Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
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Autore: Gracedanger    06/05/2013    4 recensioni
“Hai trovato la camicia?” mi sussurrò.
“No, non ricordo neanche dove l’ho messa.”
“Okay, basta.”
Si allontanò da me e sparì nella cabina armadio per un paio di minuti, sentii cassetti e ante sbattere.
Ritornò con una camicia blu a pois bianchi perfettamente piegata tra le mani, me la porse.
“Che significa?” sorrisi confusa.
“Indossala.”
Appena presi la camicia dalle sue mani, si coprì di scatto gli occhi con le braccia e si girò dall’altro lato.
Risi, rimasi interdetta qualche minuto a fissare lui e la camicia, la portai vicino alle labbra e inspirai ed espirai profondamente. Il suo profumo entrò nei miei polmoni e per quel microscopico attimo in cui essi sono pieni, in quel momento mi sentii completa.
Genere: Erotico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Alice.

Mi misi ad ascoltare “Rose Garden” e sdraiata sul letto finivo il ritratto di Nick, non riuscivo a rendere gli occhi profondi. I suoi erano perfetti.
Lo stavo appendendo alla parete, quando il mio telefono squillò. Era Giulia. Risposi subito e dissi:" Dica!” e per tutta risposta sentii un urlo assordante nell’orecchio.
“Calma oh! Che è successo?”- esclamai io, lei prese un respiro e balbettò -
“ I J-jonas faranno co-co-co….ouhh....”
“corsa, colazione, conto corrente, ‘co’ cosa?!”
“Un concerto, Alice, faranno un concerto qui!”
 
Arrivò il mio turno di urlare e lo feci. Il mio gattino per lo spavento, graffiò le lenzuola e saltò giù dal letto e cominciò a correre per trovare un nascondiglio; lo rincorsi per tutta la casa e lo feci calmare, mentre prendeva fiato, Giulia iniziò a raccontare: “Sono davanti a un manifesto che dice che i Jonas Brothers faranno un concerto qui come loro ultima tappa del tour.” la domanda mi venne spontanea: “Quando?!”
“24 Luglio”
“Che?! Tra due mesi?!”
saltai di nuovo sul letto come una molla, facendo scappare via il gatto un’altra volta.
“Dove vendono i biglietti?!”
“allo stadio”
“E’ vicino. Ci vediamo lì tra cinque minuti”
le chiusi il telefono in faccia e gettai il povero gattino sul pavimento, quando avrei avuto i biglietti tra le mani mi sarei fatta perdonare da lui, intanto mi scapicollai per strada, corsi veloce, fino a rimanere senza fiato, pensavo a Nicholas, pensavo a quanto sarebbe stato bello averlo vicino, sentirlo cantare, piangere come un idiota sotto al palco, e alla fine tornare a casa e non riuscire a dormire dall’emozione.
Arrivai allo stadio con il fiatone, Giulia era già lì che mi sorrideva. Credo che anche lei abbia pensato a Joe.
Era strano e a dir poco inverosimile di come il sogno che avevamo da bambine si era realizzato, certe cose pensi rimangano per sempre solo bei sogni, invece il nostro era lì a pochi passi.
La coda durò due ore e mezza. Giulia e io avemmo il tempo di parlare.
“Non farti troppe illusioni, non è detto che li incontreremo faccia a faccia..”
“Eh, sisi certo lo so..”
“Non è vero, stai camminando sulle nuvole, si vede.”
“Beh, non posso farne a meno. Ma ti rendi conto? Verranno qui, e noi ci saremo. Non senti tremare tutto, io sono più o meno due ore e mezza che non riesco a stare ferma.”
“Tu non stai bene. Tremerò quando avrò Nicholas davanti ai miei occhi!”
 
A pochi passi dal nostro sogno due semplici parole fecero precipitare Giulia dalle nuvole.
“Tutto esaurito? No. Come?! No-non ci credo…non può essere, è impossibile, ma.. io…devo andarci al concerto…noi..”
vi evito il resto.
Furono i due mesi più deprimenti della nostra vita, poi, come da copione, il culmine arrivò la mattina del grande giorno.
 
Quella mattina alle sei e mezza mi chiamò Giulia.
“So come fare! So cosa fare! Noi ci andremo! Sisì puoi scommetterci la pelle, sorella!”
“Ma che dici, Giù? Torna a dormire, su!”
“Nononono, ma cosa, non ho dormito tutta la notte. Entreremo di straforo”
“Non ce la faremo mai.”
“E invece sì! Alice, noi andremo a quel concerto. Punto.”
 
Il buttafuori ci fece ritrovare sul marciapiede accanto all’entrata prima ancora che riuscissimo a mettere un piede tra le porte.
“Non è giusto…non è giusto…ho aspettato questo momento per otto anni e ora?! Per un paio di stupidi biglietti non potrò assistere al concerto dei miei cantanti preferiti.
Credo che rimarrò traumatizzata. Sì, dovrò andare in analisi.”
“Smettila di sparare cretinate. Ci è andata male tutto qui.”
“Già..”
Fu una delle situazioni più tristi che abbia mai vissuto.  
Dicono che ogni volta che succede un evento molto sfortunato, debba essere quasi sempre seguito da uno straordinario, in quel momento desiderai che accadesse un miracolo. "Sarà il destino" pensai, un destino infame e sadico.
Vidi Giulia piangere, credevo lo stesse già facendo ma quando una voce si diffuse in tutto lo stadio dicendo: “Signore e signori, il concerto sta per iniziare.” ecco che cominciò a zampillare come una fontana. Stava per allagare tutto lo stadio come nel mio disegno, quando successe: il miracolo.
Eravamo sedute sul marciapiede di fronte all’entrata del backstage. La porta si aprì e due figure uscirono.
  
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