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Autore: Lily_nee    09/05/2013    2 recensioni
Cosa accadrebbe se a Fairy Tail si presentasse una dragon slayer che afferma di conoscere Natsu e Igneel da quando era bambina? Cosa accadrebbe se quest'ultima fosse in grado di avvertire ancora la presenza dei draghi i quali l'avrebbero messa al corrente di un'imminente catastrofe? Un'avventura intrisa di magia, misteri e sentimenti profondi vedrà protagonisti i figli dei draghi.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gajil Redfox, Natsu, Nuovo personaggio, Wendy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Undicesimo.

 
 
 

Tutti si trovavano di fronte alla porta che rappresentava il proprio simbolo; Sting prima di entrare in quella del Fascio di Luce assieme al suo fidato amico Lector, diede un’ultima occhiata ai suoi amici, in particolare a Rogue, Celeste e Natsu-san.
 
Anche ammesso che sarebbe riuscito a vincere quest’ennesima prova ed attraversare il prossimo varco sino a giungere presso suo...suo cosa?
Aveva avvertito la sua presenza e per questo si era recato verso Macravhia ma, non era stato lui stesso ad uccidere suo padre, il drago Bianco Weisslogia?
Lo ricordava bene, con le sue stesse mani, per dimostrare di essere un vero dragon slayer, degno della stima di tutti...
 
Attraversò comunque il passaggio, notando che l’Exceed gli si era stretto vicino, probabilmente aveva avvertito il suo stato d’animo, d’altronde ci riusciva talmente bene.
 
La stanza era completamente bianca, accecante per una persona normale, ma non per il dragon slayer della Luce;  non vi era nessuno al suo interno.
 
Immediatamente allora Lector e Sting corsero verso la porta, ma notarono che non vi era una maniglia e che la serratura presentava un cavo oscuro, sembrava quasi che andasse riempito con la luce: e il biondo così tentò di fare, invano.
 
Non sapendo come gestire la situazione provarono a buttare giù la porta con la forza ottenendo dei risultati fallimentari, tentarono persino di tornare indietro dal varco attraverso il quale erano passati per entrare: era bloccato, dall’interno quel passaggio non si sarebbe mosso di un millimetro nemmeno con i più potenti attacchi magici.
 
Il senso di tristezza e nostalgia che si era insinuato poc’anzi in Sting tornò a farsi sentire più pungente che mai, tanto che il biondo si sedette a terra con le mani tra i capelli, Lector avrebbe persino giurato di vedere qualche lacrima scorrere sul suo viso, ma probabilmente erano gocce di sudore causate dall’impotenza momentanea di quello che era certo fosse il dragon slayer più forte del’universo.
 
In realtà la motivazione era ben’altra: Sting si sentiva geloso!
Sì, geloso del fatto che tutti avevano un genitore da salvare in quel momento a parte lui! Ma ovviamente tutto ciò lui non lo avrebbe mai rivelato ad anima viva, lo avrebbe tenuto tutto per sé, soffrendo immensamente da solo come aveva sempre fatto d’altronde.
Ah già, anche Rogue si trovava probabilmente nella medesima situazione, pensò, ma più probabilmente il suo compagno se la sarebbe sbrigata con un piatto e disinteressato: “Non mi importa più ormai”.
 
Lui invece no, lui non ci riusciva, lui sentiva il grave peso, di quello che aveva fatto un tempo, farsi strada in lui e divenire sempre più insopportabile: aveva tolto di mezzo colui che lo aveva cresciuto.
 
Se chiudeva gli occhi riusciva ancora a ricordare distintamente Weisslogia, il drago bianco, che amorevolmente gli insegnava a leggere, scrivere, combattere e difendersi; ma soprattutto gli sovveniva alla memoria distintamente una sua frase:
 
“Sorridi, sorridi sempre e troverai tanti amici accanto a te quando io non sarò più al tuo fianco.”
 
Quando uccise suo padre col potere del dragon slayer sentì una tristezza nel cuore indescrivibile per giorni e giorni, trovò, infine, un solo modo per scacciarla via, seguire il consiglio di Weisslogia: così iniziò a sorridere a tutti.
 
Sting era una persona molto solare, attraente e, per così dire, brillante; di certo non negava sorrisi a nessuno, il fatto è che pian piano questi ultimi divennero falsi, presuntuosi e schernitori.
 
“Dimmi cosa c’è di buono nel dimostrare di essere forti quando si perde il proprio cuore?” – queste le parole che gli aveva rivolto Natsu riguardo Weisslogia, quando un giorno stavano combattendo.
 
“C’è di buono che sono invincibile, a cosa serve un cuore?” – aveva risposto all’epoca non curandosi di comprendere in maniera più profonda le parole del dragon slayer del Fuoco.
 
In quel momento, in quella stanza, lontano da tutti aveva finalmente capito cosa intendesse Natsu-san: Sting, adesso, sentiva di portarsi dietro un’ineliminabile ed imperdonabile colpa.
 
“Non devi rimproverarti per questo ora...” – provò Lector a consolarlo.
 
 
Ma Sting, pur apprezzando il gesto dell’amico che era sempre rimasto al suo fianco,
si sentiva malissimo, la consapevolezza di quello che aveva fatto gli era piombata addosso fra capo e collo, tutta insieme.
 
Era così arrabbiato con se stesso, se solo quel giorno mentre infliggeva a suo padre il colpo di grazia avesse dato retta al suo cuore che gli gridava, lo implorava, di fermarsi, adesso avrebbe qualcuno da salvare, un genitore da rincontrare, e avrebbe potuto capire cosa provano gli altri dragon slayer.
 
Rammentava che Weisslogia, sul punto di morire gli andò incontro, quasi entrando in lui, sussurrandogli al cuore con amore: “Sting..”.
Tuttavia ad oggi il biondo era quasi certo che quel ricordo fosse semplicemente un’allucinazione dovuta alla sofferenza. Come poteva il drago volergli ancora bene sul punto di morte, una morte provocata dal suo stesso figlio?
 
L’ira cresceva avrebbe voluto farla finita in quel momento, perciò si alzò e si dette un tremendo “Pugno del drago Sacro” dritto in faccia.
 
Udì un tremendo grido in quel momento, o magari se lo stava immaginando per il dolore che provava. Cadde di peso a terra.
 
“Sting-kun, perché?” – Lector non riuscì a trattenere le lacrime.
 
Il biondo decise di fare qualcosa che non aveva mai fatto prima: guardò l’Exceed dritto negli occhi e gli regalò un sorriso, un sorriso vero che voleva dire “Grazie.”
 
Dopodiché gli parve di vedere insieme: Lector che cercava di abbracciarlo da sdraiato, la porta da cui era entrato che si spalancava, un’ombra che si stagliava nella luce...E Weisslogia che sorrideva.
 
A quest’ultima visione, però, aveva già perduto i sensi.
 

 
 

*Lily_nee*

 

Salveee :D
 
Questo è il capitolo dedicato alla “battaglia” interiore di Sting!
L’avrà persa, l’avrà vinta? Lo scopriremo solo quando tutte gli scontri saranno “terminati”! :P

Ho provato ad immaginare gli ipotetici sensi di colpa di uno Sting che soffre per ciò che ha fatto in passato!
 
Alla prossima un bacio! <3

  
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