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Autore: ginny090    06/05/2013    1 recensioni
In una tranquilla giornata a casa di Bill e Fleur, in cui lo zio Charlie ha deciso di far visita ai suoi nipoti, il giovane ripensa alla sua prima visita al villaggio di Hogsmeade insieme al fratello maggiore. Presenti anche momenti della coppia Bill/Fleur e un accenno all'amicizia Charlie/Tonks.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Weasley, Charlie Weasley, Fleur Delacour, Nimphadora Tonks, Victorie Weasley | Coppie: Bill/Fleur
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry, Dopo la II guerra magica/Pace
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Charlie e la sua prima volta ad Hogsmeade
 
“Allora Victorie emozionata per il tuo terzo anno ad Hogwarts?” Chiese zio Charlie alla nipote una mattina mentre si trovava a Shell Cottage.
“Si e poi finalmente quest'anno potrò visitare Hogsmeade.”
“Si, ricordo che anche io ero molto emozionato all’idea.”

“Davvero? E che cosa hai fatto alla tua prima gita al villaggio?” Victoire chiese curiosa. Bill, che si trovava dall’altra parte del tavolo, si strozzò con un pezzo di pane, diventando dello stesso colore dei suoi capelli. Un ghigno divertito comparve sul volto di Charlie.
“Bill, tesoro tutto bene?” Chiese Fleur seduta al suo fianco, battendo forse sulla schiena del marito.

“Viky è passato tanto di quel tempo, e io non credo che lo Zio Charlie si ricordi di quel giorno.” Disse subito Bill, ignorando la moglie.
“In effetti sembra passato un secolo da allora.” Charlie concordò con il fratello. “Anche se a pensarci bene..”
“Inoltre, io non credo che la storia della prima uscita ad Hogsmeade dello zio, sia poi così interessante. Non è vero Charlie?” Insistette Bill lanciò uno sguardo omicida al fratello.
 
Parecchi anni prima...

“Ehi Charlie ti ricordi la regola tre del Codice della Fra- Sorellanza Weasley?” Chiese Bill, sedendosi vicino a lui in Sala Grande, per fare colazione. Il Codice della Fratellanza Weasley, era un libro inventato dai due fratelli maggiori, con qualche piccolo contributo dei gemelli, comprendenti una serie di regole e norme, che ogni membri Weasley aveva l’obbligo di osservare e rispettare. Il nome del Codice, era stato modificato con l’arrivo dell’ultima nata in famiglia, così come molte norme contenute all’interno. L’idea di questo libro, era nata per gioco, ma con il passare del tempo, era divenuta una cosa seria.

“A meno che non si tratti di una questione di vita o di morte: Nessun fratello è in alcun modo tenuto ad ascoltare ciò che Percy ha da dire?” Chiese Charlie pensieroso.
“Cosa? No, quella non è la terza, è la quinta.” Disse Bill mentre si versava un abbondante bicchiere di succo di zucca.
“E’ severamente vietato non ridere degli scherzi di Fred e George, anche se si è in presenza di Molly, con il rischio di beccarsi una punizione?” Chiese ancora l’altro.
“Sai ho sempre pensato che quella fosse una regola stupida, visto che è praticamente impossibile non ridere dei loro scherzi.” Bill commentò. Charlie alzò le spalle indifferente.

“Allora quale è la terza?” Domandò.
“Un fratello ha sempre l’obbligo di aiutare un altro fratello a concludere con una ragazza, qual ora la situazione lo richiedesse, a meno che tal richiesta non venga fatta da Ginny.”
“Ah si ora ricordo.” Disse Charlie sorridendo. “Aspetta un secondo, da quando hai bisogno di una mano per concludere con una ragazza?” Egli chiese sorpreso. Suo fratello Bill, era famoso per la sua reputazione da donnaiolo. Non c’era ragazza, in tutta la scuola, che non si girasse a guardarlo al suo passaggio, con grande disappunto di Charlie. E pensare che suo fratello Bill non era altro che un semplice prefetto che non praticava nemmeno il Quidditch, come invece egli faceva.
“Da quando Luise Marsch ha acconsentito ad uscire con me, a patto che venga anche una sua amica.” Bill rispose.

“Luise Marsch? Come diavolo sei riuscito a convincerla ad uscire? Tu sei appena del quinto!” Chiese Charlie ammirato. Luise Marsch, sesto anno Tassorosso, era una ragazza di una bellezza mozzafiato, sicuramente la più bella di tutta la scuola e da quel che Charlie ne sapeva, non usciva mai con qualcuno più piccolo di lei in età.

“Beh, ti ricordi di Jamie, la sua compagna di banco, non che migliore amica?”
“Quella che assomiglia ad un vecchio rospo con gli occhiali?”
“Si beh, a quanto pare ha una piccola cotta per te.” Charlie, intento a bere il suo succo di zucca, tossicchiò, sputandone un po’ sul tavolo. “Così ho detto a Luise, che se fosse uscita con me, io ti avrei convinto a fare altrettanto con la sua amica.” Bill continuò, come se nulla fosse successo, sorseggiando il suo succo.

“No. Scordatelo!”
“Troppo tardi. Abbiamo un’uscita a quattro questo fine settimana ad Hogsmeade.”
“Stai scherzando vero? Non ho alcuna intenzione di passare il mio primo fine settimana ad Hogsmeade insieme a quella.”

“Andiamo non puoi farmi questo! Ti rendi conto che è di Luise che stiamo parlando!” Disse Bill, implorante. “E poi lo sai che cosa si dice delle francesi?”
“No e non mi interessa.”
“Che sono delle tipe facili!” Egli esclamò.
“E’ inutile, non ho alcun interesse ad aiutarti.” Rispose Charlie, ancora irremovibile.

“Ti devo forse ricordare di quella volta, in cui ti ho beccato a rubare il boccino d’oro e non ho detto niente, nonostante sia un prefetto?”
“Non avevo intenzione di tenermelo.” Si giustificò Charlie. “Volevo solo allenarmi un po’ di più in vista della partita.”
"Si certo come se ne avessi avuto bisogno. Volevi fregarlo perché sapevi che la squadra dei Serpeverde si sarebbe allenata proprio quel giorno!" Disse Bill con un sopracciglio alzato. Charlie sogghigno.
"Ah si ora ricordo qualcosa..." 
“O di quella volta in cui..”
“E va bene!” rispose Charlie, interrompendo il fratello, ormai rassegnato. Bill sorrise trionfante.

“Ci troviamo sabato alle 10 in punto davanti al portone d’ingresso.” Disse Bill alzandosi. “Scappo. Ho pozioni alla prima ora, e non voglio far tardi. Ti devo un favore fratellino.” Charlie alzò la testa per dare uno sguardo al tavolo dei Tassorosso. C'era Tonks che notandolo, gli fece un cenno di saluto con la mano. Quel giorno i suoi capelli erano di un viola acceso. Charlie avrebbe voluto rispondergli, ma proprio in quel momento, Jamie rivolse lo sguardo verso di lui. Rabbrividendo, il ragazzo tornò ad osservare la sua ciotola di latte ancora piena di cereali, improvvisamente gli era passato l’appetito.

"Ce l'hai con me o cosa. Non mi hai nemmeno salutato!" Disse Tonks, comparsa improvvisamente dietro di lui.
"No, non è per te." Rispose lui, alzando lo sguardo. "E' tutta colpa di quella stupida regola tre del codice."
"Quale codice? Di che stai parlando?" Chiese la ragazza perplessa.
"E' una lunga storia.."
"Puoi raccontarmela mentre ci dirigiamo verso le serre." disse lei, invitandolo ad alzarsi. "Andiamo, Erbologia ci aspetta."

Quel sabato mattina arrivò molto prima, di quanto Charlie si aspettasse, e pensare, che erano mesi, che il ragazzo fantasticava su ciò che avrebbe fatto quel giorno. Mai si sarebbe aspettato, di doverlo passare così. Senza contare, che questa era la prima volta, che usciva per un vero appuntamento con una ragazza. C’era stata un’altra ragazza l’anno prima, cercatrice della squadra Corvonero, con cui avrebbe dovuto uscire insieme. L’umiliazione che Charlie le fece provare, quando le rubò il boccino da sotto il naso durante la partita dei Grifondoro contro i Corvonero fece saltare tutto.
“Augurami buona fortuna.” Disse Charlie a Tonks. Quanto gli sarebbe piaciuto, poter passare la giornata con Tonks e gli altri suoi amici.
“Buona fortuna. Ne avrai proprio bisogno.” Già ne aveva proprio, pensò anche lui, dirigendosi verso il portone d’ingresso.

“Ecco mio fratello.” Disse Bill quando lo vide.  
“Scusate il ritardo. Allora dove si va?” Chiese Charlie osservando gli altri tre.
“Pensavamo di andare ai Tre Manici di Scopa a prendere una Burrobirra. Ci stai?” Chiese Bill.
“Ho alta scelta?” Chiese il fratello sarcastico.
“No, ma vedrai la Burrobirra ti piacerà.” Rispose l’altro sorridendo. Per tutto il tragitto verso il villaggio, Bill tenne un braccio sopra le spalle di Luise, suscitando non pochi sguardi invidiosi dei passanti.

“Sai, ho letto che alcune specie di drago amano mettere in mostra la propria preda, prima di mangiarla. Non è più o meno ciò che sta facendo Bill adesso?” Chiese Jamie schifata. Charlie, che fino al quel momento, non aveva prestato gran che attenzione alla sua accompagnatrice, si girò a guardarla.
“Ti piacciono i draghi?” Chiese Charlie sorpreso. La ragazza annuì.
“Oh.. Si li adoro. Mio padre ha lavorato per anni nella riserva di draghi che si trova in Romania.”

“Tuo padre ha lavorato in quella riserva?” Domandò ancora il ragazzo, improvvisamente emozionato.
“Si. All’età di 8 anni sono per sino riuscita a vedere un Ungaro Spianto.” Disse orgogliosa.
“E’ il mio esemplare preferito!” Esclamò Charlie.
“Anche il mio.” Rispose la ragazza sorridente. Charlie, diede una occhiata agli altri due ragazzi davanti a loro, gusto in tempo per vedere Bill, sussurrare, maliziosamente qualcosa all’orecchio di Luise, che la fece sorridere.

“Senti, che ne dici se prima di andare ai tre Manici di Scopa, andiamo a dare un’occhiata all’ufficio postale? Mi rendo conto, che vedere dei gufi, non è come vedere dei draghi, ma dicono che ci sono degli esemplari unici all’interno.” Chiese Charlie.
“Va bene. Io ci sono già stata, ma ci ritorno volentieri.” Charlie sorrise soddisfatto. Forse questa uscita ad Hogsmeade sarebbe andata meglio di quanto pensasse…
 
“Zio Charlie?” Lo chiamò Victorie riportandolo alla realtà.
“Tutto sommato, tuo padre ha ragione, non è una storia così divertente. Ma sono sicura, che la tua prima uscita ad Hogsmeade sarà fantastica." Disse Charlie. "Allora, hai già in mente chi sarà il fortunato ragazzo con cui ci andrai?” Chiese poi quest'ultimo, al puro scopo di far irritare il fratello. Il volto della ragazza a quella domanda si illuminò, facendo esaltare ancora di più tutta la sua bellezza da vela ereditata dalla madre.
“Si certo, pensavo di chiederlo a Te..”

“Vicky è ancora troppo piccola per pensare ai ragazzi!” Disse Bill secco, ponendo fine alla discussione. Fleur sussultò a quella risposta, lanciando un’occhiata interrogativa al marito.
“Fleur non è meglio andare a vedere cosa stanno combinando le altre due pesti?” Chiese poi alla moglie gentile, dandogli un leggero bacio sulle labbra. Proprio in quel momento, si sentì un tonfo proveniente dal piano di sopra.
“Si forse è meglio.” Rispose Fleur, e alzandosi si diresse verso le scale.

“Che fine ha fatto poi Jamie? Lavora ancora li con te alla riserva?” chiese Bill, per interrompere il silenzio che si era venuto a creare, una volta che anche la figlia se ne fosse andata.
“Oh.. Si, ed è un'ottima amica, oltre che un'ottima collaboratrice." Il fratello sorrise nel sentirlo. “Invecchiando è pure meno rospo di prima. È sposata da un po’ d’anni con un Babbano del posto, ma anche lei non vuol sentir parlare di avere figli.”
“Vedi, sapevo che era la ragazza perfetta per te.” Charlie gli lanciò un’occhiataccia.

“Proprio non ne vuoi sapere di sistemarti?”
“Io sono sistemato. Ti ho accennato di Adina, no?”
“Ah già dimenticavo. Scusa è che da quando hai smesso di essere quell’imbranato che eri, sei uscito con così tante ragazze, che è normale che io mi dimentichi di alcune loro. Allora perché non mi dici qualcosa di più su questa Adina? Che cosa fa lì in Romania?”
“Ci è nata. Suo padre è inglese, sua madre rumena. È una delle guaritrici del piccolo ospedale subito fuori della riserva che il Ministro della Magia Rumeno ha voluto costruire per sicurezza. Usciamo insieme da quasi tre mesi.”
“Quasi tre mesi? In effetti per te è un nuovo record! A quando l’annunci delle nozze alla Tana?” Il cucchiaino che Charlie lanciò sfiorò Bill all’orecchio. I due fratelli si guardarono in cagnesco per un secondo prima di scoppiare entrambi a ridere. “Scherzi a parte. Grazie, per non aver raccontato quella storia.”
“Figurati, anche se devi ammettere che sarebbe stato divertente.”
“Meglio non correre il rischio. Ti immagini la faccia che farebbe Fleur se sapesse, che cosa pensavo delle francesi.”
“Mi stai dicendo che Fleur non è una..”

“Ehi.. Ti ricordo che è di mia moglie che stai parlando.” Protestò Bill, intuendo cosa il fratello stesse per chiedergli. “E comunque non sono affari tuoi.” Entrambi sobbalzarono alla vista dell’arrivo di Fleur.
“Di che cosa state parlando vous deux?” Chiese lei. Notando i loro sguardi.
“Oh… Niente di importante.” Disse Bill sollevato, che ella non avesse sentito una parola. “Cose da uomini.” Aggiunse prima di alzarsi e baciare la moglie. Charlie sorrise ai due, senza dir niente. Si, aveva fatto decisamente bene a non raccontare quella storia. E poi era bello sapere che avrebbe potuto ritirarla fuori in qualsiasi momento, per ricattare il fratello.

 
  
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