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Autore: Justanotherpsycho    07/05/2013    2 recensioni
Raccolta di brevi storie ispirate al mondo di The Elder Scrolls V: Skyrim
Genere: Azione, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Diario di un Bardo - 27, Primo Seme

Middas, 27 Primo Seme


Sono indignato! Devo la vita ad un'Argoniana!
Chi le ha chiesto di salvarmi! Avrei preferito rimanere lì a farmi succhiare le interiora da quegli stupidi ragni! .... ok, forse no... ma è comunque un'onta che non posso sopportare!
Andiamo per ordine: a quanto pare quei "ragnetti" che mi giravano intorno ieri sera non erano così innocui come pensavo... stamattina infatti mi sono risvegliato col soffitto sopra la testa, appeso a testa in giù in un'orribile grotta tappezzata di ragnatele e avvolto io stesso in una di queste... mi sembra ancora di sentire il viscidume sulla pelle, che schifo!
Allora, cosa già poco onorevole per un Nord, mi sono messo a urlare, chiedendo aiuto, approfittando anche del fatto che momentaneamente non vedevo ragnoni in giro.
Fortunatamente, le mie virili urla sono arrivate alle orecchie di qualcuno, ma sfortunatamente quel qualcuno era proprio la lucertolona in questione. Con un misero coltellino ha tagliato il filo che mi teneva incollato a mezz'aria al soffitto, facendomi cadere per terra e procurandomi anche un bel bernoccolo.
Ha detto di chiamarsi Kintra...Kindra...Kintira... non ho capito! quelle mascelle rettiliane non sono in grado di parlare bene la nostra lingua. Comunque ha detto anche di essere una donna e quando le ho fatto notare che non riuscivo a cogliere le differenze con un lucertolone maschio si è offesa molto. Pure il coraggio di offendersi!
Non le ho detto che mi sentivo in debito con lei, e che questo debito mi infastidiva e mi infastidisce enormemente, per non far sembrare che m'importi nulla: le salverò la vita come lei ha fatto con me, cioè in maniera disinteressata, non voglio fare la figura del debitore e non voglio che lei passi per mia creditrice, un Argoniana(/o) per Talos!
Perciò l'ho seguita fuori dalla caverna, non prima di aver recuperato il mio zaino: erano stati quei sudici otto-piedi a rubarmelo! Tutto quello che ci ho ritrovato dentro è stato soltanto il resto del mio denaro e il mio tamburo: tutte le riserve di cibo, scomparse! Se le sono pappate tutte!
Ritornando alla vicenda del mio infausto debito: ho seguito l'Argoniana che con insolente diffidenza e fastidio ignorava la maggior parte delle mie domande.
Però, con la mia non trascurabile abilità oratoria, sono riuscito a strapparle qualche informazione, oltre al nome e al (presunto) sesso: lavora a Morthal, al negozio di ingredienti alchemici, ed era lì che ci stavamo dirigendo.
Una volta arrivati in città, dopo essermi beccato un ulteriore insulto da parte di quella per non essere riuscito ad arrivarci prima da solo, data la sua relativa vicinanza al punto dove ero sbarcato (infatti per ottenere le informazioni di cui sopra ho dovuto darne qualcuna anch'io e ora sapeva del mio viaggio) la bestia squamata mi ha portato dalla sua padrona, Lami.
Se è vero che un bardo, oltre alle eroiche imprese con spada e scudo, deve cantare anche gli amori e le bellezze che incontra nei suoi viaggi, allora il mio è iniziato davvero male: le prime due donne che incontro sono una sedicente Argoniana e una Nord non più nel fiore degli anni, per altro già sposata con il bestione che gestisce la segheria.
Questa mi ha offerto una cena a base di zuppa calda e, seduti a tavola insieme al marito, mi hanno raccontato la storia dell'Argoniana: a quanto pare è apparsa a Morthal 4 anni fa; nessuno sapeva da dove venisse, ma si presentò al negozio dicendo di avere una grande conoscenza di piante palustri, sviluppata nel suo passato a Black Marsh, e di poterla mettere al servizio dell'alchimista per trovare qualunque ingrediente in giro per la palude. Sebbene, per natura, si muovesse bene tra gli acquitrini, non era un gran che in campo di botanica e, alla fine, sembrava quasi non avesse mai visto una palude; ma Lami la tenne lo stesso perché, a causa dei suoi esperimenti con intrugli vari da lei inventati e mai prima sperimentati, aveva bisogno di qualcuno su cui testarli e, data l'immunità degli Argoniani a praticamente ogni tipo di veleno, poteva farlo su di lei senza rischiare effetti collaterali.
Così aveva continuato a tenerla in negozio, dandole ancora l'illusione di usarla solo come raccoglitrice di erbacce in giro per la palude.
Nient'altro sapevano dirmi sulle sue origini (che, a questo punto, mi stavano intrigando non poco) se non qualche loro ipotesi - che provenisse da Windhelm, dove c'è una grande comunità di Argoniani che lavora al porto - ma comunque sulle cause della sua fuga dalla capitale il vuoto più totale.
Unico altro aneddoto che mi hanno raccontato è stato riguardo un episodio occorso qualche mese dopo il suo arrivo al negozio: si era ammalata. Non sarebbe una cosa strana, se non fosse per il fatto che gli Argoniani non si ammalano! Aveva avuto una febbre alta, e farfugliava cose incomprensibili, probabilmente nella sua bestiale lingua nativa. Le sue condizioni peggiorarono, persino con le cure dell'alchimista, ma infine si ristabilì, da sola, col trascorre del tempo, i tremori si indebolirono, la febbre scese e il sudore freddo scomparve.
Finita la cena, i due consorti mi hanno congedato gentilmente e io sono uscito di casa, non prima di gettare un occhio mentre scendevo le scale alla stanza dell'Argoniana dall'altra parte del bancone.
Ora scrivo dalla Locanda Moorside dove ho affittato una camera per 10 Septim a notte e dove uno stupido mercenario nella stanza accanto si lamenta ogni 2 minuti per il rumore della mia penna su questa carta! Farò i comodi di sua eccellenza e smetterò di scrivere, domani salverò la vita a quell'insolente.
  
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