Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Segui la storia  |       
Autore: MartyJane1775    08/05/2013    0 recensioni
Se Rhaegar Targaryen avesse ucciso Robert Baratheon nella Battaglia del Tridente, il destino degli Stark sarebbe stato diverso?
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Jon Snow, Robb Stark
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dopo la neve dei giorni precedenti, che aveva imbiancato i campi e gli alberi tutto intorno, la foresta era molto silenziosa. Elyanna vi si aggirava con prudenza, perché anche se non si trovava molto lontana dalle mura di Grande Inverno, la Foresta del Lupo non era luogo da prendere alla leggera.

Dopo aver spazzato via la neve da un masso coperto di muschio ed essersi levata i guanti fradici, vi si sedette a ripercorrere con la mente gli ultimi tempi. Ormai si era integrata nel castello e iniziava persino a piacerle quella sorta di vacanza forzata. Gli Stark erano una famiglia riservata, questo era vero, ma accogliente e benevola. Lady Catelyn e Lord Eddard a volte la mettevano in soggezione, per via del modo in cui la trattavano, ma non poteva non essere grata dei sorrisi che accompagnavano i loro gesti amichevoli nei suoi confronti. A Karhold gli unici gesti amorevoli che avesse mai ricevuto erano quelli di Harrion, e qualche volta di sua madre, ma niente di più. Era diventata anche molto amica con Sansa e Arya, con la prima perché riusciva a parlare di quegli argomenti femminili che non avevano mai riscosso molto successo con i suoi fratelli per comprensibili motivi, e con Arya perché i suoi comportamenti frenetici, innocentemente ribelli, riuscivano sempre a trasmetterle quell'allegria che la ragazzina inconsapevolmente emanava. Bran e Rickon ancora erano bambini, ma era piacevole passare i pomeriggi a giocare con loro, di tanto in tanto. Erano entrambi ragazzini molto dolci. Robb era l'unico nei confronti del quale Elyanna era molto confusa: si comportava sempre in modo ineccepibile con lei, a volte era addirittura cavalleresco, ma la giovane lady aveva la netta impressione che tra di loro ci fosse una specie di invalicabile muro fatto di dovere e onore che non le permetteva di capire cosa lui pensasse davvero, e questo la spaventava. Soprattutto dopo quella lezione mattutina, dopo la quale lei aveva espresso in quel modo così coraggioso la sua opinione, lui aveva quasi cessato di parlarle. Si era chiesta se i suoi modi l'avessero offeso o spaventato per qualche assurdo motivo, ma non era riuscita a chiederglielo. Ogni volta che tentava, qualcosa la bloccava.

Ci aveva provato anche durante la passeggiata nella Foresta che avevano fatto insieme, invano. Proprio quando stava per riuscirci, era arrivato qualcuno correndo, che poi Elyanna aveva riconosciuto come l'attendente del castello, per comunicare a Robb che doveva tornare immediatamente a Grande Inverno. Il ragazzo si era voltato a guardarla, combattuto. Elyanna aveva dissimulato la sua confusione con un sorriso dicendogli: «vai pure, mio signore. Fai il tuo dovere. Troverò da sola la strada del ritorno.»

Senza aggiungere una parola, Robb aveva annuito con decisione e seguito l'uomo che era venuto a chiamarlo. Elyanna aveva guardato le loro sagome scomparire tra gli alberi sempre più distanti, e poi aveva vagato nei paraggi chiedendosi che cosa la confondeva così tanto riguardo a Robb. Decise che erano  i suoi sorrisi, perché erano quelli che l'avevano aiutata a capire che con lei il futuro lord di Grande Inverno stava solo recitando una parte. Quando le rivolgeva un sorriso, la maschera di Robb magicamente crollava e rivelava il ragazzo che si trovava al di sotto e che lei avrebbe tanto voluto conoscere, mentre invece riceveva le attenzioni dell'erede, che per quanto non sgradevoli non erano autentiche e non facevano altro che metterla a disagio.

Improvvisamente, il rumore di qualcosa che strisciava contro la neve, spezzando i rametti congelati con distinti schiocchi, ruppe il silenzio. Elyanna si alzò di scatto: erano passi umani. Si affrettò a tornare verso il cavallo, preparandosi a salire in sella e allontanarsi, quando il vento le portò un altro rumore. Veniva dalla direzione sbagliata rispetto alla sua posizione: era alle sue spalle. Frugò nella bisaccia accanto alla sella e ne estrasse quel che cercava. Restò nella stessa posizione, quasi immobile, aspettando il momento giusto per girarsi. I passi si avvicinavano sempre di più e non c'era dubbio che fossero passi umani. All'ultimo momento, si voltò, tendendo davanti a sé l'affilata lama di un pugnale, dritto contro il collo di chiunque stesse cercando di assalirla. La prima cosa che entrò nel suo campo visivo erano capelli neri, ricci, in cui erano rimasti intrappolati alcuni fiocchi di neve. E poi degli occhi altrettanto neri, e anche confusi. Al riconoscerlo Elyanna sentì distintamente le sue guance imporporarsi per l'errore, e non seppe far altro che restare lì impalata, col pugnale a mezz'aria.

Jon abbassò lo sguardo sulla lama.

«Non credevo di risultarti così insopportabile, mia signora.»

«Elyanna.» lo rimbeccò lei per l'ennesima volta, senza pensarci. Abbassò il pugnale e contemporaneamente anche lo sguardo, incapace di fissare quegli occhi neri, imperscrutabili, che in quel momento però brillavano di divertimento.

Jon si allontanò di qualche passo.

«Robb mi ha detto che ti avrei trovata qui. Vorrebbe che ti riaccompagnassi al castello, dato che sta per farsi buio.» annunciò dopo un lungo, imbarazzante silenzio. Elyanna ripose al suo posto il pugnale.

«Mi dispiace.» borbottò senza guardarlo. Jon la guardò e sembrava non capire.

«Per il pugnale.» spiegò lei, e il suo volto si illuminò di comprensione. Fece un cenno col capo, per farle capire che non si era offeso, e prese le briglie del cavallo di Elyanna.

«Probabilmente è un bene che tu sappia difenderti, anche se forse prima dovresti essere sicura di chi sia il tuo avversario.» rispose, mentre lei saliva in groppa. Jon non accennava a lasciare le redini.

«Non avrai intenzione di condurre il mio cavallo fino al castello…?» domandò. Jon la guardò, poi guardò le redini.

«In realtà credo di sì.» rispose lui.

«Molte grazie, so cavalcare.» lo rimbeccò nuovamente lei, investendolo con uno sguardo a metà tra l'offeso e il risentito. Lui cedette e lasciò le redini. Attraversarono un intero tratto di Foresta in silenzio, finchè lei disse:

«Se vuoi, puoi… cavalcare con me.» Jon la guardò, con un sorriso.

«Meglio di no. Uno dei due dovrebbe stringersi contro l'altro e dubito che Lady Catelyn sarebbe felice di vederci rientrare così alla fortezza.» puntualizzò. Elyanna convenne che aveva ragione con un cenno del capo. Lei non aveva pensato a una simile eventualità. Il breve scambio fu seguito da un altro tratto silenzioso, ma stavolta a romperlo fu Jon.

«Quindi tu sai combattere?» chiese, curioso. Elyanna lo guardò.

«Sì. Non molto in realtà. E' stato Harrion ad insegnarmi, ma mio padre non approvava. "Le lady non fanno queste cose", borbottava all'inizio. Quando ha visto che non ce ne curavamo molto, io e Harrion, ci ha imposto il divieto.» alla sua storia seguì di nuovo il silenzio, benchè più breve dei precedenti. Elyanna si rese conto di aver parlato troppo.

«Perdonami, Jon. A volte parlo troppo liberamente.» il ragazzo la perforò con lo sguardo.

«Puoi dirmi quello che vuoi, mia signora.» rispose con una sincerità che la spiazzò, lasciandola incapace di replicare. Per trarla d'impaccio, Jon la esortò:

«Ti mancano i tuoi fratelli?» Elyanna si sforzò di sorridere, ma si affrettò a tornare a guardare la strada.

«Sì, molto. Harrion più di tutti.» Jon annuì con fare comprensivo.

«Sei molto legata a lui.» notò.

«Lui mi ha sempre protetta. Ero la sua sorellina e nessuno poteva infastidirmi… a parte lui.» un nuovo sorriso fiorì sul volto della giovane lady, un sorriso caldo e nostalgico che la rendeva incantevole.

«Robb farà la stessa cosa, milady.» rispose Jon, non sapendo che altro dire e sperando che questo potesse confortarla. Invece, le sue parole la incupirono.

«È deciso, quindi.» disse, a voce molto più bassa, quasi a se stessa. Jon non ebbe il coraggio di rispondere a quel tono, e così tornarono a Grande Inverno in silenzio.

Elyanna era appena smontata da cavallo quando una palla di neve, viscida e fredda, la colpì sulla schiena. Avvertì il mantello bagnarsi e si agitò di scatto, cercando di individuare il colpevole. Vide soltanto un guizzo di capelli scuri scomparire dietro un carretto lasciato nel bel mezzo del cortile e si affrettò a preparare una palla di neve, subito imitata da Jon. Mettendosi un dito sulle labbra, fece cenno al ragazzo di seguirla.

"Catturarono" Arya in un tiro incrociato, rendendole pan per focaccia; ma le loro urla di gioia avevano richiamato nel cortile anche gli altri fratelli, e la giornata finì in una vera e propria battaglia. Era passato il tramonto da un pezzo quando rientrarono tutti al castello, stanchi , fradici e felici.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: MartyJane1775