Disclaimer: ancora non possiedo K Project, ma
il Re Rosso e Homra possiedono il mio cuore.
Capitolo
3 – Planning
“La foto di Mikoto è
venuta proprio bene, vero?” Kusanagi sorrise
chiedendo l’opinione della piccola Anna, che osservò con estrema serietà
l’immagine e annuì come un giudice severo che emette la sentenza.
Totsuka
affettò un’espressione dispiaciuta con un broncio bambinesco: “In verità io gli
avevo chiesto di sorridere, ma non c’è stato verso di fargli cambiare la sua
solita espressione intimidatoria!”
Il Re Rosso, seduto sul divano a pochi passi dai due
amici che attorniavano la bambina, esalò uno sbuffo di fumo di sigaretta misto
ad esasperazione: il giorno prima aveva perso il suo prezioso sonnellino
pomeridiano per assecondare il nuovo capriccio di Tatara; ma l’allegria che
vedeva illuminare i volti dei membri del suo Clan lo compensava della pazienza
impiegata.
“Meglio così” dichiarò Yata
con tono saggio: “Vedere Mikoto-san a torso nudo è
già un colpo al cuore di qualsiasi donna, se poi addirittura SORRIDESSE…
potrebbero denunciarci per tentata strage!”
Anna approvò solennemente quelle parole.
I presenti commentarono in modo più o meno serio,
poi tornarono alla discussione in corso: come completare i mesi mancanti del
loro calendario. Cosa che si stava rivelando meno facile del previsto: i membri
di Homra che avevano già una ragazza (ed erano più
numerosi di quanto si potesse pensare) erano stati minacciati di scaricamento
immediato dalle loro ‘dolci metà’ se si fossero azzardati a comparire su una
pubblicazione di fanservice per il pubblico
femminile. Molti altri avevano preferito rinunciare per motivi familiari o di lavoro,
o semplicemente erano troppo in imbarazzo all’idea di posare per quelle pagine
patinate.
Tatara smise di scarabocchiare sulla sua agenda e
puntò la penna verso uno dei compagni: “Kamamoto-kun!
Ormai è quasi estate, tra una settimana al massimo sarai abbastanza magro da
fare Mister Maggio!”
In effetti con l’arrivo della primavera Rikio Kamamoto aveva iniziato
come di consueto a perdere notevolmente peso; l’improvvisa accelerazione del
suo metabolismo aveva il potere di trasformarlo in un figurino degno di essere
il protagonista di un manga per
ragazzine, tanto da sembrare un’altra persona. Questo processo era un fenomeno
che lasciava ancora esterrefatti i membri più recenti del Clan come Shohei Akagi o Eric Sutr.
Totsuka
riprese a prendere appunti sempre più esaltato: “Facciamo il punto della
situazione; Bando-kun sarà Mister Settembre e Akagi-kun Mister Ottobre, mentre Chitose
e Dewa faranno Mister Gennaio e Mister Febbraio. Chi
potremmo usare come Mister Marzo?”
“Perché non lo fai tu, Totsuka-san?”
propose Shohei.
“Oh no, io sono il fotografo!” si schermì lui.
Yata
decise di prendersi affettuosamente gioco dell’imbarazzo dell’uomo più grande:
“In effetti, Totsuka-san, sei così debole che il tuo
fisico mingherlino non farebbe grande effetto sulle ragazze!”
“Senti chi parla; ti sei visto allo specchio
ultimamente, Chihuahua?” fu la replica acida di Eric, sempre pronto a provocare
le ire dello Yatagarasu, cosa che riusciva fin troppo
facile.
Infatti l’avanguardia di Homra
prese subito fuoco: “Non accetto critiche da uno spaventapasseri tutto pelle e
ossa come te!”
Kosuke
Fujishima intervenne subito a fare da paciere per
separare i due litiganti, prendendo le difese del biondino: “Eric non è più
così magro; da quando mangia regolarmente il suo corpo è molto più in salute, e
anche se resta snello è davvero ben fatto.”
Sutr
arrossì come un peperone ai complimenti usciti dalla bocca dell’amico, tanto
che i presenti temettero potesse esplodere quando il compagno dalla fulva capigliatura
ribelle gli rivolse un dolce sorriso e propose: “Io vedrei benissimo Eric come
Mister Dicembre; tu che ne pensi?”
Il suo timore quasi patologico quando si trattava di
attirare l’attenzione lo avrebbe spinto a rifiutare, in condizioni normali; ma
di fronte all’espressione incoraggiante di Fujishima
il più piccolo ribatté: “Solo se tu sarai Mister Novembre.” E nascose il volto
imbarazzatissimo nella manica del ragazzo più alto, che sorrise e accettò
l’accordo.
Totsuka,
entusiasta di aver individuato dei nuovi bersagli su cui sbizzarrire la sua
fantasia di stilista, girò attorno ad Eric squadrandolo come un lupo che punta
una pecorella indifesa… e il cane pastore dietro cui si era rannicchiato. “Con
quell’aria timida e innocente, Eric-kun sarebbe
perfetto con addosso una maglietta color azzurro pastello un po’ grande, magari
che gli cascasse di lato in modo da lasciar scoperta una spalla…”
Yata,
ancora piccato per il commento sulla sua corporatura, sbottò: “Timido e
innocente? Per fortuna dalle foto non si nota la sua linguaccia al vetriolo!”
Lingua che Eric non esitò a mostrargli.
Kosuke
si interpose di nuovo fisicamente tra i due litigiosi compagni, ma questo portò
l’attenzione di Tatara a concentrarsi su di lui: “Fujishima-kun
invece dovrebbe fare la foto insieme ai cani e gatti di cui si prende sempre
cura; alle ragazze piacciono i tipi premurosi e amanti degli animali!”
In effetti non passava quasi giorno che il ragazzo
non portasse all’Homra qualche trovatello ferito o
affamato, di cui poi si occupava finché non si fosse ristabilito; a volte
riusciva anche a trovare loro una casa. Quando Eric gli aveva chiesto perché lo
facesse, Kosuke aveva risposto che desiderava fare
almeno per quei cuccioli sperduti ciò che Mikoto e Homra avevano fatto per lui e gli altri membri del Clan dal
passato più triste e problematico. Eric rimase molto toccato da quella
confessione, dato che lui in prima persona era stato salvato da Fujishima quando era nelle stesse condizioni di quei
piccoli randagi.
Incuriosito dai piani del fotografo, anche Shohei Akagi si avvicinò,
tirandosi dietro per un braccio Saburota Bando e
chiedendo entusiasta: “Totsuka-san, cosa pensi che
dovremmo indossare io e San-chan?” ricevendo un
rimprovero oltraggiato dal ‘senpai’ sull’uso
dell’irrispettoso soprannome.
“Oh, credo che tu staresti bene con tutto, Shohei-kun; su Bando-kun invece
ci sarà da lavorare parecchio” fu la risposta, data soprattutto per divertirsi
ai borbottii imbronciati di Bando su come tutti considerassero il suo amico
d’infanzia migliore di lui.
Sulle labbra di Totsuka si
dipinse un sorrisetto che i presenti riconobbero come segnale d’inizio del
gioco sempre apprezzato di ‘bullizziamo San-chan’ e cominciò a elencare i cambiamenti necessari:
“Innanzitutto dovremo sbarazzarci di quei vestiti: il cappuccio sopra il
berretto da baseball è inguardabile, e neppure un vecchio indosserebbe quella
combinazione di camicia e pantaloni; ma la cosa più fondamentale che deve
sparire è senza dubbio…” e con gesto lento e inesorabile allungò la mano verso
gli occhialoni neri che erano sempre così radicati sul naso di Bando da fare
ormai indissolubilmente parte della sua fisionomia.
“NO!” esclamò il ragazzo accucciandosi su se stesso
a proteggere i suoi occhiali “Senza di questi mi sento NUDO!”
La malizia del sorriso di Totsuka
aumentò di una metaforica tacca: “Beh, allora potrei lasciarti tenere indosso
SOLTANTO QUELLI, che ne dici?”
A quel punto Shohei
intervenne per salvare il compagno, il cui colorito aveva attraversato così
velocemente tutte le sfumature dal bianco cereo al rosso bordeaux e ritorno, da
fargli temere che potesse subire un collasso a momenti. “Totsuka-san,
non è davvero il caso di essere così radicale…”
“Però devi ammettere che farebbe colpo!”
“Il colpo verrà a ME, prima!”
“Ignora questi incompetenti in fatto di stile, Totsuka-san” Yoh Chitose pretese l’attenzione con un coup-de-theatre
entrando grandiosamente nel bar e posando sul bancone una pila di riviste di
moda maschile “Mi sono procurato un po’ di referenze per aiutarti a decidere
cosa dovremo indossare io e Masaomi!”
Dewa,
che l’aveva accompagnato con più discrezione, portò gli occhi al cielo
commentando: “È la prima volta che ti vedo impegnarti seriamente in una ricerca
fin dai tempi delle elementari…”
Tatara, impressionato dalla serietà del dongiovanni
del gruppo, non sapeva come spiegargli che non avevano il denaro né la necessità
di acquistare abiti firmati solo per realizzare il calendario, progetto che
aveva immaginato più come un’occasione per divertirsi tutti insieme che per una
vera forma di pubblicazione professionistica.
La questione fu però messa in secondo piano dal nuovo
tintinnio delle campanelle d’ingresso, seguite dalla voce educata di Kusanagi; il tono che usò tuttavia era ben noto ai membri
di Homra, consapevoli di come nascondesse sotto l’apparenza
morbida e controllata un filo tagliente come una lama:
“Benvenuti. A cosa dobbiamo l’onore di una visita
degli ufficiali di Scepter4?”
TBC
NdA: un capitoletto da niente che
doveva essere solo di passaggio si è allungato a dismisura per colpa delle mie
fantasie da fangirl sui membri di Homra…
ed ora è molto più lungo degli altri! È inutile, la mia ispirazione ormai fa
tutto quello che vuole lei, declino ogni responsabilità per questo delirio :p
Nella
prossima puntata: Lo Scepter4 fa la sua mossa! Cosa succederà nella Grande
Battaglia per il Calendario?
Lo
saprete nel prossimo capitolo (forse!)