»Prologo.

«Per Mogana Andromeda, mettiti nei miei panni!»
Lei si voltò di scatto e lui poté vedere la furia imprigionare quegli occhi scuri che tanto aveva cercato, che aveva sognato, e che cominciava ad amare.
Ne fu spaventato.
«Nei tuoi panni? E cosa è difficile nei tuoi panni? Non puoi avere la donna che desideri? Povero Tonks!» Pausa. Sbuffo rabbioso. «Prova tu, a metterti nei miei panni. Sei solo un ragazzino; un egoista!»
In quel momento fu lei a notare la rabbia impossessarsi degli occhi chiari di quel ragazzo gentile che più volte aveva fatto capolino nei suoi pensieri, le aveva fatto martellare il cuore nel petto, le aveva fatto desiderare appartenere ad un’altra famiglia, avere altro sangue nelle vene.
«Come ci si sente, Andromeda, a non poter nemmeno guardare la ragazza che è costantemente nei tuoi pensieri? A richiamare alla mente una manciata di baci, fino a che tutti i contorni sono sbiaditi, fino a che l’unica cosa che vorresti sarebbe quasi non averla mai incontrata? Dimmelo, sono forse “semplici panni”?»
“Semplici panni”.
Andromeda era rimasta in silenzio. Lui lo aveva notato perché si sarebbe aspettato voci, urla, e anche uno schiaffo o una fattura, ma non arrivò niente di tutto ciò.
La giovane si guardò attorno nel corridoio deserto e sperò con tutta se stessa che nessuno avesse notato la loro assenza dalla festa del professore di Pozioni, e che le sue sorelle non avessero chiesto a qualcuno dei loro compagni di Casata di andare a cercarla.
Il cuore le martellava nel petto.
E poi gli si avvicinò, sentì la stoffa verde del proprio vestito strusciare contro l’abito di buona fattura del Tassorosso – Babbani ricchi, così aveva sentito dire in giro – e lasciò che le proprie mani affusolate corressero al suo volto, lo sentì trattenere il fiato sotto il suo tocco, e le sue mani stringerle la vita quando lei posò le labbra sulle sue.

Non fu come i loro baci precedenti, in questo c’era qualcosa di diverso, malinconia. E presto lui scoprì perché.
«Che questo ti basti per sempre.»
 
Quando tornò nello studio del Professor Lumacorno incrociò subito lo sguardo altero e annoiato di Bellatrix, e quello fintamente sprezzante di Narcissa.
Sperò nessuno avesse notato che aveva appena pianto.





»Spazio della "cosiddetta" autrice:
Innanzi tutto: complimenti! Siete arrivati alla fine di questo prologo, e ne sono davvero felice!
Non so veramente che dire, se non che spero che vi sia piaciuto e che la storia vi incuriosisca almeno marginalmente.
Vengo solitamente assalita da milioni di dubbi quando pubblico qualche scritto, e sta succedendo anche ora; per questo non mi dilungherò molto, o rischierò di cancellare tutto e relegare questa long in una cartella oscura del mio PC.
Grazie mille per aver letto!