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Autore: Sciuazza    08/05/2013    1 recensioni
La famiglia Mc.Fly è piena di problemi.
Tre fratelli:Ariel,Danielle e Romeo affronteranno pericoli e persone per salvarsi.
Riusciranno nell'intento?
#la storia non è mia,è di una mia amica che non può crearsi un account e ha chiesto a me di postarla.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Odio profondamente chiunque abbia inventato queste maledette sveglie. Perchè non possiamo dormire fino a che ora vogliamo,invece che svegliarci alle 7.00,ogni maledetta mattina?!Bhe,pultroppo sono ancora una studentessa,sono al 3° anno del liceo scientifico,e se smettessi di studiare,mia madre mi rincorrerebbe per la casa con una scopa. Ma io non ci tengo,quindi faccio il mio dovere e ci vado. Mi alzo dal letto strofinandomi gli occhi e spegnendo quella maledetta sveglia che mi rompeva i timpani ogni mattina. Mi incammino a piedi nudi verso la stanza di mio fratello,che russa come un ghiro e vado a svegliarlo."Ehi dormiglione,sveglia. La scuola ci aspetta."Lui frafugliò qualcosa,ma non riuscii a capire cosa. Si girò dalla parte opposta del letto,cadendo e svegliandosi."Aia!!Ah,maledizione Ariel,perchè mi hai svegliato?!"Si,Ariel era il mio nome. Ariel Mc.Fly,per la precisione. Non riuscivo a capire perchè mio fratello era così scemo. Bhe,può darsi che era scemo perchè era prima mattina,oppure perchè è scemo di suo. Avendo 18 anni,e frequentando il mio stesso liceo,ma lui l'ultimo anno,dovrebbe avere un minimo di intelligenza."Sveglia,dobbiamo andare a scuola!!" Lui odiava la scuola,era un pigrone e odia studiare,ma se lo fa e ne ha voglia,escono buoni risultati. Ovviamente sono poche le volte che ne ha voglia,quindi.."Ah,che balle. Arrivo."si avviò verso la cabina-armadio e prese dei vestiti. Intanto io andai giù in salotto,dove c'era la colazione pronta ad aspettarmi sul tavolo. Diedi un bacio sulla fronte di mia madre,che stava cucinando delle fritelle,e mi sedetti al mio solito posto,a capotavola,anche se mio fratello mi ritrae la sedia e mi fa cadere per terra sedendosi lui.In fondo,gli voglio bene. E' come un padre e un fratello per me. Perchè dico così?!Bhe,mio padre non c'è più,da quando avevo solo 1 anno. Poi vi racconterò,non ho voglia di parlarne adesso. Sono giò stressata perchè ho il compito di matematica,la quale odio a morte,e ho paura di andare male. All'improvviso dalle scale apparve la testa castana di mia sorella maggiore,la quale odio con tutta me stessa. Non andava più a scuola,dato che aveva 20 anni,però andava a lavorare in un negozio di cd. Mia sorella era una tipa punk,più o meno,e odiava lavorare. Ma doveva in qualche modo guadagnarsi dei propri soldi. La vidi sedersi alla mia destra,con il cellulare tra le mani che messaggiava tranquillamente. Amavo come si vestiva,perchè le stava a pennello dato il suo fisico. Oggi indossava una maglia a maniche corte verde fluo con la scritta "Rock"nera a caratteri cubitali,un paio di short di jeans strappati,un paio di calze in reticella nere e un paio di scarpe Vans bianche. I capelli li aveva sciolti,con il ciuffo davanti agli occhi azzurri,come i miei. E il trucco era abbastanza complesso:eyliner nero sugli occhi,matita all'interno dell'occhio nera,lucidalabbra trasparente e fard color terra. Guardai quei pircing che aveva sia sul sopracciglio destro che sul naso. Li amavo,mia di certo,conoscendo mia madre,non li avrei fatti prima dei 18 anni. Mia madre appoggiò le frittelle fumanti sul tavolo,e le mise nei 3 piatti. Presi la forchetta e tagliai a triangoli la fritella e mi imboccai. Vidi scendere,finalmente,anche mio fratello,tutto scocciato e mezzo addormentato. Indossava una maglia azzurra aderente,che mettava in mostra i suoi muscoli scolpiti,un paio di jeans neri con il cavallo basso e un paio di Supra dorate. Amavo quelle scarpe,lo rendevano più figo di quanto già non lo sia. Romeo,nome di mio fratello,si sedette vicino a Danielle,nome di mia sorella,e mi guardò sorridente. Vidi che i suoi occhi azzurri,come i miei e quelli di Danielle,scintillavano. Si passò una mano in quel ciuffo di capelli biondi,come i miei,e iniziò a mangiare anche lui la fritella. Finito di mangiare,mi alzai dal tavolo e presi i vestiti che ebbi preparato la sera prima,ovvero:una maglia abbastanza larga lilla,con due panda che si abbracciano,un pantacollant nero in pelle e un paio di scarpe nere All star. Andai in bagno e mi feci una doccia velocissima. Mi asciugai e mi infilai subito i vestiti. Mi lavai la faccia e i denti e mi guardai allo specchio, Avevo tutti i capelli biondi ,con la ciocca tinta di rosso,scombinati e avevo le borse sotto gli occhi. Perfetto,sembravo un mostro. Per togliermi davanti agli occhi quell'orribile versione di me,mi passai il fondotinta per tutta la faccia,stendendolo per bene,poi mi misi il correttore sotto agli occhi e sulle labbra e lo stesi per bene. Presi il pennellino per il fard e me ne misi giusto un po'. Poi presi la matita per gli occhi e la misi per bene,cercando di non calcare troppo. Presi l'eyeliner nero e feci una linea su entrambi gli occhi,ed infine presi un lucidalabbra rosa. Mi pettinai i capelli,mettendoli su una sola spalla. Spensi la luce in bagno,chiusi la porta e guardai l'orologio:7.50. Perfetto,ero pronta. Presi la bora rossa dell'adidas e corsi giù da mio fratello e mia sorella,che mi aspettavano sullo stipite della porta. Salutammo nostra madre e ci avviammo. Camminavamo in un vicolo abbastanza stretto,dove i muri erano pieni di scritte e dediche e l'asfalto aveva qualche fosso. Scalciai un sassolino davanti a me,accorgendomi che Danielle aveva imbucato una strada a sinistra,salutandoci. Io e Romy,così lo chiamavo,andammo sempre dritti fino ad arrivare in una specie di parco,dove c'era il grande edificio con le mura dipinte di un giallo ocra. Sbuffai e ci dividemmo,io andai vicino al gruppo delle mie amiche,mentre Romy andava dal suo gruppo di amici. Iniziammo a parlottare su cosa avevamo fatto nel weekend,fino a quando il suono stridulo della campanella vi fece smettere. Feci un respiro profondo ed entrai,sapendo che in prima ora ci sarebbe stato il compito.
  
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