Fanfic su attori > Tom Hiddleston
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Autore: Essemcgregor    09/05/2013    3 recensioni
"- Cavoli, è davvero carino.-
Il commento di Natasha fu seguito da un sospiro da parte di Alexis.
- Non è solo carino, ma anche famoso. E per me è stato un colpo davvero grosso averlo come cliente!-
Siria guardò le due con aria interrogativa.
- Quindi è un attore? O un cantante?-
Alexis e Natasha sgranarono gli occhi, incredule. Siria le guardò scrollando le spalle, non era molto informata sul mondo delle celebrità, non le era mai importato più di tanto.
- Come fai a frequentare l’Accademia e non conoscere Tom Hiddleston?-
La domanda di Alexis non trovò risposta."
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tom Hiddleston... who? 


Alexis aveva da sempre avuto la passione delle foto, passione che l’aveva portata lontano, molto lontano. Aveva aperto uno studio di fotografia riuscendo ad ottenere qualche ingaggio grazie alla tanta pubblicità e al passaparola. In men che non si dica, era arrivata ai “piani alti”, come li definiva la sua migliore amica.
Siria era una studentessa, con poca voglia di studiare, voglia che aveva deciso di prendersi una vacanza lo stesso giorno in cui venne a sapere che suo padre era finito in ospedale in seguito ad un attacco di cuore.
Dopo quell’episodio, se ne verificarono altri, uno più preoccupante dell’altro, era decisa a mollare tutto e tornare a casa, ma sua madre e suo padre glielo impedirono.
La scuola di recitazione dove stava studiando, era una delle migliori, pagavano fior di soldi per permetterle di studiare lì, non volevano rivederla fino a quando non avrebbe completato l’ultimo anno.
Mancava solo un anno al conseguimento del diploma, evento che si allontanava sempre più a causa di Siria e il suo temporeggiare.
Non potendo vivere sempre sulle spalle dei suoi genitori, aveva chiesto ad Alexis di poter lavorare nel suo studio part time, non sapeva sviluppare le foto, ma sarebbe stata felice di farle da assistente. La ragazza acconsentì, aveva tra l’altro bisogno di qualcuno che stesse in studio quando lei era fuori a fare qualche servizio, ed era più che felice di aiutare l’amica.
In quel modo, Siria riusciva ad avere qualche soldo in più per potersi pagare gli studi e pagare l’affitto del piccolo appartamento che aveva in Camden Street.
- Non so come ringraziarti.-
Continuava ormai a ripetere quella frase come se fosse un disco rotto, Alexis rispondeva sorridendo e agitando una mano, i suoi ringraziamenti per quanto inutili come diceva, le facevano sempre piacere.
- Non devi farlo. E poi preferisco avere te qui, che una perfetta sconosciuta.-
Alexis era un tipo carismatico, sempre in movimento. La passione per la fotografia gliel’aveva passata suo padre, mentre sua madre le aveva trasmesso la passione per il teatro. Si era iscritta anche lei all’Accademia e fu proprio lì che conobbe Alexis, ma le fu subito chiaro che non era ciò che voleva realmente fare, amava il teatro ma la fobia del palcoscenico non l’aiutava di certo. Aprì uno studio fotografico facendosi inizialmente finanziare da suo padre e dopo un breve periodo in cui era una perfetta sconosciuta, era balzata ai vertici grazie ad un grosso colpo di fortuna e ad un’agenzia che l’aveva raccomandata a riviste di spicco.
- Ho un servizio fotografico in centro, quindi tornerò stasera sul tardi, chiudi tu lo studio per me e ci vediamo domani pomeriggio, ok?-
Siria la guardò annuendo, ogni pomeriggio lo passava allo studio di Alexis, prendeva appuntamenti per lei, consegnava i lavori fatti e le organizzava il lavoro. Approfittava poi del tempo morto per studiare, sebbene preferisse fare altro.
- Posso anche venire qui di mattina se hai bisogno.-
La ragazza alzò un dito muovendolo in cenno di diniego.
- Assolutamente no, o tuo padre mi ammazza. Vai a lezione e quando hai finito, vieni qui!-
Siria sorrise arrendevole, non poteva di certo disobbedire agli ordini di Alexis. Le lanciò uno sguardo mentre sistemava in una coda, i suoi lunghi capelli rossi. Adorava quelle onde rossicce che le ricadevano sulle spalle, invidiava il colore della pelle così chiaro e quelle lentiggini che adornavano il naso e le gote. I suoi occhi verdi poi, erano riusciti a far capitolare ai suo piedi, più di un uomo. Accanto a lei si sentiva brutta e sciatta, i suoi capelli neri non potevano certo competere con quella chioma infuocata, sebbene Alexis invidiava il suo liscio perfetto, ed i suoi occhi nero seppia, le parevano spenti, anonimi.
- Allora io vado, sono in super ritardo per un servizio fotografico in centro, ci sentiamo più tardi ok? Non ripasso in studio quindi per favore, chiudi tu.-
La vide chiudere la porta alle sue spalle mentre cercava di portarsi dietro borsa e valigia. Il suo lavoro le piaceva, era sempre in giro a fare servizi fotografici e conoscere gente nuova. Da quando poi aveva cominciato a lavorare per riviste di moda e celebrità, era diventata ancora più impegnata. La sua agenda era fitta di appuntamenti ed il pomeriggio lo studio era subissato di chiamate da parte di clienti che chiedevano aggiornamenti sull’andamento del lavoro e nuovi clienti che volevano prenotare un appuntamento con lei.
- Studio di Alexis Darcy.-
Siria adorava il cognome della sua amica, le ricordava di continuo Orgoglio e Pregiudizio, libro che amava immensamente.
- Qui parla Luke Windsor, lei è la signorina Darcy?-
Siria giocherellò con la matita, pronta a ripetere a pappagallo ciò che ripeteva a tutti i clienti che chiamavano il pomeriggio, il blocco notes davanti a lei pronta ad annotare eventuali messaggi.
- No, sono la sua assistente, la signorina Darcy è fuori per un servizio fotografico, deve prendere appuntamento? O preferisce lasciarle un messaggio?-
Sentì il ragazzo dall’altro capo della linea, parlare con qualcun altro, forse era uno dei tanti manager che chiamavano per conto dei loro clienti, troppo famosi e impegnati per prendere il telefono e fare una telefonata.
- Le lascio un messaggio. Avevo appuntamento per un servizio fotografico domani mattina, avrei bisogno di sapere se è possibile spostare a domani pomeriggio, a qualunque ora.-
Siria annotò il messaggio rapidamente.
- Lei è il signor Windsor, giusto?-
L’altro confermò con una breve risposta.
- Perfetto! La faccio richiamare non appena rientra. Buona giornata!-
Abbassò la cornetta attaccando il post it sulla lavagna metallica che aveva appeso ad un angolo della stanza, scrisse sul post it “Urgente” a caratteri cubitali, sperando che Alexis se ne accorgesse, le mandò comunque un messaggio per farglielo presente, messaggio che era quasi sicura, avrebbe letto e poi dimenticato. Non era la prima volta, che succedeva e non sarebbe stata di certo l’ultima.
 
 
 
La Royal Academy of Dramatic Art era la scuola più adatta per chi volesse studiare recitazione e farlo con i migliori insegnanti del campo. Siria sognava quella scuola fin da quando era bambina, e quando il suo sogno si era realizzato grazie ai suoi genitori. Si era sentita come Cenerentola con indosso l’abito regalatogli dalla Fata Madrina, era pronta per andare al ballo e incontrare il suo principe azzurro.
Il teatro era la sua passione, il suo amante, il suo principe azzurro, ma come Cenerentola, cominciava a sentire i rintocchi della mezzanotte, rintocchi che la stavano obbligando ad abbandonare la festa prima della sua conclusione.
Quando seppe che suo padre aveva avuto quell’attacco di cuore, cominciò a rivalutare le sue priorità: i suoi studi all’Accademia cominciavano ad andare a rilento, le mancava poco per completarli, ma più andava avanti, più procedeva con fatica. Voleva tornare in Italia per restare vicino a suo padre e sua madre, ma loro glielo impedirono categoricamente.
- Completa gli studi e poi potrai tornare a casa se lo desideri.-
Era il suo sogno, realizzato con tanti sacrifici. La distanza da casa le era pesata i primi tempi, ma dopo aver conosciuto Alexis e altri studenti della scuola, cominciò a sentirsi meno sola.
Fu l’unica a sostenere Alexis quando decise di lasciare la scuola di recitazione per diventare fotografa, l’unica a incoraggiarla ad aprire lo studio. Quel suo gesto le aveva fatto guadagnare un posto speciale nel cuore dell’amica, e la sua più completa fiducia.
- Siria, sono disperata.-
Di solito le chiamate di Alexis cominciavano così, era sempre in ansia per qualcosa, sempre convinta di non potercela fare, ogni giorno un problema diverso.
- Ale calmati, cosa succede stavolta?-
Siria si era rifugiata in un’aula vuota per poter parlare al telefono con l’amica, indisturbata. Aveva in programma di andare in caffetteria con alcuni compagni di corso, stavano facendo pausa tra una lezione e l’altra e sentiva il disperato bisogno di una buona tazza di caffè.
- Ho un servizio fotografico spostato nel pomeriggio.-
La ragazza annuì, ricordandosi solo dopo dell’inutilità del gesto, lei non poteva vederla.
- Ti ho lasciato un messaggio al telefono e un post it sulla lavagna, per fortuna che l’hai visto!-
Alexis liquidò le sue parole riprendendo a parlare a raffica.
- Lo so ma me ne sono scordata comunque, ho un servizio di primo pomeriggio, penso sia piuttosto lungo, e per quest’altro servizio…-
L’amica boccheggiava, forse stava correndo da qualche parte, in ritardo come suo solito.
- ..ho bisogno che tu allestisca il salone.-
Lo studio di Alexis era sostanzialmente un grosso loft di una palazzina in Camden Town ad una decina di minuti di macchina dall’Accademia. Alexis lo aveva sistemato in modo tale da poter ricavare un anticamera dove ricevere i clienti, ed un salone piuttosto ampio dove poter allestire un piccolo set fotografico, utilizzato specialmente quando si trattava di piccole foto per book fotografici o semplici portrait.
- Ok ma… non puoi far venire Michael? Sai quanto pesano quei cavolo di riflettori…-
- Si chiamano Luci e poi quelli sono già piazzati. Devi solo mettere il portafondale e i softbox… e poi… e poi ho la lista in studio. Ce la puoi fare da sola. Credimi!-
Siria non era abituata a montare un set da sola, c’era sempre Michael, un collega/amico di Alexis che l’aiutava in queste cose, e già in due ci mettevano almeno un’oretta, ma dirle di no per poi lasciarla nei casini, non poteva farlo. Sospirò, tranquillizzando la sua migliore amica, assicurandola che al suo ritorno avrebbe trovato tutto pronto, la ragazza la ringraziò riattaccando il telefono subito dopo averla salutata. Siria si morse il labbro inferiore, uscì rapidamente dalla classe per raggiungere i suoi compagni di corso, il sorriso era svanito dal suo volto. Si prospettava un pomeriggio tutt’altro che tranquillo.
 
 
 
- Luke Windsor, abbiamo appuntamento per il servizio fotografico.-
Siria si affrettò ad aprire il portone e darsi un’ultima controllata allo specchio, Alexis ci teneva molto ad avere un’assistente in condizioni perfette, perché come diceva sempre lei, anche l’occhio vuole la sua parte.
Quel pomeriggio però, dopo aver montato il set fotografico da sola, e nell’arco di un’ora scarsa, il suo aspetto non era dei migliori. Aveva cercato di raccogliere il lunghi capelli neri in una coda, fece in tempo a cambiarsi e rinfrescarsi nel piccolo bagno dello studio, indossando una camicia blu notte a maniche lunghe, senza poter purtroppo togliere il rossore dal suo viso, dovuto a tutto quel movimento. I suoi occhi color seppia schizzarono di qua e di là, cercando di abbracciare la sua figura riflessa nello specchio, le sue labbra rosee si contrassero in una smorfia, notando solo in quel momento quanto il suo viso sembrasse sconvolto.
- Permesso?-
Siria si precipitò nell’anticamera, aprendo la porta che separava il salone dalla sala d’attesa, sorridendo al ragazzo appena entrato. Era poco più alto di lei, i capelli castani erano pettinati con una riga al lato, i suoi occhi nocciola erano celati dietro un paio d’occhiali da vista dalla forma rettangolare, le sottili labbra si stesero in un sorriso non appena incrociò lo sguardo della morettina.
- Mi scuso per il ritardo, ma il traffico ci ha impedito di arrivare prima.-
La ragazza scosse la testa lasciando ondeggiare i suoi capelli stretti in quella coda improvvisata.
- Vi devo ringraziare io, invece, per aver fatto ritardo, ho avuto qualche difficoltà a sistemare il set.-
Luke annuì garbatamente.
- Siete voi Alexis Darcy?-
Siria non pensava che Alexis non avesse mai incontrato quel cliente, non accettava mai un lavoro senza un incontro preliminare, chissà come mai per questo ragazzo aveva fatto un’eccezione.
- No affatto, sono Siria Porto, la sua assistente.-
Strinse la mano che il ragazzo allungò verso di lei, proprio in quel momento entrò un altro uomo nella stanza, era più alto di Luke e a giudicare dallo sguardo che vagava per la stanza, doveva essere un nuovo cliente.
- Lui è il … cliente reale.-
Spiegò Luke indicando l’uomo alle sue spalle, questi si tolse gli occhiali da sole rivelando un paio di occhi di un indefinito colore che andava dal celeste al grigio al verde.
Le sue labbra sottili si incurvarono in un piccolo sorriso, allungò la mano verso di lei, stringendogliela delicatamente.
- Mi chiamo Tom Hiddleston e come ha detto il mio assistente, sono il “vero cliente”.-
Siria annuì sentendosi quasi in soggezione di fronte quell’uomo altissimo. I suoi capelli boccolosi furono la seconda cosa che la colpì, erano di uno strano colore biondo tendente al rossiccio, spostò i suoi occhi di nuovo verso le sue labbra che si aprirono leggermente per rivelare una fila di perfetti denti bianchi.
Aprì la zip della sua giacca di pelle, scoprendo la semplice maglietta bianca con lo scollo a “v”, sopra un paio di jeans a sigaretta, neri.
- Chiamo subito Alexis, sono sicura che stia arrivando.-
I due uomini annuirono e si sedettero sulle poltrone di pelle della sala d’attesa, Siria prese il cellulare e si rifugiò nel salone posteriore per effettuare la chiamata. Più il telefono squillava a vuoto, più le saliva l’ansia e quando Alexis rispose, tirò un sospiro di sollievo.
- Dove sei? I tuoi clienti sono già qui!-
L’amica gemette frustrata.
- Sono bloccata in questo traffico di merda, ma sono a cinque minuti dallo studio. Ti prego fa di tutto, intrattienili quello ti pare, ma non farli andare via!-
Siria sbuffò.
- E come faccio? Mi metto a fare il giocoliere lanciando in aria i birilli?-
Sentiva chiaramente il rumore del traffico in sottofondo e la voce di Alexis che le arrivava disturbata, ci mancava solo che cascasse la linea.
- Lui sa cosa deve fare, sta arrivando anche Natasha per il trucco, portalo nel camerino e fallo cambiare!-
Siria non si era mai sentita così agitata come quel giorno, neanche il suo primo giorno di Accademia era così tesa. Si diresse di nuovo nella saletta d’attesa incollandosi il suo sorriso migliore, sarebbe andato tutto bene o almeno lo sperava.
- Alexis sta arrivando, mi ha chiesto però di farla accomodare nel camerino. La truccatrice sta arrivando.-
Con un gesto della mano indicò la porta che portava al salone dove era allestito il set fotografico, in quel salone tramite paraventi spessi, di colore nero, Alexis aveva ritagliato lo spazio per il “camerino” come lo chiamava lei. All’interno c’erano un paio di sgabelli e un mobile con specchio per il trucco.
Tom annuì sorridendo, seguì Sira nel camerino per poi chiudersi al suo interno. La ragazza sospirò sventolando la mano per farsi aria, tornò poi nell’altra stanza, dove Luke aspettava.
In mano reggeva uno dei giornali di gossip che Alexis si faceva dare da sua madre, patita per quel genere di roba, alzò lo sguardo verso di lei e accennò un sorriso, che Siria ricambiò.
Per sua fortuna Alexis e la truccatrice arrivarono allo studio insieme, aveva il viso paonazzo a causa della corsa, passò rapidamente a Siria la sua borsa, aprendo poi la valigetta per cacciare la sua reflex. Ravvivò con un gesto i suoi lunghi capelli rossi, scusandosi con Luke per il suo imperdonabile ritardo. La truccatrice, Natasha, fu mandata subito da Alexis in camerino e mentre Luke si intrattenne a parlare con lei, Siria si fece da parte, rintanandosi dietro il bancone e controllando gli ordini e gli appuntamenti, sul computer.
Non aveva mai visto Alexis essere così civettuola con qualcuno, forse il cliente appena arrivato era un pezzo grosso, Siria era sicura di aver sentito il suo nome da qualche parte, ma non ricordava dove. Sicuramente doveva essere un modello o un personaggio famoso, o la sua amica non si sarebbe comportata in quel modo.
- Non avete altri giornali?-
La domanda di Luke la fece trasalire, guardò la pila di giornaletti di Gossip sul tavolinetto, aveva sempre detto ad Alexis che era il caso di compare altri tipi di giornale, ma lei non aveva tempo e voglia di comprarli.
- Mi dispiace ma non abbiamo altro.-
Siria si scusò con un piccolo sorriso, Luke scrollò le spalle senza aggiungere altro, prese un altro giornale e si accinse a leggerlo.
- Sei l’assistente di Mr… Hiddleston?-
Luke alzò lo sguardo verso la ragazza, con un piccolo sorriso.
- Più o meno.-
La sua risposta fece capire a Siria che non aveva molta voglia di parlare, si risedette alla sua postazione e prese a smanettare con il computer, stampando la pagina dell’agenda del giorno dopo e controllando i pacchi di foto sviluppate che erano arrivati dal laboratorio dove Alexis si appoggiava.
- Tu invece? Sei la … segretaria di Miss Darcy?-
- Più o meno.-
Siria accompagnò la risposta con un sorriso, bastarono quelle due domande per rompere il ghiaccio. Luke non aveva voglia di leggere quelle stupide riviste, Siria non aveva voglia di controllare l’arrivo degli ordini di Alexis e i suoi impegni per la giornata successiva, così cominciarono a parlare del più e del meno. Snocciolarono una sfilza di argomenti banali che nessuno dei due trovò noiosi da trattare, parlarono di Londra, dei pub in cui andare a bere dell’ottima birra e dei posti migliori da visitare. Siria gli parlò dell’Italia, della piccola città dove viveva e delle bellezze che il suo Paese vantava.
Si ritrovarono a ridere a causa di un aneddoto imbarazzante che Luke aveva raccontato su se stesso e proprio in quel momento, la porta del salone si aprì. Alexis precedette Tom, che guardava Siria e Luke con aria interrogativa.
- Perfetto, farò sapere al suo agente quando saranno pronte le foto, una volta che le avrete scelte, le manderò a chi di dovere per la pubblicazione del photoshoot.-
Siria tornò rapidamente alle sue faccende, Luke invece si alzò porgendo a Tom la sua giacca di pelle, rimase vicino a lui per sentire ciò che Alexis stava dicendo e dopo un rapido commiato, si diressero verso la porta di uscita.
- Arrivederci Miss Porto.-
Hiddleston rivolse un piccolo sorriso alla ragazza, Siria ricambiò con un semplice e cortese “arrivederci”, poi fu il turno di Luke, che preferì salutarla in maniera più colloquiale.
- Ciao Siria a presto!-
- Ciao Luke!-
E la porta si chiuse alle loro spalle. Alexis crollò su una delle poltrone in pelle non appena i due furono andati via, aveva il respiro pesante, i suoi occhi verdi fissavano il soffitto mentre il suo petto si alzava e si abbassava ritmicamente.
Poco dopo dal salone riapparve Natasha, reggeva la valigetta con i suoi “strumenti del mestiere” occupando l’altra poltrona. La giornata era finita, toccava solo chiudere lo studio e fare un piccolo promemoria degli appuntamenti che Alexis aveva il giorno dopo.
- Cavoli, è davvero carino.-
Il commento di Natasha fu seguito da un sospiro da parte di Alexis.
- Non è solo carino, ma anche famoso. E per me è stato un colpo davvero grosso averlo come cliente!-
Siria guardò le due con aria interrogativa.
- Quindi è un attore? O un cantante?-
Alexis e Natasha sgranarono gli occhi, incredule. Siria le guardò scrollando le spalle, non era molto informata sul mondo delle celebrità, non le era mai importato più di tanto.
- Come fai a frequentare l’Accademia e non conoscere Tom Hiddleston?-
La domanda di Alexis non trovò risposta.
- Tom è diventato famoso dopo aver interpretato il dio malvagio Loki, in Thor.-
Siria inclinò la testa di lato, conosceva il personaggio di Thor, aveva letto in passato qualche fumetto della Marvel, ma non aveva presente il film, sebbene ne avesse sentito parlare, ma non conosceva gli attori che avevano interpretato i personaggi, non era neanche andata a vedere il film quando era uscito al cinema, a suo tempo.
- Insomma è diventato un pezzo grosso da allora, ha girato The Avengers e da lì ha acquistato ancor più popolarità, che io sappia ha in cantiere una serie di film uno più interessante dell’altro e dulcis in fundo, ha frequentato la tua scuola mia cara.-
Siria inarcò un sopracciglio.
- Era uno studente dell’Accademia?-
Le due annuirono, solo in quel momento si ricordò di una bacheca, anzi di una teca, presente lungo uno dei corridoi della scuola, dove erano esposti foto e nomi di studenti che erano diventati celebri dopo aver completato gli studi. C’erano nomi importanti come Anthony Hopkins, che aveva amato in “Il silenzio degli innocenti” e Alan Rickman, famoso almeno per lei, grazie al ruolo di Severus Piton in Harry Potter, per non parlare di Matthew Mcfadyen, il Mister Darcy della versione cinematografica di Orgoglio e Pregiudizio del 2005.
- Non … non lo sapevo.-
Le due non fecero molto caso alla risposta, Alexis spostò abilmente il discorso su un altro argomento, argomento che Siria sospettava, avrebbe intavolato.
- Allora tu e Luke Windsor…-
Siria avvampò, lo sapeva, non sfuggiva nulla ad Alexis.
- Abbiamo solo scambiato due chiacchiere, niente di più.-
Natasha inarcò un sopracciglio scambiando uno sguardo complice con la fotografa.
- Adesso si dice “fare due chiacchiere”! Ale ti consiglio di sviluppare presto le foto, almeno Romeo e Giulietta possono rivedersi!-
Le due cominciarono a ridere, incuranti della ragazza che stava lentamente sprofondando. Non servì a nulla spiegare come erano andati realmente i fatti, come Luke le avesse rivolto la parola solo perché non gli andava di leggere quegli stupidi giornaletti, Alexis era testarda e se si convinceva di qualcosa nessuno poteva farle cambiare idea. Siria non ci aveva mai badato, voleva bene ad Alexis per quello che era, ma in quel momento il problema sorgeva eccome. Se Alexis era convinta della questione, non solo avrebbe fatto di tutto per far sì che Siria e Luke si re incontrassero, ma ci avrebbe anche messo lo zampino per far sbocciare quella che sembrava, l’inizio di una storia d’amore. 



Angolo Autrice

Ok ok se siete arrivati fino alla fine e non vi siete annoiati, allora è un miracolo :) 
Scherzi a parte, la storia si svolgerà piano piano e vi giuro che Tom non è un personaggio secondario, anche se in questo capitolo non compare moltissimo. 
Il rapporto che Siria e Luke cominceranno ad avere, sempre se lo avranno, porterà a qualcosa di... boh! 
Ok se continuerete a seguirmi, e spero lo farete, lo scoprirete. 
Se vi è piaciuta abbastanza la storia, lasciatemi un commentino... per favoooore! **

S.
   
 
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