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Autore: Princess of the Rose    07/05/2013    1 recensioni
Era iniziato tutto con uno semplice scambio culturale, qualcosa che normalmente arricchiva gli studenti coinvolti con preziose esperienze, scolastiche e umane. Per Ludwig, Feliciano e Kiku, fu l'inizio del periodo più tragicomico della loro vita.
Solo due settimane, erano soliti ripetersi, osservando il calendario. Solo due settimane: quattordici giorni all'inferno, e poi sarebbe tutto finito.
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: 2p!Hetalia, Axis Powers/Potenze dell'Asse
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Through the Looking-Glass and what Hetalians found there'
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Dan-dan-DAAAAN!!!!

Indovinate chi è tornato a rompere le palle nel fandom? Ebbe si, proprio io, Princess of the Rose quella che è troppo pigra per farsi cambiare il nickname è tornata ^^!!!

*silenzio*

... Non fatevi sentire troppo, mi raccomando ;)

 

Bene, vi chiederete che cosa abbia partorita la mia testolina malata. Ebbene si, un'altra storia sui 2p. Ormai ne sono drogata, e visti alcuni eventi accaduti nella mia università ho deciso di scriverci sopra una ff ispirata proprio a quelli eventi. 

Recentemente mi sono appassionata all'umorismo grottesco, e ho intenzione di applicarlo anche a questa fic (che comunque rimarrà su toni leggeri per la maggior parte del racconto), e questo è quello che ne è uscito.

Prevedo di postare un capitolo una volta ogni due settimane, massimo tre (salvo imprevisti universitari), e non dovrebbe essere difficile visto che ho la storia già in mente.

 

Note particolari:

-gli hetaliani sono tutti umani

- la Second Player Academy è l'equivalente 2p della World Academy (mi sono scervellata per giorni sul nome, ma non ho trovato un nome migliore di "Second Player" XD )

- forse alcuni personaggi risulteranno OOC, e me ne scuso fortemente. Ma cercherò di giustificare tutto quanto mano a mano che la storia va avanti.

- la storia si svolge nell'arco di due settimane: da qui il titolo della fic.

- "Hung Everett III" è il nome del fisico che creò della teoria dei mondi paralleli. Non potevo non rendegli onore.

 

 

Bene, non ho nient'altro da aggiungere, se non che spero che la fic sia di vostro gradimento ^^

 

___________________________________________________________________________________________

 

 

 

 

Era uno placido venerdì pomeriggio alla World Academy, il celebre istituto internazionale dove le giovani generazioni  del meglio dell’élite politica ed economica mondiale venivano mandate per apprendere ogni tipo di tecnica nell’arte del governo e della diplomazia che li sarebbe in seguito servita nella loro vita. Il sole primaverile stava già iniziando a calare nel cielo limpido, e gli studenti ne approfittavano per godersi un momento di  relax dopo lunghe ore passate tra i libri e le lezioni: c’era chi si rilassava nel giardino, chi sfogava lo stress della settimana nella palestra, o chi si chiudeva in camera sua per recuperare il sonno perduto dopo notti intere passate a fare i compiti non fatti nell’arco della giornata.

Ludwig, tra gli studenti più diligenti dell’istituto, aveva deciso di passare quel pomeriggio in camera sua, lontano dal fratello impiccione e da amici casinari, per godersi un po’ di sana solitudine o poter preparare quel maledetto articolo sulla Pasqua che per vari motivi – gli studenti che non volevano farsi intervistare gratis, Feliciano che lo tormentava, Gilbert che voleva che passasse una “magnifica serata col magnifico lui e con i suoi magnifici-non-come-lui-ma-comunque-magnifici amici” ad ubriacarsi e la marea di compiti che i professori gli avevano dato – non aveva neanche cominciato e che avrebbe dovuto consegnare entro tre giorni. E il fatto che, in quel momento, il tedesco stesse osservando attentamente il foglio bianco su cui avrebbe dovuto scrivere l’articolo, come a sperare che le parole si materializzassero magicamente sullo schermo, non diminuiva minimamente lo stress accumulato negli ultimi tempi.

Ludwig diede una testata alla scrivania. Tra compiti a non finire, le cavolate di suo fratello  e l’ennesima sconfitta a calcio da parte di Feliciano – quello stesso Feliciano che non sapeva allacciarsi le scarpe da solo ma che gli aveva rifilato quattro gol in meno di mezz’ora – un blocco dello scrittore sembrava la ciliegina sulla torta adatta a coronare una settimana d’inferno.

Decidendo che continuare a fissare il foglio sarebbe servito a ben poco, preferì  passare un po’ di tempo su internet, giusto per rilassarsi un po’ e trovarvi, magari, la tanto agognata l’ispirazione.

Cliccò un paio di volte sull’icona del motore di ricerca, e gli comparve la schermata di apertura, con in primo piano i siti più frequentati e seguiti. Ludwig decise prima di dare un’occhiata al sito dell’accademia e vedere se c’era qualche novità prima di dedicarsi completamente all’ora di relax, e cliccò sulla bacheca delle news. Scrollò velocemente le notizie, e la sua attenzione venne quasi subito catturata da una sgargiante scritta rossa, tra le ultime comunicazioni uscite.

 

New: Risultati per la borsa di studio “Hung Everett III” e nomi dei partecipanti allo scambio culturale con la Second Player Academy

 

Ludwig sentì un brivido gelido percorrergli la schiena al ricordo dell’annuncio di quell’evento, e il panico che era serpeggiato come un fulmine tra gli studenti quando si era saputo che il compito sarebbe stato obbligatorio per tutti – scelta del tutto comprensibile, del resto: nessuna persona con un minimo di sanità mentale avrebbe fatto volontariamente un test che, se superato, avrebbe regalato ai vincitori due settimane di vitto e alloggio pagati in una delle migliori e più raccapriccianti accademie dell’universo intero. Ed ora, eccoli online, i risultati dell’unico esame della sua vita in cui il tedesco aveva sbagliato apposta tutte le risposte nella speranza di non dover essere mandato in quell’istituto – come avevano fatto tutti gli studenti, del resto - e lì incontrare il suo peggior incubo.

Con mano leggermente tremante, il cuore a mille e suppliche silenziose verso un Dio in cui a malapena credeva*, cliccò sul link della pagina dei risultati; comparvero i nomi degli studenti, classificati in ordine decrescente a seconda del voto ricevuto.

 

1)Mathew Williams 10/100

2)Toris Lorinaitis 10/100

3)Timo Väinämöinen 9/100

 

Ludwig tirò un sospiro di sollievo. Non era tra i primi tre, quindi non doveva partecipare al progetto di scambio culturale, per fortuna. Proseguì con l’elenco, fino ad arrivare al suo nome

 

106)Feliciano Vargas 4/100

107)Ravis Galante 4/100

108)Ludwig Beilschmidt 3/100

 

Centottesimo; perfino Feliciano aveva avuto un voto maggiore del suo, ma l’importante era non essere tra i primi tre. Decisamente più rilassato, Ludwig tornò alla schermata precedente, e notò un link che indicava i nomi degli studenti della Second Player Academy che sarebbero venuti; ma decise di non controllarla, convinto che chiunque sarebbe venuto non poteva essere peggio di quella persona – forte anche del fatto che i voti di quella persona erano, in media, inversamente proporzionali ai suoi, stabili sulla media del cento sin da quando era entrato nell’accademia.

Toltosi anche questo fardello, il tedesco chiuse la finestra di internet e riprese a lavorare sul suo articolo, soddisfatto nel vedere come adesso riuscisse finalmente a mettere su quel foglio virtuale frasi di senso compiuto, e calcolò che avrebbe potuto finire l’articolo entro domani se non si fosse presentato un nuovo blocco. E assieme alla capacità di scrivere tornarono anche il buon umore e la positività: i compiti, nonostante la mole, erano stati tutti svolti diligentemente, la questione dell’articolo poteva ormai essere archiviata in una nottata, avrebbe comunque potuto rifarsi con Feliciano in un altro momento, e chiunque sarebbe venuto da quell’accademia, non poteva essere peggio di lui o dei suoi due amici.

 

 

Il mattino seguente, tuttavia, i segni del fato già si manifestavano nefasti: il file con scritto un buon tre quarti l’articolo non si era salvato correttamente, e anche se Ludwig era riuscito a recuperarne una buona parte avrebbe comunque dovuto passarci sopra un altro pomeriggio; un gatto nero, uno dei tanti randagi che giravano per il giardino dell’istituto col tacito consenso dei bidelli, gli aveva attraversato la strada quando si stava dirigendo alla lezione di fisica; a pranzo aveva per errore fatto cadere la boccetta del sale; accidentalmente aveva calpestato due coccinelle durante l’ora di attività fisica.

Finite le lezioni mattutine, Ludwig non si sentiva tranquillo. Aveva, per sicurezza, salvato il file con l’articolo sul computer e su due chiavette, una delle quali l’aveva data a Kiku, e nel corso della giornata non era successo nulla di eccessivamente spiacevole; tuttavia, non riusciva a scacciare l’opprimente sensazione che qualcosa di estremamente sgradevole stesse per accadere. Non era un tipo scaramantico, ma tutti quegli eventi avrebbero messo in allarme anche il più scettico degli scettici; a tutto ciò si aggiungeva l’aria mesta in cui era caduta l’accademia dopo l’uscita dei risultati della borsa di studio, con la disperazione più o meno velata in cui erano caduti i due studenti – o erano tre? Non ricordava molto bene -  che avrebbero partecipato allo scambio, e con loro tutti i loro amici – tra cui spiccava Berwlad che, saputo che il suo amato Tino sarebbe stato via per due settimane, aveva letteralmente messo sottosopra la segreteria nel tentativo di cambiare i risultati e mandare Mathias** al suo posto, inutilmente.

Ludwig sospirò mestamente, guadagnandosi due occhiate preoccupate da parte di Feliciano e di Kiku, che lo stavano accompagnando in sala computer per aiutarlo a finire l’articolo e lì farlo stampare.

<< Ve~ Ludi stai bene? >>

<< Benissimo, solo stanchezza. >> mentì in maniera anche piuttosto evidente, ma gli era impossibile pensare ad una bugia convincente quando aveva tutti quei pensieri per la testa.

Feliciano e Kiku si scambiarono un’occhiata preoccupata, decidendo tacitamente di non insistere. Ludwig, d’altro canto, decise che l’unico oggetto della sua attenzione, in quel momento, dovesse essere il maledetto articolo: poi avrebbe pensato a tutto il resto.

Arrivati in sala computer, i tre presero posto nella prima postazione che trovarono libera, e subito si dedicarono alla rielaborazione dei dati riguardanti la Pasqua nelle varie zone del mondo. Presto si ritrovarono completamente soli nella stanza, e per loro fu piuttosto facile immergersi nel lavoro, che riuscirono a completare in tre ore circa, tra sbuffi, Feliciano che confondeva le informazioni, Ludwig sull’orlo di una crisi isterica a causa della sbadataggine del suo amico italiano, e Kiku che si faceva silenziosamente quattro risate.

Il pomeriggio era passato tranquillo, la tipica quiete prima della tempesta: il disastro, infatti, ebbe inizio attorno alle sei e mezzo, allorché tre trafelati giovani uomini fecero il loro rumoroso ingresso nella sala: Gilbert –fratello di Ludwig – Francis e Antonio – entrambi cugini alla lontana di Feliciano*** - si avvicinarono immediatamente al trio davanti al computer, quasi buttandosi ai loro piedi dalla stanchezza per aver percorso mezzo istituto di corsa e per il panico che la notizia a loro pervenuta aveva provocato.

<< West, >> quasi urlò Gilbert, gettandosi addosso al fratello in preda alla disperazione, << oh, West, mein Bruderchen, che disastro, che disastro! Ti ho cercato dappertutto, verdammdt! >>

<< B-Bruder, che- >>

<< Feli, mon amì, ti prego vieni qui, aiuta il tuo fratellone a sedersi. >> mormorò Francis,  per poi appoggiarsi interamente contro il suo preoccupato cugino, abbracciandolo – e passando “accidentalmente” le mani su ogni punto che quella posizione gli consentiva di toccare – mentre anche Antonio usava l’italiano come temporaneo appoggio, continuando a dire stancamente: << Che catastrofe, che tragedia, es una pesadilla, ecco! Un incubo! >>

<< Ma non ti devi preoccupare, West. Ci penserò io a proteggerti da questo disastro! >> disse Gilbert, afferrando le spalle del fratello con forza eccessiva e  mostrandogli un sorriso che in teoria avrebbe dovuto essere rassicurante.

Kiku, Feliciano e Ludwig si scambiarono un’occhiata tra lo sbigottito e il preoccupato, incapaci di dire o fare qualunque cosa di fronte a quella scena teatrale e eccessivamente patetica; Ludwig, alla fine, diede un sono schiaffo  a tutti e tre per farli riprendere: il metodo era stato un po’ violento, ma funzionò egregiamente, e i tre rinsavirono un poco – per quando potessero essere sani delle persone come loro, ma questo è un altro discorso.

<< Q-Que? >>

<< V-ve, Francis, Antonio, c-che è successo? P-perché siete entrati u-urlando così? >>

<< Oh, Feli, >> Antonio si ributtò tra le braccia del cugino, piangendo sulla sua spalla, << Feli, Feli, è successo un macello, una tragedia. >>

<< Ve! >>

<< Tranquillo, Feliciano, sono sicuro che questi tre decerebrati stiano esagerando, come al solito. >> disse Ludwig pacatamente, per poi staccarsi di dosso il fratello e tornare al computer per poter stampare l’articolo.

<< W-West, mi ferisci, >> si indignò Gilbert, scuotendo la sedia del fratello per riavere la sua attenzione, << io vengo in tua difesa, ti offro il mio aiuto incondizionato, e ricevo questo insulto?! >>

<< Bruder, per favore, se non l’hai notato sono piuttosto impegnato. >> disse Ludwig stancamente, mentre osservava, con sua somma gioia, il foglio appena stampato e del tutto illeggibile a causa dell’inchiostro finito.

<< West, fratello ingrato! >>

<< Ludwig, seriamente, ascolta tuo fratello. >> disse Francis, ancora pallido e con la testa poggiata sulla spalla di Feliciano. Il tedesco gli lanciò un’occhiataccia, per poi aprire la stampante e cambiare il contenitore dell’inchiostro.

<< Ma cosa è successo? >> chiese Kiku, mentre faceva aria alle due latini con un fazzoletto. Quest’ultimi si scambiarono un’occhiata perplessa, per poi tornare a guardare il giapponese con stupore e compassione assieme.

<< Oh, ma allora non l’avete saputo! >>

<< Ve, cosa dovremmo sapere Francis? >> chiese Feliciano con preoccupazione, senza nascondere però una certa curiosità. Gilbert spalancò gli occhi, per poi rivolgersi al fratello: << West? >>

<< Che c’è? >> domandò Ludwig, seccato, mentre armeggiava con la stampante.

<< Hai visto il sito dell’accademia oggi? >>

<< L’ho controllato ieri sera, e non ho visto nulla di strano. >>

<< Come no? >> Gilberto lo voltò verso si sé, scuotendolo per le spalle, << Non hai visto l’annuncio  dello scambio? >>

<< Ja, l’ho visto, e allora? >> quella situazione stava davvero iniziando a dargli sui nervi, e il tedesco era molto tentato di dare un pugno a suo fratello e a quei due scalmanati dei suoi amici per porre fine a quella commedia e tornare al suo lavoro; ma la frase che Gilbert disse dopo lo sorprese non poco.

<< E non hai visto chi sono gli studenti che vengono da noi? >>

Ludwig sussultò leggermente, per poi guardare l’altro con uno scetticismo preoccupato: << Nein, avevo da fare. >>

Gilbert lo guardò stupefatto; poi, sudando freddo, si avvicinò al computer e aprì il sito di facoltà. Ludwig, un poco incuriosito, lo vide armeggiare per qualche secondo, poi Gilbert girò lo schermo del pc verso di lui e indicò i primi tre nomi della lista della Second Player Academy, coloro che sarebbero venuti da loro; e per poco non svenne quando lesse i primi due nomi.

<< L-Ludwig? >> Feliciano si avvicinò all’amico, scuotendolo piano, << c-che è successo, ve? Se impallidito di colpo. >>

<< Ludwig-san, >> Kiku si sporse leggermente per vedere lo schermo, << che cosa ha visto di cos- oh! >>

<< Ve? >> Feliciano si voltò verso il giapponese, e vide che anche quest’ultimo era diventato bianco come un lenzuolo e fissava tremante quei due nomi come se fossero la cosa più spaventosa che avesse mai visto. L’italiano, sempre più impaurito, raccolse il suo scarso coraggio a due mani e si decise a controllare il computer e a vedere cosa avesse scatenato tutto quel panico; e si sentì chiaramente sul punto di perdere i sensi quando lesse il secondo nome della lista, e se non fosse stato per Ludwig, che lo mise a sedere su una sedia, sicuramente sarebbe caduto rovinosamente a terra: << N-Non è possibile. >>

Sullo schermo del pc, in eleganti caratteri Times New Roman neri, capeggiavano due nomi, assieme al voto che quei due studenti avevano ricevuto:

 

1)Hidekaz Honda 100/100 con lode

2)Marco Vargas   100/100

 

<< N-Non- no! >>

<< Mon frére, va tutto bene, granf frére è qui con te. >> disse Francis, massaggiando dolcemente le spalle del cuginetto cercando di alleviarne la disperazione.

<< M-Marco verrà qui? >> chiese l’italiano con voce tremante, osservando quegli undici caratteri che componevano il nome del da lui più temuto parente della sua famiglia, quel ragazzo dai capelli rossi e occhi violetti tremendamente simile a lui fin nel più minimo particolare, fintamente dolce quanto tremendamente sadico e crudele.

<< Si purtroppo, >> Antonio si sedette accanto all’italiano, osservando anche lui con crescente timore quel nome che evocava i peggiori ricordi, << Kiku stai bene? Hidekaz è tuo cugino, vero? >>

Il giapponese non rispose, troppo intontito dalla sorpresa e dall’orrore: Hidekaz era sì suo cugino, ma era anche la persona che più lo terrorizzava al mondo, con quei suoi occhi rossi che lo inquisivano severamente ogni volta che si incontravano, e che non si risparmiava mai in critiche sferzanti verso di lui, fin da quando erano piccoli - << I tuoi capelli sembrano una scodella arrugginita. >> << Smettila di comportarti come un vecchietto. >> << Ti fa male la schiena? Ci credo, guarda quanto sei ingrassato! >> e altri simpatici commenti che non facevano altro che abbattere l’autostima del povero giapponese.

<< Neanche Kiku sembra felice di sapere che suo cugino sta venendo qui. >> sospirò Francis, per poi tornare a consolare l’inconsolabile Feliciano.

<< V-Ve, fratellone! Io non voglio che Marco venga qui! Mi basta vederlo una volta ogni due anni! Ve, se fosse per me, non lo vedrei mai più! Ve, ve! >>
<< Lo so, mon frére, lo so. Ti capisco perfettamente. >>

Ludwig, che fino a quel momento era rimasto in silenzio ad osservare quei due nomi, si voltò titubante verso suo fratello, temendo sinceramente la risposta alla domanda che stava per porre: << Bruder? >>

<< Ja? >>

<< Questi sono solo due nomi. >>

<< Lo so. Forse è meglio se ti siedi- >>

<< Ma allora chi è il terzo? >>

Gilbert lanciò un’occhiata ai suoi due amici, come a cercare una sorta di consenso, poi verso il suo fratellino, poi verso il computer. Infine, scrollò di poco la pagina.

Ludwig si avvicinò allo schermo, lesse il terzo nome dello studente che sarebbe venuto, e in meno di un secondo sentì tutte le forze venirgli a mancare; leggendo quelle lettere, gli sembrava quasi di sentire l’odore salmastro del luogo balneare in cui era andato in vacanza l’anno prima, e il rumore di una motosega che si faceva sempre più vicino, di una voce iraconda che gli prometteva le peggiori torture.

Il disastro ebbe inizio; il suo peggior incubo sarebbe venuto a rovinargli la vita anche all’accademia.

 

3)George Joseph Beilschmidt 100/100

 

<< West, senti. So che con nostro cugino non hai un gran rapporto  - neanche io se per questo – ma non è tutto perduto. Forse se riuscissimo a convincere nonno  a- W-West? Che succede, perché sei così pallido? West? Oh, Sheisse, West, non svenire ora, non è successo nulla di male! Sheisse! Francis, Antonio, aiutatemi a portarlo in infermeria, per carità! >>

 

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* la Germania è tra i paesi più atei/agnostici d'Europa. E Ludwig, comunque, non mi sembra una persona molto religiosa

** Mathias è il nome che i fan hanno dato a Danimarca, nonché uno dei nomi suggeriti da Himaruya stesso

***Nel mio headcanon, come nazioni Francia e Spagna sono cugini/mezzi-fratelli di Veneziano e Romano. 

   
 
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