
andare a fuoco e gli occhi appannati fissavano le labbra del biondo che si
muovevano scandendo lentamente le parole in quella lingua per lei quasi del
tutto incomprensibile. Tutta la sua concentrazione era incentrata su ogni
singola sillaba che la voce di lui pronunciava con tono caldo e basso. Strinse
le gambe e si piegò leggermente in avanti, cercando di trattenersi, mentre il
dialogo telefonico proseguiva. Ingoiò a vuoto e posò l’onigiri
che aveva in mano. Improvvisamente le era passato l’appetito. O meglio, era ben
altro tipo di appetito che il suo
corpo esigeva di soddisfare…
Era talmente
concentrata e persa nel suo mondo di fantasie non proprio caste che si accorse
solo all’ultimo della mano di Ryō che si avvicinava al suo volto. Si
irrigidì, mentre lui le puliva delicatamente il labbro inferiore dai chicchi di
riso, passando più volte il pollice su di esso. Il tutto, mentre proseguiva il
suo dialogo telefonico in inglese.
Si artigliò le gambe
con le mani, e le unghie affondarono nel tessuto morbido dei pantaloni, mentre lui,
totalmente indifferente, proseguiva la sua opera di pulizia.
Ichigo si sentiva
andare a fuoco. Non avrebbe resistito ancora a lungo. Tirò fuori la lingua per
leccare il pollice di lui, ma qualche istante prima, inaspettatamente lui si
ritrasse. Si alzò dalla sedia e chiuse il telefono di scatto.
- Devo andare:
problemi con i rifornimenti dall’America. – le voltò le spalle e prese la via
per l’uscita – Ci vediamo dopo. -.
Lei rimase lì,
seduta immobile, gli occhi fissi sulla porta e la lingua fuori dalla bocca.
Quando arrivò la
sera, Ichigo era stanca, affamata e soprattutto, delusa.
Si lasciò scivolare
su una delle panche degli spogliatoi del caffè sbuffando insoddisfatta. Le
altre ragazze se n’erano andate da poco e lei era rimasta ultima a rimuginare
sul suo problema. Era mai possibile che ogni qual volta sentisse il suo ragazzo
parlare nella sua lingua madre lei non riuscisse proprio a trattenersi? Il
calore ed il desiderio che la coglievano erano quasi inumani e i brividi che le
percorrevano il corpo la squassavano fin dal profondo. Grazie al cielo lui non
se n’era mai accorto! Altrimenti sapeva perfettamente che se ne sarebbe
approfittato.
Ad ogni modo era
inutile stare lì a rimuginarci su; la situazione era quella, doveva solo fare
in modo di controllarsi. Lui non l’avrebbe mai scoperta e tutto sarebbe andato
bene.
Con rinnovata
decisione afferrò le sue cose e si diresse verso casa.
Il mattino seguente,
ormai totalmente dimentica dei problemi che occupavano la sua testolina rossa
solo la sera precedente, Ichigo raggiunse il caffè per iniziare una nuova
stressante giornata di lavoro. Appena mise piede all’interno del locale, si
ritrovò davanti Ryō che a braccia conserte la fissava con aria perplessa.
- Perché non mi hai
aspettato ieri sera? Ti avrei accompagnata a casa, invece di lasciarti andare
da sola. – le disse. La rossa lo fissò leggermente irritata.
- Buon giorno anche a te, Ryō. –
rispose risentita, poteva almeno salutarla prima di cominciare ad aggredirla –
Sono tornata a casa da sola perché non avevo voglia di aspettarti visto che non
sapevo a che ora saresti tornato ed ero stanca. Inoltre, so badare a me stessa.
Ho fatto quella strada migliaia di volte! – il ragazzo le fece un lieve
buffetto sul naso.
- Non dubito che tu
sappia badare a te stessa. Non è di te che non mi fido, ma degl’altri. – poi si
abbassò su di lei e le sfiorò le labbra con un bacio.
- Buon giorno anche
a te. – aggiunse, poi si rialzò e riassunse il suo solito piglio serio – C’è da
spazzare il viale. – le allungò scopa e paletta e dopo averla voltata verso
l’ingresso le diede una piccola spintarella d’incoraggiamento.
Ichigo rimase
inizialmente un po’ disorientata, ma appena si riebbe ed aprì la bocca per
protestare: detestava spazzare il viale e lui lo sapeva benissimo.
- Ryō, sai
benissimo che odio spazzare il viale, perché lo fai fare a me?! – lui le
appoggiò nuovamente le mani sulle spalle e le si rivolte serio.
- Non è un motivo
valido per non farlo. Anche le altro lo detestano, ma tuttavia lo fanno senza
discutere, ed oggi è il tuo turno. Perciò fallo anche tu senza lamentarti. –
poi, quando lei stava per ribattere, si chinò sul suo orecchio, fece aderire
l’addome e il petto alla sua schiena e le soffiò con voce roca:
- Do it for me…
- sentì immediatamente i muscoli della spalle della rossa sotto le sue mani
irrigidirsi e la udì distintamente trattenere il respiro. La sua testa rossa si
mosse leggermente e lei schizzò fuori con una rapidità inaudita.
Un leggero ghignò
soddisfatto si aprì sul volto del biondo mentre sentiva la scopa passare
sull’asfalto con insolita foga.
- Sei pronta? –
Ryō l’aspettava all’ingresso degli spogliatoi. Questa volta non avrebbe
lasciato che lei tornasse da sola.
- Sì, ci sono! –
uscì sorridendo dallo spogliatoio e dopo averlo abbracciato con foga, gli schioccò
un bacio sulle labbra. Lui sorrise appena e l’afferrò per mano, poi si
diressero insieme verso casa di lei.
Una volta arrivati
davanti al cancello, il biondo le accarezzò una guancia e fece per
allontanarsi.
- Beh, tutto qui? Te
ne vai così? – fece perplessa la ragazza. Lui si voltò appena.
- Certo, che dovrei
fare? – chiese. Lei arrossì un poco, poi abbassò gli occhi sull’asfalto,
torturandosi le mani.
- Beh, speravo che
venissi un po’ su… - e mentre lo diceva avrebbe
voluto sprofondare, ma non ce la faceva davvero più: erano giorni che lui la
torturava senza neppure saperlo…
Ryō si
trattenne dallo scoppiare a ridere e tornò sui suoi passi, riavvicinandosi alla
sua ragazza.
- Mh, e così qui abbiamo un piccola sfacciata, eh…? – domandò, fingendosi serio. Lei si agitò ancora di
più e cominciò a muovere furiosamente le mani.
- No, io…no! Ma..che ha- hai capito! No, no…!
No io no-n intendevo..! – il biondo le afferrò le mani e si avvicinò fino ad
arrivarle a pochi centimetri dal viso.
- Calm down, dear. –
ovviamente ottenne esattamente l’effetto che immaginava: la ragazza stava per
andare in iperventilazione. A quel punto decise bene di mettere fine a quel
giochino che tanto lo stava divertendo, giusto prima che lei gli svenisse lì in
mezzo alla strada.
- Ichigo, calmati. Stavo solo scherzando. – si
lasciò sfuggire una lieve risata e lei parve tranquillizzarsi – Vengo su
volentieri. – aggiunse, mentre le guance di lei tornavano a tingersi di rosa.
Annuì appena e dopo averlo preso per mano cominciò a condurlo verso l’ingresso.
- Dev’essere dura per te, posso capirlo, ma dovresti imparare
a controllarti. – fece lui serio, ad un certo punto, mentre si stavano baciando
con foga sul letto. Lei si bloccò e lo guardò interrogativa.
- Cosa…? – risposte leggermente disorientata, per poi tornare
a concentrarsi sul collo del biondo.
- Sono consapevole
dell’effetto che ha su di te il sentirmi parlare in inglese, ma… - la rossa si bloccò e lo interruppe prontamente.
- Cosa?! Lo sapevi?!
– disse con voce strozzata. Merda. Pensò
contemporaneamente.
Ryō annuì per
nulla turbato.
- Beh, è piuttosto
evidente. Non sei proprio il massimo quando si tratta di nascondere le emozioni… - spiegò. Il viso di Ichigo si tinse di rosso per
l’ennesima volta e lo guardò ad occhi spalancati, poi piagnucolò qualcosa e
nascose la faccia nell’incavo tra il collo e la spalla di lui.
Il ragazzo cominciò
a pentirsi di aver scelto proprio quel momento per affrontare quel discorso:
probabilmente non sarebbe andata a finire bene. Cominciava ad avvertire le basi
per la discussione imminente a cui stavano andando incontro. Maledetta la sua boccaccia.
- Kami-sama non se ne saranno accorti anche gli altri, spero…! – lui non rispose. Lei alzò la faccia per guardarlo
e il ragazzo voltò gli occhi da un’altra parte. Perciò la rossa sentì ancora di
più la disperazione premerle addosso come una nube nera e minacciosa. Cominciò
a piagnucolare parole senza senso.
- Dai non lo sanno
tutti. Solo Keiichiro… -
- Akasaka-san…?! –
- …Forse…Zakuro…-
- Zakuro-san?! –
- …e Purin…-
- Anche lei?! –
- …e Minto…-
- Voglio morire! – e
ora come avrebbe fatto a guardarli tutti in faccia?! Akasaka-san?!
Akasaka-san!!! Che vergogna!
- Non essere
melodrammatica, non è morto nessuno. E poi Retasu non lo sa. E’ troppo ingenua
per averlo capito… - ci tenne a precisare lui, come
se questo avrebbe potuto in qualche modo consolarla.
- Questo non mi fa
star meglio per niente! – gemette disperata. Ci furono attimi di piagnistei e
lamenti vari, poi, improvvisamente, il silenzio.
- Aspetta un attimo.
Ryō,– lui cominciò a sudare freddo, non gli piaceva quel tono; presagiva
guai per lui.
- Questo significa
che tu, ben consapevole di questa cosa, te ne sei…come
dire… approfittato…? Ad esempio oggi, per farmi spazzare il
viale?! – lui si passò nervosamente una mano fra i capelli biondi e distolse lo
sguardo senza rispondere. Ichigo ebbe la sua conferma, e non ci mise molto ad
arrabbiarsi.
- RYŌ
SHIROGANE!!! – Sbottò stridula e minacciosa, alzandosi di scatto. Aprì la bocca
e cominciò a sparare a raffica tutti gli insulti e le minacce che le venivano
in mente in quel momento.
Naturalmente, tutte
le speranze del giovane di concludere
si sciolsero come neve al sole.
Decisamente, aveva sbagliato
momento per intavolare quella discussione.
Buona sera a tutti!
Sì, è passato molto tempo dal mio ultimo aggiornamento! Ma ora sono qui! J
So che avevo detto
che probabilmente questo capitolo sarebbe stato dedicato alla questione del
regalo da Ryō ad Ichigo, ma ho cambiato idea... eheheh!
Non so se ci sarà mai quel capitolo, dipende da come decido di sviluppare il
resto delle one-shot. Per il momento è ancora in
forse.
Detto questo,
ringrazio e saluto tutti coloro che mi seguono e soprattutto chi commenta! <3
Un bacione e alla
prossima! Izayoi007