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Autore: Ser Balzo    10/05/2013    9 recensioni
"Qualcuno disse che non era possibile tornare dai Morti. Quel qualcuno si sbagliava. Io ci sono riuscito, e vi racconterò come."
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tornare dai Morti



Qualcuno disse che non era possibile tornare dai Morti. Quel qualcuno si sbagliava. Io ci sono riuscito, e vi racconterò come. 

 

Ma prima di tutto andiamo con ordine: sono Averius Pottermore, nato a Butterfield nel 1032. A quei tempi tutti erano molto più tranquilli di adesso, e certo non c’erano squadre di Rettificazione che andavano in giro a fare domande, rendendo tutto più difficile e tutti più nervosi. Nessuno ha mai sentito parlare di me, né ora né tantomeno nel tempo in cui nacqui. 

 

Mio padre era un calzolaio, e mia madre... mia madre beveva. Non aveva un mestiere, né una passione, un hobby, una qualunque cosa che la strappasse dalla vecchia poltrona su cui passava le giornate. Lei beveva, e basta. Whiskey della miglior marca, per carità, era una beona di classe. Ma certo non mi ha mai mostrato affetto. 

 

Era papà che si prendeva cura di me. Era un uomo forte e deciso, sapeva sempre cosa fare, quando e dove farlo. L’unica cosa che non era mai riuscito a fare era stato schiodare mia madre da quella poltrona. Ma forse, e questo fu un pensiero inquietante che mi venne poi in adolescenza, papà non voleva che mia madre si alzasse. Voleva che restasse lì, a bere e a fissare la nostra vecchia, disgustosa carta da parati che si decomponeva. Forse mia madre era malata. Non lo so, non l’ho mai voluto scoprire. Non che ci tenessi molto a mia madre. Non mi era mai piaciuta. Aveva... un brutto odore. A volte arrivai a fissarla con odio: non perchè non mi avesse mai voluto bene, per carità. La odiavo perchè se ne stava lì a bere, e puzzava. Quel suo schifosissimo puzzo di alcol e sudore. Non lo scorderò mai.

 

Il giorno che vennero a prendere mio padre io ero in giardino, quello sul retro. Osservavo un bruco che lottava contro una formica, che si era arrampicata sul suo dorso e gli aveva conficcato le tenaglie nel suo grasso corpo. Osservai il corpo che si contorceva, in quella che sembrava una specie di danza. Buffo, la danza della morte. E ancora più buffo è il fatto che mentre io stavo lì a fare strani pensieri sulla Morte quella arrivò per davvero. Parli del Diavolo, e spuntano le corna. 

 

Devo dire a suo discapito che non fu molto educata, la Morte. Entrò sfondando la porta, senza bussare. Fece anche piuttosto casino, con tutti quegli stivali chiodati che sbattevano sul pavimento di legno. Io non vidi nulla di tutto ciò: tutto questo me lo raccontò Tom Molatt, il vecchio garzone che abitava dall’altra parte della strada. Mi disse che una squadra di Corvi, una squadra intera, cioè, che neanche al più bastardo degli spaventapopolo è riservata, era entrata in casa mia. Cercavano papà, che a quanto pare non era l’umile calzolaio che avevo sempre pensato che fosse. Avrei dovuto capirlo, dagli strani tipi che entravano ogni tanto a casa e dalle strane casse che ogni tanto metteva in cantina. Ne riuscì ad uccidere due, mi disse, prima che gli altri lo crivellassero di colpi. Poi versarono olio-lampada sul pavimento, sui mobili, sul mio letto, dappertutto, anche su mia madre, che neanche in quell’occasione si alzò dalla sua schifo di poltrona. Poi bruciarono tutto.
 

Tonfi. Spari. Fuoco. Un Corvo che mi passò accanto, ignorandomi totalmente.  Fu quello che vidi, quello che sentii.

Poi divenni orfano e senza casa.

 

All’inizo non ero spaventato. Anzi, ero quasi contento. Da tempo sognavo di andarmene da Butterfied. Era uno stupido paese in mezzo ad uno stupido deserto. Volevo vivere, e per me Butterfield era un freno, un peso, un’intollerabile agonia.

NOTE DELL'AUTORE: ho scritto questo breve componimento in una condizione di libertà totale: ho lasciato vagare la mente per una decina di minuti e questo è quello che ne è venuto fuori. L'universo narrativo in cui si colloca è quello di Cacciatori di Schegge, un'altra storia che è presente sulla mia pagina (se vi è piaciuta questa storia, andate a darci una sguardata). Non avevo pensato di continuare questa storia, ma se la cosa vi piace potrei anche farlo (in quanto scribacchiatore, l'adulazione è un incredibile propellente). Se no, me ne sto zitto e buono. Promesso.

 

  
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