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Autore: Moonstone_Hell    07/05/2013    0 recensioni
Vi siete mai chiesti Come sarà la vita di Bill Kaulitz tra cinque, sei, dieci anni?
Io ho cercato, in questa storia, di dare voce ai miei pensieri, in una storia tremendamente reale. Il cantante dei Tokio Hotel si troverà ad affrontare una vita che nessuno vorrebbe avere, un'amore rovinato dalla stoltezza dell'essere umano, una famiglia distrutta per una scintilla di passione...
Una situazione estremamente precaria, tra litigi e pensieri profondi, tra dialoghi e problemi di coppia... Se la curiosità vi spinge ad andare oltre vi consiglio di leggere la storia di un uomo distrutto dall'amore, un uomo abituato ad essere amato e ad amarsi, si ritrova ripudiato dall'unico vero amore della sua vita.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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E fuori è buio.

 
La porta si aprì e William riconobbe quei passi leggeri, insicuri.
Bastò uno sguardo per farlo alzare dalla poltrona sul quale era seduto, uno sguardo micidiale, degno di un assassino.
Selene era davanti ai suoi occhi, pallida, con i capelli che le scendevano sulle spalle, quasi arresi, straziati;  Lo guardò impassibile con il suo sguardo di ghiaccio e i suoi occhi azzurri, alla luce, sembravano bianchi.
Una smorfia, una smorfia che lui non aveva mai riscontrato sul suo viso delicato ma ribelle nello stesso momento, disgusto forse?  Come era potuto accadere tutto?
Così in fretta, una famiglia felice spazzata via da una folata di vento …
Di chi era stata la colpa?
William fece per andarsene, prese la sua borsa da terra, prese altre buste e si diresse verso la porta, Selene però non si muoveva, rimaneva fissa sull’entrata, con la porta aperta ed il pomello ancora nella mano destra.
La vista della sua meravigliosa casa semi deserta l’aveva scioccata, non pensava che sarebbe stata tanto dura, non sapeva nulla, era giovane, immatura sotto certi aspetti, non era pronta a crescere due figli da sola, non era pronta a lasciare andare il suo unico e vero amore.
Non poteva lasciarlo andare per sempre. Non sapendo che dire, lo tratteneva restando immobile, con lo sguardo nel vuoto, perso tra mille pensieri, di fronte all’unica uscita possibile.
 
“Resta. Ti prego resta.”
Non sapeva il motivo di quelle parole, non sapeva più chi era, non sapeva chi era diventata, non sapeva cosa era successo.
Selene  posò gli occhi sullo sguardo perso di William, che le stava davanti.
Lui lasciò cadere tutto e cercò una sedia. 
Lei non si mosse. Non disse più nulla. Una lacrima amara, una delle lacrime più amare, rigò la sua guancia, ormai scarna, per scendere a picco verso il mento.
Il silenzio era atroce, la porta si chiuse alle sue spalle e Selene si diresse verso il tavolo circolare, si avvicinò e prese una sedia.
 
“Perché vuoi tutto questo? Perché non cancelliamo tutto e ricominciamo? Io ti amo e lo sai bene, lo sai benissimo.”
Il viso dell’uomo si corrugò e si mise una mano tra i capelli, per disperazione, per paura della risposta della donna, non era mai stato coraggioso, lei gli aveva dato la forza di proseguire, lei lo aveva aiutato a superare i momenti di malinconia, di frustrazione, insieme avevano superato montagne, ora sembravano estranei, come se quegli anni fossero stati cancellati da una gomma invisibile … Come si può cancellare il passato?
 
Selene non rispose, guardò le sue unghie, erano spoglie, senza smalto, lei amava passare ore a sistemarsi le unghie, scegliere il colore dello smalto, passare il pennellino con precisione sulle unghie …
Ora non aveva più senso farlo, non aveva più senso nulla.
William la guardò attentamente, era da tempo che non la osservava, era magrissima, sotto la canotta larga si nascondevano delle ossa che un tempo erano forti e che adesso si consumavano, sotto le collane, sotto il trucco, sotto i jeans si nascondeva una ragazza dalle mille sfumature, una ragazza potente, dolce, fragile  e aggressiva, un punto di riferimento, una bussola, un ‘ancora di salvezza … Quella ragazza, ora, era sepolta tra le macerie di un amore che potrebbe inghiottirla in un secondo, lei lotta per sopravvivere, per scappare, per uscire da sotto le ceneri, ma a volte non è così facile, nemmeno per una leonessa.
 
William le prese la mano, si avvicinò con il volto. Lei non oppose resistenza.
Era distrutta, lo erano entrambi.
Lo guardò negli occhi, poi guardò in alto, il soffitto, con le lacrime che scendevano veloci dagli occhi vitrei, sembrava appannato, più grigio del solito, la casa ingrigiva come i loro cuori, come il loro amore, come loro l’uno senza l’altro.
“Non voglio IO tutto questo, sei tu che lo vuoi.”
 
William lasciò la presa sulla minuscola mano, il suo sguardo si fece cupo, le sue labbra si serrarono in una morsa. Era vero? Era stata colpa sua? Perché lo aveva fatto?
Non esitò nemmeno un secondo, si alzò dalla sedia molto bruscamente, prese le sue cose e aprì la porta di scatto, senza girarsi mai, facendo finta di non sentire i singhiozzi, corse via come un codardo, ma non poteva tornare indietro, non poteva chiedere scusa, non a questo punto, troppo orgoglio, fottutissimo orgoglio …
 
Si chiuse la porta alle spalle, i gemiti li sentiva, sentiva la rabbia nei singhiozzi di quella donna, sentiva l’odio, sentiva tutto tranne che l’amore; William si fermò ad ascoltare sugli scalini  che portavano al cortile, voleva farsi del male, voleva ascoltare quel pianto disperato, bisognoso di amore, quei gridolini strazianti, un tonfo sordo, una tazza contro il muro, porte che sbattono, poi più nulla …
Selene stava accovacciata a terra, appoggiata alla porta, aveva paura, paura che qualcosa o qualcuno entrasse per farle del male, altro male, se avesse avuto la possibilità sarebbe fuggita, non poteva sopportare quella vita piena di dolore e paura, ma sarebbe cambiato molto?  Sarebbe stato identico, il luogo non conta, se dentro muori, tutto intorno a te si spegne.
 
William si sedette sulle scale, posò le borse a terra, sul prato inglese che con tanta cura aveva fatto seminare e curare tutte le settimane, ora cresceva libero, veniva annaffiato dalla rarissima pioggerella estiva, nessuno lo avrebbe considerato più un prato inglese.
Sentiva gli spasmi, i sospiri dietro alla porta di legno massiccio che avevano scelto assieme appena avevano comprato la casa.
Era stanco di quella situazione, era stanco di tutto, sarebbe voluto tornare ai tempi della celebrità, delle ragazzine urlanti, dei tour, delle liti con suo fratello …
La vita, però, è a senso unico, si va solo in avanti, ma come si riesce ad andare avanti senza un futuro?
William si chiedeva come sarebbe stato il resto della sua vita tra mantenimento, birra e donne occasionali.
Che senso aveva andare a vanti? Non aveva un motivo per vivere, non aveva voglia di trovarlo, non lo meritava un motivo, non meritava di vivere, si sentiva un essere inutile …
 
Lei intanto piangeva, si disperava e cercava in tutte le maniere di farsi forte per i suoi figli, ma come? Come sarebbero cresciuti senza un padre? Come sarebbe stata la sua vita? Una madre single, uomini sconosciuti che non la amavano ma amavano i suoi soldi, come avrebbe trovato la forza? Dove l’avrebbe cercata? Chi l’avrebbe aiutata? Non aveva riferimenti, non trovava una via d’uscita.
Il panico l’aveva rapita e l’aveva trascinata in un pozzo buio, senza fine.
 
Si alzò in piedi, tremante decise di aprire quella porta a lei nemica, quella casa era una lama pronta ad infilzarla in ogni momento …
Non poteva lasciare tutto così, il destino li aveva uniti, loro non c’entravano nulla, il destino li aveva fatti ritrovare, lo stesso li avrebbe fatti ricongiungere.
Selene non portava rancore, non voleva farlo, voleva perdonare tutto, voleva tornare felice, si era fidata di lui, lui l’aveva tradita, sicuramente c’era stato un motivo valido, magari la colpa era la sua.
Lei che accusava suo marito quando in realtà era stata solo sua la colpa, adesso aveva capito tutto, tutto era più chiaro, non era stata forse una brava moglie?  Forse non aveva accudito i suoi figli come doveva, forse era cambiata troppo … Voleva tornare spontanea come quando il suo Bill si era innamorato di lei, come quando erano ragazzi, come quando era ancora una sua fan.
Aprì la porta, con il mascara secco sulle guance che le tirava la pelle, un cenno di sorriso si colorò sulle sue labbra carnose …
“Bill!!”
Gridò con tutte le poche forze che le erano rimaste.
 
 
 
 
Alloooraaa :D Eccomi tornata con un nuovo capitolo!  Non c’è molto di cui essere felici in realtà, in questo capito ho cercato di esprimere al meglio i sentimenti di una coppia che, dopo molti anni, finisce nel cestino.
La rabbia e il dolore che si prova sono indescrivibili, l’orgoglio complica sempre le cose e poi le domande a cui non si riesce a dare una risposta, insomma le separazioni di qualsiasi genere non sono mai belle.
Che dire? Alla fine dietro a quella porta “maledetta” alla fine c’era Selene, forse era un po’ scontato, comunque … che succederà? Bill sarà disposto ad ascoltarla? Torneranno assieme? Che cosa è successo tra loro, perché si sono separati? Belle domande a cui risponderò nei prossimi capitoli :D Commentate!! Ringrazio coloro che esprimono i loro pareri e anche chi legge in silenzio, Grazie <3 Un saluto grande, al prossimo capitolo :D Il titolo come avrete capito, credo, è il titolo di una canzone di Tiziano Ferro, sembra scritta per questo testo *-* ma vabbè sono gusti personali ;) P.s. Scusate gli errori di ortografia, anzi gli orrori di ortografia D: E perdonatemi se vi ho annoiato. 

 
  
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