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Autore: weretogether    08/05/2013    6 recensioni
Lui era li? Justin era li? Era tornato? E non era solo.
-Kristen?- pronunciò lui.
Maledizione, non doveva succedere. Maledizione, non poteva essere. Maledizione, non sarei dovuta venire. Ma lui cosa ci faceva li?
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Hai mai amato qualcuno così tanto da non riuscire a liberarti del suo ricordo? Kristen si. Kristen ci vive col ricordo di lei e Justin felici, ma quello che ancora non sa è che presto non sarà più solo un ricordo. A quanto pare il passato è deciso a tornare, ovviamente con i suoi vantaggi e svantaggi, ma che sia un bene o un male questo ancora nessuno lo sa.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6.
''his smile''

La sveglia suonò e, dopo essermi alzata dal letto ed essermi posizionata davanti allo specchio, capii che sarebbe stata una giornata ‘no’, forse anche una di una lunga serie.
Scesi di sotto, nessuno si era ancora svegliato ed era strano. Riguardai l’orario, erano le 7:05.
Decisa a non arrivare in ritardo a scuola anche questa volta, mangiai dei biscotti e bevvi un succo, dopo salii di sopra e mi preparai, in genere era questo il motivo per cui arrivavo sempre in ritardo.
Aprii il cassetto che si trovava vicino alla porta e iniziai a prendere qualche maglia e, completamente indecisa sul da farsi, mi posizionai davanti allo specchio e cercavo di vedere quale potesse starmi meglio.
Dopo aver passato dieci minuti davanti allo specchio, indossai una canotta nera, una maglia extra large bianca sopra, dei jeans a sigaretta e delle vans nere.
-sei già pronta?- chiese mamma quando fui di sotto.
-si.-
-è..- cercò la parola più adatta – strano.-
-lo so.- mi limitai a dire, dopo salutai tutti e andai fuori e mi incamminai verso scuola.
Erano le otto, la campanella suonava alle otto e quindici, avevo ancora quindici minuti di tempo, ma non avevo la più pallida idea di cosa fare per far passare quanto più velocemente quel tempo che avevo a disposizione.
Camminavo a passo lento verso scuola, forse così avrei potuto occupare qualche minuto, quando sentii dei passi farsi sempre più vicini.
‘sarà qualche passante’ pensai, ma ebbi la certezza che le mie idee erano sbagliate quando sentii qualcuno chiamarmi.
-Kristen.-disse una voce familiare ma che non riuscii a riconoscere subito.
-si?- mi girai, era Jonathan. –ah, ciao Jon!- esclamai dopo aver visto chi fosse.
-pensavo che andassi a scuola in macchina.- disse affiancandomi.
-si, in genere è così.-
-e ora?-
-ora avevo semplicemente voglia di uscire e prendere un po’ d’aria e ho pensato d’approfittarne.-
-ah.- sussultò –se vuoi vado.- disse evidentemente imbarazzato.
-oh no, resta.- sorrisi.
-sicura?-
Io mi limitai ad annuire col capo.
Quella camminata fu piacevole e, nonostante non facessimo altro che parlare del più e del meno, sentivo che stavamo ritornando ad essere gli amici di una volta e questa cosa mi piaceva. Eravamo stati migliori amici un tempo, anche se gli amici, soprattutto quelli migliori, dovrebbero esserci anche quando stai male, non dovrebbero lasciarti soli, ma in parte potevo capirlo. In quei mesi avevo faticato io stessa a stare con me, figuriamoci gli altri. Non potevo pretendere che restasse, non dopo averlo evitato per due lunghe settimane.
Quando arrivammo a scuola Izzy ci veniva incontro dal lato opposto e appena la vidi le feci un cenno con la mano che stava a significare ‘ciao’.
Quando fummo del tutto vicine l’abbracciai, lei sorrise a trentadue denti, sembrava felice, anche se era abbastanza strana.
Si guardava intorno come se fosse alla ricerca di qualcosa, o qualcuno, ma non riuscivo a capire. C’era qualcosa che mi ero persa?
-Izzy, posso parlarti un momento?- le chiesi d’un tratto.
Lei si voltò verso di me e sussultando rispose –oh, certo..- la sua voce era insicura.
-Jon, scusaci un attimo.- dissi prima di prendere Izzy per un braccio e trascinarla il quanto più lontana possibile.
-che succede?- chiese.
-dovresti dirmelo tu.-
-io?-
-si, tu.-
-cosa dovrei dirti?-
-cosa ti sta succedendo.-
-cosa mi sta succedendo?-
-oh, per l’amor del cielo, smettila di ripetere ciò che dico. mi dici che ti succede?-
-n..niente- balbettò lei.
-Izzy,- mi soffermai sul suo nome -non mentire!-
-okay, okay, ora ti spiego tutto!- disse alzando le mani in aria in segno di arresa.
-solo ed esclusivamente la verità.- le dissi prima che potesse continuare. Ero determinata e volevo capire cosa le succedesse, sapevo che c’era qualcosa che non andava, l’avevo visto dai suoi occhi quando veniva verso di noi e non avrei lasciato che anche questa volta mi perdessi qualcosa di importante per lei. In fondo lei c’era sempre stata per me, era la mia migliore amica ed io era la sua ed era mio compito sapere cosa c’era che non andava.
Intrecciò le sue mani e iniziò a girare i pollici, sospirò –c’è un ragazzo che mi piace.- disse abbastanza imbarazzata.
-e me lo dici solo ora?-
-eri così triste e impegnata con le tue cose che non volevo disturbarti o crearti altri problemi.- disse posando il suo sguardo altrove.
Ed ecco che i sensi di colpi s’impossessavano di me. Mi ero persa una delle cose più importanti della vita della mia migliore amica e tutto perché ero sempre così dannatamente impegnata a pensare a quello stronzo di Justin. Ero così presa da me stessa e da lui che la mia migliore amica aveva pensato, male, di lasciarmi all’oscuro e far finta di niente, ma in un certo senso era colpa mia se si era comportata così.
Mi maledissi mentalmente e se avessi potuto mi sarei presa a schiaffi –Izzy, ma come ti salta in mente!?- le chiesi ma non le diedi il tempo di rispondere –è vero che stavo male ed è anche vero che per me è stato un periodo difficile, ma tu non dovevi esitare nemmeno un attimo a dirmelo. non devi esitare a dirmi niente di tutto ciò che ti capita o ti riguarda, ovviamente se vuoi condividerlo con me. Izzy, io sono qui per ascoltarti e fregatene se sto di merda, non devi pensare d’essere un peso, perché non lo sei mai stata, né mai lo sarai.- dissi tutta d’un fiato. Le mie parole erano più che sincere, ma c’era qualcosa dentro che mi creava un vuoto dentro.
Sapevo che era solo colpa mia se lei si era sentita un peso e forse in un certo senso gliel’avevo anche fatto capire esplicitamente, ma tutto questo era accaduto solo in momenti ‘no’, eppure sapevo che quei momenti ‘no’ avevano influito molto su di lei e sulla nostra amicizia.
Chissà, forse un giorno anche lei si sarebbe stufata di me e avrebbe trovato un’amica migliore, una di quelle che ci sono sempre e che non ti fa mai pesare la tua presenza, cosa che forse in quell’ultimo periodo io non avevo fatto.
-o..okay.- balbettò ancora una volta lei.
-mi sento così maledettamente in colpa.- dissi mentre non riuscivo a smettere di pensare a quanto fossi stata stronza.
-per cosa?- chiese Izzy interrompendo i miei pensieri.
-per tutto questo. come sono riuscita a farti credere d’essere un peso?-
-Kristen, tu non devi – la interruppi.
-mi dispiace così tanto Izzy.- dissi mentre rischiavo di iniziare a vederci appannato.
-sul serio Kristen, non è niente. ti capisco e capisco anche che non è stato un periodo facile per te. non è mica colpa tua!-
Sospirai –chi è?- le chiesi con un pizzico di entusiasmo, preparata ad aspettarmi di tutto.
-è quello moro che sta nel mio corso di chimica. si chiama Ed, è bellissimo.- iniziò a saltellare.
Sembrava una bambina a cui avevano appena dato delle caramelle, ma non delle semplici caramelle, le sue caramelle preferite.
-quello con gli occhi verdi?- chiesi.
-si.- disse lei sorridendo. Era felice e questo mi faceva stare un po’ meglio.
-wow, è carino.- sorrisi.
-dici sul serio?-
-si.- iniziai a saltellare anche io.
-sono felice Kristen.-
-anche io lo sono se tu lo sei.- l’abbracciai.
Quando ci staccammo smettemmo di saltellare e tornammo da Jon, era ancora li ad aspettarci e devo dire che la cosa mi dava un po’ fastidio.
Non era lui a darmi fastidio, ma era la sua presenza in quel momento. Avrei dovuto parlare con la mia migliore amica del suo nuovo amore e avrei dovuto recuperare il tempo perso, ma lui non lo permetteva.
-è tutto okay?- chiese.
Io e Izzy annuimmo col capo, poi tutti e tre insieme ci avviammo verso l’entrata della scuola.
D’un tratto un rombo di una macchina attirò la nostra attenzione, ed ecco che scendeva prima il biondo che aveva appena parcheggiato la macchina di lei, e subito dopo scendeva la rossa per mettersi al volante e sfrecciare verso chissà quale meta.
Lei aveva finito la scuola l’anno prima e adesso lavorava nello studio dei suoi genitori e, di sicuro, Justin avrebbe avuto un posto in quello studio dopo il diploma.
Lanciavo occhiate ai due fingendo noncuranza anche se quando la loro distanza stava per annullarsi sentii una stretta al centro dello stomaco e il mio cuore andava in frantumi ogni volta che le loro labbra si toccavano o anche solo sfioravano.
Lei era vicino alla macchina e lui la teneva stretta a se e di tanto in tanto l’avvicinava allo sportello, facendo combaciare il corpo di lei con quel pezzo di ferro.
Si scambiarono svariati baci, poi lei salì in macchina, lui si allontanò di poco e dopo aver messo in moto l’auto, andò via.
Justin si avvicinò ad alcuni amici e io, mentre i miei occhi si riempivano di lacrime, varcai la soglia della porta e mi ritrovai investita dalle parole e dai movimenti delle persone che vi si trovavano all’interno.
I corridoi erano affollati, eppure mi sentivo così dannatamente sola e confusa e triste.
La campanella suonò dopo qualche secondo e dopo essermi asciugata quelle lacrime invisibili agli occhi della gente, mi diressi verso l’aula di matematica, mi avrebbe aspettato una dura giornata.
 
All’uscita da scuola ripercorsi, come il giorno prima e la mattina appena trascorsa, la strada che portava da scuola a casa con Jon.
Lui parlava, io pensavo.
Ero immersa nei miei pensieri quando mi prese per il braccio e iniziò a scuoterlo a più non posso.
-Kristen!- -Kristen?- -Kristen!- urlò.
-si?-
-che ti prende?-
-oh, niente.- dissi in tutta risposta.
-sicura?-
-si.-
Quando arrivai a casa mia salutai Jon e mi precipitai in camera.
Avevo voglia di stare sola, di non far niente, di piangere, di pensare, ma soprattutto, avevo voglia di Justin.
Ma quella voglia doveva passare, prima o poi sarebbe passata.
passerà’ dicevano.
è una cosa momentanea’ ripetevano.
Eppure erano passati secondi, minuti, ore, giorni, settimane, mesi e il suo ricordo era sempre dentro me, a tenermi compagnia. La sua immagine era sempre nella mia mente. Il suo nome era sempre nel mio cuore e forse sempre così sarebbe stato, perché era stato il primo e lo sanno tutti che il primo amore non si scorda mai, ma li non contava tanto ‘dimenticarlo’, li contava il saper mettere da parte lui e il suo ricordo e andare avanti. Ma come avrei fatto a smettere di pensare a lui se solo aprendo la portafinestra della mia camera me lo sarei trovato difronte? Magari sorridente? Come avrei fatto a dimenticarlo se avevo sempre amato il suo sorriso?
Era quello ciò di cui mi ero innamorata dapprima, del suo sorriso e ogni volta che l’avrei visto sorridere sarei cascata nel suo tranello e per me non c’era più scelta, l’avrei amato sempre.
Ero sdraiata sul mio letto quando sentii qualcosa sbattere contro il vetro della portafinestra.
Mi alzai e andai a controllare. Erano piccole pietre, ed era Justin a tirarle.
Se ne stava sdraiato sulla sdraio del suo balcone e lanciava pietre contro la mia finestra, forse per attirare la mia attenzione, sicuramente per attirare la mia attenzione.
-che c’è?- chiesi sbuffando.
Volevo lui, ed era vero, ma non dimenticavo la sera prima, non dimenticavo la discussione avuta.
-sei ancora arrabbiata?-
-c’è altro che devi chiedermi?-
-rispondi.-
-forse.-
-dai, mi dispiace.- disse con la sua solita faccia da cucciolo. Era così dolce.
-non fa niente.- feci spallucce.
-lo so che sei ancora arrabbiata, Kristen-panda.-
-ora non più.- ammisi.
-sul serio?-
Annuii.
-parliamo un po’?- chiese.
-di cosa?- risposi stupita da quella domanda.
-di qualcosa.-
-okay.- dissi sedendomi sulla sdraio che si trovava sul mio balcone.
-bello il libro nella libreria.-
-quale libro?- chiesi. Ci riflettei un po’ su, poi trassi subito una conclusione –non vorrai dirmi che sei stato tu a prendere il mio libro!-
-si.- rise lui.
-come hai fatto a entrare?-
-avevi lasciato la finestra aperta, non è stato difficile entrare.-
Spalancai la bocca –mio fratello mi ucciderà.- affermai più a me stessa che a lui.
-decisamente.-
-sei uno stronzo!- scherzai.
-e tu sei una stronza.- ribatté.
-allora siamo due stronzi.-
-bene.-
-bene.-
Ci guardammo per qualche secondo, dopo scoppiammo in una sonora risata. C’era sempre bastato uno sguardo per capirci e forse era anche questo che mi piaceva di lui, il fatto che mi capisse all’istante, anche quando volevo nascondere tutto.
-perché sei triste?- chiese dopo un po’ tornando ad essere nuovamente serio.
-cosa? come fai a saperlo?- chiesi.
-l’ho letto nei tuoi occhi.-
-leggi gli occhi?-
-non tutti- fece una pausa.- solo i tuoi.-
Ci fu qualche minuto di silenzio in cui nessuno dei due osò parlare e quasi il fatto che dovessimo respirare sembrava qualcosa che si doveva evitare in quella situazione d’imbarazzo.
-perché me lo chiedi?-
-perché vorrei sapere cosa rende quel mare così grigio.- rispose lui riferendosi all’azzurro dei miei occhi.
-forse sei semplicemente tu che non vedi l’azzurro.-
-o forse è semplicemente che sei troppo impegnata a superare la tempesta passata per riuscire a vedere il sole che c’è dietro le nuvole.-
Si riferiva a noi due?
-sai che c’è Justin? che forse hai ragione. quella tempesta dovrò affrontarla prima o poi e, anche se dovesse essere più poi che prima, non ho bisogno del tuo aiuto.- affermai e, con gli occhi gonfi di lacrime tornai dentro.
Lo odiavo, lo odiavo con tutta me stessa.
Odiavo il fatto che credesse di sapere tutto e soprattutto odiavo il fatto che sapesse che era lui il motivo per cui mi comportavo così.
Cosa gliene importava a lui? Perché era così ostinato a farmi del male?


**

Allora, che ne dite? Spero sul serio che vi piaccia, anche perché sembra che quello precendente non sia stato di vostro gradimento.
Solo due persone l'hanno recensito e, oltre a ringraziare le due ragazze che hanno letto e hanno ritenuto opportuno lasciarmi una recensione che ho apprezzato tantissimo, volevo chiedervi, se non è troppo, di dirmi cosa non vi è piaciuto o non vi piace, potrei almeno provare a migliorarmi.
In ogni caso, spero in una vostra recensione e ringrazio quelle che seguono la storia.
Alla prossima, weretogether ♥.

  
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