Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
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Autore: _PuCiA_    27/11/2007    6 recensioni
*“ Becki... ho incontrato il tuo dottore tornando a casa... e mi ha detto... di aver scoperto che hai una grave malattia alla gola... più precisamente alle corde vocali... e se non interveniamo subito... potresti morire...”* La storia di una ragazza e della sua passione per la musica, un rapporto difficile con i genitori, la morte della sorella e poi... LEGGETE E RECENSITE!!
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3: giorni da dimenticare

Piange piange sempre di più ripensando alle fredde parole del dottore...

 

“Potrò...potrò cantare?”

 

“No, altrimenti la malattia si potrebbe aggravare seriamente. Vi è chiaro?”

 

Torna a casa... si fionda sul suo letto... ma prima lo sguardo gli cade sulla sua scrivania... un biglietto... uno solo... quello per il giorno che dovrebbe essere stato il più bello della sua vita... quel concerto al quale sognava di andare da anni... quel concerto che avevano mille volte rimandato... quel concerto a cui non andrà mai... un concerto speciale... un concerto nel giorno di nascita di Bill e Tom... il primo settembre... la data speciale... per un evento speciale...

Becki sta ancora peggio... le viene una fitta alla pancia... va in bagno e comincia a vomitare e a piangere... si calma... si stende sul letto... guarda intensamente il soffitto e pensa a lui... a loro... le lacrime ricominciano a bagnare il suo viso pallido.

I genitori rientrano...

 

 

“Becki il dottore ha fissato l’operazione a domani! Ha detto che tornerai a casa il 31!”

 

Urla la madre dalla cucina.

 

Il 30 due giorni prima del concerto... Becki sarà su un letto ad aspettare che la addormentino...

Non riesce a dormire... non fa latro che pensare all’operazione e al concerto... un giorno triste e uno felice... ma non per lei... per lei saranno tutti e due tristi...

Suona la sveglia, anche se a Becki non è servita, sono le cinque... la operano alle dieci di mattina. La mamma bussa alla porta e le dice di muoversi altrimenti faranno tardi. Allora  Becki si veste di corsa ed esce... fuori non c’è ancora la luce... è notte... proprio come dentro di lei...

Arriva in ospedale e subito un’infermiera la accompagna in un stanza dove posa la sua borsa e si cambia... si mette una tunica bianca a pallini blu che la copre fino a sotto le ginocchia lasciando gli stinchi magri scoperti ... l’infermiera la accompagna in sala operatoria dove la aspettano cinque o sei signori con una mascherina bianca e una tunica verde mela. Si stende su un letto freddo... una voce le dice “conta fino a dieci”

E sente  pungersi il braccio, comincia a contare a bassa voce

 

“ uno...due...tre...qua...”

 

“ ok dorme possiamo cominciare”

 

Nella mente di Becki ci sono immagini confuse come in un sogno incasinato... lei è seduta su una sedia in una stanza bianca e delle persone intorno a lei parlano senza calcolarla... Becki prova a dire qualcosa ma nessuno la ascolta... poi una bambina corre verso di lei e la attraversa... Becki si spaventa... si alza inizia a urlare me nessuno la sente... in fondo alla stanza vede un gruppo di fotografi... ci passa attraverso e vede Bill, Tom, Gustav e Georg che a poco a poco scompaiono...poi vede tutto nero e sente una voce

 

“Becki... è andato tutto bene... svegliati”

 

Sente dei piccoli schiaffetti sulla guancia e apre gli occhi prova a dire qualcosa ma non ci riesce la voce non esce si spaventa...

 

“Non preoccuparti non puoi ancora parlare... la voce tornerà sta notte, domani potrai parlare meglio... non come prima... ma meglio...”

 

La portano nella stanza dove qualche ora prima aveva lasciato i suoi vestiti e la sua borsa... non c’è nessun palloncino o scatola di cioccolatini ad aspettarla... nessun amico ad accoglierla... questo non è un film... è solo la sua vita.

Vicino al letto trova una lavagnetta e un pennarello, la mamma entra nella stanza

 

“Becki...come...come...va?”

 

E Becki scrive: tutto bene ma ora non mi va di “parlare”

Si addormenta. La mattina dopo la luce che viene da fuori la sveglia, vede la madre preoccupata

 

“Becki! Finalmente ti sei svegliata! Hai dormito tantissimo tempo... mi sono preoccupata... ho anche chiamato l’infermiera ma mi ha detto che dopo un intervento così lungo è normale che tu abbia sonno”

 

“ che giorno è?”

 

Dice Becki con voce molto bassa, quasi come se bisbigliasse, e tremolante.

 

“ 31 agosto, perché?

 

Becki non risponde gli occhi si riempiono di lacrime... ma non vuole piangere quindi se li asciuga con il lenzuolo.

Prova ad alzarsi in piedi... le gambe sono doloranti ma dopo qualche passo non fanno più male. Un’infermiera entra in stanza e le dice che può rivestirsi e tornare a casa. Così si rimette i suoi jeans e la sua maglietta, prende la borsa ed esce dall’ospedale con il padre e la madre
  
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