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Autore: Roly_chan    08/05/2013    2 recensioni
< Non era una principessa né un’eroina.
Era semplicemente Emma Swan, una ladruncola e cacciatrice di taglie, che agiva solamente per il suo torna conto.
Non sapeva cosa volesse dire fare del bene, né cosa significasse amare.
E quando ci provava, combinava solamente casini che facevano soffrire quelle rare persone che le stavano accanto. >
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storia ambientata dopo la 2x21




Emma guardava ancora quel capannone, sperando che miracolosamente Neal uscisse da lì sano e salvo.


Ma più passava il tempo e più lei desiderava scappare da tutto quel dolore.

Come avrebbe fatto a guardare il figlio negli occhi e dirgli che aveva perso il padre, di nuovo?

Come avrebbe fatto lei stessa.

Ma doveva essere sincera.

Quanto valevano le parole dette in quel momento?

Gli aveva rivelato che aveva ancora bisogno di lui, che lo amava ancora. E lui ricambiava.

Ma allora perché fino a un momento prima lui continuava a sostenere Tamara?

E lei davvero lo amava ancora?

Avrebbe voluto solamente un altro po’ di tempo per ragionare, per avere risposte.

Ma tutto gli era stato strappato via, ancora una volta.

E ora quei “ti amo” sembravano assomigliare di più a degli addii.

Si prese la testa fra le mani e tirò all’indietro i capelli, alzando lo sguardo verso il cielo.

Quanto ancora doveva soffrire?

In quel momento non le interessava sapere se provava o meno ancora qualcosa per Neal, non serviva a niente.

Lui era andato via.

Se ne sarebbe fatto una ragione, ma come avrebbe fatto con Henry?

Avrebbe preferito cadere lei in quel portale, piuttosto che affrontare lo sguardo triste del figlio.

Dover sopportare ogni giorno il senso di colpa.

Avrebbe potuto fare di più.

Avrebbe potuto perdonare prima Neal e cercare di ricostruire qualcosa insieme.

Avrebbe potuto dare una famiglia a Henry.

E invece aveva fallito.

<< Ne vuoi un po’? >> sentì chiedere da una voce che avrebbe riconosciuto ovunque.

Abbassò lo sguardo per osservare quella mano arricchita da grossi anelli che reggeva una bottiglina di metallo, e già da lì era inconfondibile l’odore di rum.

Quando Emma si decise ad alzare lo sguardo, sussultò visibilmente.

Due occhi azzurri come il mare la fissavano allegri, ma c’era anche una nota di ira mal celata.

<< Hook >> disse flebilmente la bionda, non credendo ai suoi occhi.

Come faceva quell’uomo a scappare sempre?

E raggiungere la destinazione che desiderava, per giunta!

Aveva delle cartine geografiche invece dei neuroni nel cervello?

<< La vostra reazione mi lusinga molto. >> disse il pirata, sedendosi affianco a lei e sorseggiando un po’ da quella bottiglia.

<< Co.. come hai fatto? >> chiese giustamente l’altra.

<< Invece questa domanda mi indispettisce parecchio. Avreste preferito venire a conoscenza di un cadavere di un uomo, bellissimo e sconosciuto, trovato in uno scantinato, attraverso quelle vostre strane scatole magiche? >> controbatté il pirata, mantenendo il suo tono allegro di sempre.

Ma Emma non era dell’umore giusto.

Era rimasta sorpresa, però con quello che era successo in quella giornata, il ritorno del Capitano sembrava una cosa di poco conto.

Anche se dovette ammettere che almeno poteva sentirsi più sollevata.

Non le era piaciuto di ciò che aveva fatto.

Rinchiuderlo in un seminterrato, rubare la sua nave… si chiedeva come facesse a stare così calmo.

Lei, al suo posto, sarebbe andata a cercare i suoi rapinatori e fatti fuori.

E lui sembrava proprio il tipo che faceva cose del genere.

Eppure in quel momento se ne stava tranquillamente seduto, sorseggiando di tanto in tanto un po’ di rum e fissando le stelle.

<< Seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino. L’ho sempre cercata, ma non l’ho mai trovata. >> disse sovrappensiero Emma.

<< Perché non ne avevi bisogno. Ci sono orfani che sono in condizioni peggiori delle tue. >> rispose Hook, questa volta con un tono di voce più basso e quasi malinconico.

La bionda avrebbe voluto ribattere, ma era stanca.

Stanca di quella vita che non faceva altro che distruggerla.

Ormai era il suo destino: trovare un briciolo di felicità e poi perderla tragicamente.

<< Cosa vuoi? >> chiese infine.

Non aveva voglia di affrontare anche il pirata, ma era meglio strapparsi subito il cerotto.

Sarebbe stato un altro colpo, l’ultimo possibilmente di quella giornata, e poi avrebbe cercato di raccogliere quello che restava di lei.

Solo per Henry.

Quello che però non si aspettava, era la reazione brutale dell’uomo.

Di solito era sempre stato molto delicato e gentile.

Perfino quando avevano combattuto o l’aveva spostata per colpire Gold, aveva avuto molto più tatto.

Con irruenze afferrò il mento della Salvatrice, costringendola a girarsi verso di lui.


Emma sentiva quelle tre dita premere sulla sua pelle, con una forza che faceva quasi male.

Sospettava che con un po’ più di pressione, Hook sarebbe stato il grado di romperle la mandibola.

Cercò di mantenere uno sguardo fermo e non fargli notare il timore che incominciava a provare nei suoi confronti.

Ma non poté fare nulla per mascherare la sua espressione di stupore e senso di colpa, quando si imbatté negli occhi azzurrissimi del moro.

C’era rabbia, frustrazione e delusione.

Emma immaginò che anche suo figlio avrebbe avuto un aspetto simile.

Cercò di divincolarsi, inutilmente.

Se quegli occhi la provocavano un tale disagio, figuriamoci le parole che a breve sarebbe scaturire da quelle labbra.

Ma Hook la teneva saldamente, aiutandosi anche con l’altro braccio, che circondava quasi tutto il corpo della bionda.

Per la distanza fra i due, però l’uncino toccava il centro della schiena di Emma, e lui non fece niente per spostarlo.

Vederla deglutire, agitata e anche un po’ spaventata, era quello che voleva.

<< Mi chiedi cosa voglio? Mi chiedi come sono ritornato qui? Le domande sono altre.
Perché mi hai lasciato lì? Perché non mi hai fatto uccidere? Sei solamente un’ipocrita. Non hai preso niente dai tuoi genitori. Tu non sai cos’è il bene. >>

Quando Emma sentì la punta dell’uncino, premere un po’ di più sulla sua schiena, lei quasi ci andò in contro.

La morte era meglio di stare un altro minuto ad ascoltare le parole di Hook.

Quelle dannatissime e verissime parole.

Non era una principessa né un’eroina.

Era semplicemente Emma Swan, una ladruncola e cacciatrice di taglie*, che agiva solamente per il suo torna conto.

Non sapeva cosa volesse dire fare del bene, né cosa significasse amare.

E quando ci provava, combinava solamente casini che facevano soffrire quelle rare persone che le stavano accanto.

Hook aveva ragione.

Prima lo salvava da Gold e poi lo abbandonava in luoghi pericolosi. Lasciarlo a New York era stato il colmo.

Senza la sua nave, sarebbe stato impossibile ritornare a Storybrooke per lui.

Lei lo sapeva bene, eppure lo aveva fatto, perché salvare il nuovo nonno di Henry era più importante.

Lei non apparteneva a quel mondo delle fiabe.
Anzi, lei sarebbe stata dalla parte dei cattivi.

Perché una persona così, non poteva di certo essere tra i buoni.

Strinse i pugni, cercando di trattenere le lacrime, ma non poteva fare niente per le sue mani che tremavano visibilmente.

<< Hai ragione. Io non sono la santa che tutti si aspettano. Non mi faccio scrupoli ad usare ogni mezzo pur di raggiungere il mio fine. E in questo momento si tratta della felicità di mio figlio. >> rivelò infine, con voce forte.

Hook la guardò ancora un attimo con quell’aria ancora paurosa, ma pian piano le lasciò andare il mento, e con le punta delle dita tracciò la linea della mandibola della bionda, fino ad arrivare a una ciocca di capelli che sistemò accuratamente sulla spalla destra.

Emma rimase paralizzata dai quei gesti, come sempre.

Li seguì con la coda dell’occhio, chiedendosi perché non lo fermasse.

Perché ogni volta gli permetteva tali confidenze.

Perché le facessero piacere quelle attenzioni.

<< Assomigli così tanto a me. >> disse a voce bassa il pirata.

Emma sentì distintamente la pelle d’oca ricoprirle le braccia, al suono di quella voce così accattivante e con quell’accento che la rendeva ancora più sexy**.

Gli occhi della Salvatrice caddero istintivamente sulle labbra, che si incresparono in un sorriso.

E quando la bionda alzò lo sguardo, si ritrovo già Hook a una vicinanza pericolosa.

Sentiva distintamente il suo profumo di mare e alcol.

Sentiva il modo in cui le sue dita le sfioravano la guancia.

Sentiva quegli occhi azzurri guardarla con brama e passione.

Non voleva cedere, ma quel giorno i suoi sentimenti sembravano aver preso il sopravvento su tutto.

Amava Neal davvero? Non lo sapeva.

Certa era una cosa: Hook gli piaceva e in quel momento sembrava essere tutto quello di cui aveva bisogno.

Lo vide socchiudere gli occhi, mentre le loro teste si inclinavano e le loro labbra stavano per toccarsi…

Ma il suono del suo telefono, li fece sussultare e allontanare.

Emma deglutì a vuoto un paio di volte, cercando di riprendere il controllo.

<< David. >> disse solamente quando rispose.

<< Emma, dove sei? Stai bene? >> chiese apprensivo.

<< Certo. >> e un sorriso ironico le comparve sulle labbra.

<< Emma dovresti tornare subito a casa. Henry ha scoperto di Neal e… >>

<< Arrivo. >> lo interruppe la bionda, chiudendo la chiamata e alzandosi da quella panchina.

Era ora di affrontare quel dolore e farsi carico anche di quello di suo figlio.

Aveva fallito, ma questo non significava che non potesse dare felicità al suo bambino.

Si girò verso il pirata, non sapendo cosa dire, ancora imbarazzata per prima.

Sconcertata, lo vide alzarsi e avviarsi verso la sua macchina gialla.

<< Cosa fai? >> gli urlò contro, raggiungendolo.

In un secondo però Hook si girò, afferrandola per il mento e facendo unire le loro labbra.

La bionda rimase con gli occhi spalancati, sentendosi andare subito a fuoco.

Il pirata non andò oltre, con il disappunto di entrambi, ma le mise la mano su una spalla e le sorrise.

<< Tu non immagini quello che sta per succedere a questa città. E io sono disposto ad aiutarti. Si può fare del bene anche con i tuoi metodi, devi solo imparare ad accettare quello che sei. La Salvatrice. >> disse enfatizzando sull’ultima parola, mettendoci un po’ d’ironia.

<< Perché mi vuoi aiutare? >> chiese stupita l’altra.

<< Non sei l’unica che vuole redimersi, Emma. E poi mi sembra di averti già detto che insieme siamo una splendida squadra. >>

La bionda sorrise sinceramente, divertita da quelle parole, ma allo stesso tempo si sentiva più leggera.

C’era qualcuno che riusciva a capirla in quel mondo.

Forse per questo non aveva mai trovato quella famosa stella, non era destino.

Lei non sarebbe stata sola per sempre.

Guardò dritto negli occhi Killian, per poi avviarsi alla macchina, afferrando la sua mano.






Salve a tutti! Non ne ho idea da dove sia uscita fuori questa cosa, ma avevo bisogno di scrivere qualcosa sui miei amatissimi Captain Swan <3
Nella mia mente, dopo che Emma torna a casa, scappa via appena Regina si risveglia. Per questo non sa del ritorno di Hook e di quello che sta succedendo.
I nomi ho preferito rimanere quelli in americano, visto che non ho mai sentito la versione italiana xD
Spero che vi sia piaciuto, e che si sia capito che è stata una storia senza nessuna pretesa, spero comunque di non aver reso i personaggi troppo OOC.
Grazie averla letta, alla prossima, saluti c:

*Emma faceva la cacciatrice di taglie e garante per la cauzione di criminali. [fonte: Wikipedia xD]
**ovviamente mi riferisco alla voce originale, amo la voce così sexy di Colin *Q*


  
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