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Autore: HisLovelyVoice    09/05/2013    3 recensioni
Iniziammo a tremare.
Era sempre così.
Era come un rituale, sempre uguale.
Non cambiava mai.
Noi eravamo sempre le vittime indifese.
E lui era sempre il carnefice.
Genere: Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Terrore.
Questo ricordo.
Terrore.
Terrore nei nostri occhi.
Terrore nei nostri gesti.
Terrore nella nostra voce.
Il terrore dilagava incontrollato.
Si impossessava di noi, non lasciandoci più.
Sofferenza.
Anche questo ricordo.
Tanta, troppa sofferenza.
Una sofferenza che aleggiava sopra di noi indisturbata.
Poi, quando tutto prendeva la giusta piega, scendeva giù, distruggendo quel poco di felicità che eravamo riusciti a raccogliere.
- Sta arrivando! Veloci, togliete gli astucci dai banchi! - Gridavano.
Noi, pieni di paura, agivamo, non sapendo cosa stavamo facendo veramente.
- Perché dobbiamo togliere gli astucci? - Chiese una volta un mio amico. La professoressa arrestò la sua corsa disperata per la classe e lo guardò.
Leggevo nei suoi occhi disperazione, tristezza, terrore.
E sapevo troppo bene il perché.
- Perché non credo che qualcuno voglia ritrovarsi con un sorriso alla gola per via di un paio di forbici. -
Aveva sussurrato, per poi riprendere la sua corsa.
Nessuno le fece più domande, ci limitammo tutti a fare ciò che ci veniva chiesto.
Attendemmo in silenzio il suo arrivo.
Nessuno osava parlare.
Eravamo immobili.
Sentimmo i passi nel corridoio farsi sempre più pesanti.
Iniziammo a tremare.
Era sempre così.
Era come un rituale, sempre uguale.
Non cambiava mai.
Noi eravamo sempre le vittime indifese.
E lui era sempre il carnefice.
Si avvicinava sempre di più.
Cosa avrebbe fatto oggi?
Ci avrebbe ignorato?
Ci avrebbe picchiato?
Ci avrebbe ammazzato?
Non lo sapevamo.
L'unica cosa di cui avevamo la certezza era che volevamo andarcene.
Volevamo abbandonare quella scuola che ormai era diventata una vera e propria prigione.
Il carcere del terrore.
Così la chiamavamo.
Lo spalancarsi della porta mi riportò alla realtà.
Non potevo più distrarmi.
Se lo avessi fatto, sarei potuta non uscire più viva da quella prigione.
Entrò in classe battendo forte i piedi.
Ci sorrise, consapevole della nostra paura.
Sapeva alla perfezione come ci sentivamo.
Presi un respiro profondo.
Dovevo mantenere la calma se volevo tornare a casa intera.
Ce l’avrei fatta.
Ce l’avremmo fatta.
Non saremmo crollati, no.
Dovevamo resistere.
Gli incubi non durano per sempre.
Sapevamo che prima o poi quell’incubo sarebbe finito.
Lo speravamo.
Perché la speranza è l’ultima a morire, giusto?





HEI!!!
eccomi con questa nuova storia (non so se il genere è giusto, boh, fatemi sapere c: )
non so, ho ripensato a ciò che mi era successo tre anni fa, e enfatizzando leggermente il tutto è uscito questa storia.
mi ricordo ancora che non potevamo tenere gli astucci sui banchi per paura che prendesse le forbici....
vabbè, basta pensare al passato, non voglio annoiarvi, quindi me ne vado
se vi va, sarei felice se mi lasciasse una recensione
un bacio xxx
Giulia
  
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