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Autore: lafilledeEris    08/05/2013    3 recensioni
ATTENZIONE: E' UNA KURTBASTIAN
“Mh…” No, non voleva alzarsi. In quel momento, con quei postumi da incubo, il letto gli sembrava l’unico posto al mondo in cui sarebbe voluto stare.
Finché Rachel non trovo opportuno sollevargli le coperte di scatto e scoprirlo.
“Rise and shine!”**
“Rachel, sappi che ti odio!”
La ragazza si lanciò a peso morto sull’amico, abbracciandolo forte.
In quell’ultimo periodo Hummel si era rivelato poco incline alle dimostrazioni d’affetto e in tutto quel casino di emozioni represse e rimosse, in qualche modo, vi era andato di mezzo anche il rapporto con la sua migliore amica. Lei ormai stava con Brody – Finn sembrava un ricordo abbastanza sbiadito a sentire i rumori che provenivano dalla camera da letto quando il ragazzo restava a dormire e Kurt era quasi sicuro che non si mettessero a spostare i mobili nel cuore della notte –, andava alla NYADA , aveva trovato il suo equilibrio newyorkese, insomma.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brody Weston, Burt Hummel, Kurt Hummel, Rachel Berry, Sebastian Smythe
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ATTENZIONE: CAPITOLO NON BETATO.
 

Capitolo 12
 
 
Track#13 Cough Syrup
Artist Young The Giant

 
 
 
 
 
Sebastian guardava Kurt dall’alto, seduto a cavalcioni, sopra di lui. L’altro si mordeva le labbra, trattenendo a stento i gemiti, mentre Sebastian si prendeva cura della sua erezione. Era bello vedere cosa riuscisse a suscitare in lui.
Non c’era nulla di volgare o troppo spinto: era prendersi cura a vicenda l’uno dell’altro. Era curare ferite invisibili, ma non per questo meno profonde. Stare pelle contro pelle, far sfregare i loro bacini, non era semplicemente fare sesso. Se lo ripeteva come un mantra Sebastian, mentre si chinava per cercare rifugio nell’incavo del collo di Kurt.
 Era in quel momento che riusciva a carpirne il vero odore: quello della pelle coperta da un velo di sudore causato dall’eccitazione, l’alito che sapeva di pop corn e birra che Sebastian era riuscito a fargli bere mentre guardavano Pulp Fiction la sera prima.
 Sono questi i momenti in cui capisci quanto ti importa di una persona.
“Sebastian” lo chiamò Kurt, andando a scompigliargli i capelli. Era bello con le guance arrossate e gli occhi languidi di piacere. Bas si sollevò per guardarlo in viso. Al che, Kurt si puntellò sui gomiti allungando il collo per cercarne le labbra con le proprie.
Era pieno giorno, la luce del sole inondava la stanza, ma era bello farlo così: se fosse stato notte avrebbero perso la perfezione del momento. Dal colore degli occhi di Kurt, alle labbra rosse di Sebastian, a come la luce infrangendosi sui loro corpi componeva un gioco d’ombre.
 I sensi saranno anche sopravvalutati, ma esistono situazioni in cui, se ne fossimo privi, perderemo la bellezza dell’attimo.
“ Ti voglio dentro di me” sussurrò Kurt, mentre accarezzava piano la guancia di Sebastian con il palmo della mano, godendo della sensazione della barba appena accennata.
Sebastian si sollevò leggermente per dare a Kurt la possibilità di voltarsi. Quando quest’ultimo cambiò posizione, Sebastian iniziò seminare un percorso fatto di baci, lappate e pelle arrossata a causa dei morsi leggeri, lungo la pallida schiena.
Se non avesse conosciuto Kurt, avrebbe persino avuto paura di sfiorarlo, sembrava così fragile con quella carnagione così nivea.
 Ma non era così: quello era lo stesso ragazzo che lo aveva fatto suo la prima volta che  erano stati insieme.
Erano cambiate un po’ di cose da quella volta. Si erano definiti nella loro indefinizione. Erano Kurt e Sebastian, l’eccezione alla regola degli opposti che avevano scoperto di somigliarsi.
Sebastian era dentro Kurt , non involucro anonimo e vuoto  ( come altri erano stati in precedenza) ma corpo caldo e accogliente di cui aveva la perfetta percezione ( dalla pelle soda sotto le dita allo spazio che occupava dentro di lui ) e di cui non voleva lasciar andare nulla.
Sebastian fece calare la mano lungo lo stomaco di Kurt , andando a vezzeggiare la pelle più scura e sensibile dei testicoli. A questo gesto il ragazzo non riuscì a trattenere un gemito più sonoro.
“Voglio che tu venga per me”sussurrò Sebastian contro l’ orecchio di Kurt, prima di mordicchiarne il lobo, continuando a tenere la mano lungo la lunghezza.
Kurt non se lo fece ripetere due volte, si lasciò andare nella mano di Sebastian, crollando quando sentì che anche Sebastian era venuto.
Sebastian si spostò di poco dalla posizione, continuando a tenere la gamba sinistra sul bacino di Kurt, che allungò la mano posandola sulle labbra dell’altro seguendone i contorni con l’indice.
“E’ stato bello”.
“Come ogni volta” gli sorrise malizioso in risposta Sebastian, guadagnandosi uno schiaffetto sulla spalla.
“Perché devi rovinare il momento?” protestò Kurt.
Sebastian fece spallucce, chiudendo gli occhi, lasciandosi trascinare dalla stanchezza post orgasmo. Finché qualcosa non attirò la sua attenzione.
“Kurt?”
Ebbe come risposta un mugugnare indefinito, segno che anche l’altro stava per addormentarsi.
“ Ma non eri quello fissato con la depilazione?”
“Sebastian, che cavolo stai facendo?” biascicò  l’altro, scalciando a vuoto mentre sembrava non ascoltarlo.
“Ho come il sospetto che ci sia qualcun altro in questo letto”. Sebastian liberò Kurt dal peso della gamba e si sporse verso i piedi del letto, dove un rigonfiamento sospetto sotto le lenzuola lo incuriosì. Alzò di scatto il lenzuolo.
“Sebastian”sbraitò Kurt, arrabbiandosi ancora di più quando vide che l’altro non lo aveva minimamente considerato. Quando seguì lo sguardo di Sebastian  capì la sua sorpresa.
“Brittany!” chiamò, mentre ricopriva entrambi. La porta si spalancò, rivelando la bionda che finì per terra, sotto il peso di Santana, poggiata contro la sua schiena con tutto il peso.
Ecco cosa succede a vivere con una che crede che i gatti parlino e che tu sia un unicorno.  Ti ritrovi con le persone che origliano le tue conversazioni ( insomma, sono conversazioni anche quelle!) e animali che spuntano dai letti. Un po’ come i mostri di quando si è bambini.
 
Lord Tubbington cercava di arrampicarsi sul letto, mentre dava alcune zampate al rigonfiamento che sotto le lenzuola pareva avesse iniziato a tremare.
Quando Sebastian cacciò la mano sotto le lenzuola , risentì la presenza di qualcosa di peloso che portato allo scoperto si rivelò…
“Muffin!” esultò felice, Brittany.
“Quel coso ha un nome?” Sebastian squadrò la piccola palla di pelo nero e tremante, che teneva le orecchie basse davanti agli oocchi.
“Oddio, che carino!” squittì Kurt prendendo il coniglio fra le mani e stringendolo al petto.
“Dimmi che scherzi!”
Sebastian non poteva credere ai suoi occhi, Kurt era d’accordo con Brittany.
“Non ti lamentare uccellino. Come io ho accettato di tenere Lord Tubbington, tu puoi fare uno sforzo. Te lo chiedo per favore: se ci dividiamo i compiti sarà più facile per tutti.”.
Kurt lo scrutava coi suoi grandi occhi chiari.
“Lo teniamo?” gli fece gli occhi dolci, sbattendo più volte le lunghe ciglia, facendo sporgere il labbro inferiore.
“Dai Seb, non è carino?” disse prendendo la bestiola e accoccolandola al suo petto.
“Senti Sebastian, noi abbiamo già Lord Tubbington, ma Britt vuole comunque tenere quella palla di pelo, quindi veniamo subito ad un accordo.  Noi ci teniamo il gatto, voi vi pendete cura del coniglio”.
Bas fissò lo sguardo da cucciolo dell’altro ragazzo. Aveva fin troppo ascendente su di lui. Sospirò pesantemente, ormai rassegnato.
“E  va bene”. Kurt gli saltò a collo , dopo aver posato Muffin che si avvicinava ad un Tub sempre più guardingo.
“Grazie” gli diede un bacio a stampo, per poi strofinare il naso contro il suo.
Sebastian si voltò verso la due ragazze con fare indeciso.
“Noi dovremmo vestirci”.
“Oh, andiamo” commentò Santana “io sono lesbica, Brittany è incinta. Non c’è niente…”
Sebastian alzò l’indice verso la porta.
“Adesso”.
 
 
 
Kurt giocava con Lord Tubbington , mentre Sebastian cercava di far indossare a Muffin un berretto dei Patriots.
Ad un tratto, alzò lo sguardo verso Kurt. Sembrava sorridere, cioè sorrideva effettivamente ma c’era qualcosa di diverso.
 Da quando Rachel era tornata a Lima per qualche giorno, i due non si erano più sentiti.
Sebastian sapeva quanto Kurt ci stesse male. Era la sua migliore amica , l’unica che lo avesse mai davvero capito per quanto riguardava seguire i propri sogni di gloria e sempre spronato.
Con la Berry era partito parte del sorriso del ragazzo.
Avrebbe voluto fare qualcosa per mettere a posto le cose.
Non voleva intromettersi , conoscendo Kurt l’avrebbe presa come un’intrusione in un rapporto solo suo. Era ancora assorto nei suoi pensieri quando bussarono alla porta.
Sebastian non vide subito chi potesse essere ma capì  che fosse qualcuno di importante perché Kurt era scoppiato in lacrime.
“Figliolo” sentì dire.
Burt Hummel aveva varcato la soglia di casa, tenendo fra le braccia il figlio che gli si era gettato addosso nella foga del momento.
Alle spalle dei due, Rachel faceva il suo ritorno a casa.
Era strana e quando aveva incrociato lo sguardo di Sebastian, aveva voltato il viso, preoccupandosi solo dell’abbraccio fra Burt e Kurt.
In quel momento Sebastian si sentì di troppo.
“Papà, ma che ci fai qui?”
Burt si guardò attorno finché non si trovò davanti Smythe.
“Sono venuto a trovarti, non sei felice di vedere il tuo vecchio?”
Kurt sgranò gli occhi.
“Certo che sono contento ma…”
“Burt, lui è Sebastian” s’intromise Rachel, squadrando il ragazzo con sufficienza.
Ecco, quello fu un segno: Sebastian era di troppo.  In uno spazio troppo piccolo, lui era il prescelto per essere tagliato fuori. Gli venne spontaneo pensare quando Kurt gli avrebbe domandato di fare le valigie e quanto lui avrebbe impiegato ad impacchettare le sue cose.
Gli si aprirono vari scenari davanti agli occhi: lui che tornava con la coda fra le gambe da suo padre, Kurt che continuava la sua vita.
Tutto come prima.
“Rachel perché sei tornata? Domandò di colpo Kurt, come realizzando che qualcosa sfuggiva al suo controllo. Lui non aveva dimenticato la loro ultima litigata. Non aveva scordato le parole con cui lo aveva apostrofato, parlando del suo rapporto con Sebastian. Gli fece male il ricordo del rifiuto dimostrato da Rachel. Se lei era sua amica perché ostacolava la sua felicità? Studiò la scena: Burt tendeva la mano a Sebastian che sembrava teso.
Lo fiancheggiò , liberando suo padre dall’abbraccio, andando a cingere il fianco di Sebastian.
Rachel continuava a tacere, sembrava godere nel vedere Sebastian in difficoltà.
“Ti prego, Rachel smettila!” sbottò Kurt, ormai furioso “Hai ancora in mente ciò che ci siamo detti l’ultima volta? Io me lo ricordo bene”.
“No Kurt, non ho cambiato idea, continuo a pensare che tu stia sbagliando, che questa non sia la tua felicità”.
“Senti, figliolo…” provò Burt, Kurt sbarrò gli occhi voltandosi di scatto verso il padre.
“Non l’hai fatto, dimmi che non l’hai fatto”.
Sebastian non riusciva a capire bene, ma un dubbio lo attanagliava: in tutto questo poteva esserci solo l’ombra fin troppo presente – quasi corporea- di Blaine.
Ecco perché si sentiva in più, il moro era un presenza costante nella vita di Kurt. Era stato così e lo sarebbe stato anche in futuro. Lui era solo una parentesi,un breve cenno di qualcosa di diverso.
Ma Blaine era ciò che Kurt cercava, che aveva cercato in lui ( ora se ne stava rendendo conto) e non poteva trovare.
“Kurt” disse ad un tratto, stringendogli la mano. Forse per l’ultima volta. Fu per quel motivo che strinse più che poteva: era come imprimersi la pelle del ragazzo sulla sua.
Ora che stava per perderlo – quello in cui si trovò a far fronte ad un muro di dolore e rifiuto – capì che era giusto lasciarlo andare. Erano Kurt e Blaine, prova tangibile di un amore.
Anche Sebastian Smythe depose le armi: l’attimo prima di sentire scricchiolare il proprio cuore. Di lì a poco sarebbe andato in frantumi.
Bussarono nuovamente alla porta, Kurt andò ad aprire.
“Pacco per Kurt Hummel!”
Nessuno lo sentì, eppure accadde: un tonfo sordo, il rumore di qualcosa di rotto. I pezzi erano ovunque. Il rumore non smetteva di rimbombare nelle orecchie di Sebastian.
Sarebbe calato il sipario su di lui?
 
 
 
 
I’m here
Eccomi, finalmente. Sono le 22:51, io ho praticamente passato il pomeriggio in giro e gli occhi mi si chiudono da soli a causa dell’allergia e della stanchezza. Maledetta primavera! No, non sto cantando e non mi importa quanto ci metto ad innamorarmi.
 Sono giorni un po’ così ultimamente, ma non badate a me che anzi, devo farmi perdonare l’aggiornamento un po’ in ritardo. Piuttosto parliamo del ritorno di Rachel e dell’arrivo di Burt. Secondo voi come si comporterà Blaine?
Il mio cuoricino mentre scrivevo si è spezzato sul finale. Ho dovuto farlo per la storia, purtroppo non c’è gusto a leggere solo cose positive e senza alcun risvolto. Credo che nel prossimo capitolo avremmo molto da leggere, insomma ci saranno nuove conoscenze e qualche ritorno.
Che ne pensate di Muffin, comunque? Io ho amato scrivere il pezzo dell’arrivo di quella bestiola.
Sarà divertente vedere Tub e Muffin insieme!
Per la cronaca, ho scritto il pezzo smut durante la lezione di Criminologia. Mentre la prof spiegava il rapporto criminalità/ immigrazione ( so almeno cosa abbiamo fatto LOL), io scrivevo allegramente una scena di sesso, che popi è stata letta dalla mia compagna di banco, con successive domande “Ma come fanno?”  e fu così che divenne una lezione di anatomia.
Detto questo, per stasera abbandono la nave.
Notte, stelle belle.
   
 
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