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Autore: izayoi007    06/05/2013    2 recensioni
Ryo le si fermò davanti e si chinò su di lei con il braccio teso.
I suoi battiti accellerarono bruscamente ed arrivò a sfiorare un attacco di cuore.
L’improvvisa tachicardia fu accompagnata dall’inevitabile rossore agli zigomi e dal respiro mozzato.
Shirogane si bloccò praticamente a pochi millimetri dalle sue labbra e lei rimase paralizzata a fissare i suoi magnifici occhi cerulei a quella brevissima distanza, mentre una goccia di sudore freddo le correva giù dalla tempia.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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SENSUALITA’ LINGUISTICA

 

 

 

 

 

 

 

 

-  I have to go. See you later. –.

Ichigo entrò in cucina in quel momento, proprio mentre Ryō stava salutando Keiichiro ed imboccava la porta posteriore per uscire.

La ormai famigliare fitta al bassoventre la colse in quel momento e fu seguita dal consueto rossore. Rimase imbambolata a fissare con occhi vacui il suo ragazzo che usciva, fino a quando Keiichiro non la richiamò all’ordine e lei fu costretta a riprendere il lavoro.

- Ichigo porta questo al tavolo 5, per piacere! – la rossa afferrò il vassoio e si diresse in sala.

La mattina passò tranquillamente. Ryō non si vide per tutto il tempo, sennonché per poi rispuntare all’ora di pranzo, durante la pausa.

- Dove sei stato? – gli chiese, un istante prima di addentare un pezzo del suo onigiri.

- Rifornimenti per il caffè. Dovevo andare a fare vari ordini per il magazzino. – rispose – Sai, gli ingredienti per i dolci non spuntano magicamente in dispensa. Qualcuno se ne deve pur occupare… - concluse ironico, incrociando le braccia al petto. Ichigo, seduta accanto a lui, ad uno dei tavolini del caffè, cacciò uno sbuffo infastidito, ma prima che potesse esternare tutta la sua irritazione, il cellulare del ragazzo squillò. Il biondo afferrò il telefono, lanciò un’occhiata al display e alzò lievemente gli occhi al cielo.

- Hello, This is Ryō Shirogane. – una voce maschile rispose qualcosa dall’altra parte del ricevitore ma lei aveva già smesso di prestare attenzione. Di nuovo quella sensazione piacevolmente stuzzicante la colse all’improvviso. Sentiva la faccia andare a fuoco e gli occhi appannati fissavano le labbra del biondo che si muovevano scandendo lentamente le parole in quella lingua per lei quasi del tutto incomprensibile. Tutta la sua concentrazione era incentrata su ogni singola sillaba che la voce di lui pronunciava con tono caldo e basso. Strinse le gambe e si piegò leggermente in avanti, cercando di trattenersi, mentre il dialogo telefonico proseguiva. Ingoiò a vuoto e posò l’onigiri che aveva in mano. Improvvisamente le era passato l’appetito. O meglio, era ben altro tipo di appetito che il suo corpo esigeva di soddisfare…

Era talmente concentrata e persa nel suo mondo di fantasie non proprio caste che si accorse solo all’ultimo della mano di Ryō che si avvicinava al suo volto. Si irrigidì, mentre lui le puliva delicatamente il labbro inferiore dai chicchi di riso, passando più volte il pollice su di esso. Il tutto, mentre proseguiva il suo dialogo telefonico in inglese.

Si artigliò le gambe con le mani, e le unghie affondarono nel tessuto morbido dei pantaloni, mentre lui, totalmente indifferente, proseguiva la sua opera di pulizia.

Ichigo si sentiva andare a fuoco. Non avrebbe resistito ancora a lungo. Tirò fuori la lingua per leccare il pollice di lui, ma qualche istante prima, inaspettatamente lui si ritrasse. Si alzò dalla sedia e chiuse il telefono di scatto.

- Devo andare: problemi con i rifornimenti dall’America. – le voltò le spalle e prese la via per l’uscita – Ci vediamo dopo. -.

Lei rimase lì, seduta immobile, gli occhi fissi sulla porta e la lingua fuori dalla bocca.

 

 

 

 

 

 

 

Quando arrivò la sera, Ichigo era stanca, affamata e soprattutto, delusa.

Si lasciò scivolare su una delle panche degli spogliatoi del caffè sbuffando insoddisfatta. Le altre ragazze se n’erano andate da poco e lei era rimasta ultima a rimuginare sul suo problema. Era mai possibile che ogni qual volta sentisse il suo ragazzo parlare nella sua lingua madre lei non riuscisse proprio a trattenersi? Il calore ed il desiderio che la coglievano erano quasi inumani e i brividi che le percorrevano il corpo la squassavano fin dal profondo. Grazie al cielo lui non se n’era mai accorto! Altrimenti sapeva perfettamente che se ne sarebbe approfittato.

Ad ogni modo era inutile stare lì a rimuginarci su; la situazione era quella, doveva solo fare in modo di controllarsi. Lui non l’avrebbe mai scoperta e tutto sarebbe andato bene.

Con rinnovata decisione afferrò le sue cose e si diresse verso casa.

 

 

 

 

 

 

 

 

Il mattino seguente, ormai totalmente dimentica dei problemi che occupavano la sua testolina rossa solo la sera precedente, Ichigo raggiunse il caffè per iniziare una nuova stressante giornata di lavoro. Appena mise piede all’interno del locale, si ritrovò davanti Ryō che a braccia conserte la fissava con aria perplessa.

- Perché non mi hai aspettato ieri sera? Ti avrei accompagnata a casa, invece di lasciarti andare da sola. – le disse. La rossa lo fissò leggermente irritata.

- Buon giorno anche a te, Ryō. – rispose risentita, poteva almeno salutarla prima di cominciare ad aggredirla – Sono tornata a casa da sola perché non avevo voglia di aspettarti visto che non sapevo a che ora saresti tornato ed ero stanca. Inoltre, so badare a me stessa. Ho fatto quella strada migliaia di volte! – il ragazzo le fece un lieve buffetto sul naso.

- Non dubito che tu sappia badare a te stessa. Non è di te che non mi fido, ma degl’altri. – poi si abbassò su di lei e le sfiorò le labbra con un bacio.

- Buon giorno anche a te. – aggiunse, poi si rialzò e riassunse il suo solito piglio serio – C’è da spazzare il viale. – le allungò scopa e paletta e dopo averla voltata verso l’ingresso le diede una piccola spintarella d’incoraggiamento.

Ichigo rimase inizialmente un po’ disorientata, ma appena si riebbe ed aprì la bocca per protestare: detestava spazzare il viale e lui lo sapeva benissimo.

- Ryō, sai benissimo che odio spazzare il viale, perché lo fai fare a me?! – lui le appoggiò nuovamente le mani sulle spalle e le si rivolte serio.

- Non è un motivo valido per non farlo. Anche le altro lo detestano, ma tuttavia lo fanno senza discutere, ed oggi è il tuo turno. Perciò fallo anche tu senza lamentarti. – poi, quando lei stava per ribattere, si chinò sul suo orecchio, fece aderire l’addome e il petto alla sua schiena e le soffiò con voce roca:

- Do it for me - sentì immediatamente i muscoli della spalle della rossa sotto le sue mani irrigidirsi e la udì distintamente trattenere il respiro. La sua testa rossa si mosse leggermente e lei schizzò fuori con una rapidità inaudita.

Un leggero ghignò soddisfatto si aprì sul volto del biondo mentre sentiva la scopa passare sull’asfalto con insolita foga.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

- Sei pronta? – Ryō l’aspettava all’ingresso degli spogliatoi. Questa volta non avrebbe lasciato che lei tornasse da sola.

- Sì, ci sono! – uscì sorridendo dallo spogliatoio e dopo averlo abbracciato con foga, gli schioccò un bacio sulle labbra. Lui sorrise appena e l’afferrò per mano, poi si diressero insieme verso casa di lei.

Una volta arrivati davanti al cancello, il biondo le accarezzò una guancia e fece per allontanarsi.

- Beh, tutto qui? Te ne vai così? – fece perplessa la ragazza. Lui si voltò appena.

- Certo, che dovrei fare? – chiese. Lei arrossì un poco, poi abbassò gli occhi sull’asfalto, torturandosi le mani.

- Beh, speravo che venissi un po’ su… - e mentre lo diceva avrebbe voluto sprofondare, ma non ce la faceva davvero più: erano giorni che lui la torturava senza neppure saperlo…

Ryō si trattenne dallo scoppiare a ridere e tornò sui suoi passi, riavvicinandosi alla sua ragazza.

- Mh, e così qui abbiamo un piccola sfacciata, eh…? – domandò, fingendosi serio. Lei si agitò ancora di più e cominciò a muovere furiosamente le mani.

- No, io…no! Ma..che ha- hai capito! No, no…! No io no-n intendevo..! – il biondo le afferrò le mani e si avvicinò fino ad arrivarle a pochi centimetri dal viso.

- Calm down, dear. – ovviamente ottenne esattamente l’effetto che immaginava: la ragazza stava per andare in iperventilazione. A quel punto decise bene di mettere fine a quel giochino che tanto lo stava divertendo, giusto prima che lei gli svenisse lì in mezzo alla strada.

-  Ichigo, calmati. Stavo solo scherzando. – si lasciò sfuggire una lieve risata e lei parve tranquillizzarsi – Vengo su volentieri. – aggiunse, mentre le guance di lei tornavano a tingersi di rosa. Annuì appena e dopo averlo preso per mano cominciò a condurlo verso l’ingresso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

- Dev’essere dura per te, posso capirlo, ma dovresti imparare a controllarti. – fece lui serio, ad un certo punto, mentre si stavano baciando con foga sul letto. Lei si bloccò e lo guardò interrogativa.

- Cosa…? – risposte leggermente disorientata, per poi tornare a concentrarsi sul collo del biondo.

- Sono consapevole dell’effetto che ha su di te il sentirmi parlare in inglese, ma… - la rossa si bloccò e lo interruppe prontamente.

- Cosa?! Lo sapevi?! – disse con voce strozzata. Merda. Pensò contemporaneamente.

Ryō annuì per nulla turbato.

- Beh, è piuttosto evidente. Non sei proprio il massimo quando si tratta di nascondere le emozioni… - spiegò. Il viso di Ichigo si tinse di rosso per l’ennesima volta e lo guardò ad occhi spalancati, poi piagnucolò qualcosa e nascose la faccia nell’incavo tra il collo e la spalla di lui.

Il ragazzo cominciò a pentirsi di aver scelto proprio quel momento per affrontare quel discorso: probabilmente non sarebbe andata a finire bene. Cominciava ad avvertire le basi per la discussione imminente a cui stavano andando incontro. Maledetta la sua boccaccia.   

- Kami-sama non se ne saranno accorti anche gli altri, spero…! – lui non rispose. Lei alzò la faccia per guardarlo e il ragazzo voltò gli occhi da un’altra parte. Perciò la rossa sentì ancora di più la disperazione premerle addosso come una nube nera e minacciosa. Cominciò a piagnucolare parole senza senso.

- Dai non lo sanno tutti. Solo Keiichiro… -

- Akasaka-san…?! –

- …Forse…Zakuro…-

- Zakuro-san?! –

- …e Purin…-

- Anche lei?! –

- …e Minto…-

- Voglio morire! – e ora come avrebbe fatto a guardarli tutti in faccia?! Akasaka-san?! Akasaka-san!!! Che vergogna!

- Non essere melodrammatica, non è morto nessuno. E poi Retasu non lo sa. E’ troppo ingenua per averlo capito… - ci tenne a precisare lui, come se questo avrebbe potuto in qualche modo consolarla.

- Questo non mi fa star meglio per niente! – gemette disperata. Ci furono attimi di piagnistei e lamenti vari, poi, improvvisamente, il silenzio.

- Aspetta un attimo. Ryō,– lui cominciò a sudare freddo, non gli piaceva quel tono; presagiva guai per lui.

- Questo significa che tu, ben consapevole di questa cosa, te ne sei…come dire… approfittato…?  Ad esempio oggi, per farmi spazzare il viale?! – lui si passò nervosamente una mano fra i capelli biondi e distolse lo sguardo senza rispondere. Ichigo ebbe la sua conferma, e non ci mise molto ad arrabbiarsi.

- RYŌ SHIROGANE!!! – Sbottò stridula e minacciosa, alzandosi di scatto. Aprì la bocca e cominciò a sparare a raffica tutti gli insulti e le minacce che le venivano in mente in quel momento.

Naturalmente, tutte le speranze del giovane di concludere si sciolsero come neve al sole. 

Decisamente, aveva sbagliato momento per intavolare quella discussione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Buona sera a tutti! Sì, è passato molto tempo dal mio ultimo aggiornamento! Ma ora sono qui! J

So che avevo detto che probabilmente questo capitolo sarebbe stato dedicato alla questione del regalo da Ryō ad Ichigo, ma ho cambiato idea... eheheh! Non so se ci sarà mai quel capitolo, dipende da come decido di sviluppare il resto delle one-shot. Per il momento è ancora in forse.

Detto questo, ringrazio e saluto tutti coloro che mi seguono e soprattutto chi commenta! <3

Un bacione e alla prossima! Izayoi007

 

  
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