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Autore: Eternal Fantasy    08/05/2013    2 recensioni
“Ragazzi, Homra ha bisogno di fondi.” [...]
“TU hai VENDUTO SU E-BAY una foto del RE?!” [...]
“Ho trovato! Faremo un CALENDARIO!”
---Ebbene sì, ho scritto una storia umoristica su K Project. Perché i bei tempi dove tutti erano insieme felici e contenti sono esistiti, dopotutto; e per sopravvivere all'angst ogni tanto ho bisogno di scrivere storielle ridicole come questa. Non prendetela sul serio ;)
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: ancora non possiedo K Project, ma il Re Rosso e Homra possiedono il mio cuore.

 

 

Capitolo 3 – Planning

“La foto di Mikoto è venuta proprio bene, vero?” Kusanagi sorrise chiedendo l’opinione della piccola Anna, che osservò con estrema serietà l’immagine e annuì come un giudice severo che emette la sentenza.

Totsuka affettò un’espressione dispiaciuta con un broncio bambinesco: “In verità io gli avevo chiesto di sorridere, ma non c’è stato verso di fargli cambiare la sua solita espressione intimidatoria!”

Il Re Rosso, seduto sul divano a pochi passi dai due amici che attorniavano la bambina, esalò uno sbuffo di fumo di sigaretta misto ad esasperazione: il giorno prima aveva perso il suo prezioso sonnellino pomeridiano per assecondare il nuovo capriccio di Tatara; ma l’allegria che vedeva illuminare i volti dei membri del suo Clan lo compensava della pazienza impiegata.

“Meglio così” dichiarò Yata con tono saggio: “Vedere Mikoto-san a torso nudo è già un colpo al cuore di qualsiasi donna, se poi addirittura SORRIDESSE… potrebbero denunciarci per tentata strage!”

Anna approvò solennemente quelle parole.

I presenti commentarono in modo più o meno serio, poi tornarono alla discussione in corso: come completare i mesi mancanti del loro calendario. Cosa che si stava rivelando meno facile del previsto: i membri di Homra che avevano già una ragazza (ed erano più numerosi di quanto si potesse pensare) erano stati minacciati di scaricamento immediato dalle loro ‘dolci metà’ se si fossero azzardati a comparire su una pubblicazione di fanservice per il pubblico femminile. Molti altri avevano preferito rinunciare per motivi familiari o di lavoro, o semplicemente erano troppo in imbarazzo all’idea di posare per quelle pagine patinate.

Tatara smise di scarabocchiare sulla sua agenda e puntò la penna verso uno dei compagni: “Kamamoto-kun! Ormai è quasi estate, tra una settimana al massimo sarai abbastanza magro da fare Mister Maggio!”

In effetti con l’arrivo della primavera Rikio Kamamoto aveva iniziato come di consueto a perdere notevolmente peso; l’improvvisa accelerazione del suo metabolismo aveva il potere di trasformarlo in un figurino degno di essere il  protagonista di un manga per ragazzine, tanto da sembrare un’altra persona. Questo processo era un fenomeno che lasciava ancora esterrefatti i membri più recenti del Clan come Shohei Akagi o Eric Sutr.

Totsuka riprese a prendere appunti sempre più esaltato: “Facciamo il punto della situazione; Bando-kun sarà Mister Settembre e Akagi-kun Mister Ottobre, mentre Chitose e Dewa faranno Mister Gennaio e Mister Febbraio. Chi potremmo usare come Mister Marzo?”

“Perché non lo fai tu, Totsuka-san?” propose Shohei.

“Oh no, io sono il fotografo!” si schermì lui.

Yata decise di prendersi affettuosamente gioco dell’imbarazzo dell’uomo più grande: “In effetti, Totsuka-san, sei così debole che il tuo fisico mingherlino non farebbe grande effetto sulle ragazze!”

“Senti chi parla; ti sei visto allo specchio ultimamente, Chihuahua?” fu la replica acida di Eric, sempre pronto a provocare le ire dello Yatagarasu, cosa che riusciva fin troppo facile.

Infatti l’avanguardia di Homra prese subito fuoco: “Non accetto critiche da uno spaventapasseri tutto pelle e ossa come te!”

Kosuke Fujishima intervenne subito a fare da paciere per separare i due litiganti, prendendo le difese del biondino: “Eric non è più così magro; da quando mangia regolarmente il suo corpo è molto più in salute, e anche se resta snello è davvero ben fatto.”

Sutr arrossì come un peperone ai complimenti usciti dalla bocca dell’amico, tanto che i presenti temettero potesse esplodere quando il compagno dalla fulva capigliatura ribelle gli rivolse un dolce sorriso e propose: “Io vedrei benissimo Eric come Mister Dicembre; tu che ne pensi?”

Il suo timore quasi patologico quando si trattava di attirare l’attenzione lo avrebbe spinto a rifiutare, in condizioni normali; ma di fronte all’espressione incoraggiante di Fujishima il più piccolo ribatté: “Solo se tu sarai Mister Novembre.” E nascose il volto imbarazzatissimo nella manica del ragazzo più alto, che sorrise e accettò l’accordo.

Totsuka, entusiasta di aver individuato dei nuovi bersagli su cui sbizzarrire la sua fantasia di stilista, girò attorno ad Eric squadrandolo come un lupo che punta una pecorella indifesa… e il cane pastore dietro cui si era rannicchiato. “Con quell’aria timida e innocente, Eric-kun sarebbe perfetto con addosso una maglietta color azzurro pastello un po’ grande, magari che gli cascasse di lato in modo da lasciar scoperta una spalla…”

Yata, ancora piccato per il commento sulla sua corporatura, sbottò: “Timido e innocente? Per fortuna dalle foto non si nota la sua linguaccia al vetriolo!” Lingua che Eric non esitò a mostrargli.

Kosuke si interpose di nuovo fisicamente tra i due litigiosi compagni, ma questo portò l’attenzione di Tatara a concentrarsi su di lui: “Fujishima-kun invece dovrebbe fare la foto insieme ai cani e gatti di cui si prende sempre cura; alle ragazze piacciono i tipi premurosi e amanti degli animali!”

In effetti non passava quasi giorno che il ragazzo non portasse all’Homra qualche trovatello ferito o affamato, di cui poi si occupava finché non si fosse ristabilito; a volte riusciva anche a trovare loro una casa. Quando Eric gli aveva chiesto perché lo facesse, Kosuke aveva risposto che desiderava fare almeno per quei cuccioli sperduti ciò che Mikoto e Homra avevano fatto per lui e gli altri membri del Clan dal passato più triste e problematico. Eric rimase molto toccato da quella confessione, dato che lui in prima persona era stato salvato da Fujishima quando era nelle stesse condizioni di quei piccoli randagi.

Incuriosito dai piani del fotografo, anche Shohei Akagi si avvicinò, tirandosi dietro per un braccio Saburota Bando e chiedendo entusiasta: “Totsuka-san, cosa pensi che dovremmo indossare io e San-chan?” ricevendo un rimprovero oltraggiato dal ‘senpai’ sull’uso dell’irrispettoso soprannome.

“Oh, credo che tu staresti bene con tutto, Shohei-kun; su Bando-kun invece ci sarà da lavorare parecchio” fu la risposta, data soprattutto per divertirsi ai borbottii imbronciati di Bando su come tutti considerassero il suo amico d’infanzia migliore di lui.

Sulle labbra di Totsuka si dipinse un sorrisetto che i presenti riconobbero come segnale d’inizio del gioco sempre apprezzato di ‘bullizziamo San-chan’ e cominciò a elencare i cambiamenti necessari: “Innanzitutto dovremo sbarazzarci di quei vestiti: il cappuccio sopra il berretto da baseball è inguardabile, e neppure un vecchio indosserebbe quella combinazione di camicia e pantaloni; ma la cosa più fondamentale che deve sparire è senza dubbio…” e con gesto lento e inesorabile allungò la mano verso gli occhialoni neri che erano sempre così radicati sul naso di Bando da fare ormai indissolubilmente parte della sua fisionomia.

“NO!” esclamò il ragazzo accucciandosi su se stesso a proteggere i suoi occhiali “Senza di questi mi sento NUDO!”

La malizia del sorriso di Totsuka aumentò di una metaforica tacca: “Beh, allora potrei lasciarti tenere indosso SOLTANTO QUELLI, che ne dici?”

A quel punto Shohei intervenne per salvare il compagno, il cui colorito aveva attraversato così velocemente tutte le sfumature dal bianco cereo al rosso bordeaux e ritorno, da fargli temere che potesse subire un collasso a momenti. “Totsuka-san, non è davvero il caso di essere così radicale…”

“Però devi ammettere che farebbe colpo!”

“Il colpo verrà a ME, prima!”

“Ignora questi incompetenti in fatto di stile, Totsuka-sanYoh Chitose pretese l’attenzione con un coup-de-theatre entrando grandiosamente nel bar e posando sul bancone una pila di riviste di moda maschile “Mi sono procurato un po’ di referenze per aiutarti a decidere cosa dovremo indossare io e Masaomi!”

Dewa, che l’aveva accompagnato con più discrezione, portò gli occhi al cielo commentando: “È la prima volta che ti vedo impegnarti seriamente in una ricerca fin dai tempi delle elementari…”

Tatara, impressionato dalla serietà del dongiovanni del gruppo, non sapeva come spiegargli che non avevano il denaro né la necessità di acquistare abiti firmati solo per realizzare il calendario, progetto che aveva immaginato più come un’occasione per divertirsi tutti insieme che per una vera forma di pubblicazione professionistica.

La questione fu però messa in secondo piano dal nuovo tintinnio delle campanelle d’ingresso, seguite dalla voce educata di Kusanagi; il tono che usò tuttavia era ben noto ai membri di Homra, consapevoli di come nascondesse sotto l’apparenza morbida e controllata un filo tagliente come una lama:

“Benvenuti. A cosa dobbiamo l’onore di una visita degli ufficiali di Scepter4?”

TBC

 

 

NdA: un capitoletto da niente che doveva essere solo di passaggio si è allungato a dismisura per colpa delle mie fantasie da fangirl sui membri di Homra… ed ora è molto più lungo degli altri! È inutile, la mia ispirazione ormai fa tutto quello che vuole lei, declino ogni responsabilità per questo delirio :p

Nella prossima puntata: Lo Scepter4 fa la sua mossa! Cosa succederà nella Grande Battaglia per il Calendario?

Lo saprete nel prossimo capitolo (forse!)

 

 

  
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