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Autore: MaryWriter    08/05/2013    1 recensioni
Dicono che poi passerà, che tutto diverrà solo un ricordo, che alla fine sarai più forte di prima, ma... perchè nessuno racconta la parte centrale? Il come raggiungere la fine? Per loro è solo inizio, solo la fine...
Like Dust (come polvere) racconta ciò che il dolore crea, dando l'inizio e ciò, che l'amore guarisce, ponendo la fine. Dopotutto, è ormai risaputo... Solo due cuori che battono in simbiosi, possono ridurre i danni delle cicatrici...
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                        4' CAPITOLO = Mesi. ( PRIMA PARTE)

E' ottobre. Non posso credere che sia già passato quasi un mese... Eppure, ripensandoci, il tempo mi è sembrato più lento del solito. Lento, ma non fermo. Le giornate sono grigie e bagnate e ne sono lieta; sono sollevata dal fatto che anche il cielo si sia spento come me... Dopotutto, il dolore vuole che tutto ciò che gli circonda, sia dello stesso riflesso, spezzato a sua immagine. Il senso di solitudine non mi abbandona, anche se in verità, c'è sempre qualcuno al mio fianco. " La solitudine ustiona il cuore", ho letto da qualche parte e ore capisco. Susan, ora è l'unica a badare al nostro negozio, dopo la decisione dei miei, nel tenermi chiusa in una campana di vetro, finchè non lo troveranno, ma non sono arrabbiata con loro, penso che sia una decisione coerente con le loro emozioni... Anche se questo, mi fa sentire ancora più indifesa e fragile. Questa settimana, è mio padre a tener il turno di farmi da guardia del corpo, per poi passare a mia mamma e Susan... Mi chiedo quando finirà questo cerchio da " super eroi" forzati... Non ho più visto Will, dalla nostra ultima discussione. Sono distesa sul divano del mio salotto, fissando fuori la finestra, il grigio del cielo, mentre il vetro piange. Non parlo più da allora; non capisco bene il motivo, so solo, che sono stanca di parlare, se nessuno vuole ascoltarmi. Molte volte, in questo mese, mi hanno pregato, di parlare con una psicologa, quel stesso giorno, me lhanno presentata; si chiama: Cate Vendemy. D'impatto, mi è piaciuta... Mi ha colpito il suo aspetto abbastanza trasandoto, anche se è una psicologa. Ancora oggi, ricordo perfettamente il suo viso poco giovane, ma circondato da tratti buoni e delicati; gli occhi grandi e carammellati, per confermare quella particolare dolcezza, insieme al sorriso, formato da labbra sottili e colorate di un rosso vino. Mi hanno lasciata sola con lei, ma io, non ho parlato e lei, stranamente è rimasta in silenzio con me, guardandomi negli occhi, senza levare il sorriso gentile. Siamo rimaste così per pochi minuti, finchè, prima di andare, disse semplicemente : " Non preoccuparti, anche tu troverai la tua cura". Ancora adesso, non riesco a darmi una risposta. Mio padre, d'improvviso, mi copre con una spessa coperta; rimango impassibile.
- Beth, è ora di pranzo... Ti preparo qualcosa?,- mi domanda gentile. Scuoto il capo, senza distogliere lo sguardo dalla finestra.
- Devi pur mangiar qualcosa...- aggiunge. Scuoto di nuovo la testa, coprendomi il viso, tirando sù la coperta. Lo sento sospirare e allontanarsi, con un' eco flebile dei passi. Detesto questa situazione... Alla fine, lui tornerà comunque... Soffoco un singhiozzo in gola e inizio a piangere, cercando di essere il più silenziosa possibile, per non farmi sentire. Per esser sicura, di essere perfettamente nascosta, dal resto del mondo...

E' il turno di Mag, mia madre e onestamente, non vedo l'ora che se ne vada... Ogni suo sguardo, nei miei occhi, sembra trattenere lacrime, ritornando a sfregare l'incavo del collo, con fare nervoso. E' una tale tortura, fissare il riflesso, dello zombie che sono diventata. Sono seduta sul divano, avvolta nella coperta, fissando al di fuori della finestra, senza guardar nulla. Oggi non piove, il cielo è solo chiuso da una cupola scura. Mag, si siede al mio fianco, stringendomi la mano, sorridendomi con dolcezza. Cerco di ricambiare, ma riesco solo ad alzare le labbra, in modo quasi impercettibile, per poter farle capire, che apprezzo il suo sforzo di stare al mio fianco. Ha profonde occhiaie, quasi quanto me, a causa mia, dei iei incubi, delle mie urla,che non fanno dormire entrambe. Bhè, almeno ieri, Mag, è riuscita a farmi mangiare mezzo panino con prosciutto e formaggio. Penso di averla resa più feice, forse pensa che sto recuperando... Io penso di no. 

Mi risveglio tra le urla e la gola bruciante, mentre le dita intorpidite, stringono in una morsa d'acciaio, la coperta. Mia madre, arriva di corsa al mio fiaco, cingendomi le spalle, per calmarmi, per dirmi che è stato solo un sogno. Mi calmo, riesco a ritornare nel silenzio, rotto solo dai miei affanni. Il suo viso è ansioso e sospirando, poggia una mano sulla mia pancia, come quando da bambina, ho avuto bisogno delle sue carezze. Istintivamente, scrollo il suo tocco, mentre la osservo alzarsi di scatto, con gli occhi già lucidi e la mano, sull'incavo del collo. Vorrei chiederle scusa, dirle che non sopporto nemmeno il mio tocco, dirle, come quelle rare volte, che le voglio bene, ma... le parole sono sparite. Accenna un sorriso forzato, mentre mi augura una buona notte e riesco perfettamente ad immaginare lacrime di dolore, sul suo viso. Per fortuna Susan, non può sentirmi, al piano di sopra... Non sopporterei anche la sua espressione, uguale a quella di tutti gli altri: spaventati da me.

E' Halloween. Io e Susan, siamo sul divano a guardare la tv, mentre trasmettono una maratona di film horror più celebri e spaventosi. Susan, è incantata nel vedere Saw, mentre mangia pop-corn. E' notte fonda. Non ho mai sopportato i film horror, mi hanno sempre fatto venir la nausea, con tutto quel sangue e budella e Saw, è sempre stato uno di quei film, che non riuscivo nemmeno ad ascoltare, eppure ora...
- Strano che non ti copri ancora gli occhi, con qualsiasi cosa ti capiti a tiro...,-  dice ironica sorridendomi. Mi volto verso di lei, ricambiando con un mezo sorriso... Per tutto questo tempo, mi sono allenata a sorridere di nuovo, davanti allo specchio, tiravo sù gli angoli della bocca, con le dita, per poi ritornare imbronciata... Avrei riso per quella situazione, se avessi ricordato come si facesse... Mi rigiro verso il film, nel momento esatto in cui il protagonista, cerca di tagliarsi la caviglia per liberarsi dalle catene. Forse, la mia vita, è diventata un film horror, fatto solo da urla, incubi, mostri e sangue, che cade continuamente, sempre nello stesso punto dell'interno coscia... Ma la protagonista, è uno zombie, intento a prosciugarsi con il tempo, aspettando il ridursi delle forze, per diventare un mucchio di ossa impolverite... Un bel lieto fine, per me; mi piace. Susan, sorprendendomi, mi viene accanto stringendomi a sè.
- Mi manchi,- sussurra e quelle semplici parole, bastono a farmi male. La vecchia Beth, manca a tutti, anche a me... Si, lo zombie mi si addice perfettamente, perchè la persona che ero è morta, lasciando solo questo... Sono solo resti di una persona che ha vissuto...

NOTA DELL'AUTORE = SCUSATE L'ATTESA MI HANNO CANCELLATO L'ACCOUNT, PERCHE' NN L'HO USATO PER UN PO'... CMQ ECCO LA PRIMA PARTE DEL QUARTO IL PROSSIMO ARRIVERA' PRESTO, NN AVEVO TEMPO PER IL CONTINUO! CMQ SEMPRE GRAZIE A KI LEGGE E COMMENTA! VI AMO <3

  
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