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Autore: Azzulia    09/05/2013    2 recensioni
AU, Larry fa coming out.
**Se non credete in Larry non leggete per favore, non ha senso offendere chi ha idee diverse**
Dalla storia: "Harry non riuscì a trattenere un sorriso, perdendosi in quegli occhi che gli erano sempre stati vicini; perché se lui era la nave, Lou era la sua bussola; se lui era il lucchetto, Lou era la chiave che lo faceva aprire, sempre. Lou era libertà, sregolatezza, pazzia e amore, Harry era quello che cercava di ragionare due secondi in più prima di fare un passo."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Room92-Larry exist, since ever




 
Era l’esatto momento in cui hai il disperato bisogno di una pausa ma sai che non puoi permettertelo; l’esatto istante in cui vorresti essere inghiottito da un buco nero e smetterla di essere circondato da persone che urlano. L’esatto istante in cui senti il cuore che pulsa nella tua testa e ti chiedi come mai sei ancora vivo.
Perché non poteva crederci, non voleva e non poteva, non dopo tutto quello che loro due –assieme agli altri –avevano passato. Eppure quel tweet continuava a bruciare lì, sul suo schermo.
Louis l’aveva scritto, dopo quasi tre anni; dopo innumerevoli smentite da parte della Modest e piccole frasi sfuggite a quelli che sapevano –piccole frasi che erano riuscite a non illudere le fans con quella farsa, ma le avevano portate sulla giusta strada.
Larry esiste, da sempre.
Quante volte si era chiesto come Lou avrebbe avvertito tutti? Quante volte aveva immaginato la reazione dei fan davanti a quella notizia? Eppure, nonostante quelle quattro parole continuassero a rimanere visibili sullo schermo, non riusciva a capire quello che era successo davvero.
“Niall, dimmi quello che leggi”. Si era avvicinato all’amico biondo, semplicemente perché era l’unico vicino a lui. Vide i grandi occhi color ghiaccio sgranarsi e un sorriso felice nascere sulle labbra del compagno di band.
“Siete così carini”. La voce che saliva di un’ottava mentre abbracciava Harry. Se lo meritavano, davvero. Aveva visto i loro sguardi incrociarsi innumerevoli volte, li aveva visti tristi quando dovevano allontanarsi per fingere di non stare assieme e continuava a vedere, in quel preciso istante, i grandi occhi verdi del riccio sgranati per la sorpresa. “Harry, è finita. Basta Eleanor, basta Taylor o altre, potete uscire allo scoperto”. Niall appoggiò le mani sulle spalle dell’amico, scuotendolo appena perché potesse riprendersi dallo shock.
Come era possibile? Chi aveva twittato con l’account di Lou? Non poteva davvero essere stato il suo BooBear a scriverlo, non dopo la litigata della sera prima, quando Harry gli aveva urlato che non sopportava più di vedere quei baci finti con Eleanor.
“Ieri abbiamo litigato, non è stato lui”. Non voleva convincersi, non voleva dar retta al suo cuore che stava già esultando per quella notizia, non voleva dar ascolto nemmeno alle sue gambe, che cominciavano a cedergli: per mesi si era immaginato quel momento; loro due, seduti sul divano, l’uno con le braccia attorno alle spalle dell’altro, pronti a leggere le reazioni delle fan e delle varie testate dei giornali.
Non così.
Non separati.
Non dopo una litigata dovuta a quegli stupidi manager che avevano avuto e che per troppe volte li avevano messi in riga, riprendendoli perché si lasciavano andare a una carezza di troppo o a un sorriso rassicurante.
L’I-phone nella sua mano tremò, segnalando l’arrivo di un messaggio proprio da parte di Louis; gli chiedeva di guardare Twitter, perché aveva fatto un annuncio importante.
“Harry, va tutto bene?”. Zayn era entrato in quella piccola stanza d’albergo; il solito cappello rosso dei Power Ranger in testa e una felpa con il cappuccio calato fin sulla fronte per cercare di non farsi riconoscere. Si avvicinò all’amico, tirandogli scherzosamente un riccio. Quando non vide nessuna reazione, si rivolse a Niall, sperando di ricevere una risposta.
“Twitter” mormorò il biondo, allargando di nuovo le labbra in un sorriso.
Il Pakistano non se lo fece ripetere due volte, estrasse dalla tasca dei jeans il telefono e in pochi istanti lesse il twitt dell’amico. “Harry” urlò, abbracciandolo e dandogli delle pacche sulle spalle. Non riusciva a capire perché non reagisse, sembrava quasi scioccato dalla notizia.
Pochi istanti dopo la porta della camera si aprì, mentre un Liam decisamente trafelato se la richiudeva alle spalle. “Ero dentro a uno Starbucks e improvvisamente sono impazziti, ho sentito parlare di Twitter e quando mi sono connesso ho letto. Harry sono così…”. Si interruppe; i grandi occhi nocciola che saettavano da Harry a Niall, per arrivare a Zayn e ricominciare il giro. Perché non riusciva a leggere gioia nei lineamenti del viso dell’amico? Perché non lo vedeva piangere, saltellando in giro per la stanza in preda alle urla? Sapeva che Harry aspettava quel momento da tanto, e non riusciva a capire perché non stesse festeggiando.
“Scusatemi, torno in camera mia”. Harry si alzò dal letto, tenendo sempre il cellulare tra le dita e uscendo, senza dire una parola.
Tutti i ragazzi sapevano della litigata della sera prima ma nessuno di loro osava dirlo ad alta voce. Un po’ per rispetto di Louis ed Harry, un po’ perché tendevano sempre a non farsi i fatti degli altri per poter convivere come avevano sempre fatto fino a quel momento. Tutti e tre erano felici quando Harry e Lou stavano assieme; la loro allegria era in grado di contagiare tutti, questo era risaputo.
Per questo, quando pochi minuti dopo che Harry se ne era andato, videro Louis entrare in camera, smisero di parlare del nuovo tipo di chitarra che Niall voleva comprare.
“Dov’è?”. I capelli arruffati e qualche goccia di sudore che gli imperlava la fronte. Louis aveva corso. Louis aveva corso per Harry.
Tutti e tre indicarono la stanza a fianco, rimanendo in silenzio. Esattamente come era entrato, Lou uscì, chiudendosi la porta alle spalle.
Harry, seduto sul letto della camera novantadue, continuava a torturarsi i capelli, spostandoli da una parte all’altra e scuotendo il capo pur di non pensare a quello che era successo. Non aveva nemmeno il coraggio di guardare le menzioni per paura di quello che avrebbe potuto leggere; non era nemmeno così coraggioso da accendere il suo telefono, sicuro che i manager avrebbero chiamato entro pochi minuti, infervorati.
Non era colpa sua, lui non c’entrava niente, lui non c’era nemmeno quando Lou aveva twittato.
“Hai visto?”. Lou era entrato in camera, trovando Harry con i gomiti appoggiati alle ginocchia e la testa bassa. Non era riuscito a nascondere quel sorriso sbieco sulle labbra; quel sorriso che Harry non voleva guardare. Conosceva ogni intonazione di voce, ogni minima variazione. Solo con quelle sue due parole Harry avrebbe potuto dire esattamente l’espressione di Lou. “Harry?”. La voce di Lou un po’ meno felice, molto più titubante; il riccio era sicuro che il sorriso si fosse un po’ spento su quelle labbra che aveva sognato e baciato per così tante volte da averne perso il conto.
“Perché?”. Il tono di voce duro, quel timbro roco che riusciva sempre a mettere i brividi a Louis, quando lo ascoltava. Perché, questa era l’unica domanda di Harry. Perché proprio quel giorno, perché in quel momento, perché da solo?
“Perché ti amo e mi sono rotto di fingere davanti alle telecamere. Perché avevi ragione e non ha senso mentire, al diavolo la Modest e tutti i suoi vincoli”. Si inginocchiò davanti a Harry, prendendo le sue grandi mani prima che il riccio le spostasse, rifiutando quel contatto. “Harry…”. Sentì la voce di Lou incrinarsi appena, in quella tipica sfumatura che assumeva appena prima di far scorrere una lacrima sulla sua guancia. Harry sapeva come diventavano gli occhi di Lou mentre piangeva, per questo non lo guardava.
“Hai fatto tutto da solo, dopo che abbiamo litigato. Non l’abbiamo fatto assieme, come abbiamo sempre detto. Non eravamo uno di fianco all’altro, non c’ero nemmeno a stringerti la mano. Ieri abbiamo litigato e io ho minacciato di lasciarti. Perché?”. Non riusciva a mentire Harry, era un bravo cantante, ma come attore non avrebbe mai fatto carriera. Men che meno riusciva a farlo davanti a Louis, l’unico che sapeva leggerlo dentro come un libro aperto.
“Perché non voglio lasciarti, perché voglio stare con te e non mi interessa se dovremo pagare per aver infranto qualche contratto o se perderemo un milione di followers in Twitter. Quello che mi interessa è poter camminare di fianco a te e prenderti la mano se ne ho voglia, darti un bacio sulla guancia senza che qualcuno mi dica che non posso sedermi di fianco a te, twittare il giorno del tuo compleanno e dirti che ti voglio bene. Voglio farlo con te”. Stavolta la mano di Lou strinse quella di Harry che rimase immobile, senza però sottrarsi di nuovo a quel contatto da entrambi voluto.
“Non c’ero quando tu l’hai scritto”. Perché Harry era testardo, e questo Lou lo sapeva. Lo sapeva e si aspettava quella reazione, tanto che sorrise, incapace di trattenersi. Circondò il viso del riccio con le sue mani costringendolo a guardarlo negli occhi. “Per essere vera, la notizia deve essere scritta anche da te” puntualizzò, prima di ammiccare verso di lui. “Lo faremo assieme stavolta, come abbiamo sempre fatto tutto”.
Harry non riuscì a trattenere un sorriso, perdendosi in quegli occhi che gli erano sempre stati vicini; perché se lui era la nave, Lou era la sua bussola; se lui era il lucchetto, Lou era la chiave che lo faceva aprire, sempre. Lou era libertà, sregolatezza, pazzia e amore, Harry era quello che cercava di ragionare due secondi in più prima di fare un passo.
Guardò in quegli occhi e, esattamente come quando Lou aveva cercato di consolarlo dopo il primo concerto, esattamente come Lou l’aveva tranquillizzato mentre gli aveva insegnato a sciare, esattamente come Lou l’aveva aiutato a rialzarsi dopo una caduta sul palco a Orlando, esattamente come durante X-Factor l’aveva consolato dopo la sconfitta, Harry capì che Lou c’era sempre stato per lui; così fece l’unica cosa che quegli occhi azzurri chiedevano: sorrise. Perché di fianco a Lou non si poteva assolutamente essere tristi. Di fianco a Lou non riuscivi a non ridere. Di fianco a Lou non riuscivi a non sentirti vivo, non riuscivi a nascondere l’adrenalina che ti scorreva nelle vene, facendoti vivere.
Come in un flash Harry –senza smettere di guardare il suo amico negli occhi –rivide tutta la loro vita assieme: quell’incontro nei bagni di X-Factor, il momento in cui il gruppo era stato formato, l’abbraccio dopo la prima esibizione, le braccia di Lou a circondargli il corpo dopo la notizia di essere arrivati terzi alla finale. E ancora, Lou quel 10 settembre mentre cercava di dirgli che nessuno si era accorto di quella piccola imperfezione; Lou che gli sorrideva, nonostante durante le interviste fosse sempre stato separato da lui per volere della Modest. Lou che si lasciava andare durante i Brit e faceva quella battuta stupida che aveva fatto ridere Harry così forte da far capire a tutti quanto fosse ubriaco. Lou e i suoi sorrisi, Lou e i suoi mancati tweet che non potevano scambiarsi. Lou e le sue carezze date quando le luci sul palco erano abbassate o quando pensavano di non essere visti.
L’intera vita di Harry era Lou, inutile che il riccio mentisse a se stesso.
Lou ricambiò il gesto guardando gli occhi verdi di Harry, si sedette di fianco a lui sul letto e prese l’I-phone per accenderlo.
Entrò in Twitter con l’account di Harry e digitò la prima parte del messaggio, passando poi il telefono a Harry, che continuò, stringendo la mano di Lou prima di inviare il Tweet.
“Supereremo tutto, assieme, come sempre” mormorò Lou, mentre la home si aggiornava e mostrava l’ultimo stato di Harry.
Larry esiste, da sempre.
I ragazzi, nella stanza di fianco, sorrisero contemporaneamente, visualizzando il nuovo Tweet di Harry; avrebbero voluto andare a congratularsi con loro, magari festeggiare con una birra. Sapevano però che era giusto lasciare loro un po’ di spazio: in fin dei conti lì, nella stanza novantadue, per la prima volta in via ufficiale, c’erano due labbra che si sfioravano, lasciandosi andare a quella passione di cui ormai tutti erano a conoscenza.



Vi prego ragazze, è la prima cosa che pubblico, siate clementi!
Se non vi piace o non credete in Larry Stylinson non c’è bisogno di offendere o mettere bandierine arancioni, basta semplicemente non leggere, grazie :)
Spero che vi sia piaciuta, naturalmente è un AU ed è solo il mio sogno, che spero un giorno diventi realtà.
I personaggi descritti non mi appartengono assolutamente e non li conosco (MAGARIII!!!!!!)
Spero vi sia piaciuta :)
Julia.
 
   
 
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