Capitolo
3: giorni da dimenticare
Piange
piange sempre di più ripensando alle fredde
parole del dottore...
“Potrò...potrò
cantare?”
“No,
altrimenti la malattia si
potrebbe aggravare seriamente. Vi è chiaro?”
Torna
a casa... si fionda sul suo letto... ma prima
lo sguardo gli cade sulla sua scrivania... un biglietto... uno solo...
quello
per il giorno che dovrebbe essere stato il più bello della
sua vita... quel
concerto al quale sognava di andare da anni... quel concerto che
avevano mille
volte rimandato... quel concerto a cui non andrà mai... un
concerto speciale...
un concerto nel giorno di nascita di Bill e Tom... il primo
settembre... la
data speciale... per un evento speciale...
Becki
sta ancora peggio... le viene una fitta alla
pancia... va in bagno e comincia a vomitare e a piangere... si calma...
si
stende sul
letto... guarda intensamente il
soffitto e pensa a lui... a loro... le lacrime ricominciano a bagnare
il suo
viso pallido.
I
genitori rientrano...
“Becki
il dottore ha fissato l’operazione
a domani! Ha detto che tornerai a casa il 31!”
Urla
la madre dalla cucina.
Il 30
due giorni prima del concerto... Becki sarà
su un letto ad aspettare che la addormentino...
Non
riesce a dormire... non fa latro che pensare
all’operazione e al concerto... un giorno triste e uno
felice... ma non per
lei... per lei saranno tutti e due tristi...
Suona
la sveglia, anche se a Becki non è servita,
sono le cinque... la operano alle dieci di mattina. La mamma bussa alla
porta e
le dice di muoversi altrimenti faranno tardi. Allora Becki
si veste di corsa ed esce... fuori non
c’è ancora la luce... è notte...
proprio come dentro di lei...
Arriva
in ospedale e subito un’infermiera la
accompagna in un stanza dove posa la sua borsa e si cambia... si mette
una
tunica bianca a pallini blu che la copre fino a sotto le ginocchia
lasciando
gli stinchi magri scoperti ... l’infermiera la accompagna in
sala operatoria
dove la aspettano cinque o sei signori con una mascherina bianca e una
tunica
verde mela. Si stende su un letto freddo... una voce le dice
“conta fino a
dieci”
E
sente pungersi
il braccio, comincia a contare a bassa voce
“
uno...due...tre...qua...”
“
ok dorme possiamo cominciare”
Nella
mente di Becki ci sono immagini confuse come
in un sogno incasinato... lei è seduta su una sedia in una
stanza bianca e
delle persone intorno a lei parlano senza calcolarla... Becki prova a
dire
qualcosa ma nessuno la ascolta... poi una bambina corre verso di lei e
la
attraversa... Becki si spaventa... si alza inizia a urlare me nessuno
la
sente... in fondo alla stanza vede un gruppo di fotografi... ci passa
attraverso e vede Bill, Tom, Gustav e Georg che a poco a poco
scompaiono...poi
vede tutto nero e sente una voce
“Becki...
è andato tutto bene...
svegliati”
Sente
dei piccoli schiaffetti sulla guancia e apre
gli occhi prova a dire qualcosa ma non ci riesce la voce non esce si
spaventa...
“Non
preoccuparti non puoi ancora
parlare... la voce tornerà sta notte, domani potrai parlare
meglio... non come
prima... ma meglio...”
La
portano nella stanza dove qualche ora prima
aveva lasciato i suoi vestiti e la sua borsa... non
c’è nessun palloncino o
scatola di cioccolatini ad aspettarla... nessun amico ad accoglierla...
questo
non è un film... è solo la sua vita.
Vicino
al letto trova una lavagnetta e un
pennarello, la mamma entra nella stanza
“Becki...come...come...va?”
E
Becki scrive: tutto bene ma ora non mi va di
“parlare”
Si
addormenta. La mattina dopo la luce che viene da
fuori la sveglia, vede la madre preoccupata
“Becki!
Finalmente ti sei svegliata! Hai
dormito tantissimo tempo... mi sono preoccupata... ho anche chiamato
l’infermiera ma mi ha detto che dopo un intervento
così lungo è normale che tu
abbia sonno”
“
che giorno è?”
Dice
Becki con voce molto bassa, quasi come se
bisbigliasse, e tremolante.
“
31 agosto, perché?
Becki
non risponde gli occhi si riempiono di lacrime...
ma non vuole piangere quindi se li asciuga con il lenzuolo.